LA DOMANDA
L’UTILITA’ La teoria della domanda si propone di spiegare i criteri che guidano il consumatore nelle sue decisioni di spesa: quali beni acquista? quali quantità di ogni bene acquista? Il concetto di utilità in economia corrisponde alla capacità dei beni di soddisfare i bisogni delle persone. Ogni individuo è caratterizzato da un insieme di bisogni gusti e preferenze del tutto personale e trova i beni più o meno utili alle sue esigenze personali.
L’utilità totale è la soddisfazione complessiva che l’individuo ricava dal consumo di varie unità di un determinato bene. Il consumo di dosi aggiuntive di un bene, ad un certo punto, può dare sazietà e addirittura disgusto (disutilità). L’ utilità marginale è il piacere che si ricava dal consumo dell’ultima unità di quel bene. Si pensi ad un uomo disperso nel deserto: il primo bicchiere di acqua avrà un’utilità elevatissima, il decimo bicchiere d’acqua avrà un’utilità molto più bassa. Se si bevono 10 bicchieri d’acqua, l’utilità totale sarà data dall’utilità associata al 1° bicchiere, più quella del 2° bicchiere, più quella del 3° …, 4° …. fino a quella del 10°. L’utilità marginale è l’utilità associata all’ultimo bicchiere di acqua bevuto, cioè il benessere che il 10° bicchiere d’acqua apporta.
LA FUNZIONE DELL’UTILITA’ TOTALE S = punto di sazietà Disutilità La curva cresce con incrementi decrescenti Q
IL PRINCIPIO DELL’UTILITA’ MARGINALE DECRESCENTE L’utilità totale è crescente fino a certi livelli (man mano che assumono dosi del bene, l’utilità complessiva aumenta, fino a quando non si raggiunge la sazietà; se si assumono dosi ulteriori del bene, l’utilità totale non aumenta). L’utilità marginale è decrescente, poiché all’aumentare del consumo di un bene, otteniamo dalle ultime unità consumate una soddisfazione via via sempre minore. L’utilità marginale dell’ultimo bicchiere è più bassa di quella associata ai bicchieri precedenti. L’utilità totale aumenta, ma con incrementi via via decrescenti, per poi stabilizzarsi (punto S: punto di sazietà), e infine diminuire (disutilità).
Nella prima colonna sono rappresentate le dosi consumate del bene Nella prima colonna sono rappresentate le dosi consumate del bene. La seconda colonna rappresenta l’andamento dell’utilità marginale; la terza quello dell’utilità totale. Dosi U marg U tot 1 10 2 9 19 3 7,5 26,5 4 6 32,5 5 3,5 36 7 - 1 35
Man mano che si bevono bicchieri d’acqua (dosi), ad ogni bicchiere aggiuntivo è associata un’utilità marginale via via minore, secondo il principio dell’utilità marginale decrescente: il primo bicchiere avrà un’utilità elevatissima (10), il secondo bicchiere avrà un’utilità alta, ma un po’ più bassa di quella associata al 10 °, e così via fino al sesto bicchiere che non apporterà alcun beneficio (utilità marginale = 0) e al settimo bicchiere che darà addirittura fastidio. L’utilità totale si ottiene sommando le utilità marginali delle dosi consumate (quindi le singole utilità associate ad ogni bicchiere): se ad esempio si bevono tre bicchieri, il 1° avrà un utilità pari a 10, il 2° pari a 9, il terzo pari a 7,5. L’utilità totale sarà data da: 10 + 9 + 7,5 = 26,5.
LA FUNZIONE DELL’UTILITA’ MARGINALE U marg S = punto di sazietà Disutilità Q
FATTORI CHE INFLUENZANO LA QUALITA’ E QUANTITA’ DEI BENI ACQUISTATI REDDITO FATTORI CHE INFLUENZANO LA QUALITA’ E QUANTITA’ DEI BENI ACQUISTATI PREZZO GUSTI E MODA
LA LEGGE DELLA DOMANDA A parità di altre condizioni (“ceteris paribus”), vi è una relazione inversa tra il prezzo e la quantità domandata dal consumatore. Se il prezzo aumenta, la quantità domandata diminuisce, e viceversa. Infatti se il prezzo di un bene aumenta, il consumatore può decidere di rinunciare al bene oppure può acquistare un bene succedaneo.
