STRATEGIE DI RINASCITA PRODUTTIVA Gioacchino GAROFOLI Università dell’Insubria INCONTRI DI ARTIMINO SULLO SVILUPPO LOCALE Prato, 13-15 ottobre 2014
A) Una storia irrazionale e reale in tre tappe La progressiva disattenzione al territorio: l’opera del “mainstream” e l’aguzza capacità dei “policy makers” L’accettazione passiva dei vantaggi della globalizzazione: la conseguente delocalizzazione industriale e le strategie di “outsourcing” L’emergere della crisi (crisi di sovraproduzione) e l’attesa messianica di soluzioni macroeconomiche
Le questioni implicite Gli errori nelle strategie delle imprese: opportunismo (“taglio dei costi”) vs. responsabilità sociale dell’impresa Gli errori negli indirizzi di politica economica e l’eliminazione della politica industriale dallo spettro delle politiche economiche possibili La scarsa capacità di “risposta dal basso” alla crisi: la mancanza di una cultura diffusa della progettualità e di risposte collettive (insufficiente interazione pubblico-privato e di avvio di investimenti in sequenza)
B) Un approfondimento sui sistemi produttivi locali in Europa Gli spazi residui di resistenza dei territori (cfr., per l’Italia, relazione di Artimino 2013) Il ruolo delle imprese responsabili nei confronti dello sviluppo territoriale e delle sue ripercussioni sul tessuto sociale e sulla qualità della vita Il mantenimento di obiettivi di interrelazioni tra le imprese e il ruolo dei saperi e delle competenze locali
L’orientamento alla qualità e l’attenzione alla interrelazioni strategiche Il progressivo orientamento alla qualità del prodotto e l’emergere di interessanti casi di distretti agro-industriali e di sistemi turistici integrati La crescita delle interdipendenze produttive tra le imprese e il conseguente dinamismo economico Integrazione di saperi e competenze Produzione di beni comuni (esternalità positive) Integrazione tra settori In sintesi: INTEGRAZIONE TERRITORIALE
L’orientamento alla qualità La qualità del prodotto implica la qualità del lavoro utilizzato La qualità dell’impresa e l’internalizzazione di nuove conoscenze e competenze La qualità dei prodotti intermedi e degli input e, quindi, la qualità dei fornitori La qualità della comunicazione e dei rapporti con i clienti e i consumatori finali Principio della qualità totale
C) Le variabili cruciali e le politiche di sviluppo: un’analisi comparata internazionale Aumento della formazione di nuove imprese Aumento della produttività del lavoro delle imprese esistenti Produzione di conoscenze e competenze specifiche Anticipazione del cambiamento e costruzione del futuro (pianificazione strategica) Politiche coerenti della formazione (alternanza scuola-lavoro) e del lavoro Introduzione di innovazione
Le esperienze all’estero Pôles de competitivité (F) per incentivare le relazioni tra imprese orientate all’innovazione e centri di ricerca Nuova politica industriale in Spagna che fa perno sul sostegno all’interazione tra grandi imprese, piccole imprese innovative e mondo della ricerca nelle agglomerazioni di impresa
Policies supporting innovation and internationalisation Favourable policies supporting R & D (for instance, tax credits on research expenditure), of financing schemes (with sovereign funds) to encourage companies to invest have been introduced in France, Germany and Spain. Intervention policies to strengthen non-price competition and to enter far international markets have been introduced in France, Germany and Spain
Cooperation schemes The introduction of specific schemes to favour the implementation of cooperation among firms and between firms and research institution are quite clear in France (through the “poles of competitiveness”) and in Spain (through the “agglomerations poles”) The objective of implementing human resources is quite clear in Germany, where the logic of innovation is strictly linked with investments on ongoing training
Industrial restructuring and adjustment facing the crisis The good relationship among social actors (even with local labour pacts) in Germany has been the crucial key factor explaining the flexible way (less costly and much more effective) of managing the industrial restructuring and adjustment facing the crisis and the pro-active strategies of SMEs and MSEs looking for new markets and new products. It is quite strange we did not experienced in Italy nothing similar to these intervention schemes even if the seminal studies and interpretations on territorial development and local economic policies were firstly introduced in Italy more than thirty years ago.
D) L’ultimo paradosso e la nemesi storica La strategia europea della “smart specialization” 100 bilioni € di finanziamento per progetti di sviluppo Vero e proprio strumento di implicita politica industriale Strategie di sviluppo che implicano il coinvolgimento di più imprese e di più soggetti (pubblici e privati) con l’obiettivo di creare innovazione e valorizzazione di conoscenze e competenze
La “smart specialization” Rappresenta, dunque, l’avvio di un grande progetto europeo di sostegno dello sviluppo locale, di finanziamento di progetti di integrazione produttiva, di collaborazione tra imprese, di interazione di saperi, di innovazione sociale e territoriale, di integrazione territoriale
“Smart specialization” Perché questo nome “smart specialization” che forse non piace a quasi tutti noi? Ma gli obiettivi dello strumento non sono esattamente quanto hanno chiesto da 25-30 anni gli studiosi dei distretti e dello sviluppo endogeno? La questione un po’ strana è che siamo obbligati ad accettarla e a farla funzionare: è il nostro principale obiettivo del lavoro di ricerca - azione dei prossimi anni