Principali biomi esaminati Foresta pluviale tropicale Savane Deserti Vegetazione mediterranea Foresta temperata decidua Foresta pluviale temperata Steppe e praterie Taiga Tundra
Foresta pluviale tropicale Si sviluppa lungo la fascia equatoriale, spingendosi talvolta fino ai tropici Occupa aree caratterizzate da temperature elevate e piogge abbondanti per tutto l’anno Raggiunge i più elevati valori di biomassa e diversità fra gli ecosistemi terrestri Si presenta come un popolamento denso e pluristratificato E’ il più antico fra i biomi del pianeta, con specie apparse fra il Cretaceo inferiore e superiore ed evolutesi nell’arco di 100 milioni di anni
Foresta pluviale – distribuzione Aree equatoriali dell’America latina, Asia ed Africa Selva amazzonica Foreste a Dipterocarpacee della Malaysia e Indonesia Vari tipi di foresta pluviale in Africa Occidentale e Centrale (Katanga, Zaire, Costa d’Avorio, etc.)
Foresta pluviale tropicale – diagrammi climatici
Foresta pluviale – clima e suolo Le temperature medie oscillano fra i 25 e i 30 °C, con scarse oscillazioni sia nell’escursione diurna che in quelle stagionali Le precipitazioni sono distribuite costantemente durante l’anno e possono raggiungere valori fino a 10.000 mm/anno Il fotoperiodo presenta limitate oscillazioni intorno alle 12 ore di luce/buio E’ in definitiva un clima caldo-umido e molto uniforme, privo di vere e proprie fluttuazioni stagionali I suoli sono prevalentemente di tipo lateritico, ricchi di ossidi di Fe e Al Il rapido turn-over della sostanza organica e l’intenso dilavamento rendono questi suoli particolarmente acidi e poveri di nutrienti
Foresta pluviale – struttura Strato dominante, con alberi alti mediamente 40-50 m, a copertura discontinua Strato intermedio (25-30 m) compatto Strati inferiori (fino a 10-20 m), con numerosi individui arborei ed arbustivi, incluse palme e felci arborescenti Strato erbaceo costituito da poche specie sciafile, prevalentemente pteridofite Ampia presenza di liane ed epifite Intensa compenetrazione fra gli strati
Foresta pluviale – fitomassa e biodiversità Elevata ricchezza floristica, con numerose specie distribuite in piccoli areali ed assenza di dominanza specifica Forte avvicendamento delle popolazioni nello spazio e nel tempo Elevata produzione di biomassa (media 300-500 t/ha, fino a 1400 t/ha ed oltre), con produttività pari a circa 17 t/ha/anno Marcata allocazione verso le strutture di sostegno (fusti e rami)
Foresta pluviale – problematiche attuali Le foreste pluviali rappresentano circa il 40% della fitomassa del pianeta Costituiscono attualmente il principale agente di cattura della CO2 atmosferica Garantiscono l’equilibrio climatico di estese aree del pianeta Erano sfruttate in passato con forme di agricoltura itinerante a basso impatto Sono oggi soggette ad intenso ritmo di deforestazione, per lo sfruttamento dei legnami, la messa a coltura e l’apertura di vie di comunicazione A causa della rapida degradazione della sostanza organica e dell’intenso dilavamento, i processi di distruzione delle foreste pluviali sono quasi sempre irreversibili
Le savane Diffuse alle latitudini tropicali, in aree dal clima arido ad influenza monsonica Caratterizzate da uno strato erbaceo continuo con presenza di arbusti ed alberi ombrelliformi isolati, in genere leguminose Presenza di adattamenti finalizzati alla conservazione dell’acqua (es. fusto a bottiglia nel genere Chorisia) Variabilità stagionale legata alla stagione delle piogge, con conseguenti migrazioni della fauna e adattamenti all’erbivoria lungo le rotte migratorie
Le savane - distribuzione Occupano le fasce aride lungo i tropici del Cancro e del Capricorno Presenti in Australia, America, Asia e Africa Distribuite in aree continentali, su zone pianeggianti e a clima sub-desertico Esempi: fascia saheliana in Africa e penisola arabica, savana arborata australiana, Cerrado in Brasile, Chaco argentino
Savane – diagrammi climatici
Le savane – clima e suoli Clima tropicale arido Le temperature variano fra i 20-28 °C Precipitazioni stagionali, più spesso comprese fra i 250-600 mm/anno Forte escursione termica giornaliera Suoli lateritici o sabbiosi-silicei, acidi e poveri di sostanza organica e nutrienti Scarse riserve idriche sotterranee, frequenti gli episodi di ruscellamento nella stagione monsonica