LA FUNZIONE DELLA DOMANDA INDIVIDUALE Q = f (p) P Se P , allora Q Q
L’ELASTICITA’ DELLA DOMANDA RISPETTO AL PREZZO Dobbiamo ora approfondire il discorso chiedendoci «quanto» l'aumento di prezzo fa diminuire la quantità domandata del bene. La relazione tra prezzo e quantità domandata non è uguale per ogni bene. Ad esempio per i beni di prima necessità e per i beni difficilmente sostituibili (benzina), sensibili variazioni del prezzo non determinano ampie variazioni della quantità domandata. Per i beni secondari e i beni voluttuari, invece, minime variazioni del prezzo, possono determinare rilevanti variazioni della quantità domandata. Introduciamo dunque il concetto di elasticità della domanda. L'elasticità della domanda rispetto al prezzo misura il rapporto fra la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del prezzo che l'ha provocata.
DOMANDA ELASTICA E DOMAND RIGIDA Bene a domanda elastica (bene voluttuario: caviale) Bene a domanda rigida (bene necessario: latte) P P Q Q
ELASTICITA’ DELLA DOMANDA RISPETTO AL PREZZO E’ il rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del prezzo. Ep = Variazione % QD Variazione % P
ELASTICITA’ DELLA DOMANDA RISPETTO AL PREZZO LA DOMANDA PUO’ ESSERE: ELASTICA se Ep > 1 (beni di lusso o facilmente sostituibili) RIGIDA se Ep < 1 (beni di prima necessità) AD ELASTICITA’ UNITARIA se Ep = 1
GLI SPOSTAMENTI DELLA CURVA DELLA DOMANDA LA DOMANDA AUMENTA SE: Aumenta il reddito Diminuisce il prezzo dei beni complementari Aumenta il prezzo dei beni succedanei Vi è un maggiore gradimento da parte dei consumatori (gusti, moda, pubblicità …)
LA DOMANDA DIMINUISCE SE: Diminuisce il reddito Aumenta il prezzo dei beni complementari Diminuisce il prezzo dei beni succedanei Vi è un minor gradimento da parte dei consumatori (gusti, moda, pubblicità …)
Una variazione del reddito del consumatore o dei suoi gusti determina spostamenti della curva della domanda nel piano. Ad esempio se il reddito aumenta (o se i suoi gusti lo portano ad apprezzare di più il bene oppure se la moda o la pubblicità …), il consumatore sarà disposto ad acquistare una quantità maggiore del bene, anche se il prezzo rimasto invariato. Nel caso di un aumento del reddito, la curva della domanda si sposta verso destra (ad ogni livello di prezzo il consumatore è disposto ad acquistare una quantità maggiore del bene). Nel caso di una riduzione del reddito, la curva della domanda si sposta verso sinistra.
SPOSTAMENTI DELLA CURVA DELLA DOMANDA IN CONSEGUENZA DI UN AUMENTO DEL REDDITO O DI UN MAGGIOR INTERESSE PER IL BENE P Q
DALLA DOMANDA INDIVIDUALE ALLA DOMANDA DI MERCATO La domanda di mercato di un bene è data dalla somma delle domande individuali di tutti i consumatori per ogni livello di prezzo. Ogni consumatore ha una propria curva della domanda, perché le persone non sono identiche; infatti esistono alcune condizioni (reddito monetario, gusti...) che, a parità di prezzo, fanno variare la domanda del singolo. Sommando per ogni livello di prezzo le quantità domandate da ogni singolo consumatore, si ottiene la domanda di mercato. La curva di domanda di mercato è data dalla somma orizzontale delle curve individuali relative ai vari consumatori. Anche per tale curva vi è una relazione inversa tra prezzo e quantità domandata da parte di tutti i consumatori.
