Le opere di misericordia

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Transcript della presentazione:

Le opere di misericordia PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA – BARI Le opere di misericordia SEPPELLIRE I MORTI Anno Pastorale 2015-2016  

Introduzione La sepoltura dei morti non è compresa tra le opere di carità elencate in Matteo 25,31-46, ma è pratica di pietà ben attestata nel giudaismo.

Il libro del Siracide esorta: Figlio, versa, lacrime sul morto, e come uno che soffre crudelmente inizia il lamento; poi seppelliscine il corpo secondo il suo rito e non trascurare la sua tomba (Sir 38,16).

L’esigenza di fornire adeguata sepoltura al morto è espressa così in Siracide 7,33: “Al morto non negare la tua benevolenza”. Nel libro di Tobia la sepoltura dei ca­daveri è un’opera buona gradita a Dio (cfr. Tb 12,12-13).

Secondo questo libro, per dare degna sepoltura ai corpi degli uccisi che rimanevano insepolti, Tobi, il padre di Tobia, non esitò a rischiare la vita (cfr. Tb 1,17 ss.; 2,1-8).

Antigone, invece, trovò la morte per aver disobbedito alle leggi del tiranno di Tebe Creonte avendo voluto dare sepoltura al fratello Polinice. Di fronte a Creonte, Antigone difende il suo gesto facendo appel­lo a “leggi non scritte e non mutabili” che nessuna legge umana può trasgredire.

Nella tragedia di Sofocle, An­tigone afferma davanti a Creonte: Io non pensai che tanta forza avessero gli ordini tuoi, da rendere un mortale capace di varcare i sacri limiti delle leggi non scritte e non mutabili. Non son di ieri né di oggi, ma da sempre vivono: e quando diedero di sé rivelazione, è ignoto1. 1. Sofocle, Antigone 563-569, in Id., Le tragedie, a cura di G. Lombardo Radi­ce, Einaudi, Torino 1956, p. 219.

In ascolto della Bibbia Tornando alla tradizione biblica, la sepoltura è sem­pre stata tenuta nel massimo onore insieme alle cure da accordare al cadavere (si pensi al lavare il corpo del defunto, al pettinarlo, al vestirlo, al dargli una compostezza).

L’uso di chiudere gli occhi del morto, attesta­to nella Bibbia (cfr L’uso di chiudere gli occhi del morto, attesta­to nella Bibbia (cfr. Gen 46,4), si spiega con l’assimila­zione della morte al sonno ed è pratica comune a molte culture.

Nella mitologia greca Sonno (Hypnos) e Mor­te (Thànatos) erano gemelli Nella mitologia greca Sonno (Hypnos) e Mor­te (Thànatos) erano gemelli. Lo stesso termine “cimi­tero”, dal latino coemeterium, deriva da un termine gre­co che significa “Luogo in cui si dorme”.

In un’omelia interamente dedicata a spiegare il nome “cimitero”, Giovanni Crisostomo scrive: “Il luogo della sepoltura si chiama ‘cimitero’ perché si sappia che quelli che vi riposano non sono morti, ma addormentati”; e dopo aver osservato che spesso nella Scrittura la morte è evo­cata con l’immagine del sonno e i morti sono detti dor­mienti, aggiunge che da ciò deriva il nome “cimitero”, ovvero “dormitorio”, “luogo in cui si dorme”2. 2. Giovanni Crisostomo, Sul cimitero e la croce I, PG 49,393-398.

Gli usi funerari biblici mostrano che i parenti pros­simi potevano dare al morto un ultimo abbraccio e un ultimo bacio (cfr. Gen 50,1); probabilmente si procede­va a una pulizia funebre del morto che veniva poi se­polto con i propri abiti, come appare dalla presenza di spille e ornamenti ritrovati negli scavi delle tombe (cfr. 1 Sam 28,14).