Governance economica europea

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Transcript della presentazione:

Governance economica europea Introduzione dell’Euro (1999-2002)  fine tassi di cambio variab. tra monete fuse in € BCE (1998) e SEBC: Politica Monetaria accentrata e indipendente da Potere Politico Politica monetaria = tassi d’inter.+ quantità di moneta circolante x obiettivi economico-sociali (occupaz. / crescita / stabilità prezzi) BCE: solo stabilità prezzi (inflaz.  2%) Cosa resta agli Stati? Indipendenza BC nella politica monetaria: esigenza affermatasi con inconvertibilità in oro moneta, per cui tutto si basa su fiducia dei cittadini in istituzione che emette moneta… (pericolo che Governo emetta moneta per finanziare i deficit e x vantaggi economici a breve periodo, ‘elettorali’, producendo inflazione) {TFUE: indipendenza di Governatore BCE, 8 anni non rimovibile; e Governatori BC naz., 5 aa.} BCE: Consiglio direttivo (Gov. Banche centrali nazionali)+Comitato esecutivo (1 pres. e 1 Vice+4 membri, tutti e 6 nominati da Cons eur); decisioni su politica monetaria prese a maggioranza (senza “voto ponderato”, come FMI o Banca mondiale; ogni membro vale 1: stessa logica della Corte di giustizia, organo tecnico e imparziale che si limita ad applicare norme giuridiche; qui si tratta di “regole” economiche…) Art. 119.2 TUE: …politica monetaria e di una politica del cambio uniche, che abbiano l'obiettivo principale  di mantenere la stabilità dei prezzi e, fatto salvo questo obiettivo, di sostenere le politiche economiche generali nell'Unione conformemente al principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza

Governance economica europea Euro e BCE:  Stati perdono: 1) Potere di svalutare moneta naz. (manovrare il cambio) 2) politica monetaria (inflaz.-occupaz.) Conservano: politiche fiscali, di bilancio, industriali MA tra requisiti per accesso/permanenza a/nell’€: Bilancio pubblico “sano” Parametri di Maastricht: 3% deficit/PIL 60% debito pubblico/PIL Ratio dei vincoli numerici (parametri Maastricht): Correlazione tra 60% e 3%: media dei debiti p. nell’UE all’epoca; crescita nominale del 5% annuo, di cui 3% reale e 2% da inflazione, rapporto coerente con 60% DP sarebbe stato 3% Deficit/Pil… Ma soglie del tutto arbitrarie (non correlate alla crescita): vera ratio è quella di autodisciplinare Stati, per rendere più credibili regole su divieto di salvataggio, cioè rendere stabile l’€ (quanto lo era il marco). Disavanzi eccessivi: Italia 2009, Deficit al 5,5% del PIL; procedura d’infrazione si conclude nel 2013, dopo rientro entro 3% nel 2012 (misure di rigore tra 2011-2012). Nel 2013, debito/PIL: 134,7% Politiche di cambio assorbite da UE: Art. 219 (in caso di Sistemi di cambio regolati con monete di Stati terzi: decide Consiglio all’unanimità; in assenza di sistemi di cambio regolati, decide BCE sulla base di orientamenti generali Consiglio, su proposta BCE o Comm.)

