Gesù comincia a parlare con un linguaggio nuovo. Questa Buona Notizia deve essere proclamata a tutti. Gli uomini si devono convertire; convertirsi però non consiste nel preparasi per un giudizio, ma nell’ “entrare” nel “regno di Dio” e accogliere il suo perdono che salva. La gente deve ascoltare la Buona Notizia. Con Gesú tutto comincia ad essere diverso. Il timore del giudizio si è trasformato nell’accogliere Dio, amico della vita. Tutto inizia a parlare di un Dio - Vicino. Gesù ci invita ad una fiducia totale in Dio Padre. La sua Parola si fa Poesia. José Antonio Pagola. “Jesús: aproximación histórica” Testo: Luca 13, 1-9 / Quaresima 3 C 28 Febbraio 2016. Commenti e presentazione: M.Asun Gutiérrez Cabriada. Musica: Brahms. Concerto violino.
Luca 13, 1-9 In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. I due fatti e la parabola su cui meditiamo oggi sono esclusivi del vangelo di Luca. Gesù adopera tali eventi per dimostrare che l’annuncio della buona notizia non può essere fatto senza l’attenzione a quanto succede attorno a noi e affinché quanti lo ascoltano comprendano che le disgrazie non sono sanzioni per i peccati. Gesù insegna a leggere la storia e il quotidiano dall’ottica di Dio. Il Dio di Gesú, Dio di amore e di vita, rispetta la libertà umana in tutti gli eventi, invitando sempre alla conversione a una vita più evangelica e, perciò, a una vita più umana, più libera e più felice.
O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, Gesù si oppone all’idea, ben presente al suo tempo, secondo cui la malattia, le disgrazie, la povertà sono conseguenza dei peccati commessi da chi ora soffre quei mali. Egli rifiuta la tradizionale teoria per cui: al peccato corrisponde il castigo. Purtroppo, ci sono ancora resti di questa mentalità in quanti si credono “buoni” e pensano che gli altri meritino di essere castigati. A causa di questa deformazione dell’idea di Dio, molti vivono oppressi da una coscienza colpevole o colpevolizzante, totalmente contraria al pensiero e allo stile di Gesú. Colonna Torre di Siloé
ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». E’ invece un invito urgente e stimolante alla conversione, a un cambio di mentalità, di stile di vita, di metodologia di rapporti. Un invito a liberarci da tutto ciò che ci impedisce di crescere come uomini e come credenti. Convertire il nostro cuore all’amore di Dio e del prossimo è un cammino lungo il quale possiamo sempre maturare. In concreto, da che cosa e in che direzione mi devo convertire? DI SENSO ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Il padrone della vigna non esige un frutto che essa non può dare. Non chiede cose impossibili. Se non trova i frutti attesi, si mostra paziente. Dio è sempre disposto a dare una nuova opportunità e continua a fidarsi dell’uomo che Egli ha creato affinché dia frutti di bontà.
Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Non è una minaccia, ma un invito a cambiare vita. Dio vuole vederci crescere e dare il meglio di quanto abbiamo in cuore, non vuole che restiamo nella mediocrità per paura del rischio, per pigrizia, per abitudine... Per quanto mi riguarda, dovrà aspettare un anno per vedere i frutti?
Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai». Gesù si impegna con noi nel nostro percorso di conversione. L’amore semina e attende, aiuta e attende, insegna e attende, confida ed attende. L’amore impegna e si impegna. L’amore incondizionato e gratuito di Dio offre sempre una nuova opportunità e una risposta positiva alla persona amata. Gesù ci accompagna sempre con pazienza e dedizione e ci garantisce il trionfo finale, nonostante le difficoltà che dovremo incontrare. Ci dice e ci dimostra che il nostro Dio è un Dio di amore e non di castigo.
Quella è la via per giungere a questa, Annunciare la Quaresima è annunciare la Pasqua. Quella è la via per giungere a questa, quella è la porta per entrare in questa. Annunciare la Quaresima senza tenere fissi gli occhi nella bellezza della Pasqua, annunciare solo la Quaresima è tanto assurdo come annunciare una festa che poi non si celebra, un giorno di gioia che non arriva mai. Chi riceve l’annuncio della Quaresima sta ricevendo l’annuncio della Pasqua. Fidel Aizpurua Annunciare la Quaresima, annunciare la Pasqua