ERGONOMIA
I lavori faticosi che comportano la movimentazione manuale di carichi, l’esecuzione di gesti ripetitivi per tempi prolungati, il mantenimento protratto di posture fisse spesso incongrue sono tutti possibili fattori di rischio lavorativo
INDICE LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI MOVIMENTI E SFORZI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI PROGETTAZIONE E POSTURE DI LAVORO IN RELAZIONE ALL’USO DI UNA MACCHINA
LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
Riferimenti normativi Titolo VI del D.Lgs 81/08 Art. 167 – campo di applicazione: attività che comportano la MMC con i rischi, tra l’altro, di lesioni dorso lombari per i lavoratori durante il lavoro Art. 168 - obblighi del datore di lavoro : impone una serie di adempimenti che, in ordine di priorità, sono così definiti: individuazione dei compiti che comportano una movimentazione manuale potenzialmente a rischio (presenza di uno o più degli elementi di rischio riportati nell’allegato VI); meccanizzazione dei processi in cui vi sia movimentazione di carichi per eliminare il rischio; laddove ciò non sia possibile, l’ausiliazione degli stessi processi e/o l’adozione di adeguate misure organizzative per il massimo contenimento del rischio; uso condizionato della forza manuale; in quest’ultimo caso si tratta prima di valutare l’esistenza e l’entità del rischio e di adottare le eventuali misure per il suo contenimento tenendo conto di quanto riportato nell’allegato VI; sorveglianza sanitaria (accertamenti sanitari preventivi e periodici) dei lavoratori addetti ad attività di movimentazione manuale;
il peso del carico da movimentare Art. 169 – informazione e formazione: devono essere fornite al lavoratore informazioni riguardanti, tra l’altro: il peso del carico da movimentare la movimentazione corretta dei carichi ed i rischi connessi con tale attività e formare adeguatamente il lavoratore su come movimentare correttamente un carico
Caratteristiche del carico Allegato XXXIII – Elementi di riferimento da indicazioni rispetto ai seguenti punti: Caratteristiche del carico Sforzo fisico richiesto Caratteristiche dell’ambiente di lavoro Esigenze connesse all’attività Determina inoltre quelli che sono i fattori individuali di rischio (idoneità fisica, formazione, etc.) che concorrono alla movimentazione manuale dei carichi
Definizioni Per movimentazione manuale dei carichi si intendono: le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico a opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che, per le sue caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportino tra l'altro rischi di lesioni dorso-lombari;
La colonna vertebrale La colonna vertebrale è composta da una serie di snodi posti l'uno sull'altro, le vertebre ed i dischi. La pila di snodi, con i muscoli, sostiene il corpo e permette i movimenti della schiena: piegarsi in avanti, indietro, sul fianco e ruotare.
Modalità di insorgenza del danno Il disco intervertebrale è la struttura della colonna vertebrale maggiormente soggetta ad alterazioni perché: È il principale elemento ammortizzatore, Tende fisiologicamente, con le altre strutture elastiche, ad invecchiare e a perdere efficienza.
Rimanendo normalmente in una posizione eretta, su di un disco intervertebrale del tratto lombare gravano circa 70 kg.
Sotto sollecitazione verticale, il nucleo distribuisce la pressione su tutta la superficie dei corpi vertebrali Sotto sollecitazione trasversale e obliqua, una parte piu’ o meno consistente della pressione e’ scaricata sull’anello fibroso
Patologie più frequenti LOMBALGIA ACUTA: dolore acuto con contrattura muscolare e bloccaggio, conseguente a gesti scorretti o a sovraccarichi, sono toccate solo le terminazioni nervose (colpo della strega). SCIATICA-CRURALGIA la deformazione dell’anello fibroso va a toccare il nervo sciatico (oppure quello crurale) con dolore che si irradia agli arti inferiori ERNIA DEL DISCO l’anello cede ulteriormente con l’età e le sollecitazioni ripetute; i sovraccarichi sono una concausa importante. Compaiono i becchi osteofitici (protuberanze ossee) che possono comprimere i tronchi nervosi. ARTROSI compare progressivamente con l’età e le sollecitazioni ripetute; i sovraccarichi sono una concausa importante. Compaiono i becchi osteofitici (protuberanze ossee) che possono comprimere i tronchi nervosi.
Fattori favorenti l’insorgenza del danno Fattori individuali età, sesso, compresenza di fattori predisponenti (scoliosi, iperlordosi, cifosi, obesità, ecc.) stile di vita (vita sedentaria, pratiche sportive che possono comportare sovraccarico della colonna vertebrale, uso di tacchi alti, ecc.)
Fattori Lavorativi Condizioni di movimentazione torsione del tronco >10°, posizioni estreme e/o obbligate del tronco, distanza orizzontale tra le mani ed il punto di mezzo delle caviglie – distanza del peso del corpo > 25cm, dislocazione verticale del peso fra inizio e fine del sollevamento >25cm, altezza del prelievo o del deposito superiore alla spalla o inferiore al ginocchio. Condizioni ambientali / fisiche carico troppo pesante spazio libero insufficiente, condizioni di presa scarsa, caratteristiche non ottimali del pavimento (scivoloso, ostacoli, etc.), punti di appoggio instabili, microclima (alte/basse temperature, eccesso di umidità, eccesso/scarsità di ventilazione).
Il sollevamento manuale Le posizioni più pericolose per la schiena quando si sollevano oggetti: (per oggetti di peso superiore ai 3 kg ) Sollevare a schie-na flessa o sollevare in modo brusco Spostare un og-getto in torsione
Mantenere un og-getto lontano dal corpo Inarcare indietro la schiena
trasportare ma-nualmente oggetti sopra rampe di scale trasportare ma-nualmente oggetti per lunghi percorsi
Come sollevare correttamente i carichi 1 E’ preferibile spostare oggetti nella zona compresa tra l’altezza delle spalle e l’altezza delle nocche (mani a pugno lungo i fianchi); si eviterà così di assumere posizioni peri-colose per la schiena.
2 Fare in modo che il piano di prelievo e di deposito siano ad altezza simile (meglio fra 70 e 90 cm. da terra): mantenendo i due piani di lavoro a contatto potrà risultare possibile trasferire l’oggetto trascinandolo anziché sollevandolo completamente
Se si deve sollevare da terra un oggetto operare in questo modo: 3 Piegare le gambe, portare l’oggetto vicino al corpo e piegare le ginocchia: tenere un piede avanti l’altro per avere più equilibrio
Se si deve spostare un oggetto operare in questo modo: 4 Avvicinare l’oggetto al corpo. Non ruotare ma girare usando le gambe
Se si deve porre in alto un oggetto operare in questo modo: 5 Evitare di inarcare la schiena. Non lanciare il carico Usare uno sgabello o una scaletta
Se si deve porre un oggetto su di uno scaffale: 6 Evitare di immagazzi-nare merce su scaffa-li alti che richiedono l’uso di scale; in alcuni casi accatastare più strati di prodotti su scaffali alti crea in-stabilità e quindi ri-schio di infortunio
Se si deve trasportare un oggetto pesante: 7 Non sollevare ma-nualmente da soli pesi superiori ai valori limite Farsi aiutare da un collega
NO Sì 8 Non trasportare manualmente secchi di peso superiore ai 10 kg ma suddividere il peso in due contenitori più piccoli
Strumenti per mantenere i piani di lavoro alla stessa altezza Carrelli a 4 ruote regolabili in altezza Transpallet, manuali ed elettrici, con forche regolabili in altezza Piattaforme autoregolabili al peso
Strumenti per trasportare in piano carichi Transpallet manuale o elettrico Carrello a 2 ruote Carrello elevatore Carrello a 4 ruote
Distribuzione giornaliera della movimentazione Evitare di concentrare in brevi periodi tutte le attività di movimentazione: ciò può portare a ritmi troppo elevati o all’esecuzione di movimenti bruschi. Diluire i periodi di lavoro con movimentazione manuale durante a giornata alternandoli, possibilmente almeno ogni ora, con altri lavori leggeri: ciò consente di ridurre la frequenza di sollevamento e di usufruire di periodi di “recupero”. Ricordare comunque che, nei gesti ripetuti di sollevamento eseguiti anche in posti di lavoro ben progettati, per evitare l’affaticamento e i danni alla schiena, esiste un rapporto ideale tra peso sollevato e frequenza di sollevamento.
