Mondo migrante
Perché si emigra?
Le cause La ricerca di migliori condizioni di vita Motivazioni di ordine politico e sociale: Guerre, gravi situazioni di crisi interne nel paese, persecuzioni politiche e religiose, dittature Catastrofi naturali e carestie
Migrazioni di ieri… Atlante p.12
…e di oggi Atlante p.12
Come sono cambiate nel tempo le direttrici dei movimenti migratori? XIX sec. decine di milioni di europei lasciarono i propri paesi, per cercare fortuna nelle Americhe o in Australia. Oggi gli immigrati provengono in gran parte dai paesi in via di sviluppo e si dirigono verso i paesi più avanzati del Nord America e dell’Europa occidentali e verso i paesi produttori di petrolio che necessitano manodopera.
Le migrazioni interne
Le migrazioni interne
Gli effetti I migranti contribuiscono allo sviluppo dei Paesi di arrivo. Nei paesi sviluppati EFFETTI ECONOMICI I migranti contribuiscono allo sviluppo dei Paesi di partenza attraverso le rimesse (somme di denaro inviate alle famiglie dei paesi di origine). Nei paesi più poveri
Gli effetti L’afflusso di giovani migranti contribuisce a mutare la struttura della popolazione dei Paesi d’arrivo, in cui tende a far salire la natalità Nei paesi sviluppati EFFETTI DEMOGRAFICI Nei paesi più poveri l’emigrazione può sfoltire un surplus di popolazione
Gli effetti INTEGRAZIONE Contatto tra individui e gruppi appartenenti a culture diverse EFFETTI SOCIALI Pregiudizi, diffidenza, paura
Le politiche: regolare, accogliere o punire? MOVIMENTI MIGRATORI in continuo aumento Provvedimenti liberali Governi Previsione di quote di ingresso Trattenere o espellere gli immigrati nei campi di permanenza Clandestinità come reato Provvedimenti restrittivi
Clandestinità Un migrante è considerato regolare se risiede in un paese con regolare permesso di soggiorno, rilasciato dall’autorità competente; è irregolare invece se è entrato in un paese evitando i controlli di frontiera. Clandestino (dal latino clam «di nascosto»). Il clandestino è un migrante irregolare. In Italia si è considerati “clandestini” quando, pur avendo ricevuto un ordine di espulsione, si rimane nel paese.
Le migrazioni forzate: profughi, rifugiati, sfollati GUERRE Scoppiate in Siria, Iraq, Libia, Ucraina, Nigeria, Somalia + SOTTOSVILUPPO Aumento delle MIGRAZIONI FORZATE PROFUGHI SFOLLATI
Rifugiato Nel diritto internazionale, “rifugiato” è lo status giuridicamente riconosciuto di una persona che ha lasciato il proprio paese e ha trovato rifugio in un paese terzo. La sua condizione è stata definita dalla Convenzione di Ginevra: «nel giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato».
Profugo «Il rifugiato è colui che ha lasciato il proprio Paese, per il ragionevole timore di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità e appartenenza politica e ha chiesto asilo e trovato rifugio in uno Stato straniero, mentre il profugo è colui che per diverse ragioni (guerra, povertà, fame, calamità naturali, ecc.) ha lasciato il proprio Paese ma non è nelle condizioni di chiedere la protezione internazionale». Anche se di fatto i due termini vengono spesso sovrapposti, è lo status di rifugiato l’unico sancito e definito nel diritto internazionale.
Sfollato Viene considerato uno sfollato una persona che pur avendo abbandonato la propria casa a causa degli stessi motivi dei rifugiati, o a causa di eventi eccezionali (carestie, per esempio), non ha attraversato un confine internazionale.