LA DONNA NEL 900.

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LA DONNA NEL 900

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IMPORTANZA DELLA DONNA NELLA FAMIGLIA DIRITTO AL VOTO IMPORTANZA DELLA DONNA NELLA FAMIGLIA LA DONNA LA DONNA NEL MONDO DEL LAVORO LA DONNA NELLA POLITICA

DIRITTO AL VOTO Nel 1903 un nuovo disegno di legge che prevedeva l'estensione del diritto di voto anche alle donne fu firmato dal repubblicano Roberto Mirabelli e discusso nel giugno 1904 e nel dicembre 1905. Ma il voto non venne concesso alle donne. Si intensificarono comunque le richieste del voto femminile. Nel 1928 ci fu la cancellazione totale del diritto di voto (maschile e femminile) e infine nel 1945 fu sancito il suffragio universale.

Importanza della donna nella famiglia La seconda metà del '900, grazie alla rapida trasformazione della società italiana, ha visto un mutamento dell’identità femminile e del ruolo sociale della donna. La vita quotidiana della casalinga resta gravata da una serie di faticosi impegni poco o per nulla riconosciuti e la cultura resta comunque imbevuta di valori. La donna è vista come soggetto in grado di ridare valore e emozioni agli affetti familiari. Le donne, negli anni ’50, sembrano però ancora prigioniere in uno spazio angusto dove si muovono tra una scarsa conoscenza della propria sessualità e una vita di coppia in cui l’adulterio femminile venne ancora visto come un peccato più grave rispetto a quello dell’uomo. Nel Codice di Famiglia del 1865 le donne non avevano il diritto di esercitare la tutela sui figli legittimi

La donna nella politica Non erano ammesse ai pubblici uffici. Le donne, se sposate, non potevano gestire i soldi guadagnati con il proprio lavoro, perché ciò spettava al marito. Nell’Italia unita le donne vennero quindi escluse dal godimento dei diritti politici Nel 1951 viene nominata la prima donna in un governo  Nel 1961 sono aperte alle donne la carriera nel corpo diplomatico e in magistratura.

LA COSTITUENTE Il 2 giugno 1946 il suffragio universale e l’esercizio dell’elettorato passivo portarono per la prima volta in Parlamento anche le donne. Si votò per il referendum istituzionale tra Monarchia o Repubblica e per eleggere l’Assemblea costituente che si riunì in prima seduta il 25 giugno 1946 nel palazzo Montecitorio. Su un totale di 556 deputati furono elette 21 donne: 9 della Democrazia cristiana, 9 del Partito comunista, 2 del Partito socialista e 1 dell’Uomo qualunque Tutte ,con il loro impegno e le loro capacità, segnarono l’ingresso delle donne nel più alto livello delle istituzioni rappresentative. Donne fiere di poter partecipare alle scelte politiche del Paese nel momento della fondazione di una nuova società democratica. Per la maggior parte di loro fu determinante la partecipazione alla Resistenza . Con gradi diversi di impegno e tenendo presenti le posizioni dei rispettivi partiti, spesso fecero causa comune sui temi dell’emancipazione femminile, ai quali fu dedicata, in prevalenza, la loro attenzione. La loro intensa passione politica le porterà a superare i tanti ostacoli che all’epoca resero difficile la partecipazione delle donne alla vita politica.

Filomena Delli Castelli Angiola Minella Leonilde Iotti Teresa NoceLongo M. Maddalena Rossi Maria Nicotra Fiorini Angelina Livia Merlin Maria De Unterrichter Maria Federici Elisabetta Conci Togliatti Laura Bianchini Ottavia Penna Buscemi Bianca Bianchi Nadia Gallico Spano Teresa Mattei Adele Bei Jervolino Rita Montagnana Angela M. Guidi Cingolani Angela Gotelli Vittoria Titomanlio Elettra Pollastrini

La donna nel mondo del lavoro