Fil Ling 15-16 Lezioni 18-20.

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Fil Ling 15-16 Lezioni 18-20

Lezione 18 23 Nov. 2015

Leggi sull'identità Autoidentità. x = x Legge di Leibniz sull'indiscernibilità degli identici Versione logica che abbiamo utilizzato (trattando dei contesti intensionali), che permette di sostituire un termine "a" con un termine "b" in una frase, dopo aver dichiarato "a = b" versione ontologica (problematica): se due oggetti sono identici hanno le stesse proprietà Legge di Leibniz sull'identità degli indiscernibili (problematica) Versione logica: Se per ogni enunciato "aperto" A(x) possiamo asserire sia A(x/a) che A(x/b) allora possiamo asserire "a = b" Versione ontologica: Se due oggetti hanno le stesse proprietà allora sono lo stesso oggetto. Come morì Leibniz?

Su Russell si danno queste: Monadnucleosis Ma preferisco questa: cadde dalla finestra di una monade Su Russell si danno queste: si tagliò, radendosi si perse in un circolo vizioso Perché? Su Ockham: si rase eccessivamente

Le critiche di Russell a Meinong (R1) l’ammissione di oggetti impossibili comporta il rifiuto della legge logica di non contraddizione. (R2) L'enunciato "l’esistente quadrato rotondo è esistente" dovrebbe essere considerato vero da Meinong. (R3) Date queste difficoltà, e dal momento che la teoria delle descrizioni ci spiega come fare a meno di oggetti inesistenti, è meglio negare che vi siano oggetti inesistenti.

Problemi per la teoria delle descrizioni La montagna d'oro è d'oro La montagna d'oro è possibile Il quadrato rotondo è impossibile Pinocchio è un oggetto fittizio Pinocchio è più famoso di Cenerentola Polifemo è più alto di Napolitano Tom crede che un fantasma ha urlato nella notte e John ritiene che esso sia prigioniero di un incantesimo

Fil Ling Lez. 19 23/11/2015

Russell e Frege sui nomi propri I nomi propri sono visti come abbreviazioni di descrizioni definite "Apollo" = "il dio del sole" "Socrate" = "il maestro di Platone" "Platone" = "il filosofo greco che ha scritto un dialogo chiamato Timeo" Queste definizioni sono idiosincratiche: possono variare da soggetto a soggetto. Quindi, al livello dei nomi propri la lingua si trasforma in un "idioletto" I nomi "logicamente propri" hanno un riferimento diretto. Ma tali non sono i nomi propri del linguaggio ordinario

Russell sui deittici Nella misura in cui i deittici stanno per enti di cui abbiamo conoscenza diretta (acquaintance) allora sono nomi logicamente propri Abbiamo conoscenza diretta di dati sensoriali, (forse) di noi stessi [Russell lo ammette fino a un certo periodo della sua carriera] e di universali (il rosso, il triangolare, ecc.) Nella misura in cui i deittici sono usati per riferirsi a oggetti esterni sono abbreviazioni di descrizioni che comportano un riferimento diretto a dati sensoriali particolari. Esempio: "questo tavolo" = "il tavolo la cui presenza causa questo particolare dato sensoriale"

Frege sui deittici Anche per Frege i deittici corrispondono a descrizioni definite Quindi per Frege, i deittici hanno un senso, proprio come le descrizioni definite Ma, al contrario di Russell, Frege nega che enti particolari possano fare parte del senso Frege ammette che per il pronome "io" ci sia un senso specifico che cambia per ognuno di noi v. esempio del dottor Lauben nell'articolo "il pensiero" (1918)

Fil Ling Lez. 20 25/11/15

Il riferimento diretto Negli anni settanta del secolo scorso, in reazione a Frege e Russell, prende piede l'idea che nomi propri (Donnellan, Kripke) e deittici (Kaplan) abbiano un "riferimento diretto" Più precisamente, per Kripke i nomi propri sono "designatori rigidi", cioè si riferiscono allo stesso oggetto in tutti i mondi possibili E' Kaplan che parla di "riferimento diretto", ma la sua idea si può applicare anche al punto di vista di Kripke v. cap. Kripke e intro dei curatori, e Penco, Intro alla fil. del Ling., pp. 85 ff.

Gli argomenti di Kripke argomento modale (v. cap. su Kripke, p. 164) Socrate [il filosofo che bevve la cicuta] avrebbe potuto non bere la cicuta argomento epistemico (v. cap. su Kripke, p. 169) "Socrate [il filosofo che bevve la cicuta] bevve la cicuta" non è conoscibile a priori argomento semantico (v. cap. su Kripke, p. 168) Se Platone avesse bevuto la cicuta al posto di Socrate, "Socrate" comunque non farebbe riferimento a Platone v. Penco, Intro alla fil. del Ling., pp. 87-88

Teoria causale del riferimento v. Penco, Intro alla fil. del Ling., p. 88 Se il significato di un nome proprio non è dato da una descrizione definite, da cosa dipende? Risposta di Kripke: battesimo iniziale catena causale I nomi propri sono designatori rigidi: stesso referente in tutti i mondi possibili il significato del nome coincide con il referente (riferimento diretto, Kaplan)