Prevenzione del sovraccarico funzionale

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Prevenzione del sovraccarico funzionale Alberto Di Mattia 01/11/2017

Dal concetto generale di prevenzione delle problematiche generabili dai sovraccarichi funzionali, concetto che si differenzia rispetto alla prevenzione delle possibili recidive di una problematica o di un infortunio pregresso, è possibile osservare come il livello di forza rispetto al peso corporeo rappresenti in assoluto il più efficace mezzo di lavoro. Alberto Di Mattia 01/11/2017

Rapporto carico recupero La stima del carico complessivo Criteri legati alla qualità dell’esecuzione tecnica Il controllo del movimento in fase di apprendimento costituisce il limite di applicazione del sovraccarico artificiale Criteri legati alla difficoltà esecutiva indotta Dai gradi e escursione articolare richiesti nel gesto Dal grado di stabilità dei punti di appoggio della forza Dalla velocità di esecuzione Criteri legati all’entità del carico esterno proposto Il controllo delle azioni di compenso o degli equilibri esecutivi costituisce il limite di incremento del carico esterno proposto Alberto Di Mattia 01/11/2017

Si fa sfruttando un punto fisso: il suolo IL SALTO Si fa sfruttando un punto fisso: il suolo Si fa sfruttando principalmente la sinergia tra 3 articolazioni: anca, ginocchio, caviglia. Non è da dimenticare la partecipazione degli arti superiori nell’azione di slancio. Esso può essere: Da fermo o esplosivo sia in alto (verticale) che in avanti (orizzontale) Con la ricorsa (la cui esecuzione ha valenze coordinative) Reattivo (ad una fase eccentrica segue una fase concentrica, quindi pliometrico Alberto Di Mattia 01/11/2017

IL SALTO NELLA PALLAVOLO REATTIVO: poco frequente nella pallavolo che si evidenzia in azioni per prendere il tempo a muro (doppio salto) o palleggio in salto. Muscoli interessati: gastrocnemio, quadricipiti, adduttori I tempi di stacco sono brevi. Sfrutta il rimbalzo pliometrico reagendo con il pavimento. È a carico dei piedi e delle caviglie. Alberto Di Mattia 01/11/2017

IL SALTO NELLA PALLAVOLO DA FERMO (o verticale): tipico delle azioni a muro. Muscoli interessati: quadricipiti, glutei, addominali, ileo-psoas È un salto innaturale, verticale nel quale si ricade dove si stacca È un salto di forza che richiede tempi lunghi di caricamento È un salto la cui potenza è fornita dai muscoli glutei e tricipite della sura il Quadricipite interviene in fase di ricaduta come stabilizzatore. Alberto Di Mattia 01/11/2017

IL SALTO NELLA PALLAVOLO CON RINCORSA: è un salto d’attacco per eseguire la schiacciata. Da taluni giocatori è sfruttato anche per il servizio (battuta in salto). È un salto maggiore rispetto a quello da fermo. La rincorsa per questo tipo di salto, frontale o laterale rispetto alla rete, varia dal fondamentale eseguito. Muscoli interessati: quadricipiti, sacrospinali, addominali È un salto coordinativo, che ha una partenza (forza istantanea), un’accelerazione, uno stacco con caricamento rapido e breve. Schiena e braccia hanno un ruolo determinante per la buona riuscita. Alberto Di Mattia 01/11/2017

IL SALTO NELLA PALLAVOLO Un qualsiasi salto si divide in 3 fasi: CARICAMENTO: il baricentro si abbassa e i muscoli si tendono come molle pronti ad “esplodere” verso l’alto. Nella pallavolo il caricamento varia da 90°a 135° e dipende se si intende eseguire un salto da fermo (a muro), con rincorsa (a muro, battuta, schiacciata) o reattivo (a muro o palleggiando -nel caso dell’alzatore palleggiando nel caso del libero -). STACCO: i muscoli hanno effettuato la loro spinta e si “vola” per alcuni decimi di secondo. Lo stacco, per essere efficace, deve avere caratteristiche di rapidità. ATTERRAGGIO: è la fase di ammortizzamento del salto. Una ricaduta violenta da altezze significative e talora senza controllo. Ci si allena a saltare e non a ricadere. Questa fase è spesso ed erroneamente trascurata e, nel tempo, può causare seri infortuni. Alberto Di Mattia 01/11/2017

Rapporto carico recupero Il recupero come mezzo Il ripristino delle risorse energetiche, funzionali e strutturali avviene nelle ore successive al lavoro grazie ai sistemi di adattamento (supercompensazione) dell’organismo Il tempo di recupero dei diversi tessuti Differenze sostanziali nei tempi di recupero del tessuto muscolare rispetto ad altri tessuti (tendineo e legamentoso) Alberto Di Mattia 01/11/2017

