Caratteristiche generali

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Caratteristiche generali Operette morali Caratteristiche generali

Genesi dell’opera Nel 1821 nello Zibaldone si legge: «A scuotere la mia povera patria, e secolo, io mi troverò aver impiegato le armi dell’affetto e dell’entusiasmo e dell’eloquenza e dell’immaginazione nella lirica, e in quelle prose letterarie ch’io potrò scrivere; le armi della ragione, della logica, della filosofia, ne’ Trattati filosofici ch’io dispongo; e le armi del ridicolo ne’ dialoghi e novelle lucianee ch’io vo preparando»

I modelli Leopardi si ispira ai Dialoghi dello scrittore greco Luciano (II secolo d.C.) e al romanzo filosofico illuminista; da questi modelli riprende: la varietà delle forme (dialoghi, narrazioni, brevi trattati); la capacità di invenzione fantastica (fra i protagonisti compaiono gnomi e folletti, concetti astratti, personaggi della storia e della mitologia), lo stile elevato e venato di ironia.

Temi fondamentali Fra i temi fondamentali: la critica ai falsi miti dell’età contemporanea (dalla religione al progresso scientifico) e alla concezione finalistica e antropocentrica dell’universo la visione della natura non più come madre benefica degli uomini, bensì come matrigna indifferente e prima causa della loro infelicità l’emergere, accanto alla critica e al sarcasmo, di sentimenti di pietà e solidarietà nei confronti degli uomini, in nome dei quali, per esempio, viene respinta la facile via di fuga del suicidio.

Dialogo della Natura e di un Islandese Senso del mistero: tema centrale del dialogo Vedi la domanda finale del testo, senza risposta: «Dimmi quello che nessun filosofo sa dire: a chi piace o a chi giova cotesta vita infelicissima dell’universo, conservata con danno e morte di tutte le cose che lo compongono?»

Dialogo della Natura e di un Islandese La natura dall’Islandese è vista come nemica dell’uomo «mi risolvo a conchiudere che tu sei nemica scoperta degli uomini, e degli altri animali, e di tutte le opere tue; che ora c’insidii ora ci minacci ora ci assalti ora ci pungi ora ci percuoti ora ci laceri, e sempre o ci offendi o ci perseguiti; e che, per costume o per instituto, sei carnefice della tua propria famiglia, de’ tuoi figliuoli e, per dir così, del tuo sangue e delle tue viscere»

Dialogo della Natura e di un Islandese Risposta della natura: “non me ne accorgo” «imamginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra? (…) Quando io vi offendo in qualunque modo e con qual si sia mezzo, io non me n’avveggo, se non rarissime volte: come, ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so; e non ho fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi»