LO SVILUPPO DEL FIORE.

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Transcript della presentazione:

LO SVILUPPO DEL FIORE

FIORE: complesso apparato di strutture funzionalmente specializzate e radicalmente diverse dall’organismo vegetativo sia nella forma che nei tipi cellulari La transizione verso la fioritura implica cambiamenti radicali nel destino delle cellule dei meristemi apicali Alterazione del destino delle cellule meristematiche: cambiamento di fase L’insieme degli eventi che portano l’apice del germoglio a produrre fiori si indica come INDUZIONE FIORALE

Struttura schematica di un fiore (ermafrodita)

Fiore staminifero Fiore pistillifero

INDUZIONE FIORALE Fattori endogeni: dimensioni, ritmi circadiani, ormoni Fattori ambientali: luce: fotoperiodo; temperatura: vernalizzazione Fotoperiodo: stimolo induttivo trasmissibile prodotto nelle foglie e recepito nel meristema (florigeno)

In Arabidopsis a seguito della INDUZIONE FIORALE Il meristema apicale vegetativo (MAV) passa dalla produzione ai suoi lati di foglie e primordi ascellari alla produzione di un numero indeterminato di PRIMORDI FIORALI Questo MERISTEMA APICALE si chiama MERISTEMA DELL’INFIORESCENZA Il MERISTEMA FIORALE si differenzia da un gruppo di cellule che si trovano ai lati del meristema dell’infiorescenza Il programma di sviluppo è diverso in quanto il meristema dell’infiorescenza è a crescita indeterminata mentre quello fiorale è a crescita DETERMINATA

MAV è convertito in meristema dell’infiorescenza in risposta ad uno stimolo fiorale Il meristema dell’infiorescenza è uno stato transitorio dalla crescita vegetiva a quella riproduttiva Il meristema dell’infiorescenza genera il MERISTEMA FIORALE

MERISTEMI FIORALI: distinguibili dai vegetativi perché di dimensioni maggiori Transizione allo stadio riproduttivo segnata da un aumento delle divisioni cellulari nella zona centrale del meristema apicale vegetativo AUMENTO DEL TASSO DI DIVISIONE DELLE CELLULE CENTRALI

di un germoglio riproduttivo di Arabidopsis Sezione longitudinale della regione apicale di un germoglio vegetativo e di un germoglio riproduttivo di Arabidopsis mf mg pf gf mg

Meristema dell’infiorescenza Meristema vegetativo

MERISTEMA DELL’ INFIORESCENZA E MERISTEMA FIORALE I primordi fiorali si originano nella stessa posizione nella quale si formano i primordi fogliari durante la crescita vegetativa; la fillotassi non è alterata

Il meristema apicale vegetativo(MAV) in Arabidopsis genera diversi organi in fasi diverse dello sviluppo All’inizio MAV forma una rosetta di foglie basali Nella fioritura MAV è trasformato in una infiorescenza primaria che produce un fusto allungato che porta le gemme fiorali

I primordi delle foglie formati prima della transizione alla fioritura diventano foglie caulinari, alla cui base si sviluppano infiorescenze secondarie le quali ripetono il programma di sviluppo dell’infiorescenza primaria

Infiorescenza indefinita Infiorescenza definita

Il meristema fiorale determina la formazione di quattro organi organizzati in cerchi concentrici verticilli La formazione degli organi più interni (carpelli) esaurisce le cellule meristematiche nella zona apicale e rimangono solo i primordi degli organi fiorali In Arabidopsis dall’esterno: Quattro sepali (verdi) Quattro petali (bianchi) Sei stami (quattro più lunghi) Un pistillo (composto da due carpelli fusi a formare l’ovario; lo stilo e lo stigma)

Organi fiorali formati in sequenza dal meristema fiorale di Arabidopsis

Il fiore di arabidopsis (attinomorfo: simmetria raggiata)

Pistillo di Arabidopsis

Simmetria bilaterale Simmetria raggiata

Il fiore di Anthirrinum (zigomorfo: simmetria bilaterale)