È l’insieme degli stimoli allenanti ai quali viene sottoposto CARICO DI ALLENAMENTO È l’insieme degli stimoli allenanti ai quali viene sottoposto l’atleta al fine di determinare nel suo organismo gli adattamenti e i conseguenti processi di Supercompensazione. La Supercompensazione può essere definita come l’innalzamento delle capacità lavorative al di sopra dei livelli che l’atleta era in grado di esprimere poco tempo prima Il carico di allenamento va modulato affinché non diventi un sovraccarico ECCESSIVO Alberto Di Mattia 01/11/2017

OVERTRAINING E PALLAVOLO Verificare ed individuare il calo di rendimento può essere difficoltoso soprattutto negli sport ad elevata componente tecnico -tattica come nella pallavolo. Nel caso della pallavolo il calo prestativo è un segnale di sovrallenamento quando è oggettivamente identificabile (e associato ad altri segnali) o si protrae nel tempo per motivi che non possono essere unicamente riconducibili ad un’errata impostazione tecnico -tattica. Alberto Di Mattia 01/11/2017

Concetto di forza massima e relativa Forza massima: entità di tensione muscolare massima che può produrre una catena cinetica Forza relativa: forza per chilogrammo di peso corporeo La forza massima e relativa per il giocatore di pallavolo Forza massima: componente strutturale Forza relativa: componente funzionale e coordinativa Alberto Di Mattia 01/11/2017

Concetto di quantità di forza massima ottimale Significato della forza massima nella strategia generale di prevenzione Riduzione del grado di significatività degli impatti (palla – salti) Significato della forza massima nel modello di prestazione Base del movimento veloce ed esplosivo Alberto Di Mattia 01/11/2017

Stabilità funzionale dell’asse corporeo Tenuta e trasmissione delle spinte Stabilità funzionale delle principali articolazioni Velocità esecutiva e trasmissione delle spinte Equilibrio funzionale destro – sinistro Controllo delle asimmetrie strutturali Equilibrio funzionale agonista – antagonista Range articolari completi Alberto Di Mattia 01/11/2017

Criteri di progressività legati ai principi metodologici Dalla corretta e stabile tecnica esecutiva allo sviluppo della forza vero e proprio Dal potenziamento strutturale (ipertrofia) al miglioramento della componente neuro – muscolare (reclutamento) Dal potenziamento dell’asse corporeo al potenziamento delle estremità (allenamento centrifugo) Dall’allenamento della quantità (progressione del volume delle ripetizioni e della frequenza di allenamento) all’allenamento dell’intensità (progressione dell’entità del carico esterno) Dallo sviluppo del carico esterno allo sviluppo delle accelerazioni (le espressioni di forza veloci ed esplosive) Alberto Di Mattia 01/11/2017

Principi tecnico – esecutivi Abitudine al controllo della tensione dell’asse corporeo Schiena tesa – capo in linea – parete addominale contratta Controllo della fase eccentrica Inversione del movimento lenta per atleti in fase didattico – formativa Inversione del movimento accelerata per atleti evoluti Inspirare in fase eccentrica ed espirare al culmine dello sforzo Alberto Di Mattia 01/11/2017

Dall’esercizio generale allo specifico L’allenamento a stazioni (esecuzione di un esercizio completo alla volta) Consente interventi mirati ed efficaci nell’allenamento di tutte le espressioni di forza L’allenamento a circuito (esecuzioni di concatenazioni di esercizi secondo specifici criteri di progressività) Dall’esercizio generale allo specifico Dall’incremento del carico all’incremento delle velocità esecutive Consente interventi variati e orientamenti qualitativi dell’allenamento specifico Il set training (esecuzioni di concatenazioni di esercizi su uno specifico distretto muscolare) Alberto Di Mattia 01/11/2017

Controllo dalla simmetria di sviluppo della forza muscolare L’utilizzo dei carichi liberi è da preferire all’utilizzo delle resistenze vincolate Controllo dell’equilibrio di sviluppo di forza nel sistema agonisti – antagonisti Il potenziamento proposto su range articolari completi è da preferire al potenziamento su range di movimento articolare parziale In fase didattico – formativa Nello sviluppo muscolare strutturale (ipertrofia) Alberto Di Mattia 01/11/2017

