Spunti di discussione E-government, ICT e federalismo Alfonso Fuggetta 4/17/2018 Spunti di discussione E-government, ICT e federalismo Alfonso Fuggetta Politecnico di Milano & CEFRIEL Alfonso.Fuggetta@polimi.it http://www.cefriel.polimi.it/~alfonso
Premessa Vorrei fare alcune osservazioni su aspetti tecnologici, istituzionali e strategici relativi allo sviluppo dell’e-government. Utilizzerò il termine “servizio” soprattutto nell’accezione di “servizio informatico”. Le osservazioni, anche laddove possano apparire critiche, vogliono essere costruttive. Alcuni documenti: Astrid. Federalismo informatico e rinnovamento delle istituzioni: dieci tesi sull’e-government. Roma, Marzo, 2002. Ministro per l’innovazione e le tecnologie. Linee guida del Governo per lo sviluppo della Società dell’Informazione nella legislatura. Roma, Giugno 2002. A.Fuggetta. ICT e strategie di e-government del sistema paese. In corso di pubblicazione su “Sviluppo e organizzazione”. Disponibile in draft all’indirizzo http://www.cefriel.it/~alfonso.
1. Ovvietà: software ≠ ponte Il software e le tecnologie informatiche hanno caratteristiche peculiari che le differenziano sostanzialmente da altri “manufatti”. Facciamo un esempio: Ponte: Un ponte non si può “copiare” e “incollare”. Di un ponte posso riusare (forse) il progetto. Un singolo ponte soddisfa un bisogno puntuale/locale. Software: Il software può essere copiato a piacimento. Il software è, almeno potenzialmente, completamente riusabile. Un singolo prodotto software o perfino una singola installazione di un sistema informatico può risolvere lo stesso problema su scala mondiale (tramite Internet). Tutto ovvio, appunto, ma con conseguenze non banali …
2. Internet cancella la geografia «Abito a Stradella (PV) e cerco lavoro “vicino casa”» I servizi su Internet non possono essere concepiti e sviluppati come dirette trasposizione sulla rete del servizio “classico”! «Posso andare a lavorare in vari posti … » Avrebbe senso avere cinque siti di incontro domanda-offerta, uno per provincia (e forse anche di più)? Rozzano (MI) Borghetto Lodigiano (LO) A maggior ragione, avrebbe senso che ciascuna provincia sviluppi un proprio software di incontro domanda-offerta? Tortona (AL) Piacenza
3. Il valore aggiunto è nell’effetto sistema Due aspetti cruciali: Back-end Strategia EAI TCP/IP, VPN, … Reti regionali Rete nazionale/SPC SOAP, UDDI, .Net, … Notifica eventi, … Architetture e Interfacce applicative
4. Chi fa front-end e back-end? È importante che ogni amministrazione realizzi i propri servizi di back-end secondo standard condivisi. Solo così i front-end potranno offrire valore aggiunto. La realizzazione dei back-end può essere fatta in outsourcing/cooperazione. È essenziale che vengano definite le strategie di EAI. Ma non è detto che tutti debbano necessariamente realizzare il front-end! Economie di scala. Portafolio di servizi. Ruolo dei privati. Servizi cross-amministrazioni. “Garantire il servizio (in senso lato)” non richiede che l’amministrazione offra in prima persona il “servizio informatico di front-end”: al limite, l’amministrazione deve solo offrire postazioni internet per accedere a portali che potrebbero essere sviluppati e gestiti da altri. Vuol forse dire che deve esistere “un solo front-end”? Prendendo un caso concreto, il portale e-italia deve essere una directory o un luogo di erogazione del servizio?
In generale … Anche dal punto di vista informatico si possono avere approcci centralizzati o federati (che come termine tecnico è usato da decenni!). Centralizzati: Economie di scala Sicurezza Migliore controllo e gestione del sistema. … Federati: Visibilità e responsabilità diretta delle singole amministrazioni. Adattabilità alle esigenze locali. Possibilità di definire diverse priorità. Distribuzione delle computazioni e delle risorse. Disponibilità di soluzioni alternative in competizione.
I rischi di federalismo e centralismo Federalismo non deve voler dire spreco di risorse pubbliche frammentazione e duplicazione dei servizi mancanza di alcuni servizi ritardi Allo stesso tempo, non ha senso pensare che tutto possa essere risolto centralmente: quanto meno, oggi il quadro istituzionale non lo permette più. Bisogna quindi trovare un equilibrio …
5. Serve un processo “federato” di governance (1) Serve una struttura che abbia il compito e la responsabilità di “progettare” il sistema di e-government a livello nazionale, armonizzando e coordinando le iniziative dei diversi ministeri, raccordandole con quello che fanno le regioni e gli enti locali, introducendo le razionalizzazioni e ottimizzazioni che una visione non parcellizzata è in grado di offrire. Ovviamente, un tale organismo dovrebbe avere un mandato forte della conferenza unificata in rappresentanza di tutte le amministrazioni del paese.
5. Serve un processo “federato” di governance (2) Il metodo di lavoro di tale organismo deve incentrarsi su due passaggi fondamentali: L’organismo deve definire e aggiornare la strategia nazionale di e-government. Con ciò si intende la definizione di una architettura tecnologica, applicativa e infrastrutturale di riferimento (e i relativi standard). Per ogni area tematica (per esempio, Salute o Lavoro) l’organismo deve aprire tavoli tematici di progettazione operativa. Specificatamente, dovranno essere identificati: funzioni da realizzare; architettura di massima del sistema (o dei sistemi) e in particolare interfacce critiche; ripartizione dei compiti tra enti centrali, regioni e enti locali; strategia di finanziamento delle diverse attività richieste; modalità operative di suddivisione e di svolgimento dei lavori (al limite tutti operano in parallelo, ma almeno in un quadro di riferimento condiviso vedi SIL).
Un commento finale Recentemente ci sono state alcune iniziative nella direzione proposta. Attività di co-progettazione del sistema informatico sanitario nazionale. Tavolo tecnico del SIL. Ma sono iniziative puntuali e non nascono da un processo complessivo e convincente di governance “del sistema”. Significativa è la dichiarazione di pochi giorni fà del Min. Stanca circa la necessità di definire una visione condivisa.
Alcuni spunti per la discussione Esiste una valutazione condivisa di questi problemi e delle possibili soluzioni? Le strutture e gli organismi esistenti sono adatti a svolgere efficacemente un processo di governance così complesso? Regola essenziale: “Per ogni nuova struttura da creare è il caso di chiuderne una esistente!” In quale modo orientare finanziamenti e sforzi realizzativi in corso e futuri?