Frequenza di sollevamento condizioni ambientali/fisiche non ottimali Pesi limite di movimentazione a seconda delle frequenze e delle condizioni ambientali/fisiche e/o di movimentazione Peso limite sollevabile (kg) in: M F Turno di 8h condizioni ottimali 23 15 < 1 volta h Frequenza di sollevamento 16 11 1 – 12 volte h 8 13 – 150 volte h 7 5 > 150 volte h condizioni ambientali/fisiche non ottimali 10 6 4 condizioni di movimentazione non ottimali 9
La valutazione del rischio dovuto a movimentazione manuale dei carichi (metodo NIOSH) Premessa Sotto il profilo applicativo le procedure di valutazione si applicano per: carichi di peso superiore a 3 kg; azioni di movimentazione che vengono svolte in via non occasionale (ad es. con frequenze medie di 1 volta ogni ora nella giornata lavorativa tipo). Per le azioni di tipo occasionale, specie di sollevamento, sarà possibile operare la valutazione sulla scorta del semplice superamento del valore massimo consigliato per le diverse fasce di età e sesso (30 kg maschi, 20 kg femmine)
Il massimo peso sollevabile in condizioni ideali Uno dei metodi più utilizzati si basa sul calcolo dell’Indice di Sollevamento, secondo un modello elaborato dal NIOSH (National Institute of Occupational Safety and Health – USA) che prende in considerazione i seguenti fattori: 15 20 15 –18 30 > 18 FEMMINE MASCHI ETA' anni Il massimo peso sollevabile in condizioni ideali Altezza della mani all’inizio del sollevamento
La distanza verticale del peso tra inizio e fine del sollevamento La distanza massima del peso dal corpo durante il sollevamento
dislocazione angolare del peso rispetto al piano sagittale del soggetto frequenza del sollevamento in atti al minuto giudizio sulla presa del carico: buona – discreta - scarsa
L’Indice di Rischio nel sollevamento Dal valore dell’Indice di Sollevamento (rapporto tra il peso effettivamente sollevato il ed peso limite raccomandato ), che risulta dalla valutazione della movimentazione manuale, si devono attivare le seguenti procedure: la situazione è accettabile e non è richiesto alcuno specifico intervento. IS < 0,75 0,75<IS<1,25 la situazione si avvicina ai limiti; attivare la formazione del personale addetto; sottoporre la mansione al medico competente per eventuale sorveglianza sanitaria ridurre ulteriormente il rischio con interventi strutturali ed organizzativi per rientrare nell’area verde IS > 1,25 la situazione può comportare un rischio; è necessario un intervento immediato di prevenzio-ne per situazioni con IR > 3
Valutazioni per le azioni di trasporto in piano, e di tirare e spingere (con l’intero corpo - metodo SNOOK-CIRIELLO) Per le azioni di movimentazione di carichi diverse dal sollevamento, per esempio il trasporto manuale di carichi o lo spingere e tirare con l’intero corpo carrelli o transpallets, i modelli di calcolo sono diversi da quelli utilizzati per il sollevamento. In questo caso la valutazione dello sforzo impiegato nella movimentazione, espresso come Indice di sollevamento, si esegue determinando il rapporto tra lo sforzo “limite”, ricavabile da apposite tabelle, e lo sforzo effettivamente compito (misurato con un dinamometro).
Azioni di Traino/Spinta Azioni di Trasporto in piano le forze (Kg) massime iniziali (FI) e di mantenimento (FM), raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana, sono stabilite in funzione di: sesso, distanza di spostamento, frequenza di azione, altezza delle mani da terra Azioni di Trasporto in piano il peso (Kg) massimo raccomandabile per la popolazione lavorativa adulta sana, viene stabilito in funzione di: sesso, distanza di percorso, frequenza di azione, altezza delle mani da terra
L’Indice di Rischio nelle azioni di trasporto in piano, traino/spinta Per questi tipi di movimentazione, l’Indice di Sollevamento (rapporto tra la forza/peso effettivamente impiegata e la forza massima/peso raccomandata) evidenzia la eventuale necessità dei seguenti interventi: la situazione è accettabile e non è richiesto alcuno specifico intervento. IS < 0,75 0,75<IS<1,25 la situazione si avvicina ai limiti; attivare la formazione del personale addetto; sottoporre la mansione al medico competente per eventuale sorveglianza sanitaria ridurre ulteriormente il rischio con interventi strutturali ed organizzativi per rientrare nell’area verde IS > 1,25 la situazione può comportare un rischio; è necessario un intervento immediato di prevenzio-ne per situazioni con IR > 3