EFFETTI A BREVE A A LUNGO TERMINE DEL SOVRACCARICO FUNZIONALE BREVE TERMINE LUNGO TERMINE ª Dolore muscolare ª Danno muscolare ª Lesioni tendinee ª Fatica muscolare locale ª Lesioni osteoarticolari ª Contrattura ª Tendinopatie ª Condriti (infiam. alle cartilagini) ªOsteocondriti (infiam. alle ossa) Osteocondrosi (alterazioni delle ossa in via di accrescimento) Alberto Di Mattia 01/11/2017

PREVENZIONE E RECUPERO TRE CONCETTI base che dovrebbero far parte della cultura di chi prepara atleti, sia esso allenatore e/o preparatore, in staff o meno con medici e fisioterapisti, ed è responsabile della loro salute Alberto Di Mattia 01/11/2017

La propriocettiva: il controllo funzionale del disequilibrio Caviglia La propriocettiva: il controllo funzionale del disequilibrio La mobilizzazione della caviglia Il range articolare attivo La caviglia nel salto Il completamento delle spinte La ricerca di stabilità nella ricaduta La caviglia nell’accosciata La chiusura dell’articolazione tibio – tarsica nell’accosciata Il controllo degli spostamenti mantenendo le posizioni di accosciata Alberto Di Mattia 01/11/2017

L’equilibrio funzionale nella flesso – estensione Il ginocchio La propriocettiva: il controllo del disequilibrio abbassando il centro di gravità e il controllo degli angoli di movimento di accosciata L’equilibrio funzionale nella flesso – estensione La dinamica della rotula nell’accosciata La stabilità laterale La dinamica articolare nelle traslocazioni e nelle ricadute dai salti Alberto Di Mattia 01/11/2017

Potenziamento addominale e lombare La zona dorso – lombare Potenziamento addominale e lombare La funzione stabilizzatrice: potenziamento statico La trasmissione delle spinte: potenziamento dinamico Controllo dell’equilibrio posturale Controllo dei processi di retrazione dei muscoli ad azione posturale che agiscono sulla colonna Il controllo delle retrazioni dei muscoli pettorali Il controllo delle retrazioni dei muscoli ischio – crurali Controllo delle dinamiche respiratorie Respirazione toracica Respirazione diaframmatica Alberto Di Mattia 01/11/2017

Ricerca dei gradi di libertà articolari fisiologici La spalla La stabilità Ricerca dei gradi di libertà articolari fisiologici Potenziamento esteso a tutti i gradi di libertà articolari che caratterizzano la spalla Utilizzo di carichi che non vadano ad attivare azioni di compenso La mobilità attiva delle scapole Lo scivolamento della scapola sul piatto toracico Nel’introdurre un movimento di trazione degli arti superiori Nel completare un’azione di spinta degli arti superiori Alberto Di Mattia 01/11/2017

Prevenire significa sviluppare un sistema di lavoro PREVENZIONE Prevenire significa sviluppare un sistema di lavoro tecnico e fisico tale da impedire che subiscano danni le strutture maggiormente sollecitate dall’allenamento specifico della pallavolo. Farlo bene significa ridurre il rischio e la gravità degli infortuni che possono condizionare il risultato immediato, ma anche un’intera stagione. Alberto Di Mattia 01/11/2017

Compensare significa ristabilire una situazione di COMPENSAZIONE Compensare significa ristabilire una situazione di equilibrio (in particolare muscolare) laddove i gesti tecnici specifici tendono ad alterarla favorendo gli infortuni e limitando lo sviluppo delle capacità. Alberto Di Mattia 01/11/2017

Riabilitare significa riportare l’atleta alla normale e RIABILITAZIONE Riabilitare significa riportare l’atleta alla normale e completa efficienza sportiva. Farlo bene, con un lavoro costante, graduale e progressivo, vuol dire scongiurare il pericolo di ricadute che possono diventare gravose sul piano umano e psicologico. Alberto Di Mattia 01/11/2017

PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI Acquisire una conoscenza degli infortuni tipici del giocatore di pallavolo GINOCCHIO: distorsioni, lesione del LCA (+ femmine), tendinite rotulea (“jumper’s knee”, il giocatore impara a convivere con questa patologia), traumi da sovraccarico. SPALLA: Problemi derivati da stress articolari originati da eccessivo uso (Over-use). Periartriti, infiammazioni, calcificazioni, tendinopatie alla cuffia dei rotatori Alberto Di Mattia 01/11/2017

CAVIGLIA: distorsioni da cambi di direzione o ricadute da un salto (85% dei casi sono interessati i legamenti laterali) COLONNA VERTEBRALE: interessa il tratto lombare per le ricadute (spesso asimmetriche) dai salti e a causa dell’iperestensione del rachide durante la battuta e la schiacciata Alberto Di Mattia 01/11/2017

