AD RIVUM EUNDEM: L’acqua nel mondo classico Centro di questo primo quadro è il ruscello, la sua acqua. L’acqua occupa un posto di grande rilievo nello sviluppo delle civiltà antiche. Basti pensare all’Egitto col Nilo, alla Mesopotamia, terra tra i fiumi Tigri ed Eufrate, a Roma, nata intorno al Tevere, a ciò che il Mediterraneo è stato prima per i Greci e poi ancora per i Romani. Accanto a questa importanza materiale per la sopravvivenza delle città e dei popoli, l’acqua assunse, nella cultura delle popolazioni dell’antichità, un forte valore simbolico.
AD RIVUM EUNDEM: In OMERO «E meditando inganni le disse Era divina: / “Dammi dunque l’amore, l’incanto, con cui tutti / vinci gli eterni e gli uomini mortali. / Vado a vedere i confini della terra feconda, / l’Oceano, principio dei numi, e la madre Teti, / che nelle case loro mi nutrirono e crebbero, / affidata da Rea, quando Zeus vasta voce / Crono cacciò sotto la terra e il mare inseminato”». Iliade XIV 197- 204 (Traduzione di Rosa Calzecchi Onesti).
AD RIVUM EUNDEM: In OMERO Per ben due volte, in pochi versi, l’acqua è collegata alla nascita, indicata come origine dei numi e mare fecondato. E più avanti, concludendo la descrizione dello scudo di Achille: «Infine vi fece la gran possanza del fiume Oceano / lungo l’ultimo giro del solido scudo». Iliade XVIII 606-607 (Traduzione di Rosa Calzecchi Onesti).
AD RIVUM EUNDEM: In ESIODO Ancor più chiaramente Esiodo, nella Teogonia, scrive: Esiodo, Teogonia 126-132: «Gaia per primo generò, simile a sé, / Urano stellato, che l’avvolgesse tutta d’intorno, / che fosse ai beati sede sicura per sempre. / Generò i monti grandi, grato soggiorno alle dee / Ninfe che hanno dimora sui monti ricchi d’anfratti; / essa generò anche il mare infecondo, di gonfiore furente, / Ponto, senza amore gradito;» (Traduzione di Graziano Arrighetti).
AD RIVUM EUNDEM: In ESIODO E nei versi che raccontano la nascita di Afrodite: Esiodo, Teogonia 188-200: «E come ebbe tagliati i genitali con l’adamante / li gettò dalla terra nel mare molto agitato, / e furono portati al largo, per molto tempo; attorno bianca / la spuma dall’immortale membro sortì, e da essa una figlia / nacque, e dapprima a Citera divina / giunse, e di lì poi giunse a Cipro molto lambita dai flutti; / lì approdò, la dea veneranda e bella, e attorno l’erba / sotto gli agili piedi nasceva; lei Afrodite, / cioè dea Afrogena e Citere dalle belle chiome, / chiamano dèi e uomini, perché dalla spuma / nacque; e anche Citerea, perché prese terra a Citera; / o Ciprogena chè nacque in Cipro molto battuta dai flutti; / oppure Filommedea perché nacque dai genitali». (Traduzione di Graziano Arrighetti).
AD RIVUM EUNDEM: GENESI Anche nella tradizione religiosa giudaico-cristiana l’acqua è simbolo di nascita e di rinascita, a partire dai primi versetti del libro della Genesi: In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dai quali versetti si desume che le tenebre e l’acqua appartenevano ad uno stato iniziale, precedente alla stessa creazione. «I significati simbolici dell’acqua si possono ridurre a tre temi fondamentali: sorgente di vita, mezzo di purificazione, centro di rigenerazione».