VALUTAZIONE DEL RISCHIO SISMICO NEI LUOGHI DI LAVORO

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VALUTAZIONE DEL RISCHIO SISMICO NEI LUOGHI DI LAVORO Roma, 13 settembre 2016 VALUTAZIONE DEL RISCHIO SISMICO NEI LUOGHI DI LAVORO Antonino Muratore – INAIL UOT Piacenza Vincenzo Nastasi – INAIL UOT Palermo Casto Di Girolamo – INAIL UOT Piacenza VGR 2016 - Valutazione e Gestione del Rischio negli Insediamenti Civili ed Industriali Sessione 3 - NUOVE TECNOLOGIE E STRUMENTI PER IL SUPPORTO ALLE DECISIONI NELLE SITUAZIONI DI CRISI

Scopo dell’articolo Fornire un metodo semiquantitativo (valido per tutte le attività lavorative pubbliche e private) per la valutazione del rischio sismico (da non confondere con la valutazione di sicurezza delle costruzioni ai sensi delle NTC) Il tutto al fine di integrare il DVR e il Piano di Emergenza ai sensi del D.Lgs. 81/08 e smi

Rischio sismico e sicurezza lavoro La cultura e la giurisprudenza della sicurezza e salute sul lavoro a lungo si sono interrogati sul contenuto oggettivo della valutazione dei rischi, arrivando oggi a configurarla in modo univoco in termini di miglioramento continuo e di onnicomprensività. Di contro, ancora oggi, capita riscontrare nei DVR redatti ai sensi del D.Lgs. 81/08 e smi, la staticità degli stessi oltre la non completezza nei riguardi di tutti i rischi presenti.

Rischio sismico e sicurezza lavoro A seguito degli eventi sismici del maggio 2012 che hanno interessato l’Emilia Romagna e marginalmente la Lombardia e il Veneto, una delle aree italiane più importanti, dal punto di vista produttivo, ha subito notevoli danni. Durante i recenti eventi sismici (agosto 2016) che hanno interessato il Centro Italia diversi luoghi di lavoro sono stati oggetto di cronaca. Sisma alle 03:36, Foto da www.ansa.it molti luoghi di lavoro senza persone all’interno.

Rischio sismico e sicurezza lavoro Il Ministero del Lavoro, con comunicato del 6 giugno 2012, ha richiamato esplicitamente l’obbligo dei Datori di Lavoro di garantire, per quanto tecnicamente possibile, la solidità dei luoghi di lavoro anche in relazione ad un potenziale evento sismico.

Evoluzione della classificazione sismica Occorre evidenziare che la classificazione sismica del territorio italiano è stata perfezionata nel tempo: Regio Decreto 13 marzo 1927 n. 431 Legge n 64/1974 Classificazione del CNR del 1981 (tre categorie) OPCM n 3274/2003 (quattro zone per tutta l’Italia) OPCM n 3519/2006 (PGA) NTC 2008, per ogni costruzione è necessario riferirsi ad una accelerazione di riferimento “propria” individuata sulla base delle coordinate geografiche (il territorio nazionale è stato ricoperto da una griglia su cui sono stati individuati 10751 punti)

Costruzioni edilizie come luoghi di lavoro Con riferimento alle costruzioni edilizie destinate a luoghi di lavoro, lo scenario tecnico-normativo vigente si differenzia dalle costruzioni edilizie non destinate a luoghi di lavoro con particolare riferimento alla solidità e stabilità delle stesse. Quindi una cosa sono gli immobili non classificati come luogo di lavoro, i quali devono seguire per quanto riguarda la stabilità degli stessi il DM 14/1/2008 (NTC). Mentre per gli immobili destinati a luogo di lavoro, la normativa da rispettare per quanto riguarda la stabilità degli stessi è il DM 14/1/2008 come evidenziato sopra e il D.Lgs. 81/08 e smi (Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro).

Rischio Nel tempo il concetto di rischio è cambiato profondamente: dall’idea di rischio legato soprattutto ad eventi esterni all’individuo, si è passati nelle società avanzate alla visione del rischio che è anche insito nell’uomo, legato alle sue decisioni e proiettato perciò nel futuro (UNI ISO 31000 “Gestione del Rischio, Principi e Linee Guida”).

