IL BIANCO E IL ROSSO.

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Transcript della presentazione:

IL BIANCO E IL ROSSO

La politica nel territorio Quante Italie? Nord-Ovest competitività tra i partiti elettorato poco ideologizzato, più disponibile a cambiare voto Mezzogiorno maggiore grado di instabilità Fluidità dei consensi individuali – permeabilità del tessuto sociale e rapporti con la politica governati da “mediatori”, clienti, gruppi di potere locale Nord-Est zona bianca Centro zona rossa

Le basi sociali della politica La “terza Italia” secondo Bagnasco (zona rossa e zona bianca) Estesa rete di piccole e piccolissime imprese industriali Città di ridotte dimensioni Importanza delle istituzioni tradizionali: famiglia, comunità locale Peso dei ceti medi privati: lavoratori autonomi, lavoratori dipendenti Lavoro riferimento centrale

Subcultura politica territoriale Tradizione culturale, ideologica che si consolida attraverso una rete di associazioni, organizzazioni, iniziative Politica e società si integrano e si rinforzano reciprocamente Zona bianca Chiesa e mondo cattolico Zona rossa identità e organizzazioni legate al movimento operaio e alla sinistra

Società e partiti nella “terza Italia” I partiti entrano a far parte del paesaggio sociale, in modo sostanziale DC e PCI: partiti immersi nella società e radicati nelle istituzioni: partiti-società e partiti-istituzione, al tempo stesso

Le differenze tra i modelli DC Nelle zone bianche sono le associazioni cattoliche e le organizzazioni economiche più solide e strutturate rispetto alla DC Nelle zone bianche è la Chiesa il baricentro normativo: valori e regole della comunità locale Il rapporto con la politica resta improntato al distacco e alla strumentalità La DC da partito sponsorizzato dalla Chiesa a partito sponsorizzato dallo Stato Nelle zone bianche lo stile amministrativo è di tipo “aggregativo” non-interventista, che asseconda le tendenze e le risorse della società e del mercato

Le differenze tra i modelli PCI Il ruolo del partito, nelle zone rosse, è molto più direttivo e attivo Il rapporto tra il partito e la comunità locale risulta molto più stretto e direttivo Il rapporto con le istituzioni pubbliche e di governo risulta più stretto, ispirato a maggiore fiducia Il partito orienta la società e il mercato Il partito “investe” nel governo locale, per legittimare la sua base sociale ed elettorale Nelle zone rosse si afferma uno stile amministrativo di tipo “integrativo”, interventista

La perdita della “fedeltà” elettorale della DC Crescita di una neo-borghesia di piccola impresa che rivendica spazio e cerca nuovi canali di rappresentanza politica La crescita economica promuove il distacco di queste aree nei confronti dello Stato Si trasforma profondamente la rete associativa staccandosi dai tradizionali riferimenti culturali (Chiesa) La crescita economica accelera la complessità sociale, la secolarizzazione Il processo di globalizzazione accentua il loro legame con il contesto locale, per “difendersi dal mondo” Lo stesso dicasi per il processo di “europeizzazione”

La Dc, strumento inefficiente La Dc si dimostra uno strumento sempre più inadeguato ad esprimere gli interessi e a rispondere alle richieste del “localismo” sociale ed economico Il governo locale (della Dc) non riesce a fare fronte ai cambiamenti della società: l’invecchiamento, il mutamento culturale, l’urbanizzazione. Il disincanto verso la politica si traduce in “disamore” Laicizzando il rapporto con i suoi elettori, la Dc contribuisce ad indebolire ulteriormente il rapporto con gli elettori

Perché le zone rosse non cambiano colore? Il Pci si legittima come il “partito delle amministrazioni locali”, essendo escluso dal governo centrale Persistenza organizzativa nelle zone rosse dei partiti della sinistra Valorizzazione dell’intervento autonomo dell’azione pubblica sul territorio a sostegno delle economie e della società locali, anche se ciò non garantisce un dinamismo economico maggiore Incidenza della secolarizzazione con le organizzazioni di sinistra mantengono una notevole capacità di “organizzazione degli interessi particolari” e di integrazione sociale La Lega non riesce a penetrare nelle zone rosse anche perché ha trovato gli spazi ad essa più favorevoli già occupati dai soggetti tradizionali di sinistra