Euro e bilanci pubblici “sani”: Debito Pubblico = strumento di pol. econ. che resta in mano a Stati m., ma… rischi indebitamento restano in capo a Stati… TFUE (a. 123) vieta finanziamento monetario del disavanzo pubb. BCE  prestatore di ultima istanza (OMT? QE?) Divieto di salvataggio degli Stati (a. 125 TFUE) Art. 123.1 TFUE  No prestiti da BCE/BC naz. a soggetti pubblici (dell’UE o nazionali), compreso l’acquisto diretto di titoli di stato [sul mercato secondario? OMT di Draghi: promessa di acquisti titoli pubblici sotto attacco speculativo a un tasso predeterminato, ma solo per Stati che accettino l’assistenza finanziaria del MES (quindi il commissariamento della Troika e i pesanti condizionamenti degli Stati creditori): annunciato nel 2012, mai effettivamente praticato; ratio degli OMT: superare perturbazioni che gli spread sui titoli pubblici causano alla trasmissione della politica monetaria unica della BCE: banche private degli Stati tendevano a praticare tassi d’interesse all’economia reale allineandosi a tassi praticati sui titoli pubblici del proprio Stato anziché ai tassi cui spingeva la BCE]; Quantitative easing: acquisto di titoli sia pubblici che privati posseduti da banche private, per immettere liquidità nel sistema finanziario e sollecitare il credito all’economia reale da parte delle banche: 80% degli acquisti gravano su singole Banche centrali (rischio non condiviso dall’intero Sistema: BCE assume rischio solo per 20% titoli acquistati): pp. 69-70, di A. Guazzarotti, Crisi dell’euro e conflitto sociale) Art. 125.1: L'Unione non risponde né si fa carico degli impegni assunti dalle amministrazioni statali, dagli enti regionali, locali, o altri enti pubblici, da altri organismi di diritto pubblico o da imprese pubbliche di qualsiasi Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto economico specifico. Gli Stati membri non sono responsabili né subentrano agli impegni dell'amministrazione statale, degli enti regionali, locali o degli altri enti pubblici, di altri organismi di diritto pubblico o di imprese pubbliche di un altro Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto specifico. Verde 2012 (283ss.): Inflaz ‘aiuta’ governi alle prese con elevato Deb. Pub.  problema credibilità della politica monet. (stabilità prezzi)  No Bail-out Moral hazard (non deve potersi contare su solidarietà) / Ma fallimento SM fallimenti Banche private che ne detengono i titoli  Poco credibile il ‘No bail-out’ (mera minaccia): SM potrebbero puntare a ‘sorpresa inflazionistica’; aumento deficit pubblici  aumento redditività titoli pubblici, innesca crescita dei prezzi e inflazione, interferendo su politica monetaria di inflation targeting… ERGO: nec. ulteriori vincoli, stavolta direttamente sulle politiche di bilancio dei singoli Stati m. (non mero divieto di solidarietà tra Stati) Ratio dei vincoli numerici (parametri Maastricht): Correlazione tra 60% e 3%: media dei debiti p. nell’UE all’epoca; crescita nominale del 5% annuo, di cui 3% reale e 2% da inflazione, rapporto coerente con 60% DP sarebbe stato 3% Deficit/Pil… Ma soglie del tutto arbitrarie (non correlate alla crescita): vera ratio è quella di autodisciplinare Stati, per rendere più credibili regole su divieto di salvataggio, cioè rendere stabile l’€ (quanto lo era il marco). Ratio? Credibilità €… divieto ‘salvataggio’ Stati puntellato da vincoli di bilancio (parametri di Maastricht)

Vigilanza, correttivi e sanzioni Modifiche nel 2011 (Six Pack): obbligo riduzione 1/20 all’anno della quota eccedente il 60% deb/Pil Proposta Com semi-vincolante (“reverse majority”), ma solo x 3% Controllo preventivo su politiche econ. naz. (Semestre eur./squilibri macroecon. eccess.) Patto di stabilità e crescita (’97): Procedura x disavanzi eccessivi (Com/Cons.) Sanzioni (ammende) Solo x violaz. del 3% deficit/Pil Discrezionalità del Consiglio “reverse majority”: proposte Commissione si considerano adottate se non vengono, entro 10 gg., respinte a maggioranza qualificata del Consiglio (‘minoranza di blocco’ può essere raggiunta da Germania, Austria, Olanda e Finlandia messe assieme…: A. Guazzarotti, Crisi dell’euro e conflitto sociale, p. 134, nt. 10). Ulteriore novità del Six Pack: spesa pubblica non può aumentare più velocemente della crescita potenziale del PIL a medio termine, se non coperta da entrate adeguate. Six Pack= 5 regolamenti e 1 direttiva a modificare Patto di stabilità e crescita (Reg. del 1466/1997). Fiscal Compact: inasprisce (per Eurozona) i vincoli del Six Pack (contiene anche clausola di elasticità, che consente di scomputare da vincoli di bilancio le spese per investimenti, ma solo per Stati che rispettano i parametri sulla riduzione del deficit e del debito…) Obbligo riduzione di 1/20 all’a. del debito: per Italia in vigore da esercizio 2015, con 3-3,5% PIL annuo di riduzione (rimandato al 2017).