Rischio Secondo la UNI ISO 31000 per: “rischio” si intende: l’effetto di un evento futuro e incerto che può influenzare il raggiungimento degli obiettivi di una organizzazione. “livello del rischio” si intende: la dimensione di un rischio in termini di combinazione fra conseguenze e probabilità. “valutazione del rischio” (Risk Assessment) si intende: il processo che include l’identificazione, l’analisi e la ponderazione del rischio. La valutazione poggia sul concetto di ponderazione che viene associato al concetto di accettabilità.

Rischio Sismico Il “livello del rischio sismico - R” è la combinazione fra conseguenze e probabilità, il tutto funzione essenzialmente di tre fattori fondamentali: P, V, E, dove: “P” indica la pericolosità sismica o sismicità del luogo, essa rappresenta la probabilità che si verifichino terremoti di una data entità, in una data zona ed in un prefissato intervallo di tempo. Il valore che va dato a “P” deve tenere conto delle caratteristiche sismogenetiche del territorio e delle amplificazioni locali (tipo di terreno di fondazione, categoria topografica del sito dove è ubicata la costruzione)

Rischio Sismico “V” indica la vulnerabilità sismica e misura la predisposizione di una costruzione a subire danni per effetto di un sisma di prefissata entità. In altri termini misura l’incapacità, originaria e/o di degrado di resistere ad azioni sismiche. Oltre alle caratteristiche strutturali, il valore di “V” deve tener conto degli elementi non strutturali presenti nella costruzione (scaffalature, gru a ponte, ecc.) “E” indica l’esposizione e rappresenta il complesso di vite umane e beni materiali che possono subire perdite per effetto del sisma.

Indice di rischio sismico “Ir” Si propone un metodo ad indici che in modo semplificato ma efficace possa determinare per i diversi luoghi di lavoro l’entità del rischio sismico. Ir = Ip x Iv x Ie “Ir”: indice di rischio sismico dipende da “Ip”: indice di pericolosità sismica del luogo dove è ubicato l’edificio oggetto della valutazione “Iv”: indice di vulnerabilità dell’edificio tenendo conto degli elementi strutturali e non strutturali “Ie”: indice di esposizione del luogo di lavoro tiene conto delle vite umane e dei beni materiali che possono subire perdite per effetto del sisma

Indice di rischio sismico “Ir” Dal punto di vista grafico il tutto può essere rappresentato da una matrice tridimensionale con assi ortogonali Ip, Iv, Ie, dando a ciascuno dei tre indici dei valori numerici variabili da 1 a 4.

Livello di Pericolosità sismica Accelerazione di picco al suolo Indice di pericolosità sismica “Ip” Per la determinazione del valore dell’Indice di pericolosità sismica “Ip” che serve per entrare nella matrice tridimensionale si propone di mettere in relazione il livello di pericolosità, l’accelerazione di picco al suolo e il valore di “Ip” Livello di Pericolosità sismica Accelerazione di picco al suolo Ip ALTA 0,25< Amax 4 MEDIA 0,15<Amax< 0,25 3 BASSA 0,05<Amax<0,15 2 MINIMA Amax< 0,05 1

Classi di vulnerabilità (EMS 98) Indice di vulnerabilità “Iv” Ai fini della determinazione del valore dell’Indice di vulnerabilità “Iv” del fabbricato che viene utilizzato come luogo di lavoro oggetto di valutazione, si utilizza la scala europea macrosismica EMS 98 (European Macroseismic Scale) Classi di vulnerabilità (EMS 98) Iv A 4 B C 3 D 2 E 1 F

Tipologia del luogo di lavoro Indice di esposizione “Ie” Per ottenere l’indice di esposizione “Ie” di una costruzione adibita a luogo di lavoro, solitamente si ricorre a procedure semplificate che lo mettono in relazione con le varie tipologie di luoghi di lavoro: Tipologia del luogo di lavoro Ie Luoghi di lavoro con presenza abituale di persone (Lavoratori/Utenti) classificati come essenziali, importanti o rilevanti (Ospedali, Vigili del Fuoco, Carabinieri, Comuni, Uffici Giudiziari, ecc.) 4 Luoghi di lavoro con presenza abituale di lavoratori non rientranti nella casistica di cui sopra 3 Luoghi di lavoro con presenza saltuaria di lavoratori, Depositi e Magazzini con presenza di scaffalature, attrezzature di sollevamento, sostanze pericolose 2 Depositi e Magazzini 1