Le savane - struttura Presenza di radi strati arborei, arbustivi e cespugliosi Gli alberi ombrelliformi (es. Acacia tortilis) raggiungono i 5-7 m di altezza Lo strato arbustivo può raggiungere i 2 m Cespugli bassi si alternano al tappeto erbaceo La copertura erbacea è garantita prevalentemente da emicriptofite e terofite, in dipendenza del grado complessivo di umidità
Le savane – biodiversità e produttività Ecosistemi caratterizzati da livelli di fitomassa non elevati (massimo 20-30 t/ha) e da produttività limitata (da 1-3 a 8-12 t/ha/anno, secondo il grado di umidità) Complessità della vegetazione, caratterizzata da mosaici spaziali ed avvicendamenti stagionali, da cui deriva un'importante grado di diversità biologica Ampia rappresentanza di specie del genere Acacia, originario del continente americano ma differenziatosi nella savana australiana Nelle zone americane prevale il genere Prosopis Area di sviluppo di civiltà nomadi dedite alla caccia (guanaco e struzzo in Argentina, canguro in Australia, antilope ed altri ungulati in Africa) Centri di domesticazione per numerose piante coltivate (es. sorgo, arachide) e per alcuni animali domestici
Le savane – problematiche attuali Tendenza alla desertificazione in seguito ad errati tentativi di sfruttamento (es. Sahel) L’elevata pressione antropica induce a processi di deforestazione, ma la resilienza degli ecosistemi è minima Lo sviluppo di impianti di tipo agro-forestale può in parte contribuire a salvaguardare lo stato dei suoli
I deserti Aree caratterizzate da precipitazioni estremamente scarse (< 200 mm/anno) Diffusi in varie aree del pianeta, comprendendo aree subtropicali, deserti di altitudine, deserti salati, fino ad aree temperato-fredde a latitudini elevate La vegetazione si caratterizza per specifici adattamenti volti a contrastare gli effetti del deficit idrico (succulenza, ciclo CAM, sclerofillia, terofite a ciclo brevissimo, etc.)
I deserti - distribuzione Interessano varie arie del pianeta, caratterizzate dalle condizioni aride del clima In Africa è presente il Sahara, il maggiore deserto del pianeta, oltre al Kalahari e ai deserti del Namib e della Dancalia In Asia si trovano il deserto arabico (Rub al Khali), il deserto iraniano, il Negev, il Turkestan, il Thakla Makan, il Thar, il Gobi In America meridionale il deserto di Atacama ed alcune zone della Patagonia, oltre ai deserti di altitudine della Puna In America settentrionale il Sonoran e il Mojave In Australia è desertica tutta la porzione centrale del continente (Gibson, Simpson, Victoria, Great Sandy Desert) In Europa non sono presenti veri e propri deserti
Deserti – distribuzione nelle aree temperate e subtropicali
Deserti – diagrammi climatici
I deserti – clima e suoli Aridità permanente, estesa all’intero arco dell’anno Precipitazioni estremamente ridotte, con cadenza talvolta poliennale, che arrivano a bagnare solo gli orizzonti edafici più superficiali Marcate escursioni termiche giornaliere e talvolta stagionali Prevalenza di substrati sabbiosi, instabili e mossi dal vento (dinamica dunale), con scarsa capacità di ritenzione idrica Frequente salinizzazione dei suoli in seguito agli intensi fenomeni di evaporazione
I deserti – produttività e biodiversità Scarsa ricchezza floristica, elevata specializzazione degli adattamenti Produttività estremamente limitata, copertura rada e marcatamente discontinua Elevato grado di integrazione degli ecosistemi, con ruolo particolarmente importante svolto dai flussi di informazione (percezione e risposta ai segnali ambientali) Particolare rilevanza dei fenomeni di facilitazione fra eterospecifici
I deserti – adattamenti vegetali Adattamento CAM: fotosintesi a ciclo C4, associata alla capacità di fissare la CO2 durante la notte, mantenendo chiusi gli stomi durante il giorno Presenza di organi di riserva sotterranei (bulbi) Numerosi arbusti spinosi con foglie coriacee e sclerose Specie annuali a ciclo brevissimo e lunga dormienza seminale, in grado di germinare in presenza di pioggia utile e completare in pochi giorni l’intero ciclo vitale
I deserti – problematiche attuali Incremento progressivo delle aree desertificate (da non confondersi con gli ambienti desertici veri e propri) Recenti tentativi di messa a coltura di aree desertiche (aridocoltura) Alterazioni degli ecosistemi desertici sono spesso indotte dallo sfruttamento delle risorse minerarie