Squilibri macroeconomici eccessivi Procedura di sorveglianza che si aggiunge a Patto di stabilità e proc. disavanzi eccess. {Crisi Irlanda/Spa.: debiti privati (bolle speculat.)} Fattori di rischio monitorati: 1)Ricchezze immobil. 2)bilancia commerciale 3)indebit. privato; 4)costo del lavoro; 5) disoccupaz. etc. Indicatori stabiliti da Commissione Esame approfondito Com su Stati a rischio Raccomandaz. Comm/Cons. assistite da sanzioni (ammende) [reverse majority rule] Monitoraggio di squilibri NON SOLO nel sett. Pubblico (deficit/debito pub) MA ANCHE nel Privato, con particolare riferimento a impatto su saldi esteri (bilancia pagamenti in deficit può essere più grave di deficit/debito pubb.: vera causa della crisi è il debito estero, non quello pubblico, degli stati ‘deboli’ dell’area €: Com riconosce ciò solo nel 2012): A. Guazzarotti, Crisi dell’euro e conflitto sociale, p. 18s.; 36s.; 107s. Reg. 1174/2011, sulle misure esecutive per la correzione degli squilibri macroeconomici eccessivi della zona euro: laddove lo stato responsabile di tali squilibri ometta ripetutamente di dar seguito alle raccomandazioni del Consiglio ECOFIN, possa essere condannato a una sanzione annua fino allo 0,1% del PIL fino all’adozione delle misure correttive; le proposte della Commissione, in questa procedura come in quella tradizionale per disavanzi pubblici eccessivi, sono state rafforzate dalla nuova regola della c.d. “reverse majority”, per cui si considerano adottate se non vengono respinte a maggioranza qualificata del Consiglio. Reg. 1176/2011: gli indicatori utilizzati per l’individuazione degli squilibri macroeconomici tendono ad abbracciare ambiti sempre più vasti dell’originario nucleo del disavanzo e dell’indebitamento pubblico, includendo, ad es., il tasso di disoccupazione e il costo del lavoro. Stati oggetto di Raccomandaz. devono sottoporre “piano d’azione correttivo”, con misure specifiche (riforme), sub monitoraggio della Commissione (e BCE per eurozona) con missioni di sorveglianza rafforzata “sul posto” (sorta di commissariamento dello Stato); proposta della Com che accerta inadempimento si ritiene adottata se Cons entro 10 gg. non la rifiuta a magg. qualificata

Vincolo dell’equilibrio di bilancio 3% Deficit/PIL “nominale” non basta più: Equilibrio ≠ Pareggio (entrate = uscite + divieto d’indebitamento) Deficit (saldo) “strutturale”= al netto degli effetti del ciclo economico e delle misure una tantum Saldo str.= saldo nom. - componente ciclica - una tantum Obiettivo di bilancio a medio termine (OMT) specifico x ogni Stato (calcolato da COM UE) Saldo strutturale annuo può scostarsi di 0,5% PIL da OMT (1% per Stati con Debito ben < 60% PIL) {ma sempre entro 3% Deficit/PIL nominale} Effetti del ciclo economico “avverso” da scorporare: es. “stabilizzatori automatici” (cassa integrazione per lavoratori di industrie che riducono produz; indennità disoccupazione); riduzione delle imposte per calo delle vendite (IVA) Com/Cons possono autorizzare scostamento temporaneo da OMT in caso di eventi eccezionali o grave recessione Deficit strutturale  anche Stato senza Deficit (nominale) può violare equilibrio di bilancio: se ciclo econ. favorevole, entrate “gonfiate” da crescita dell’economia (es. aumento IVA) vanno depurate di tale componente ciclica (o da misure una tantum: es. condono); da scomputo potrebbe comunque risultare una situazione di deficit (uscite non compensate da entrate nel lungo periodo) Stato obbligato a riforme (manovre “anticiliche”) che creino un avanzo. Ogni qualvolta il tasso di crescita effettivo dell'economia rimane al di sotto del tasso di crescita potenziale, occorre depurare il bilancio dagli effetti connessi a questo minor prodotto (ma assai complicato calcolare il “tasso di crescita potenziale”); la correzione per l'andamento ciclico dell'economia dovrebbe agire simmetricamente sia nelle fasi avverse per giustificare un deficit, sia nelle fasi favorevoli, obbligando ad un avanzo.

