MONDO ARABO CONTEMPORANEO

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Transcript della presentazione:

MONDO ARABO CONTEMPORANEO Dipartimento di Scienze sociali e delle Istituzioni Università di Cagliari MONDO ARABO CONTEMPORANEO Corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali Prof. Patrizia Manduchi anno accademico 2017-2018

Il mondo arabo

NOTE INTRODUTTIVE E METODOLOGICHE La terminologia La geografia umana e sociale Le articolazioni interne Cenni storici La fotografia del presente 02.10.14

Il mondo arabo In una prima accezione per mondo arabo o paesi arabi si intendono i paesi in cui la lingua dominante è l’arabo e l’etnia maggioritaria è quella araba. Esso ha prodotto fra la fine del xix e l’inizio del xx secolo uno specifico nazionalismo arabo (panarabismo). Un secondo elemento fondamentale che connota il mondo arabo è la religione maggioritaria, l’Islam. Nel cuore del mondo arabo, infatti, è nato l’Islam nel VII secolo d.C. e le terre arabe sono state le prime ad essere conquistate dagli eserciti musulmani. Infine, con l’espressione mondo arabo si è soliti indicare i 22 Stati appartenenti alla Lega araba: Algeria, Arabia Saudita, Bahrain, Comore, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Gibuti, Iraq, Kuwait, Libano, Marocco, Mauritania, Oman, Palestina, Qatar, Siria, Somalia, Sudan, Tunisia, Yemen.

Diffusione della lingua araba

La lingua araba, lingua comune per 400 milioni di persone Fu codificata ai primordi dell’Islam in quanto lingua con cui fu scritto il Corano. L’arabo classico diventa una sorta di latino cui hanno accesso solo i letterati di professione, mentre prendono vita varie forme di lingue parlate. Ai primi del XIX sec. l’arabo classico si modernizza a livello lessicale e stilistico, ma rimane immutato nella fonologia, morfologia e sintassi. Nasce così l’arabo standard contemporaneo, parlato oggi da più di 400 milioni di persone nel mondo (quinta lingua per diffusione nel mondo) e lingua liturgica per tutti i musulmani (1 miliardo e 600 milioni di persone nel mondo) 02.10.14

Mondo arabo e mondo musulmano: una falsa coincidenza Le aree del mondo musulmano: Arabia Saudita e Vicino Oriente, Egitto e Maghreb, Africa subsahariana, Turchia, Balcani, Iran, Asia centrale, Area indo-pakistana, Estremo Oriente. Il mondo musulmano e le sue grandi aree geoculturali: Maghreb e Mashreq; Vicino e Medioriente; Africa sub-sahariana, Turchia, Balcani; Asia centrale; subcontinente indiano; Estremo Oriente. 7

Islam plurale Il mondo arabo va dal Marocco all’Iraq e il suo centro geografico e simbolico è La Mecca, dove si trova la Ka’ba, il tempio più sacro della religione islamica. Il mondo musulmano è molto più ampio: circa trecento gruppi etnici e/o linguistici sono completamente o in buona parte musulmani. Le lingue più diffuse nel m.m. sono le lingue indoeuropee come il persiano, l’urdu, le lingue turche e turco-tartare. L’arabo (la lingua della Rivelazione) è parlato da circa 400 milioni di persone, ma non è l’unica lingua del m.m. Dall’Iran verso est e nel resto del m.m. le etnie, le lingue e le culture si differenziano, anche se la lingua araba rimane diffusa come lingua della pratica religiosa. Arabo, dunque, non vuol dire musulmano né musulmano vuol dire arabo. 8

Cosa vuol dire islām Islam in arabo vuol dire sottomissione volontaria all’unico Dio (la parola deriva dalla stessa radice sa-la-ma della parola salām, pace). Dio in arabo si dice Allāh. Il termine musulmano (muslim/pl. muslimūn) identifica “coloro che si sottomettono” a Dio. Il dogma fondamentale della religione islamica è l’unicità di Dio, il tawhīd. 9

Che cosa è l’islam È l’ultima, in ordine cronologico, delle tre grandi religioni monoteistiche (nasce nel VII secolo). È innanzitutto una religione*, ma anche un sistema politico e culturale, una forma di organizzazione della società, in ultima analisi una civiltà. È una fede religiosa, ma – oggi più che mai – anche un formidabile segno di identità personale e collettiva. La parola Islam oggi viene comunemente, ma non correttamente, associata a una ideologia politica, che andrebbe invece denominata islamismo. *Una religione non è solo un insieme di dogmi, ma è anche il modo con cui gli individui, singolarmente o più spesso uniti da comuni intenti, contribuiscono al processo storico di sviluppo di una cultura. Il fatto religioso si presta alla descrizione, alla spiegazione, all’interpretazione, ma pochissimo alla quantificazione (Brigitte Dumortier, Atlas des religions, Paris 2002) L’Islam può essere inteso come una disposizione del cuore (sottomissione a Dio), una religione, un insieme di Paesi e di popoli, uno spazio di civiltà, una ideologia… (Anne Laure Dupont; Atlas de l’Islam, Paris 2014)) 10

A questa religione/cultura afferisce circa un miliardo e seicento milioni di persone, diffuse in quasi tutti i Paesi del mondo (l’Islam è religione predominante della popolazione in 49 Stati). I primi Paesi per numero di fedeli musulmani sono l’Indonesia (209 milioni) e l’India (176 milioni). Il mondo musulmano ha un tasso di crescita molto alto (1,5% contro lo 0,7% della media del resto del mondo). Quale livello di appartenenza religiosa è possibile cartografare? È corretto parlare di musulmani o si dovrebbe parlare di individui di tradizione musulmana o di origine musulmana?