LA DOMANDA DI MERCATO P1 Q1 Q2 Q1 + Q2
Esistono alcuni beni il cui consumo aumenta all’aumentare del prezzo. I BENI DI GIFFEN Esistono alcuni beni il cui consumo aumenta all’aumentare del prezzo. Si tratta di beni inferiori, di largo consumo, privi di sostituti e che costituiscono una percentuale elevata della spesa per i consumi. Tali beni vengono chiamati beni di Giffen dall’economista scozzese che per primo li evidenziò. Le patate erano l’alimento principale nella dieta della popolazione irlandese dell’Ottocento. Nel 1845 una malattia distrusse gran parte del raccolto, determinando un aumento del prezzo. Tale aumento di prezzo impoverì la popolazione, che ridusse il consumo di carne, sostituendola con le patate.
LA RELAZIONE REDDITO - CONSUMO FATTORI CHE INFLUENZANO LA QUALITA’ E QUANTITA’ DEI BENI ACQUISTATI PREZZO GUSTI E MODA
Variazioni del reddito non producono gli stessi effetti su tutti i tipi di beni. Per i beni normali, se il reddito aumenta, il loro consumo aumenta in misura contenuta. Per i beni di lusso, il consumo aumenta in misura più che proporzionale. Per i beni inferiori, cioè di scarsa qualità, il consumo diminuisce all’aumentare del reddito. Ad esempio nei Paesi poveri si consuma proporzionalmente più pane, riso e patate. Nei Paesi più ricchi si consuma più carne e pesce. Nei Paesi più ricchi la maggior parte del reddito viene spesa in beni normali o di lusso.
LA LEGGE DI ENGEL All’aumentare del reddito, il consumo dei beni di lusso cresce in misura più che proporzionale, il consumo dei beni normali pima cresce e poi si stabilizza, il consumo dei beni inferiori diminuisce. Consumo Reddito Reddito Reddito Beni normali Beni di lusso Beni inferiori Più povera è una famiglia, maggiore sarà la proporzione della sua spesa totale che deve essere destinata all’acquisto di generi alimentari. Più è ricco uno Stato, minore sarà la proporzione di generi alimentari nella spesa totale.
IL PREZZO DEGLI ALTRI BENI A parità di altre condizioni, la domanda di un bene è in relazione inversa rispetto al prezzo dei beni complementari e in relazione diretta rispetto al prezzo dei beni succedanei. Due beni si dicono complementari quando devono essere impiegati insieme per soddisfare un bisogno (automobile e benzina), mentre si dicono succedanei quando soddisfano lo stesso bisogno e possono sostituirsi (automobile e treno).
La quantità domandata di un bene è in relazione col prezzo dei beni complementari e dei beni succedanei: se aumenta il prezzo di un bene complementare, la quantità domandata del bene diminuisce (se aumenta il prezzo della benzina i consumatori tendono a diminuire la loro domanda di automobili), e viceversa; se aumenta il prezzo di un bene succedaneo, la quantità domandata del bene aumenta (se aumenta il prezzo del biglietto ferroviario i consumatori tendono ad aumentare la loro domanda di automobili...), e viceversa.
SPOSTAMENTO DELLA CURVA DELLA DOMANDA IN CONSEGUENZA DI UN AUMENTO DEL PREZZO DEL BENE SUCCEDANEO (DOMANDA DELLA MARGARINA DOPO UN AUMENTO DEL PREZZO DEL BURRO) P della margarina Q di margarina
SPOSTAMENTO DELLA CURVA DELLA DOMANDA IN CONSEGUENZA DI UN AUMENTO DEL PREZZO DEL BENE COMPLEMENTARE (DOMANDA DI CASCHI DOPO UN AUMENTO DEL PREZZO DEI MOTORINI) P dei caschi Q di caschi