Banche di Credito Cooperativo La loro storia Le BCC nascono sul finire dell’800 sulla base di un modello erogazione del credito sviluppatosi in Germania da Friedrich Wilhelm Raiffeisen. Il modello si basa sul localismo e su motivazioni etiche di ispirazione cristiana. La prima Cassa Rurale italiana venne costituita nel 1883 a Loreggia (provincia di Padova), a opera di Leone Wollemborg, che prese a modello l'attività di Raiffeisen. Negli anni seguenti il nuovo modello si diffuse rapidamente; nel 1897 errano presenti ben 904 Casse Rurali.
Banche di Credito Cooperativo Cosa sono Art. 2 Statuto Nell’esercizio della sua attività, la Società si ispira ai principi dell’insegnamento sociale cristiano e ai principi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata. La Società ha lo scopo di favorire i soci e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promovendo lo sviluppo della cooperazione, l’educazione al risparmio e alla previdenza, nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera. La Società si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune. È altresì impegnata ad agire in coerenza con la Carta dei Valori del Credito Cooperativo, e a rendere effettive forme adeguate di democrazia economico-finanziaria e lo scambio mutualistico tra i soci nonché la partecipazione degli stessi alla vita sociale.
Banche di Credito Cooperativo I loro numeri oggi 4.300 sportelli; 1.251.000 soci; 36.000 dipendenti; 195 miliardi di euro di raccolta complessiva; di cui 161 miliardi da clientela; 133 miliardi di euro di impieghi; 20 miliardi di euro di patrimonio.
I «perché» della riforma nelle piccole banche Variabili esogene Sfide imposte dalla globalizzazione e dall’innovazione tecnologica. Evoluzione della normativa. Agevolare l’attività di vigilanza attraverso una riduzione del numero della banche vigilate. Variabili endogene Necessità di aumentare gli attuali livelli di redditività e quindi per agevolare l’autofinanziamento e quindi la patrimonializzazione. Voto capitario e limiti al possesso azionario. Migliorare i livelli di efficienza. Necessità di ridurre i costi, anche mediante sinergie rivenienti da operazioni di fusione.
La riforma delle «piccole» banche Banche Popolari Decreto legge del 24 gennaio 2015, legge di conversione del 24 marzo 2015, nr. 33 - Misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti. Trasformazione in spa per quelle con attivi superiori a 8 miliardi.
La riforma delle «piccole» banche Banche di Credito Cooperativo Decreto Legge nr. 18/2016, convertito nella legge nr. 49/2016 Obbligo di adesione di ogni BCC a un Gruppo Bancario Cooperativo Condizione per il rilascio (e il mantenimento) dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività bancaria in forma di BCC
La riforma delle Banche di Credito Cooperativo I punti fondamentali della riforma Mantenimento dei caratteri mutualistici delle banche della categoria e quindi anche della loro storica vocazione territoriale «Contratto di coesione» che attribuisce alla «capogruppo» poteri di direzione e coordinamento proporzionati alla rischiosità delle aderenti (principio di proporzionalità)
La riforma delle Banche di Credito Cooperativo Nascita di 2 «capogruppo». ICCREA BANCA CASSA CENTRALE BANCA Ogni BCC dovrà decidere a quale gruppo aderire.
La riforma delle Banche di Credito Cooperativo I «diritti» e i «doveri» di ogni BCC Ogni BCC dovrà mettere a disposizione del gruppo al quale intenderà aderire il proprio patrimonio. Ogni BCC sarà dotata di un livello di autonomia (imprenditoriale, organizzativa, commerciale) coerente al proprio profilo di rischiosità. Ogni BCC dovrà ricevere servizi adeguati dal gruppo di appartenenza per il raggiungimento degli obiettivi attesi. Potere di escludere una BCC dal gruppo in caso di gravi violazioni degli obblighi previsti dal contratto e di irrogare altre misure sanzionatorie graduate in relazione alla gravità della violazione.
La riforma delle Banche di Credito Cooperativo Le opportunità legate alla riforma Rafforzamento della reputazione e maggiore «peso» istituzionale (aumentare la percezione di solidità). Approvvigionamento delle risorse finanziarie a costi più bassi (es. covered bonds). Maggiore efficienza attraverso delle economie di scala, la centralizzazione di alcuni acquisti, l’eliminazione di duplicazioni, la semplificazione di architetture societarie e la reingegnerizzazione dei processi.
La riforma delle Banche di Credito Cooperativo Le prime sfide del/i nuovo/i gruppo/i Gestione delle BCC in situazioni di criticità. Razionalizzazione della distribuzione territoriale delle BCC. Interventi sul personale (strutturali e gestionali).