La Sorveglianza sanitaria La sorveglianza sanitaria è effettuata dal medico competente e comprende: accertamenti preventivi per valutare l’even-tuale presenza di controindicazioni al lavoro specifico; accertamenti periodici per controllare lo stato di salute del lavoratore Entrambi tali accertamenti comportano l’espressione di giudizi di idoneità e comprendono esami clinici, biologici ed indagini diagnostiche mirate allo specifico rischio (lesioni del rachide dorso-lombare nella fattispecie)
MOVIMENTI E SFORZI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI
Riferimenti normativi La legislazione italiana non prevede norme specifiche e tali patologie non fanno parte delle malattie professionali tabellate INAIL; ciò nonostante qualsiasi malattia non tabellata può essere riconosciuta ed indennizzata purché ne sia riscontrata l’eziologia professionale D.Lgs 81/08 Art.15 – Misure generali di tutela: le misure generali per la protezione della salute e per la sicurezza dei lavoratori sono: (omissis) f) Rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, anche per attenuare il lavoro monotono e ripetitivo
Segnalatori di possibile rischio Attività con compiti a cicli della durata uguale o inferiore a 15 secondi per almeno 4 ore complessivamente nel turno, comportanti l’impiego degli arti superiori. Attività con compiti a cicli, indipendentemente dalla durata, per circa tutto il turno, comportanti l’impiego degli arti superiori. Attività lavorative con uso ripetuto di forza (almeno una volta ogni 5 minuti) quali: maneggiare oggetti che pesano più di 2,5 Kg; maneggiare con pollice e indice oggetti che pesano più di 900 gr; usare attrezzi che richiedono uso di forza. Attività lavorative che comportino la presenza ripetuta di posizioni o movimenti estremi degli arti superiori quali: braccia sollevate, polso deviato o movimenti rapidi o azioni con colpi (uso della mano come attrezzo). Attività con uso prolungato di strumenti vibranti quali mole, frese, martelli pneumatici, ecc.
Definizioni Azione tecnica Ciclo Periodi di recupero Azione comportante attività degli arti superiori che consente il compimento di un’operazione (es. afferrare, ruotare, etc.) Ciclo Sequenza di azioni tecniche degli arti superiori di durata relativamente breve (max 3 min) che viene ripetuta più volte sempre uguale a se stessa Periodi di recupero E’ necessario frammentare le pause da movimento ripetitivo degli arti superiori in rapporto di 5:1 (50min di attività : 10min di riposo degli arti) (pausa, controllo operativo macchine, etc.);
Ripetitività Frequenza Postura Presenza di eventi (cicli, tipi di posture) che si ripetono nel tempo sempre uguali, di lunghezza massima di 3 minuti Frequenza Numero di azioni tecniche per unità di tempo Postura E’ il complesso delle posture e dei movimenti utilizzati da ciascuna principale articolazione degli arti superiori per compiere la sequenza di azioni tecniche che caratterizzano un ciclo
Fattori complementari Forza E’ lo sforzo fisico richiesto per l’esecuzione delle azioni tecniche; per il calcolo della forza applicata viene utilizzata la scala di BORG Fattori complementari Sono fattori non necessariamente sempre presenti nei compiti ripetitivi; la loro tipologia, intensità e durata determina un incremento del livello di esposizione complessiva (guanti inadeguati, lavori di precisione, etc.) Stereotipia Presenza di gesti lavorativi della spalla e/o del gomito e/o del polso e/o delle mani identici ripetuti per almeno 2/3 del tempo o presenza di cicli inferiori ai 15 secondi
Corrette modalità operative E’ opportuno alternare i compiti lavorativi su posti a basso rischio con altri a rischio più elevato per frequenza ed alternare i compiti su posti in cui l’impegno dei due arti superiori è diverso E’ opportuno non aumentare la frequenza di movimentazione (accelerare la produzione) per usufruire di maggior tempo di recupero ma cercare di ottimizzare, per quantità e qualità, le azioni tecniche necessarie per compiere un ciclo lavorativo caratterizzante il compito E’ opportuno ottimizzare la distribuzione delle azioni (quantomeno di quelle più semplici come prelevare pezzi da montare, depositarli, etc.) tra i due arti superiori
Ciclo ideale L’ideale sarebbe cicli in rapporto di 5:1 (lavoro:recupero), in modo da avere una pausa, circa ogni 50-53 minuti di lavoro ripetitivo: la durata delle pause non dovrebbe essere inferiore a 7-10 minuti 50min 10min 60min pausa mensa lavoro rip. riposo
Sono potenzialmente dannose le posture ed i movimenti estremi di ciascuna articolazione, le posture (anche non estreme) mantenute a lungo, nonché i movimenti dei diversi segmenti quando fortemente ripetitivi (stereotipia) Sono da considerarsi ad impegno alto, quindi da evitare movimenti o posizioni protratte che costringono le articolazioni ad operare oltre il 50% della loro massima ampiezza di escursione.