Studi condotti principalmente su Arabidopsis e Anthirrinum (bocca di leone) Identificazione di una rete di geni che controlla la morfogenesi del fiore

Geni che determinano l’identità degli organi fiorali (fattori di trascrizione che controllano l’espressione di geni di differenziamento degli organi del fiore; geni ABCDE ) Geni di identità meristematica (fattori di trascrizione necessari per la transizione da meristema vegetativo a fiorale e per la trascrizione dei geni di identità degli organi fiorali) In Arabidopsis SUPPRESSOR OF CONSTANS1 (SOC1); LEAFY (LFY); APETALA1 (AP1)

induzione FPI ABCDE sviluppo FMI

Lo studio di MUTANTI FIORALI OMEOTICI ha portato alla scoperta dei geni che controllano l’identità degli organi fiorali

I geni che determinano l’identità degli organi fiorali sono definiti OMEOTICI funzionalmente, in quanto mutazioni di questi geni comportano la formazione di un organo al posto di un altro (es: carpelli al posto di sepali). Tuttavia sono strutturalmente diversi dai geni omeotici animali in quanto non contengono il motivo HOMEOBOX ma appartengono alla classe di fattori MADS box MADS box è un motivo DNA binding conservato di 56 aa Inoltre è presente un motivo K box di interazione Proteina-proteina

GENI OMEOTICI (ANIMALI) Scoperti in Drosophila, estremamente conservati negli Eucarioti In Drosophila determinano l’identità anatomica dei segmenti Mutazione omeotica In Drosophila ANTENNAPEDIA Omeosi: trasformazione di una parte del corpo in un’altra

MADS: MCM1(lievito), AGAMOUS (arabidopsis), DEFICIENS (anthirrinum), SRF (uomo) In Arabidopsis oltre 100 geni MADS BOX Animali o funghi ne possiedono un numero molto minore (Drosophila 2) Nelle piante molti coinvolti nello sviluppo del fiore APETALA1, APETALA3, PISTILLATA, AGAMOUS, SEPALLATA1, SEPALLATA2, SEPALLATA3

MODELLO ABC Negli anni 90 E. Meyerowitz, E. Coen et al. proposero il modello ABC per l’identità degli organi fiorali Basato sullo studio dei mutanti fiorali omeotici di arabidopsis e anthirrinum modello semplice e applicabile a molte angiosperme ancora oggi valido con integrazioni

wt apetala2-2 pistillata2 agamous1

A e C si reprimono reciprocamente Il modello ABC postula che l’identità d’organo nel fiore è controllata dalla combinazione di tre funzioni geniche A B C nei verticilli fiorali A = SEPALI A+B = PETALI B+C = STAMI C = CARPELLI A e C si reprimono reciprocamente

Classe A: APETALA1 (AP1), APETALA 2 (AP2) In Arabidopsis Classe A: APETALA1 (AP1), APETALA 2 (AP2) Classe B: APETALA3 (AP3), PISTILLATA (PI) Classe C: AGAMOUS (AG) In Anthirrinum Classe A: SQUAMOSA (SQUA) Classe B: DEFICIENS (DEF), GLOBOSA (GLO) Classe C: PLENA

A (AP1, AP2) specifica SEPALI A e B (AP3, PI) specificano PETALI B e C (AG) specificano STAMI C (AG) specifica CARPELLI A e C si reprimono reciprocamente C (AGAMOUS) controlla anche lo stato di crescita determinata del meristema. L’assenza di C fa si che il meristema continui a crescere e nel quarto verticillo si formi un nuovo fiore

Fenotipi dei mutanti omeotici fiorali secondo il modello ABC wt agamous1

apetala2 pistillata2

INTEGRAZIONE DEL MODELLO ABC ABCD Nel 1995 aggiunta la classe dei geni D Necessari a specificare l’identità dell’ovulo

INTEGRAZIONE DEL MODELLO ABCD Il mancato sviluppo di organi nelle posizioni corrette nei mutanti ABC dimostra che i geni ABC sono NECESSARI per specificare l’identità degli organi fiorali Sono anche sufficienti?

