La variazione diafasica

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
La lingua della politica in Italia
Advertisements

Ripasso Predicato nominale e predicato verbale
Il congiuntivo.
Michele A. Cortelazzo Sintassi \ 1.
LAVORO PROGETTAZIONE Prof.Senarega. Fasi impostazione Riferimento Competenze chiave europee Riferimento Competenze di cittadinanza Riferimento Assi culturali.
I gradi dell’aggettivo
Impariamo a distinguere…
stile segmentato e stile coeso
ITALIANO D’OGGI.
Percorso di scrittura creativa per bambini
STRUTTURA E SVILUPPO UNIMC 2016
2. La struttura del periodo coordinazione e subordinazione
Trucchi e dritte grammaticali
Che cosa è il testo?   IL TESTO È UN MESSAGGIO LINGUISTICO DI SENSO COMPIUTO, INSERITO IN UNA PRECISA SITUAZIONE COMUNICATIVA.
le fonti di informazione scientifica
il periodo è una frase composta da più proposizioni che possono essere
Comunicazione esterna
Sequenza Didattica all’interno di un corso di Educazione Sanitaria
Varietà di lingua in italiano
LE FUNZIONI DELLA LINGUA
comunicativo - espressivo - metalinguistico
Laboratorio di produzione editoriale
Le proposizioni subordinate
Insiemi e logica Insiemi e operazioni insiemistiche
Distinguere il problema
6. Subordinate sostantive o completive
Computer assisted translation e terminologia
Immanuel Kant Critica della Ragion Pratica. La legge morale come imperativo categorico.
Come svolgere una relazione
L’aggettivo Leggi la frase a lato. Individuiamo insieme i nomi Individuiamo insieme gli aggettivi Rifletti: che funzione svolge l’aggettivo rispetto al.
2. La struttura del periodo coordinazione e subordinazione
5. La proposizione subordinata caratteri generali
IL TESTO ESPOSITIVO - INFORMATIVO
I codici comunicativi dell’educazione linguistica.
Il vocabolario Vocabolario e lemma
IL VERBO I modi & I tempi.
Il troncamento Il troncamento è la soppressione di una vocale, di una consonante o di una sillaba alla fine di una parola. Es. gran buon amico *anziché.
Progetto CLIL Grammar IC “G. Marconi” Castelfranco Emilia
Michele A. Cortelazzo Linguaggi settoriali 1.
LA SubordinatA relativA
Perché una Didattica speciale per l’educazione linguistica?
Lo sviluppo del linguaggio
Gli Aggettivi Il termine proviene dal tardo latino adjectivum: qualcosa che si aggiunge.
Michele A. Cortelazzo Linguaggi settoriali 13 aprile
I linguaggi non verbali sono molto vari, immediati, facili da apprendere e senza dubbio assumono un ruolo importante nella vita di relazione degli.
Parte 3 La ricerca del lessico esatto
Giovanni verga e Il VERISMO
LA LINGUA E LO STILE PAG. 125 – 136.
Che cos’è la ristandardizzazione dell’italiano?
Bisogni, mete e obiettivi
Perché una Didattica speciale per l’educazione linguistica?
Laboratorio di scrittura
6. Subordinate sostantive o completive
LESSICO E SINTASSI NEL TESTO POETICO
Definizione di linguaggio di programmazione
LA COMUNICAZIONE E LE FUNZIONI LINGUISTICHE
VUOI SAPERE COME FARE UN RIASSUNTO?
Algebra di Boole e Funzioni Binarie
La traduzione tecnico-scientifica
Practical Methodology for Teachers working with CLIL
Michele A. Cortelazzo Linguaggi settoriali (13 maggio 2019) 1.
Funzione centrale della biblioteca
Italo Calvino I libri degli altri
La metodologia del nostro curricolo di italiano: principi generali
CLASSE PRIMA: FONDAMENTALI LE ESPERIENZE IN CLASSE – SI FORMALIZZA MOLTO POCO, L’IMPORTANTE E’ FARE ESPERIENZA DI COMUNICAZIONI DIVERSE, IN CONTESTI DIVERSI,
DAL TESTO ALLA CONVERSAZIONE
Il questionario: progettazione e redazione II Modulo
GRIGLIE PER LA VALUTAZIONE DELL’ORALE-CLIL
APPRENDERE IN LINGUA 2 28/09/2019.
Michele A. Cortelazzo Linguaggi settoriali (27 maggio 2019) 1.
Transcript della presentazione:

La variazione diafasica REGISTRI LINGUISTICI E USO DEL CONGIUNTIVO

Variazione diafasica È il differente modo di costruire un messaggio linguistico in base alla situazione comunicativa 3 fattori determinano la variazione diafasica: Il campo: ovvero la natura dell’attività svolta in una situazione e il contenuto del discorso: chiacchierare al bar, tenere un’arringa in tribunale, svolgere una lezione, telefonare ad un amico Il tenore: ovvero il rapporto (di estraneità, di familiarità di amicizia, ecc.) che si instaura tra gli interlocutori e il loro status sociale: studente/studente; studente/professore; professore/rettore Il modo: ovvero il canale fisico attraverso cui passa la comunicazione (oralità o scrittura)

DALLA VARIAZIONE DIAFASICA DIPENDONO: REGISTRI LINGUISTICI “Modo di parlare o scrivere, livello espressivo proprio di una data situazione comunicativa” (GDG 2008) I LINGUAGGI SETTORIALI (O SOTTOCODICI) «linguaggio utilizzato in determinati settori specialistici e caratterizzato da una terminologia tecnica che spesso si discosta dal lessico comune o lo usa in accezioni particolari» (T. De Mauro, GRADIT)

Tipi di registro Aulico (o ricercato) Colto Formale (o ufficiale) I registri si dispongono in una successione che, semplificando, possiamo rappresentare così: Aulico (o ricercato) Colto Formale (o ufficiale) Medio (varietà standard) Colloquiale Informale Popolare Familiare

Variazione stilistica Un mutamento di registro produce una variazione di stile Mediante i registri si ottengono i cosiddetti stili del discorso che possono riguardare ciascun sottocodice Esempio: È consentita l’integrazione della documentazione già prodotta (sottocodice burocratico – registro formale) È possibile integrare la documentazione già presentata (sottocodice burocratico – registro informale)

Registri e uso del congiuntivo Le differenze tra registro formale e registro informale della lingua sono particolarmente evidenti nell’uso del congiuntivo. Ricordiamo che l’uso del congiuntivo è obbligatorio, a prescindere dal registro scelto, nei seguenti casi: Dopo alcune congiunzioni subordinanti (affinché, benché, sebbene, nonostante, qualora) Dopo alcune espressioni impersonali (è facile, è difficile, bisogna che, è bene, è necessario, può darsi che, è meglio che) Dopo alcuni verbi che esprimono desiderio, augurio, speranza, permesso (voglio che, chiedo che, desidero che, spero che) Dopo alcuni aggettivi e pronomi indefiniti (qualunque, chiunque)

Nei periodi ipotetici dell’irrealtà: se studiavo era meglio È tollerato l’uso dell’indicativo in alternativa al congiuntivo, all’interno di un discorso informale, nei seguenti casi: Dopo le seguenti espressioni impersonali: è bello che, è brutto che, è strano che, è naturale che, è peccato Nei periodi ipotetici dell’irrealtà: se studiavo era meglio Nelle frasi interrogative indirette: mi chiedo chi sei veramente Nelle espressioni comparative, superlative: è la persona più generosa che conosco Con verbi che esprimono opinione: credo che, sembra che, pare che, ritengo che

Negli ultimi anni si registra una tendenziale prevalenza dell’uso dell’indicativo, preferito al congiuntivo. Ciò è dovuto a una crescente esigenza di semplificazione e rapidità della comunicazione, soprattutto orale