Fattori di presa DA EVITARE Sono da evitare tipi di presa non ottimale perché risultano estremamente sfavorevoli allo sviluppo di forza con la mano DA EVITARE PRESA DI PRECISIONE
PRESA OTTIMALE PRESA DI FORZA Il tipo “Presa di forza” consente alla mano di sviluppare la massima forza; è caratterizzata dalla diretta opposizione del pollice alle dita che così avvolgono completamente l’oggetto di presa come a prenderne la forma
Interventi per evitare posture e movimenti incongrui Articolazione scapolo-omerale (spalla) I punti di presa vanno avvicinati La leva va abbassata o meglio va sostituita con pulsanti
Il punto di deposito degli oggetti va spostato al fianco dell’operatore E’ necessario creare degli appoggi per gli avambracci
Articolazione del gomito La modalità di esecuzione di tali gesti lavorativi va ridisegnata onde evitare la supinazione Vanno avvicinati i punti di prelievo laterali
Articolazione del polso E’ consigliabile sostituire la leva con un pulsante
Gli attrezzi che obbligano il polso in deviazione radiale superiore ai 15° o in flessione superiore a 45°, vanno sostituiti con altri che consentano di mantenere una posizione anatomica
Disturbi e patologie muscolo-scheletriche dell’arto superiore Aspetti clinici Disturbi e patologie muscolo-scheletriche dell’arto superiore (Extremitiy Work-related Musculoskeletal Disorders - WMDs) Le WMDs possono estrinsecarsi con forme cliniche ad interessamento prevalentemente articolare e peri-articolare, muscolo-tendineo, neurologico periferico, con frequente associazione o sovrapposizione di queste forme tra loro.
PATOLOGIE DEGLI ARTI SUPERIORI PIU’ FREQUENTEMENTE ASSOCIATE A MOVIMENTI E SFORZI RIPETUTI DEGLI ARTI SUPERIORI RADICOLOPATIA CERVICALE SINDROME TENSIVA DEL COLLO SINDOMI DOLOROSE DELLE SPALLE EPICONDILITE LATERALE TENDINITE MANO-POLSO SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
Sindrome del tunnel carpale Sintomi: Formicolio Dolore alla mano talvolta esteso al braccio, soprattutto di notte Riduzione della sensibilità (tatto) alle prime tre dita Col passare del tempo i sintomi si aggravano – La terapia è preventemente chirurgica
L’Indice di Rischio Check list OCRA L’Indice di Rischio viene calcolato attribuendo un punteggio ai seguenti fattori e facendone la sommatoria: Tempi di recupero Frequenza di azione Uso di forza Posture incongrue Fattori complementari PARAMETRI PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO IR C.L. OCRA CLASSIFICAZIONE DEL RISCHIO IR ≤ 5 OTTIMALE 5 < ≤ 7.5 ACCETTABILE 7.5 < ≤ 11 INCERTO/MOLTO LIEVE 11 < ≤ 14 RISCHIO LIEVE 14 < ≤ 22.5 RISCHIO MEDIO 22.5 < RISCHIO ELEVATO
Non è richiesto alcuno specifico intervento. Riverifica, se possibile ridurre il rischio Ricerca di soluzioni migliorative attivare la formazione del personale addetto; sottoporre la mansione al medico competente per eventuale sorveglianza sanitaria È obbligatoria la ricerca di soluzioni tecnico-organizzative mediante riprogettazione dei compiti e posti di lavoro attivare la formazione del personale addetto; sottoporre la mansione al medico competente per eventuale sorveglianza sanitaria ridurre ulteriormente il rischio con interventi strutturali ed organizzativi per rientrare nell’area verde È necessario un intervento immediato di prevenzione
Riprogettazione del lavoro con compiti ripetitivi Gli interventi di riprogettazione dei posti e delle procedure di lavoro vertono su tre aree STRUTTURALE FORMATIVA ORGANIZZATIVA
