Pedagogia critica Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica, Carocci, Roma 2009 Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia.

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Pedagogia critica Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica, Carocci, Roma 2009 Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica

pp.12ss Ragionare e giudicare criticamente vuol dire non ispirarsi al principio di una Ragione forte, ma utilizzare i principi e gli strumenti di una umana ragionevolezza – situata, relativa e fallibile, che può condurci a comparare fatti e azioni, situazioni e progetti e aiutarci a pensarne di diversi e migliori Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica

La critica non è il luogo in cui si utilizzano e producono certezze, ma una forma culturale, una attitudine e stile mentale, che anticipa, precede, dispone le operazioni di giudizio Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica

All’immagine potente di una critica impersonalmente connotata, finalizzata alla separazione di vero e falso, va sostituita l’interpretazione della critica come atteggiamento morale e politico del soggetto Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica

Foucault, Qu’est-ce que la critique? “la critica designa il movimento attraverso il quale il soggetto si riconosce il diritto di interrogare la verità nei suoi effetti di potere e il potere nei suoi discorsi di verità” La critica assume la forma di un’esperienza propriamente pratica, in situazione, nella quale si rende possibile concepire l’esercizio umano della libertà, sottraendosi a canoni, principi o valori universali così come ad ogni rigidità metodologica. Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica

La critica è desiderio e ricerca di verità, non possesso di essa ma aspirazione; essa è quindi pratica e non compimento (Fadda) Se lo spazio della critica è essenzialmente lo spazio interrogante, la critica è anche crisi per l’ineluttabilità della scelta che ogni giudizio comporta e che implica dubbio, rischio, lacerazione, incertezza. Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica

Proprio perché condizione della scelta e del giudizio oculati, la critica è anche il luogo primo di esercizio della libertà intesa non come illusione di totale indipendenza ma come consapevolezza della natura e del carattere di tutto ciò che costituisce per noi condizionamento. Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica

Il pensiero critico ha come sua fondamentale caratteristica l’impegno a ripensare costantemente le teorie e le pratiche, mettendosi sempre e da capo in gioco, sempre di nuovo in discussione, non adagiandosi mai sui risultati raggiunti, non aspirando mai ad esiti definitivi Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica

Si tratta di sottoporre ad analisi critica i modelli universalizzanti, astratti, riduttivi dei saperi “oggettivi” i quali, se per un verso consentono di sfuggire alla varietà, alla contingenza e al cambiamento, inevitabilmente escludono quanto della realtà antropologica risulta ad essi irriducibile e di individuare altre forme di pensiero e di conoscenza atte a coprire i luoghi inaccessibili a quei modelli. Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica

Rita Fadda, pp. 17ss La radice del termine κριτική, dal verbo κρίνω, “io giudico”, ne dichiara la funzione: criticare è giudicare, ma anche scegliere a ragion veduta. La critica prende corpo solo quando ci siamo di fronte ad un oggetto da esplorare ed essa consiste, in primo luogo, in un’operazione negativa che è quella di togliere l’apparenza, senza di cui non ci è dato coglierlo oltre la sua immediata datità. La critica non può stare laddove c’è un oggetto che si presenta come immediatamente noto, risolto, concluso. Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica

Criticare non è constatare, né riprodurre La conoscenza scientifica ci consente di produrre giudizi tendenzialmente adeguati e non arbitrari Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica

La critica è anche crisi perché è giudizio aperto, indagine provvisoria, è avanzamento ma anche cammino a ritroso, e spesso il cammino a ritroso consente di avanzare E’ rischio perché presuppone la scelta: il termine critica rimanda alla congettura, al calcolo, al confronto, al discernimento, ma tutto ciò non indirizza verso un sistema generale di regole, che fungono da garanzie, proprio in quanto permangono gli elementi di scelta e dunque di arbitrio. Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica

In quanto luogo della scelta e del giudizio oculato, la critica è anche il luogo primo di esercizio della libertà, libertà non come illusione di totale indipendenza, ma come consapevolezza dei condizionamenti, come sospetto, come luogo privilegiato per mettere a nudo, intuire, riconoscere la natura e il carattere di ciò che ci condiziona. Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica

Esercizio della libertà non si traduce in assenza di vincoli, ma in assunzione di responsabilità, obbligo anche morale di assumere consapevolezza di tutto ciò che nel nostro teorizzare, nelle nostre scelte pratiche ci condiziona e occasione di ricerca e di messa a nudo della natura e del carattere di tali condizionamenti. Tratto da: Colicchi E., a cura di, Per una pedagogia critica