Situazione del fondo Unibo

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Transcript della presentazione:

Situazione del fondo Unibo Situazione del fondo Unibo. Il Collegio Nazionale dei Revisori dei Conti certifica il fondo del 2015, chiedendo di giustificare l'utilizzo di risorse aggiuntive tramite progetti finalizzati in base all'art. 87 comma 2 del contratto nazionale. Nel 2016 cambiano i componenti del Collegio dei Revisori dei Conti e verificano la costituzione dei fondi Unibo a ritroso di 10 anni.

Obbligo di adeguare i contratti integrativi in vigore Art. 5, co. 1 – Interpretazione autentica dell’art. 65 D.Lg/vo 150/2009 Ante 15/11/2009 Obbligo di adeguare i contratti integrativi in vigore Post 15/11/2009 Obbligo applicazione integrale Decreto Brunetta

Vasi comunicanti con valvola di non ritorno Nella storia del nostro ateneo ogni anno venivano tolte dal fondo le risorse per le PEO senza decurtare l'IMA, poi si reintroduceva la cifra l'anno successivo, creando così un fondo di risorse variabili superiore a quello delle risorse continuative necessarie a garantire la copertura di voci di spesa obbligatorie (posizioni organizzative, indennità di rischio…). Questo meccanismo, facendo leva su un ampio ricorso all’art. 87, comma 2, è il così detto «effetto tornello» (si immettono risorse variabili nel fondo, si tolgono per le PEO, si rimettono l'anno successivo senza decurtazione di IMA), ed è stato già oggetto di osservazioni da parte del MEF e dei Revisori dei Conti. In origine, al momento della prima applicazione di PEO, il fondo delle risorse stabili mostrava la capienza necessaria per tutte le prime tre tornate. In seguito, con lo svuotamento della relativa parte stabile con le PEO a bilancio, si è invece determinato un aumento della sua parte variabile.

Questo ha creato un fondo «anomalo» con più di 7 milioni di euro di risorse variabili e un fondo di circa 2,5 milioni di risorse stabili. I Revisori nel 2016 chiedono all'ateneo di consolidare e «sanare» il fondo delle risorse stabili per superare l’anomalia, finora «graziata» ma non più tollerata.

Il “muro” del Collegio dei Revisori In ossequio alle imposizioni del MEF, i Collegi dei Revisori in ogni Ateneo hanno imposto il limite 2004 meno 10% (o comunque il limite 2010) e in molti casi, in mancanza di atti di riorganizzazione documentati secondo la Legge, neanche quello. Quella che abbiamo chiamato “la battaglia per le risorse aggiuntive al Fondo PTA” ha dato frutti modesti ma tangibili. In molti Atenei si sono individuate soluzioni alternative (Fondo benefit art. 60, Fondo non contrattuale masters), ecc… Non si è andati tuttavia oltre, segnando di fatto un netto arretramento di risorse stabili utili alla contrattazione, risorse impiegabili ad es. per finanziare (come formalmente è possibile dal 2015) le progressioni orizzontali.

Alcune conseguenze dirette: Progressioni Orizzontali e IMA Pur essendo finito il regime solo giuridico delle progressioni economiche dovremo affrontare l’istituto, in molti casi, contando sul solo “delta cessati” che non copre mediamente più del 10% delle progressioni realizzabili. Anche negli Atenei con maggiore disponibilità di risorse stabili si dovranno fare comunque i conti con le previsioni di “obbligatoria selettività” dell’istituto previste dalla legge150/2009. L’IMA negli Atenei rimane in piedi, nella sua forma “pura” prevista dal CCNL, in pochi casi caratterizzati da rapporti di forza consolidati. Nella maggior parte dei casi, o si tratta di cifre residuali (invisibili anche per i revisori) o la si è “adattata” alle esigenze del contesto.

Comparazione con alcuni altri Atenei Milano Statale: si fanno le PEO per l’86% del personale nel triennio 16/18 a valere su risorse stabili derivanti dai delta cessati (pensionamenti) Politecnico di Milano: NON fa PEO, poiché avrebbe solo risorse delta cessati per il 15% del personale, quindi hanno deciso di destinare le risorse per altre finalità Brescia: idem come sopra Bergamo: idem come sopra Varese: idem come sopra Pavia: fermi al 2013. Sottoposti a inchiesta Mef che rivuole soldi spesi illegittimamente.. Sapienza: fa le PEO per un’ alta percentuale di personale con un accordo pluriennale su risorse stabili Tor Vergata: idem come sopra   Roma tre: idem come sopra, sono fermi al 2013 Cassino: fa PEO solo con delta cessati

La partita aperta sui “debiti”: Bari, Pescara, Siena, Torino politecnico, Pavia, Pisa… è allarme nazionale In approvazione della legge di stabilità 2016 si era tentato, con i compagni della Funzione Pubblica, di proporre una estensione del “decreto salva Roma” relativo al Fondo Accessorio a tutti i comparti pubblici. Esito negativo. Ne consegue che siamo in forte difficoltà nelle sedi menzionate, ma non solo quelle, a difendere le risorse in godimento del personale erogate prima dell’intervento del MEF. Nell’incontro tenuto al Ministero di Funzione Pubblica il 20 maggio u.s. (durante lo sciopero nazionale) abbiamo, con la UIL, riproposto il problema: il Ministero si è impegnato a cercare una soluzione percorribile “a regime” pur escludendo una “sanatoria”.