STRUTTURALI ORGANIZZATIVI Riguardano principalmente la disposizione ottimale del posto di lavoro, degli arredi, del lay-out e la scelta di strumenti di lavoro ergonomici per migliorare gli aspetti legati a posture e movimenti incongrui, uso di forza e compressioni localizzate ORGANIZZATIVI Riguardano principalmente la progettazione ergonomica del lavoro (ritmi, pause, rotazioni su compiti alternativi, parziali o totali) per migliorare gli aspetti legati ad alta frequenza e ripetitività dei gesti per tempi protratti, assenza o carenza di adeguati periodi di recupero
FORMATIVI Riguardano principalmente le informazioni fornite ai lavoratori ed ai preposti su specifici rischi e danni, predisposizione di concrete modalità di svolgimento dei gesti di lavoro e di utilizzazione delle tecniche e suggerimenti relativi alle pause; tali interventi sono complementari ai due precedenti
Schema di flusso delle priorità di riprogettazione STUDIO NEL CICLO DEI FATTORI DI RISCHIO 1 2 3 4 Individuazione delle azioni con uso di forza Individuazione delle azioni con posture estreme Individuazione fattori complementari Individuazione di alte frequenze Riduzione dell’uso di forza Ristrutturaz. del posto di lavoro per mantenere le posture < 50% range articolare Riduzione, intrinsecamente al ciclo, del n° di az. tec. Riduzione, effetto dannoso fattori complementari 5 Adeguamento pause e/o turnazione con lavori non ripetitivi Individuazione periodi di insufficiente recupero funzionale
PROGETTAZIONE E POSTURE DI LAVORO IN RELAZIONE ALL’USO DI UNA MACCHINA Per dimensionare i posti di lavoro, le macchine e gli utensili, si deve tener conto dei movimenti e delle condizioni dell’attività da svolgere. I requisiti di progettazione di postazioni di lavoro e macchine sono disciplinati da norme armonizzate europee
Quando si applica l’ergonomia alla progettazione di sistemi di lavoro è essenziale, procedendo all’analisi dell’interazione tra persone, tecnologie ed ambiente di lavoro, tener conto delle capacità, della professionalità, dei limiti e delle esigenze dell’uomo Sistema lavorativo: combinazione di operatori, attrezzature di lavoro (tra cui le macchine), spazio di lavoro, processi, mansioni, la loro gestione ed organizzatore e le interazioni fra questi vari elementi Una progettazione ergonomica efficace considera centrale il ruolo dell’operatore e tiene conto dell’interazione probabile tra operatore ed attrezzatura di lavoro e di come quest’ultima si adatta al sistema nel suo complesso
PERICOLI PROVOCATI DALL’INOSSERVANZA DEI PRINCIPI ERGONOMICI IN FASE DI PROGETTAZIONE DI UNA MACCHINA Un errato abbinamento della macchina con le caratteristiche e le capacità umane si può manifestare mediante: Effetti fisiologici (posizioni errate, sforzi eccessivi o ripetitivi, etc.) Effetti psico-fisiologici (eccessivo o scarso impegno mentale, tensione, etc.) Errori umani
FATTORI CHE DEVONO ESSERE TENUTI IN CONSIDERAZIONE NELLA PROGETTAZIONE DI UNA POSTAZIONE LAVORATIVA Posture incongrue: evitare posizioni o movimenti faticosi durante l’uso, la manutenzione, etc. della macchina (es. fornendo la macchina di mezzi di regolazione per adattarla ai vari operatori, etc.)
Microclima Insieme dei fattori fisici e fisiologici che condizionano gli scambi termici tra l’uomo e l’ambiente; tra questi spiccano la temperatura dell’aria, la sua umidità relativa e la ventilazione; è necessario regolare temperatura e velocità dell’aria e livello di umidità presenti nell’ambiente
Rumore Un’accurata progettazione dell’ambiente lavorativo deve tener conto delle possibili fonti di rumore che possono disturbare l’attività degli operatori Illuminazione La postazione deve essere dotata di illuminazione localizzata della zona di lavoro e delle zone in cui si effettuano manutenzioni, regolazioni, etc quando le caratteristiche della macchina rendono insufficiente l’illuminazione di normale intensità dell’ambiente
Esposizione a sostanze chimiche pericolose Rischi meccanici, elettrici, termici, etc.
