Quanto ci manchi Mary Poppins!

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Transcript della presentazione:

Quanto ci manchi Mary Poppins! Riflessioni e suggerimenti per essere educatori efficaci e felici Dott.ssa Elisa Papa – albo n° 5343 del 3/3/2008 Associazione MeC Educational www.meceducational.it

Quali sono i compiti della famiglia?

Il rapporto tra le generazioni si è rotto nel nome di un diritto di eguaglianza che però abolisce la responsabilità degli adulti a sostenere il loro ruolo nel processo formativo dei figli, gli adulti vengono meno al ruolo di rappresentanti della legge simbolica (Recalcati).

Tratto da «Dalla famiglia alla scuola: quale passaggio Tratto da «Dalla famiglia alla scuola: quale passaggio?» di Eugenia Scabini

LA FAMIGLIA da’ la base all’identità perché consente al figlio di avere un posto ed un’origine. E’ certamente questo nucleo originario dell’identità sarà tanto più forte e ricco quanto più le relazioni familiari saranno improntate ad una cura che vive di aspetti affettivi, radicati nella fiducia ed etici, radicati nel senso di giustizia, di ciò che è bene e ciò che è male (Scabini, Iafrate 2003)

La famiglia non ha il compito di passare competenze ma quello di trasmettere, attraverso il legame con le proprie origini, l’esperienza positiva di un senso positivo del vivere e cioè che la vita vale la pena di essere vissuta.

La famiglia fornisce la grammatica dei legami

La famiglia è la sede del principio di autorità che si estende a tutte le forme di relazione tra adulti e giovani

Il disagio dei bambini e soprattutto degli adolescenti oggi, non è più centrato sull’antagonismo tra le generazioni ma sulla perdita della differenza e, dunque, sull’assenza di adulti in grado di esercitare funzioni educative e di costruire quell’alterità che rende possibile l’urto alla base di ogni processo di formazione (M. Recalcati).

L’alleanza tra scuole e famiglia, ha il compito di dar forma ad una nuova generazione che si affaccia sul mondo

Necessario bilanciamento tra affetto ed etica I legami sbilanciati sull’affetto tendono a diventare troppo emotivi I legami improntati sull’etica invece li rendono troppo formali e anonimi

Va in crisi quindi il «ducere», il condurre perché è poco chiara la meta, poco chiaro il ruolo dell’adulto stesso. Attualmente l’adulto si aspetta dal figlio il significato della propria esistenza mentre in passato era il figlio che cercava nel genitore ciò che sarebbe o meno potuto diventare la sua vita.

«NON ESISTE VENTO FAVOREVOLE PER IL MARINAIO CHE NON SA DOVE ANDARE» SENECA

L’insegnante invece cerca quindi non vedendosi riconosciuto, di circoscrivere il suo compito nei termini di una istruzione più o meno competente. La scuola rischia di diventare un supermercato dove ognuno va a prendere ciò che gli serve in funzione di un progetto di autorealizzazione dove il volto dell’altro è anonimo, può essere sostituito da chiunque.

Stabilire la meta Nuova fratellanza generativa tra genitori ed educatori che dovranno riappropriarsi della propria autorità (intesa etimologicamente come far aumentare e crescere). Gioverà molto al genitore vedere il figlio attraverso gli occhi distaccati e meno emotivamente coinvolti dell’insegnante, al figlio poter sperimentare un nuovo volto di sé non più figlio e all’insegnante farsi carico della preoccupazione del genitore e a prendersi cura dello sviluppo globale dell’alunno.

Cosa vuol dire essere GENITORE? Come mi valuto come genitore? Quali sono i miei punti di forza? Quali quelli deboli? Cosa vorrei poter migliorare? Sono felice? Mio figlio lo è?

Come mi valuto come genitore? Quali sono i miei punti di forza? Quali quelli deboli? Cosa vorrei poter migliorare? Sono felice? Mio figlio lo è?