Le sfide possibili delle imprese cooperative Vera Zamagni
Il motore del progresso economico è l’impresa che agisce all’interno di un mercato che è un’istituzione. Il complesso delle imprese formano un gigantesco sistema «integrato», che è tanto più potente quanto più risponde ai principi di giustizia distributiva e cooperazione. Il comportamento egoistico ed auto-interessato ha un ruolo da svolgere – garantire la sopravvivenza degli individui – ma il di più rispetto alla sopravvivenza viene da altri comportamenti basati su libertà, giustizia e fraternità/solidarietà. Differenza col mondo animale: il bene comune (Tomasello). Fino a quando il sistema presenta aspetti prevalenti di libertà, giustizia e fraternità, si possono tollerare comportamenti egoistici senza distruggere il sistema che, semplicemente, funzionerà meno bene di quello che potrebbe. Ma quando la soglia critica dell’eccesso di comportamenti egoistici viene superata, il sistema si autodistrugge come sta succedendo oggi.
Passiamo dunque in rassegna i problemi preoccupanti del modello di impresa dominante, per poi approfondire ruolo che può svolgere l’impresa cooperativa e la cultura cooperativa all’interno del mondo delle imprese. Nella forma capitalistica d’impresa, il capitale è considerato più strategico del lavoro nel corso dell’industrializzazione, ragion per cui gli viene conferito l’intero sovrappiù (con l’obiettivo di massimizzarlo) e la governance Le grandi imprese perdono il legame storico tra capitale e lavoro (presente nel laboratorio familiare) e prevale l’homo oeconomicus, volto alla massimizzazione del profitto per gli azionisti Il lavoro accetta di diventare “dipendente” (non senza proteste) a causa della larga domanda di lavoro delle imprese capitalistiche (sicurezza del lavoro), ma tende allo shirking, affrontato con la catena di montaggio
Esternalità positive: 1. aumento degli investimenti (ma la finanza sta erodendo questa capacità) 2. innovazioni tecnologiche e diversificazione dei consumi 3. allargamento dell’occupazione (ma oggi la robotizzazione tende a diminuire questo beneficio) Esternalità negative: 1. lotta di classe 2. Diseguaglianze, un tema oggi davvero scottante 3. problemi di democrazia interna (gerarchia) ed esterna (lobby) 4. irresponsabilità diffusa (ambiente, finanza, società) 5. Lo Stato deve essere chiamato in causa per realizzare forme di redistribuzione e si genera un effetto perverso di dualismo Stato-Mercato 6. Schizofrenia tra attività di lavoro e resto della vita (una società dei “due tempi”)
A fronte di questa situazione, la forma cooperativa d’impresa, basata su altri presupposti, ha da spendere importanti carte per evitare la china pericolosa dell’egoismo individuale e d’impresa che sta distruggendo la nostra società. Ma occorre potenziare la forma cooperativa d’impresa per far fronte alle sfide presenti, attivando importanti strumenti di promozione. Ne ho individuato quattro. 1. Un codice etico pattizio 2. Una legge regionale specifica 3. Un rafforzamento delle reti 4. Un coordinamento forte fra centrali cooperative
Terminerò ribadendo che è più che opportuno conservare e migliorare le cooperative esistenti, ma che ci sono oggi tanti nuovi ambiti da esplorare nel campo dell’alimentazione sana, delle energie rinnovabili, del turismo culturale e sociale, dei servizi culturali. Il lavoro che non c’è va creato. Penso infine che un obiettivo cruciale per il destino del mondo cooperativo sia utilizzare al meglio le risorse informatiche, affrontando il tema delle “piattaforme”. Perché lasciarle nelle mani di pochi capitalisti ultraricchi e non offrire invece piattaforme cooperative? C’è dunque un gran lavoro da fare, con la passione di sapere che si contribuisce a rendere il mondo un po’ più buono e sostenibile. Cosa chiedere di meglio per dare senso alla vita?