GRUPPI DI APPROFONDIMENTO

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GRUPPI DI APPROFONDIMENTO GRUPPO 3 Sviluppo di un modello innovativo per l’imprenditorialità nel Terzo Settore

Priorità sulle quali concentrare le risorse – modalità comuni di azione 1. la filiera degli anziani alla luce della previsione demografica prevedendo azioni di sistema per l’aggregazione della domanda (badante/infermiere di condominio, welfare di comunità) 2. la filiera dei minori nella fascia 16 – 18 anni con particolare attenzione al momento della maggiore età per favorirne integrazione sociale e lavorativa 3. il tema dell'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate

Come(orientare e utilizzare le risorse) - anziani 1. costruzione di un percorso di presa in carico territoriale nell'ottica di ritardare il più possibile l'entrata in RSA, mantenendo le autonomie e indipendenze dell’anziano anche con il supporto della famiglia e della comunità. 2. attivazione del voucher universale non legato solo all’erogazione di prestazioni, ma volto a sostenere l’intero processo di presa in carico in tutti i suoi aspetti: sanitario, socio-sanitario e sociale. 3. valorizzazione di altre tipologie di servizio rispetto a quelle conosciute e accreditate già sperimentate sul territorio regionale 4. tendere ad aggregare la domanda e a non settorializzarla

Come(orientare e utilizzare le risorse) - minori 1. inserire nel sistema dotale regionale una attenzione particolare all’area 16 -20enni, in modo da garantire un reale percorso di accompagnamento sia nell'inserimento nella vita adulta che nel modo del lavoro. 2. tentativo di rilanciare esperienze di recupero di attività artigiane e tradizionali costruendo percorsi in grado di insegnare un mestiere spendibile nel mondo del lavoro.

Come(orientare e utilizzare le risorse) - inserimento lavorativo 1. valorizzazione delle reti e delle imprese sociali a garanzia dell’inserimento lavorativo con il rafforzamento patrimoniale delle imprese , il sostegno ai processi di aggregazione tra imprese sociali con particolare attenzione ai settori non tradizionali; 2. Promozione dei settori innovativi per le imprese che operano per l’inclusione sociale 3. Promozione del lavoro delle fasce deboli non solo per le categorie previste dall’art. 4 della l.381/1991. Apertura a nuove forme di vulnerabilità e fragilità e a target difficilmente collocabili. 4. Dare attuazione a quanto previsto dalla normativa regionale e da protocolli e norme già in essere, ad oggi disattesi.

Punti chiave da valorizzare in modo trasversale 1/2 1. Favorire l'avvio e il consolidamento di forme di risposta ai bisogni diverse da quelle previste nel sistema dell'accreditamento, basate sulla valutazione dell’efficacia e dell’efficienza; 2. Rafforzamento dell'impresa sociale 3. Valorizzazione dell’housing sociale 4. Social Procurement e promozione delle imprese che operano per l’inclusione sociale negli acquisti di beni e servizi della Pubblica Amministrazione; 5. Voucher per le persone non autosufficienti, per minori o per persone con fragilità in logica di sollievo per la famiglia 6. Promozione del welfare aziendale e coinvolgimento del sistema delle imprese. 7. apertura dei servizi a persone che oggi ne sono escluse

Punti chiave da valorizzare in modo trasversale 2 /2 1.Tutela e consolidamento del mondo associativo e delle reti, anche per accompagnarle al rispetto degli adempimenti previsti dalle norme; 2. Problema della frammentazione delle piccole realtà associative che difendono la loro identità e la loro autonomia e fanno resistenza a fenomeni di aggregazione. 3. Proposta di interventi premiali per la nascita di aggregazioni e associazioni di secondo livello per piccole associazioni, rivedere le caratteristiche, contenuti e vincoli dei progetti per “reti per la conciliazione” stante le difficoltà riscontrate, in alcune provincie, in merito al mancato utilizzo delle risorse anche a causa di una definizione dei target di servizi/destinatari troppo ristretti.