Puntare sulle risorse extra-fondo Nella condizione fortemente limitante della normativa non abbiamo altra strada, per dare un po’ di respiro ai salari dei lavoratori, che orientare le nostre piattaforme 2016 sulla costituzione e adeguato finanziamento di altri istituti previsti o comunque ammessi dal CCNL: Per noi di Bologna vale il prezioso contributo dell’accordo a latere degli 800.000 euro ogni anno per 6 anni Incremento del Fondo Comune derivante dal Conto Terzi. Una parte già a regime; un’altra in via di definizione.

Contrattazione integr.: validazione (Art. 54, 55) Mancato accordo Provvede l’Amm/ne in via provvisoria Ipotesi Contratto integrativo Amministrazione: - Relazione illustrativa Relazione tecnico-finanziaria ai Revisori dei conti OO.SS. E RSU: Verifiche con i lavoratori Certificazione organi di controllo interni Positiva: si stipula Negativa: si ricontratta 10

Cosa otteniamo con questo integrativo - Ultrattività confermata. Vuol dire avere tutti i mesi sul cedolino le indennità senza pericolo di interruzione in caso di mancato rinnovo contrattuale. Da segnalare il tentativo dell'Amministrazione di inserire una scadenza con la quale si sarebbe pregiudicata l'erogazione di IMA e altro fino a firma dell’integrativo successivo. Un rischio molto reale, dato il nostro particolare contesto di cronici ritardi, e non per nostra responsabilità. - Accelerazione dei tempi per la sottoscrizione del futuro Contratto Integrativo (2017) contenente, inoltre, il Regolamento per le PEO per essere pronte al momento in cui sarà possibile farle. - Distribuzione una tantum degli 800.000 euro (nominato come Compenso di Ateneo) a tutti senza distinzione di categoria, circa 270 euro lordi a testa sulla busta paga di febbraio (al più marzo) 2017. - Mantenimento di IMA invariata, ed IPO incrementata; entrambe senza valutazione. A tutt'oggi unico ateneo in Italia. - Tavolo tecnico su Conto Terzi e definizione del 4% previsto per la ricerca ma finora mai riscosso, parte del quale confluiranno nel Fondo Comune di Ateneo, che ci permetterà di aumentare il nostro salario (normalmente viene erogato nel mese di aprile).

Cosa succede se non si firma il Contratto Integrativo in caso di rifiuto dei lavoratori dopo la consultazione Ipotesi 1, la più «indolore» per i lavoratori: L’Amministrazione procede con atto unilaterale, vengono erogate le stesse somme dell’anno precedente ma senza l’una tantum degli 800.000. Cessa la possibilità di contrattazione con le parti sindacali. Ipotesi 2, di «medio dolore»: Atto unilaterale dell’Amministrazione, con pagamento delle sole indennità dovute (straordinario, rischi, posizioni di responsabilità), niente 800.000 una tantum e riduzione o cancellazione dell’IMA e IPO. Ipotesi 3, la «terribile»: Intervento del MEF ispettivo con decurtazione del fondo e il solo mantenimento per le indennità dovute (vedi sopra) e restituzione di circa 54 milioni di euro. Equivale all’azzeramento di ogni possibilità di PEO, IMA e IPO per molti anni a venire.

Vantaggi della parte normativa Telelavoro. Finalmente si volta pagina, l'articolo 28 dell'Integrativo sancisce che ci sarà un accordo a breve che regolamenta il telelavoro, non più limitato a quei 10 complicatissimi progetti sviluppati in 10 anni e con modalità di fruizione rigide. Sarà ora possibile allargare la platea di chi potrà usufruirne e le condizioni e le modalità di fruizione, per esempio, conciliazione dei tempi casa-lavoro; problemi familiari; ecc...   Tavolo tecnico sulle Posizioni Organizzative, con mappatura periodica e revisione delle linee guida. E' visione unanime delle parti sindacali che 1 responsabile ogni 4 dipendenti sia davvero troppo per un ateneo come il nostro. Accordo sui benefit, con il superamento della gestione unilaterale dell'Amministrazione, e con un miglioramento della situazione ed un allargamento a tutti delle agevolazioni. Flessibilità per l'indennità di turno per chi lavora sui servizi al pubblico, senza la rigidità imposta in questi ultimi anni.

Istituti fondo accessorio con oneri carico ente Retribuzioni di posizione e di risultato per personale di categoria EP € 1.772.209,22 Indennità di responsabilità per il personale di categoria B, C e D € 1.533.472,00 Incentivazione performance organizzativa (IPO) € 1.269.197,87 Indennità mensile accessoria (IMA) € 3.850.000,00 Indennità FORD € 690.000,00 Incentivo legato alle prestazioni orarie aggiuntive (POA) € 400.000,00 Totale risorse destinate al personale BCD ed EP € 9.514.879,09