Acquisire una conoscenza degli infortuni tipici del giocatore di pallavolo POLSO: distorsioni da caduta (talvolta con frattura dello scafoide) DITA: distorsioni, lussazioni, interfalangee, fratture Alberto Di Mattia 01/11/2017

infortuni del giocatore di pallavolo sono traumi indiretti dovuti a: La maggior parte degli infortuni del giocatore di pallavolo sono traumi indiretti dovuti a: .Terreno di gioco, clima .Calzature, ginocchiere .Carico di allenamento .Stress del gesto tecnico .Riposo non sufficiente Alberto Di Mattia 01/11/2017

GINOCCHIO: Troppi salti, sovraccarichi, cadute con rotazione violenta Cause delle lesioni GINOCCHIO: Troppi salti, sovraccarichi, cadute con rotazione violenta SPALLA: tecnica non corretta, troppi attacchi e/o battute, allenamento privo di esercizi compensatori (solo muscoli agonisti) COLONNA VERTEBRALE: uso errato del potenziamento muscolare, troppi salti, ricadute non ben ammortizzate, disarmonia muscolare, carenza addominale, addominali mal eseguiti Alberto Di Mattia 01/11/2017

PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI Cause delle lesioni CAVIGLIA: ricadute da muro o schiacciata, scontri tra compagni POLSO: in conseguenza a tuffi, difese DITA: muri, difese, palleggi Non mancano le lesioni muscolari. Le zone più colpite: ADDOMINALI: specie i centrali (estensione esplosiva degli arti inferiori) COSCIA: la maggioranza nel quadricipite, poi i flessori TRICIPITE SURALE (polpaccio) Alberto Di Mattia 01/11/2017

ATTIVITÀ DI RECUPERO E COMPENSO: elastici e macchine specifiche Ottimi esercizi di compenso e/o di potenziamento non traumatico per le spalle e il tronco sono quelli che si possono eseguire con gli elastici e carrucole (con sovraccarico minimo e tante ripetizioni) Anche per gli arti inferiori è buona norma utilizzare elastici e carrucole per compensare disequilibri muscolari. In particolare sono importanti gli esercizi che potenziano i muscoli adduttori e i flessori della coscia. Alberto Di Mattia 01/11/2017

È buona norma dedicare del tempo, specie al termine della colonna vertebrale È buona norma dedicare del tempo, specie al termine della seduta di allenamento, ad esercizi compensativi e posturali che fanno riferimento alla colonna vertebrale Durante la stagione agonistica, ma soprattutto nel periodo di transizione, è buona norma dedicarsi allo svolgimento di esercizi compensativi agli arti superiori per il possibile squilibrio che potrebbe verificarsi tra le braccia. ATTIVITÀ DI RECUPERO E COMPENSO: braccia e spalle Alberto Di Mattia 01/11/2017

Durante il riscaldamento: • Preparare l’organismo a sopportare con efficienza i carichi di lavoro successivi aumentando gradualmente la temperatura corporea Preparare la competizione con la giusta concentrazione Prevenzione da infortuni con riscaldamento localizzato e specifico Richiamare alla mente gli schemi che saranno utilizzati nelle attività programmate Alberto Di Mattia 01/11/2017

ATTIVITÀ DI PREVENZIONE A carico del ginocchio: Propriocezione Carichi moderati sul quadricipite (tendine rotuleo) Mobilizzazione articolare Allungamento muscolare (moderato, meglio al termine dell’allenamento) a carico del psoas-iliaco e flessori della coscia A carico della colonna vertebrale: Potenziamento addominale e lombare • Posture Attività compensativa della coscia. dell’allenamento) a carico del psoas-iliaco, glutei e flessori Alberto Di Mattia 01/11/2017

Mobilizzazione articolare Attività per gli stabilizzatori della spalla 01/11/2017 Propriocezione • Mobilizzazione articolare Attività per gli stabilizzatori della spalla (tecnica e pratica corretta dei movimenti della spalla) ATTIVITÀ DI PREVENZIONE A carico della caviglia: Mobilizzazione articolare attiva e passiva del piede Sviluppo delle capacità reattive del piede Alberto Di Mattia 01/11/2017

Defaticamento a fine allenamento • è la fase che termina la seduta di allenamento serve a facilitare il ritorno alla normalità delle funzioni organiche e muscolari sollecitate nell’allenamento. in questa fase sono opportune esercitazioni di rilassamento, ginnastica funzionale e mobilizzazione articolare La pratica dello stretching va svolta con estrema attenzione e moderazione al termine della seduta. Alberto Di Mattia 01/11/2017

GRAZIE DELLA VOSTRA PAZIENZA Alberto Di Mattia 01/11/2017