Indice di rischio sismico “Ir” In base a quanto visto prima si è in grado di ottenere degli indici Ip, Iv e Ie (da 1 a 4) che tengono conto della Pericolosità Sismica locale “P”, della Vulnerabilità “V” e dell’Esposizione “E”. In funzione di ciò con la combinazione dei tre indici, si è in condizione di ottenere l’indice complessivo di rischio sismico. Tale metodo si può applicare a tutti i luoghi di lavoro, pubblici e privati, tenendo conto della matrice di rischio sismico tridimensionale e della relazione Ir = Ip x Iv x Ie, si possono individuare dei valori dell’indice di rischio sismico Ir, che vengono messi in relazione con l’accettabilità o meno del rischio e con le relative priorità di intervento (P1, P2 e P3):

Indice di rischio sismico “Ir” Accettabilità del rischio Priorità di intervento delle azioni correttive Ir 36 Non tollerabile P1 – Azioni correttive indilazionabili 12  Ir < 36 Migliorabile P2 – Azioni correttive da inquadrare in un’ottica di breve-medio periodo 8  Ir < 12 Tollerabile P3 – Azioni correttive da inquadrare in un’ottica di miglioramento continuo Ir < 8 Accettabile -------------

Priorità di intervento Priorità di intervento P1 - Azioni correttive indilazionabili Per la priorità di intervento “P1” che discende da un rischio sismico non accettabile, il datore di lavoro deve interessare con urgenza degli specialisti tecnici al fine di valutare attentamente la vulnerabilità “V” dell’edificio, predisponendo un’apposita relazione sulla valutazione di sicurezza dell’edificio ai sensi delle NTC Priorità di intervento P2 - Azioni correttive da inquadrare in un’ottica di breve-medio periodo Per la priorità di intervento “P2” che discende da un rischio sismico che deve prevedere interventi di miglioramento, il datore di lavoro deve programmare

Priorità di intervento l’intervento di tecnici specialisti al fine di valutare e migliorare la vulnerabilità “V” dell’edificio. Per gli elementi non portanti, bisogna considerare la presenza di macchinari, scaffalature, ecc… che a seguito di spostamento e/o caduta possono creare danni notevoli. Priorità di intervento P3 – Azioni correttive da inquadrare in un’ottica di miglioramento continuo Per la priorità di intervento “P3” che discende da un rischio sismico tollerabile, il datore di lavoro deve programmare gli interventi di manutenzione dell’edificio per mantenere e se possibile migliorare in termini di sicurezza il livello del rischio sismico.

Alcuni esempi di elementi non portanti Alcuni esempi (certamente non esaustivi) di elementi non portanti, in cui il datore di lavoro deve attivare opportune verifiche: Controsoffitti Partizioni interne Superfici vetrate Intonaci e rivestimenti Scaffalature e librerie Server Pareti mobili interne Impianti elettrici, meccanici e tecnologici

Conclusioni Con l’articolo presentato oggi abbiamo provato a fornire un metodo semiquantitativo ad indici (valido per tutte le attività lavorative pubbliche e private) per la valutazione del rischio sismico (da non confondere con la valutazione di sicurezza delle costruzioni ai sensi delle NTC) applicabile soprattutto alle Piccole e Medie Imprese (PMI), che quasi sempre si trovano sprovviste di competenze tecniche adeguate, fornendo anche un breve cenno su alcuni elementi non portanti.

Conclusioni Tale valutazione di rischio sismico fatta nei termini e nei modi del D.Lgs. 81/08, è la prima valutazione al fine di: Integrare il DVR e il Piano di emergenza e di evacuazione ai sensi dello stesso D.Lgs. 81/08; Coinvolgere i tecnici specialisti per predisporre una valutazione di sicurezza dell’edificio ai sensi delle NTC di cui al DM 14/1/2008 e della Circolare Ministero Infrastrutture e dei Trasporti 2/2/2009 n. 617, in tutti quei casi previsti dalla priorità di intervento “P1”.

Grazie! Antonino Muratore INAIL UOT Piacenza Tel: +39 0523343376 e-mail: a.muratore@inail.it