geni SEP Nel 2000 scoperti i geni di classe E geni SEPALLATA MODELLO ABCDE geni SEP sono NECESSARI per specificare l’identità degli organi fiorali appartengono alla famiglia dei geni MADS

SEP1, SEP2, SEP3, SEP 4. Sono simili nella sequenza e sono espressi in tutti i verticilli a partire dalla formazione del primordio fiorale

Mutanti sep singoli o doppi non mostrano fenotipo Tripli mutanti sep1 sep2 sep3 esibiscono un fenotipo simile a doppi mutanti BC Come ad esempio pi ag oppure ap3 ag (fiore formato da soli sepali) Nei tripli mutanti il fiore è formato interamente da sepali e i fiori sono indeterminati I geni SEP sono necessari per le funzioni dei geni di classe B e C

SEP4 sep1 sep2 sep3 : 1 verticillo sepali altri verticilli sepali omeotici (indeterminato) sep1 sep2 sep3 sep4: tutti i verticilli foglie omeotiche. Meristema fiorale indeterminato I geni sepallata sono necessari per la conversione delle foglie in organi fiorali

QUAL’E’ il meccanismo di interazione tra i geni ABC e i geni SEP ? Entrambi appartenenti alla classe MADS box e necessari per il corretto sviluppo degli organi fiorali Relazioni regolative a livello trascrizionale? (Ad esempio la trascrizione dei geni ABC può dipendere dai geni SEP o viceversa) NO SEP RNA si accumula in singoli mutanti ABC Espressione di ABC avviene nei tripli mutanti sep1 sep2 sep3

Proteine MADS si legano in vitro al DNA come omo o etero dimeri INTERAZIONE DIRETTA A LIVELLO DELLE PROTEINE ABC /SEP ETERODIMERIZZAZIONE

MODELLO DEL QUARTETTO 2 eterodimeri che interagiscono tra loro petali

Il modello ABCDE e il modello del QUARTETTO

GENI DI IDENTITA’ MERISTEMATICA (FMI) induzione FPI ABCDE sviluppo FMI

SUPPRESSOR OF CONSTANS1 (SOC1); LEAFY (LFY); APETALA1 (AP1) GENI DI IDENTITA’ MERISTEMATICA fattori di trascrizione necessari per la transizione da meristema vegetativo a fiorale e per la trascrizione dei geni di identità degli organi fiorali In Arabidopsis: SUPPRESSOR OF CONSTANS1 (SOC1); LEAFY (LFY); APETALA1 (AP1) LEAFY è il principale interruttore tra i geni di identità meristematica: interrompe la crescita vegetativa e accelera la transizione alla fase riproduttiva

CAULIFLOWER (CAL) AP1 e CAL hanno sequenze strettamente correlate e un pattern di espressione simile; all’inizio espressione in tutto il meristema, poi solo nel I e II verticillo del fiore Il gene CAULIFLOWER del cavolfiore coltivato ha un codone di stop che inattiva il prodotto genico Ciò previene la transizione dell’infiorescenza a meristema fiorale generando la ripetizione di meristemi dell’infiorescenza

L’ INDUZIONE DELLA FIORITURA

fioritura La fioritura e’ un fenomeno fotoperiodico il cambiamento della lunghezza del giorno può determinare l’inizio di un determinato processo fioritura

I ritmi circadiani e il fotoperiodismo hanno la proprietà comune FOTOPERIODISMO: capacità di misurare la lunghezza del giorno per produrre una risposta fisiologica in un determinato momento dell’anno I ritmi circadiani e il fotoperiodismo hanno la proprietà comune di rispondere a cicli giorno/notte

Effetto della latitudine sulla durata del giorno La risposta fotoperiodica è influenzata dalla latitudine alla quale la pianta cresce

Le piante possono essere classificate secondo la loro risposta fotoperiodica rispetto alla fioritura

E’ CRITICA LA DURATA DEL PERIODO DI BUIO

Fioritura ritmica in risposta a interruzioni del buio nella SOIA (SDP) (8h luce; 64buio) Int 26 h= massima fioritura Int 40 h= fioritura nulla