Deficit nominale e ‘strutturale’ Saldo nominale: DEFICIT < 3% del PIL effettivo Saldo strutturale: [nominale – (una tantum + effetti del ciclo economico)] < 0,5 del PIL (OMT)* Effetti ciclo econ.: ‘Output gap’: differenza tra PIL effettivo e PIL ‘potenziale’ (crescita nazionale in condizioni di pieno impiego fattori produttivi…) Fattore sottoimpiegato principale: forza lavoro (‘piena occupazione’ – ‘disoccupazione strutturale’)  COM UE calcola in modo sfavorevole all’Italia  più aumenta recessione più aumenta disocc. strutt. {2007: 7% disocc. strutt.  2014: 11% …}**  Risultato: effetti ‘pro-ciclici’ nuove regole UE e nuovo 81 Cost. * Obiettivo di Medio Termine (OMT): valore del saldo strutturale, normalmente negoziato ogni tre anni a livello europeo, come «tappa di avvicinamento» al limite del 60% debito/PIL (x l’Italia l’OMT = 0, scostamento tollerato: 0,5 del PIL; debito/PIL attuale (2016): 132% c.ca) Effetti ‘prociclici’ insiti nel calcolo dell’output gap da parte di COM: A. Guazzarotti, Crisi dell’euro e conflitto sociale, p. 94. ** La Voce.info. 04.11.14 Carlo Cottarelli, Federico Giammusso e Carmine Porello LA CADUTA DEL PIL EFFETTIVO E POTENZIALE DOPO LA CRISI La bassa crescita/recessione del Pil effettivo impatta sulla stima del Pil potenziale mediante procedure statistiche [adottate dalla Com UE] che finiscono per accentuare l’intensità di tale relazione al prolungarsi della crisi… Recenti stime della relazione tra inflazione e disoccupazione (la cosiddetta curva di Phillips) per l’Italia suggeriscono che la disoccupazione dovuta a carenza di domanda è pari a circa 4 punti percentuali, contro i soli 2 punti stimati con l’approccio UE. Una sottostima del Pil potenziale produce un output gap – la distanza tra Pil potenziale ed effettivo – troppo contenuto, che a sua volta implica disavanzi strutturali troppo elevati, richiedendo così un aggiustamento di bilancio eccessivo. Tra l’altro, la dimensione dell’output gap è rilevante per valutare se possono essere attivati alcuni margini di flessibilità nell’ambito del Patto di stabilità e crescita. Nel caso italiano, con l’approccio attuale il tasso di crescita potenziale risulterebbe negativo. Questo significa che qualsiasi tasso di crescita positivo ridurrebbe l’output gap e, di conseguenza, richiederebbe una riduzione del disavanzo nominale anche solo per mantenere inalterato il saldo strutturale. È come nuotare contro corrente: si nuota solo per restare fermi. Ipotizziamo, invece, uno scenario che dia maggior rilievo alla carenza della domanda aggregata. (…) In tale caso, il deficit strutturale avrebbe sostanzialmente raggiunto il pareggio già a partire dal 2012. Perfino con un tasso di crescita potenziale pari a zero, l’Italia avrebbe ormai raggiunto un bilancio in pareggio in termini strutturali, il nostro obiettivo di medio termine secondo le regole UE. [Attuale situazione macroeconomica eccezionale] rende le conseguenze di una sottostima del Pil potenziale – e dunque di un’eccessiva austerity – potenzialmente ben più gravi di quelle connesse a una sovrastima, alla luce dei rischi di stagnazione e deflazione.

