2 Sezione di Chimica, Metapontum Agrobios, Metaponto (MT) IMPIEGO DI BIOMONITORAGGIO E TECNICHE ANALITICHE TRADIZIONALI PER LA VALUTAZIONE DELLA RICADUTA DI METALLI PESANTI SU SUOLI A RIDOSSO DI AREE INDUSTRIALI Laura Scrano1, Laura Fraddosio Boccone1, Sergio Sasso1, Monica Brienza1, Lorenzo Montinaro1, Achille Palma2 e Sabino Aurelio Bufo1 1 Dipartimento di Scienze dei Sistemi Colturali, Forestali e dell’Ambiente, Università di Basilicata, Potenza 2 Sezione di Chimica, Metapontum Agrobios, Metaponto (MT) L’impiego massiccio di combustibili fossili per la produzione di energia, i contaminanti emessi dalle industrie, dalle pratiche agricole, dai centri urbani, dagli impianti di riscaldamento, dai termo-distruttori e dai veicoli a motore si ripercuotono pesantemente sui vari comparti dell’ecosistema. L’analisi dei suoli è tuttora prioritaria ma potrebbe essere un metodo non sufficiente per determinare con sicurezza il grado di contaminazione di un’area vasta;(1) per valutare “l’effetto di ricaduta al suolo” soprattutto in vicinanza di ostacoli naturali (ammassi rocciosi, costruzioni ecc) che rallentano e/o bloccano il flusso dei venti e delle precipitazioni meteoriche. Il biomonitoraggio, utilizzando i licheni come biosensori, potrebbe essere una buona alternativa.(2) In questo studio è stato indagata la ricaduta al suolo di elementi in traccia quali Cd, Cr, Cu, Ni, Pb, e Zn, affiancando alle tecniche analitiche tradizionali il monitoraggio lichenico. Il bioaccumulo ci ha fornito indicazioni qualitative confermate e definite quantitativamente dalle analisi chimiche tradizionali. (b) (a) (b) (a) (b) (a) (b) (a) MATERIALI E METODI I campioni di suolo sono stati prelevati in agro del Comune di Lavello (PZ) a ridosso di una antica masseria situata ai margini di un pianoro che si affaccia sulla valle dell’Ofanto (coordinate 41° 03' 36.28"N e 15° 48' 26.69"E) ad una distanza di 11Km a Sud dell’area industriale di San Nicola di Melfi (a). Adottando il metodo del trapianto lichenico, è stato monitorato l’accumulo di metalli pesanti, di provenienza atmosferica, in talli di Pseudoevernia furfuracea (L.) Zopf posti in lichen-bags secondo i punti cardinali, nella stessa zona dei prelievi al suolo (b). I risultati analitici riportati, relativi all’ultimo trimestre del 2010, sono stati correlati con i parametri climatici e di qualità dell’aria forniti dalle centraline dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente. (d) (c) (d) (c) (c) (c) (c) Conc (μg/l) lug-10 set-10 gen-11 D.Lgs. n.152/06 Valore limite (μg/l) Pozzo 3 Cd <0,1 5 Cr 2 <1 50 Cu 1000 Hg 1 Ni 82 6 25 20 Pb <0,5 10 Zn 23 <5 3000 Pozzo 7 3 256 185 198 3,8 0,7 213 160 421 RISULTATI E CONCLUSIONI Zn, Pb Cu Cd, Cr, Ni sono presenti sia nei talli lichenici (c) sia nei terreni (d) lungo la direttrice Nord, direzione dei venti dominanti e della zona industriale (e). I metalli pesanti, derivanti dall’attività industriale ed agricola, nel tempo accumulandosi nel terreno, possono andare incontro a fenomeni di lisciviazione inquinando le falde acquifere sottostanti così come si evince dai dati del Monitoraggio ambientale dei Pozzi piezometrici del Melfese condotto dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata (f). Concludendo, appare evidente come le due tecniche insieme consentano di ottenere maggiori informazioni su vaste aree contenendo i costi. Effettuando infatti uno sceening con i biosensori lichenici, si riducono i numeri di prelievi e di analisi di laboratorio. 1. Cenci, R. M., Dapiaggi, M. (1998). Biologi Italiani, vol. 11, pp. 26-30 2. Brienza M, Scrano L., Fraddosio-Boccone L., Mancusi C., Lovallo M., Bove B., Bufo S.A. Atti Convegno Sica 2010, 20-21 Settembre 2010, p. 99 (e) (f)