DURANTE IL PERIODO DI BUIO SI ALTERNANO FASI DI SENSIBILITA’ E DI INSENSIBILITA’ ALLA LUCE Nelle SDP (brevidiurne) la fioritura è indotta se l’interruzione del buio (alba) avviene dopo il completamento della fase sensibile alla luce Nelle LDP (longidiurne) si ha fioritura se l’interruzione della notte coincide con la fase sensibile alla luce

Ipotesi dell’ orologio (Bunning 1936) La fioritura è un fenomeno fotoperiodico ed è fondamentale la misura del trascorrere del tempo durante il periodo di buio Ipotesi dell’ orologio (Bunning 1936) La misura del tempo fotoperiodico si basa su di un ritmo circadiano in cui si alternano fasi di sensibilità e fasi di insensibilità alla luce La capacità del segnale luminoso di indurre la fioritura dipende dalla fase del ritmo endogeno in cui il segnale viene recepito

Quando il segnale luminoso è percepito durante la fase sensibile del ritmo si può avere induzione della fioritura (LDP) inibizione della fioritura (SDP) SDP: fioritura se l’impulso è recepito DOPO il completamento della fase sensibile LDP: fioritura se l’impulso è recepito DURANTE la fase sensibile

MODELLO DELLA “COINCIDENZA ESTERNA” LPD: L’ESPOSIZIONE ALLA LUCE DEVE ESSERE COINCIDENTE CON LA FASE SENSIBILE DEL RITMO ENDOGENO

COINCIDENZA ESTERNA L’orologio circadiano genera una fase inducibile dalla luce durante il ciclo giorno/notte La fioritura si ha quando una particolare durata del giorno espone le piante alla luce durante la fase inducibile Individuati i componenti molecolari : L’interazione tra il ritmo circadiano e la luce avviene a livello della trascrizione del gene CONSTANS (CO) e della stabilità della proteina espressa CONSTANTS determina direttamente la trascrizione del gene FLOWERING LOCUS T (FT) che è un potente induttore della FIORITURA

Nel normale ciclo giorno/notte il mRNA di CO mostra un ritmo giornaliero In condizioni di GIORNO BREVE si hanno elevati livelli di CO mRNA solo di notte In condizioni di GIORNO LUNGOelevati livelli di CO mRNa si raggiungono alla fine del periodo di luce

Deve esserci COINCIDENZA tra l’accumulo di mRNA del gene CO e la luce del giorno In modo da consentire l’accumulo della proteina CO

Fioritura di Arabidopsis in condizioni di LD

Modello della COINCIDENZA ESTERNA La luce ha due funzioni: Sincronizza l’orologio circadiano in modo da generare oscillazioni giornaliere di un regolatore chiave della fioritura con picco nel tardo pomeriggio regola l’attività di questo componente chiave

Come viene generato il ritmo giornaliero dei livelli della proteina CO? PhyB promuove la riduzione dei livelli di CO al mattino PhyA e criptocromi stabilizzano la proteina CO alla fine del giorno Durante la notte la proteina CO non stabilizzata è degradata

Induzione della fioriura in LPD e SPD Hd1: ortologo di CO ma è un inibitore della fioritura Hd3a ortologo di FT

.

Il segnale fotoperiodico è percepito nelle foglie e trasmesso all’apice meristematico IPOTESI DEL “FLORIGENO”

CO è espresso nel sistema vascolare delle foglie (cellule compagne del floema) CO promuove fioritura se espresso nelle foglie ma non se espresso nel MAV

mRNA di FT e la proteina possono migrare dalle foglie al MAV FT (FLOVERING LOCUS T) mRNA espresso nelle foglie mRNA di FT e la proteina possono migrare dalle foglie al MAV FT si lega al fattore di trascrizione FD espresso nel MAV Il complesso FT/FD attiva la trascrizione dei geni di identità meristematica (FMI) che determinano la transizione fiorale FT è il FLORIGENO

FT SOC1 LEAFY FPI FMI ABC LEAFY CAL AP1

FINE

modello dell’oscillatore centrale in arabidopsis morning genes (LHCB) + - evening genes luce + TOC1 + +