Raggruppamento un insieme di individui co-presenti, cioè un insieme di individui reciprocamente influenzati nel comportamento dalla loro mutua presenza.

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Transcript della presentazione:

Raggruppamento un insieme di individui co-presenti, cioè un insieme di individui reciprocamente influenzati nel comportamento dalla loro mutua presenza I raggruppamenti sono composti da unità di partecipazione che possono essere costituite da: Insiemi = coppie, gruppi di individui Singoli = individui non connessi con nessun altro in modo diretto in un momento preciso

Nei raggruppamenti si possono sviluppare due tipi di interazione: interazione focalizzata = quando due o più persone riconoscono esplicitamente un punto focale d’attenzione mantenuto in comune in questo caso si parla di raggruppamenti focalizzati: qualsiasi tipo di conversazione, partite di tennis, coppie di ballerini, coppie di lavoratori impegnati in un lavoro in comune, interviste ecc, ecc, ecc…… interazione non focalizzata = un’interazione che non ha un centro d’attenzione che deve essere mantenuto con l’impegno diretto dei partecipanti in questo caso si parla di raggruppamenti non focalizzati: manca un punto focale comune e i vari partecipanti perseguono linee di interessi indipendenti. Esempi: i pedoni per strada, gli utenti di una sala di lettura, persone che aspettano in una sala d’attesa, ecc, ecc, ecc…...

L’interazione per strada è focalizzata?

Il rituale minimo della “disattenzione civile” attuato nel coordinamento del traffico pedonale

Nel traffico pedonale c’è molto più che il semplice guidare il proprio corpo per passare tra gli altri. Apparentemente sembra la più non focalizzata delle situazioni, ma ci sono una serie di accordi momentanei sul NON mantenere un punto focale d’attenzione comune ed in questo, sembra, abbiamo un esempio di interazione che ha alcune delle proprietà degli scambi focalizzati.

la disattenzione civile si manifesta nell’attività costituita dallo sguardo che i passanti si lanciano accordandosi reciprocamente sul non far incontrare i propri occhi, facendo in questo modo capire agli altri di non essere spaventati, ostili o di non guardare l’altro come un automa (altri es. per le scale, in ascensore, in negozi ecc…)

Raggruppamenti non focalizzati: due sconosciuti si trovano in uno scompartimento del treno, l’uno di fronte all’altro e non prestano, almeno all’apparenza, attenzione a ciò che l’altro fa; due persone che non si conoscono e si trovano in ascensore; persone in biblioteca Che cosa è comune a queste situazioni differenti? manca un punto focale comune e i vari partecipanti perseguono linee di interessi indipendenti.

Un caso interessante, la coda: è un raggruppamento focalizzato o non focalizzato?

È qualcosa che si fa insieme. si potrebbe pensare che una coda sia un raggruppamento focalizzato perché ogni partecipante è in attesa per fare la stessa cosa: tutti focalizzano la propria attenzione sull’attività di comprare il biglietto. ma i membri della coda non sono i partecipanti ad un raggruppamento che collaborano per mantenere l’attività del comprare il biglietto In una coda, ciò che abbiamo è un insieme di unità di partecipazione, ciascuna focalizzata separatamente ed indipendentemente sulla stessa cosa. In un’interazione focalizzata il punto focale comune deve essere la comune responsabilità dei partecipanti. È qualcosa che si fa insieme. C’è qualcosa che si fa insieme nella coda?

la coda richiede un’attività cooperativa per essere conservata come raggruppamento. una coda ha una particolare organizzazione spaziale, ha dei confini e chi vuole essere membro della coda deve rispettare questi confini altrimenti non verrà considerato come un effettivo membro della coda e quindi non può tenere un “posto” in essa. Se una persona sta troppo a lato o troppo indietro alla persona vicina, possono sorgere dubbi circa il suo essere in coda. Per essere impegnati nello stare in coda, quindi, i partecipanti devono unirsi nel mantenere una certa disposizione spaziale e questo deve essere fatto attraverso un tipo di interazione che si possa considerare a tutti gli effetti come governata da un punto focale d’attenzione mantenuto in comune. Questo punto focale è raramente formulato in quanto tale, non viene trattato come la “trama” di un’interazione. Tuttavia è qualcosa a cui tutti i membri della coda prestano attenzione ed è facile osservare come essi cooperano affinché esso venga mantenuto. Non sarebbe corretto dire che una coda è un raggruppamento focalizzato, eppure non possiamo negare che, almeno in termini di manovre spaziali ed orientazionali, ciò che avviene è un tipo di interazione focalizzata”(Keldon 14).

il centro focale della coda è la conservazione della coda come raggruppamento efficace nell’indicare in ogni momento quale sia la posizione di un’unità di partecipazione rispetto alle altre nell’ordine di accesso al punto di interesse (sportello della biglietteria o del banco al supermercato, porta del negozio, ecc…). La forma della coda ci dice tante cose…. In quanto attività cooperativa la coda rende visibile anche il modo di cooperare e, entro certi limiti, dice anche qualcosa del rapporto con le regole implicitamente definite. Per questo in paesi diversi e in situazioni sociali differenti le code hanno forme differenti. Le differenze possono essere notevoli soprattutto quando non ci sono mezzi meccanici di ordinamento (il numero da staccare dalla macchina) e di conseguenza l’ordinamento è completamente affidato alla cooperazione dei partecipanti. La difficoltà che spesso si osserva di molti italiani nel conservare alla coda spontanea il carattere di un raggruppamento chiaramente ordinato può essere messa in confronto con l’autoregolazione cooperativa che è possibile osservare in altri paesi. Guardate la forma delle code delle due prossime slide: in Italia e in Giappone

Goffman ha mostrato che ci sono anche raggruppamenti che hanno più fuochi di attenzione: raggruppamenti plurifocalizzati Il classico esempio di raggruppamento plurifocalizzato è il ricevimento in casa

Negli incontri (interazioni focalizzate): «prevale una definizione partitiva della situazione, che consiste in un accordo su ciò che è rilevante o irrilevante percepire, e in un “consenso operativo” che implica un certo grado di reciproca considerazione e simpatia, nonché la messa a tacere delle divergenze. Spesso si sviluppa uno spirito di gruppo, che Bateson ha definito ethos. Contemporaneamente sembra anche aumentare il senso di responsabilità morale per i propri atti. Si manifesta una “logica comunitaria”, che consiste nella consapevolezza da parte dei partecipanti di star facendo apertamente tutti insieme, in quel momento, la stessa cosa» (Goffman, ll comportamento in pubblico, 1971, 97-98)