Le religioni nel mondo 2 miliardi e 100 milioni di cristiani, 1 miliardo e mezzo di musulmani. 12

Paesi con il maggior numero di musulmani (fonte Pew Research Center, 2012) Indonesia 209.120.000 (87,2%) India 176.190.000 (14,4%) Pakistan 167.410.000 (96,4%) Bangladesh 133.540.000 (89,8%) Nigeria 77.300.000 (48,8%) Egitto 76.990.000 (94,9%) Iran 73.570.000 (99,5%) Turchia 71.330.000 (98,0%) Algeria 34.730.000 (97,9%) Marocco 31.940.000 (99,9%) Cina 21.667.000 ( 1,6%) Pew Research Center; www.guardian.co.uk/flash/0,5860,567574,00.html 13

http://www. pewresearch http://www.pewresearch.org/fact-tank/2013/06/07/worlds-muslim-population-more-widespread-than-you-might-think/

La umma e la dār al-islām La comunità musulmana è definita da un vincolo di lealtà transnazionale e interculturale, una comunità unica di fedeli, nonostante un forte pluralismo di lingue, etnie, interpretazioni e usanze. Questa comunità è la umma, una sorta di “matria” per tutti i musulmani (umm in arabo vuol dire madre). Essa si è costituita fra i secoli VII e XIII, l’epoca considerata il periodo classico della storia dell’Islam. Oggi essa è suddivisa in decine di Stati e di comunità minoritarie in Stati non musulmani, oltre che in diverse confessioni (Sunniti, Sciiti*). * seguaci di ‘Ali, cugino e genero del Profeta, per il quale essi rivendicano la legittimità del califfato subito dopo Muhammad. Oggi le comunità sciite più rilevanti (in totale 10% dei musulmani) sono in Iran e in Iraq, in Oman, in Libano, in Yemen, in Bahrein. 15

Per dār al-islām si intende la totalità dei territori in cui l’Islam si è espanso sia militarmente che con altre modalità – commerci, propaganda religiosa (da‘wa) – e in cui l’Islam è predominante (ovverosia dove la sharī‘a, la legge islamica derivata dal Corano, la parola di Dio, è alla base della legislazione e della vita dei fedeli). La ricostituzione della umma unitaria delle origini (Califfato) e quindi la conquista di quei territori che componevano la dār al-islām all’epoca dell’apogeo dell’Islam (secc. IX-XV), è l’obiettivo politico dei gruppi più estremisti del fondamentalismo islamico, una corrente ideologica sviluppatasi nel XX secolo.

Dīn-dunya-dawla (religione, mondo, Stato) L’Islam nasce con la rivelazione al profeta Muhammad* di un messaggio da diffondere all’umanità: la parola di Dio (Allāh) diventerà il Corano, al Qur’ān, la Recitazione. Muhammad è l’unico fondatore di una religione che ha contribuito personalmente (e militarmente) alla sua espansione vittoriosa. Da ciò deriva la commistione fra sfera religioso-spirituale (la parola di Dio) e sfera temporale (giuridica) che caratterizza la cultura-religione islamica. *Muhammad è una figura storica (si trovano cenni alla sua figura in testi armeni, greci, bizantini del VII secolo, nonché in fonti arabe risalenti al 680 circa).

Il centro dell’Islam: la Ka’ba alla Mecca

Islam plurale non solo geograficamente, ma anche perché è: “una concezione della vita, del mondo, della società, della natura, dell’uomo e di Dio, olistica e onnicomprensiva” (Massimo Campanini, Il pensiero islamico contemporaneo, 2005). Le differenziazioni interne dunque sono molto marcate e non si può parlare di un unico Islam. Olistica: corpo e mente sono tutt’uno (Aristotele) 19

Inoltre, Islam plurale perché: “Nessuna religione esiste in un vuoto storico, e nessuna religione è la stessa in ogni tempo e luogo... La storia modella lo sviluppo della religione.” Carole Hillenbradt, Islam, una nuova introduzione storica, Einaudi 2015 02.10.14

storie e architetture differenti. Moschee nel mondo storie e architetture differenti.

Moschea di Medina (vi è seppellito il profeta Muhammad)

La cupola della Roccia, Gerusalemme

Moschea Sultan Ahmed, Istanbul

Moschea degli Omayyadi, Damasco

Moschea di Muhammad ‘Ali, Cairo

Moschea (sciita) dell’imam ‘Ali (Najaf, Iraq)

Moschea di Jenne, Mali (patrimonio Unesco)

Moschea Wazir Khan, Lahore, Pakistan

Moschea di Larabanga, Ghana

Moschea di Parigi

Cfr. il survey sul mondo musulmano del Pew Research Center all’indirizzo: http://www.pewforum.org/Muslim/the-worlds-muslims-unity-and-diversity-infographic.aspx Oggetto della nostra prossima lezione