Campi magnetici e/o radiazioni non ionizzanti Vibrazioni Campi magnetici e/o radiazioni non ionizzanti
Per stabilire l’uso cui è destinata la macchina, devono essere presi in considerazione i seguenti aspetti: Tipi di mansioni cui è adibita la macchina (produzione/controllo/generica/di precisione/etc.) A quali gruppi di utenti è destinata (età, formazione, etc.) Limiti di spazio (della macchina,per la manutenzione, per gli accessori, etc.) Aspetti connessi al tempo (frequenza di impiego, etc.) Condizioni ambientali del sito cui è destinata la macchina (illuminazione, rumore, clima, etc.) L’uso di Dispositivi di Protezione Individuali se questa esigenza si rende inevitabile Il cattivo uso ergonomico ipotizzabile (necessità di posture inadeguate, etc.) Gli aspetti ergonomici delle macchine possono essere progettati, valutati e verificati solo quando tutti i vari accessori delle macchine sono al loro posto
FATTORI DI RISCHIO INDOTTI DAL FATTO DI NON AVER TENUTO CONTO DEI PRINCIPI ERGONOMICI NELLA PROGETTAZIONE DELLA MACCHINA Posture pericolose o sforzo eccessivo Scarsa attenzione all’anatomia del sistema mano-braccio e piede-gamba Non aver tenuto conto dell’uso di mezzi di protezione personale Illuminazione locale inadeguata Sovraccarico mentale ed insufficiente coinvolgimento mentale, stress Errore umano
ULTERIORI FATTORI DI RISCHIO ED EVENTI PERICOLOSI DOVUTI ALLA MOBILITA’ RICHIESTA DALLA POSTAZIONE DI LAVORO ALLA MACCHINA Cadute nell’accedere al o nell’allontanarsi dal posto di lavoro Visibilità insufficiente dal proprio posto di lavoro Illuminazione inadeguata Postura seduta inadeguata Rumore alla postazione di lavoro Vibrazioni alla postazione di lavoro
Progettazione postazione di lavoro per una corretta ergonomia Quando viene progettata una macchina e un conseguente compito lavorativo, il progettista deve assicurarsi che le caratteristiche ergonomiche sotto indicate siano tutte soddisfatte: Riconoscere esperienza, capacità e competenza dei futuri operatori Identificare il compito lavorativo nel suo complesso Individuare varietà di competenze e capacità Prevedere appropriata libertà ed autonomia per l’operatore Prevedere informazioni di feedback per l’operatore Prevedere l’opportunità di sviluppare abilità e capacità dell’operatore Evitare sovraccarico o sottocarico per l’operatore (frequenza, durata ed intensità) Evitare la ripetitività; prevedere varietà di compiti o attività
Se i compiti ripetitivi non possono essere evitati: Il tempo di esecuzione non deve essere determinato solo sulla base di tempi medi misurati e stimati in condizioni normali Devono comunque essere evitati tempi di ciclo troppo corti (inferiori ai 3 minuti) Deve esser data all’operatore la possibilità di determinare da se il ritmo di lavoro Evitare l’isolamento dell’operatore durante le attività lavorative Quando viene progettato dove posizionare la macchina o il posto di lavoro, prendere in considerazione la visione, la rumorosità, la distanza e l’autonomia delle diverse postazioni
Progettazione dei compiti: Definizione degli obiettivi generali del progetto Analisi delle funzioni Allocazione delle funzioni (macchina-operatore) Dettaglio dei compiti conseguenti Assegnazione dei compiti agli operatori Il progettista deve specificare nel dettaglio cosa deve fare l’operatore, la forza di esecuzione richiesta, la frequenza del compito, la temporalizzazione e la sequenza dei compiti, la difficoltà ad impararli, eseguirli ed i rischi associati con l’esecuzione di essi
Devono essere emesse delle specifiche della postazione lavorativa e/o macchina, le quali devono esplicitare: N° degli operatori richiesti Identificare chiaramente il carico di lavoro ed i rischi imposti per ogni operatore Adeguata distribuzione dei compiti L’adeguatezza della progettazione, oltre che durante le fasi di stesura della stessa, deve essere verificata anche durante l’implementazione della nuova postazione
Norma prEN 1005-4 Identificare i probabili operatori Effettuare l’analisi delle attività Identificare le necessità ergonomiche per ogni processo Simulare le attività al computer (CAD, etc.) Effettuare la Valutazione dei rischi Simulare le attività con l’ausilio di operatori
