L’udito , la psicologia e la scrittura Francesco Bevilacqua

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Transcript della presentazione:

L’udito , la psicologia e la scrittura Francesco Bevilacqua A.S.L.Na1 – Ospedale dei Pellegrini U.O. di Otorinolaringoiatria – Audiologia Direttore : Prof. Vincenzo Pucci L’udito , la psicologia e la scrittura Francesco Bevilacqua

L’acustica psicologica È un settore della psicologia che studia il suono inteso come rappresentazione psichica di una realtà esterna , esistente quindi solo nella nostra mente che lo attribuisce a oggetti del mondo esterno , localizzandolo in determinate posizioni dello spazio .

Caratteristiche peculiari del linguaggio Creatività : ad ogni pensiero che esprimiamo corrisponde la creazione di una frase originale . Forma : un numero limitato di suoni che si succedono con un ordine prevedibile che ne segnala il contenuto . Contenuto : verbale o strutturale (possibile rispettando morfologia e grammatica ) ed emotivo . Uso : mezzo di comunicazione sociale .

Tutti conosciamo l’asimmetria tra il lessico del parlare , che è ricco , e il lessico del sentire ,che è povero , al punto che per quest’ultimo spesso manca un verbo specifico .

Uno dei motivi di questa asimmetria risiede nella profonda differenza tra il parlare l’udire

Il parlare è Esterno Visibile Percepibile Autopercepibile

L’udire è Interiore Invisibile sfuggente

Posso vedere chi parla ( anche se non sento quello che dice ) Ma non posso vedere l’ascolto Posso osservare e percepire alcuni movimenti del mio apparato fonatorio ( laringe , bocca , lingua , labbra ) Ma non posso vedere o percepire i movimenti dell’apparato uditivo ( timpano , ossicini , perilinfa ecc.)

Le parole non hanno un corpo visivo e non possono quindi essere percepite come presenze stabili . ( non essendo scritte , non sono sott’occhio )

Le parole sono deperibili ed evanescenti Quando pronunciamo la parola “ permanenza” nel momento in cui arriviamo a “ nenza “ il “perma “ se ne è gia andato . In quanto suoni , le parole dell’oralità esistono solo nel momento in cui stanno svanendo ed hanno dunque la natura dell’evento . ( non a caso il termine ebraico “dabar “ significa insieme “ parola “ ed “evento “.)

Il passaggio dal parlare alla scrittura è anzitutto un passaggio dal dominio dell’udito a quello della vista Mentre l’uomo della civiltà orale è completamente immerso in un mondo di suoni che fluiscono verso di lui da ogni direzione assai diverso risulta la collocazione nel mondo per l’uomo che ha imparato a scrivere e ad oggettivare l’universo nella materialità visibile del testo scritto.

Con la scrittura infatti Il mondo di cui facciamo esperienza si rende visibile, nel testo , come ciò che sta di fronte a noi . La vista pone l’osservatore al di fuori di ciò che vede a distanza , e inoltre , isola gli elementi e seziona gli oggetti.

Walter J.Ong