Semestre europeo Com Annual Growth Survey (gennaio) Cons. eur. Linee guida su politiche econ./bilancio naz. (marzo) Stati Progr. di stabilità/Prog. Naz. Rif. (aprile) Com/Cons/Cons eur Raccomandaz. agli Stati (giugno-luglio) Controlli prev su bilanci statali: Stati entro 15/10 DDL bilancio  Com/Eurogruppoparere (+ ev. richiesta revisione), sotto minaccia di proced. deficit eccess.

FONDI “Salva-Stati” Meccanismo europeo di stabilità (MES: Trattato extra UE, per Eurozona) Assistenza finanziaria (prestiti) a Stati a rischio di default Subordinata a “rigorosa condizionalità” (nuovo art. 136.3 TFUE) Presupposto: ratifica del “Fiscal Compact” Programma di aggiustamento macroecon. “negoziato” con la c.d. troika (Com/BCE/FMI) Extra vincoli del rispetto diritti fond. (Carta di Nizza)? MES: organizzazione intergovernativa fondata su trattato “extra UE”, con struttura simile a FMI (voto “ponderato” dei rappresentanti dei governi naz. proporzionale a quote versate nel fondo); capitale versato da Stati eurozona pari a 700 miliardi €; MES raccoglie fondi sul mercato emettendo buoni fruttiferi con scadenza fino a 30 aa. Assistenza solo per Paesi che hanno (ex Fiscal Compact) introdotto (possibilmente con regole cost.) l’obbligo dell’equilibrio di bilancio (nuovo art. 81 Cost. it.) Problemi: decisioni macchinose, che saltano poteri di veto incrociati degli Stati (direttamente coinvolti i Gov. naz.; in Germania, nec. previa autorizzaz. con legge del Parlam. per ogni singolo prestito…) Vincoli al MES e agli accordi raggiunti con gli Stati (Memorandum of Understanding): si applica Carta di Nizza? No: Caso Pringle della Corte di giustizia (2012), ma Regolam. 2013 sembra ‘comunitarizzare’ in parte tali atti… Asimmetria nella concessione dei prestiti del MES: se, in via ordinaria, tale decisione richiede l’unanimità degli Stati sottoscrittori delle quote del MES, in caso d’urgenza è sufficiente l’85% dei voti. Visto che il voto è, però, ponderato e non eguale (proporzionale alla quantità di denaro attribuito da ogni Stato al MES, come avviene nel FMI), la minoranza di blocco (superiore al 15%) è detenuta da soli tre Paesi, singolarmente: Germania (27,14%), Francia (20,38%) e Italia (17,91%), ma di questi tre, presumibilmente, solo la Germania sarà politicamente in grado di esercitare il potere di veto (posto che Italia e Francia sono Stati teoricamente a rischio di chiedere, nel futuro, assistenza finanziaria): A. Guazzarotti, Crisi dell’euro e conflitto sociale, p. 134.

Spezzare intreccio tra crisi bancarie e Debito pubb. Unione bancaria Sorveglianza BCE su banche private Eurozona Meccanismo Unico di Risoluzione crisi bancarie (Fondo Unico di Risoluzione) Single Rule Book {Fondo europeo di garanzia dei depositi (inattuato)} Ratio? Spezzare intreccio tra crisi bancarie e Debito pubb. (evitare che contribuenti siano chiamati, con tasse, a coprire fallimenti banche private  Bail-in) Cfr. pp. 63-70 di A. Guazzarotti, Crisi dell’euro e conflitto sociale