VALUTAZIONE DEI RISCHI ACCETTABILE CON CONDIZIONE Sono possibili tre risultati: ACCETTABILE ACCETTABILE CON CONDIZIONE NON ACCETTABILE
Il rischio per la salute è considerato basso o trascurabile per la quasi totalità della popolazione utilizzatrice adulta; non sono necessari interventi Il rischio per la salute aumenta per tutta o quasi la popolazione utilizzatrice; la postazione deve essere valutata e quindi ridisegnata o se ciò non è possibile effettuata adeguata formazione agli operatori sulle corrette modalità di svolgimento delle attività in modo da ridurre il rischio Il rischio per la salute non è ritenuto accettabile per nessuna parte della popolazione utilizzatrice; la postazione deve essere ridisegnata per migliorare le posture di lavoro
Basse frequenze di movimenti Alte frequenze di movimenti Rischi per la salute Posture statiche Basse frequenze di movimenti Alte frequenze di movimenti
IL TRONCO Flesso / Estensioni Postura statica Movimenti Bassa frequenza (<2min.) Alta frequenza (>2min.) I Accettabile II Accettabile con condizione(a) Non accettabile III Accettabile con condizione(c) IV Accettabile con condizione(b) Condizione (a): accettabile se il tronco è completamente supportato; se non è così, accettabilità in funzione della durata, della postura e dei tempi di riposo Condizione (b): accettabile se il tronco è completamente supportato da un sedile con schienale alto Condizione (c): non accettabile se la macchina deve esser usata per lunghi periodi
Inclinato lateralmente e ruotato Postura statica Movimenti Bassa frequenza (<2min.) Alta frequenza (>2min.) I Accettabile II Accettabile con condizione(a) Non accettabile Condizione (a): non accettabile se la macchina viene usata per lunghi periodi I – Deviazione appena visibile II – Deviazione chiaramente visibile
Flesso / estensione ed abduzione GLI ARTI SUPERIORI Flesso / estensione ed abduzione Postura statica Movimenti Bassa frequenza (<2min.) Alta frequenza (>2min.) I Accettabile II Accettabile con condizione(a) Accettabile con condizione(c) III Non accettabile IV Accettabile con condizione(b) Condizione (a): accettabile se le braccia sono completamente supportate; se non è così, l’accettabilità dipende dalla durata della postura e dal periodo di riposo Condizione (b): non accettabile se la macchina deve esser usata per lunghi periodi Condizione (c): non accettabile se la frequenza è > 10 per minuto e/o se la macchina viene usata per lunghi periodi
Direzione dello sguardo ascendente / discendente TESTA E COLLO Direzione dello sguardo ascendente / discendente Postura statica Movimenti Bassa frequenza (<2min.) Alta frequenza (>2min.) I Accettabile II Non accettabile Accettabile con condizione(a) Condizione (a): non accettabile se la macchina viene usata per lunghi periodi I – Deviazione appena visibile II – Deviazione chiaramente visibile
Piegamento del collo laterale e ruotato Postura statica Movimenti Bassa frequenza (<2min.) Alta frequenza (>2min.) I Accettabile II Non accettabile Accettabile con condizione(a) Condizione (a): non accettabile se la macchina viene usata per lunghi periodi I – Deviazione appena visibile II – Deviazione chiaramente visibile
SOLUZIONI PRATICHE Alte frequenze di movimentazione – impossibilità di interrompere le attività Quando possibile dotare le macchine di “zone polmone” in modo che l’operatore abbia il tempo di riposare gli arti senza la preoccupazione di interrompere la produzione; ad esempio, nel caso della necessità di manipolare un prodotto che scorre su una rulliera o nastro trasportatore, l’operatore dovrebbe aver la possibilità di operare senza la preoccupazione che i prodotti “scappino” via.
Utilizzo di strumenti inadeguati Quando possibile, gli strumenti manuali dovrebbero esser sostituiti con strumenti comandati meccanicamente o ergonomicamente confortevoli
Posture Oltre ad assumere una corretta postura, quando possibile dovrebbe essere valutata la possibilità di andare ad intervenire con appositi accessori in ausilio al mantenimento della stessa
Esempi di quanto dovrebbero esser alti i piani di lavoro in caso di attività effettuate in piedi