DSM – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali

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Transcript della presentazione:

DSM – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali

SCOPO Strumento nosografico – descrittivo con lo scopo di fornire un utile guida alla pratica clinica Migliorare la comunicazione fra clinici offrendo chiarezza di linguaggio Facilitare la ricerca scientifica offrendo criteri diagnostici espliciti Strumento didattico per l’insegnamento della psicopatologia

DISTURBO MENTALE una sindrome o un modello comportamentale o psicologico clinicamente significativo, che si presenta in un individuo ,ed è associato a disagio, disabilità (compromissione di 1 o più aree di funzionamento), ad un aumento significativo del rischio di morte o del dolore o a un’importante limitazione della libertà; questa sindrome non deve rappresentare una risposta attesa o culturalmente sancita a un evento (es. morte di una persona cara)

SINDROME insieme di sintomi caratteristici e ricorrenti, associati in maniera costante e tipica; clinicamente significativa: per poter parlare di disturbo mentale bisogna essere in presenza di qualcosa di un certo peso, di una certa importanza

Non si classificano le persone ma i disturbi Comune errore Non si classificano le persone ma i disturbi Es terminologia: non un alcolizzato ma un individuo con dipendenza alcolica Il disturbo mentale è importante oggetto di attenzione e di cura, non perché semplicemente la persona con un disturbo mentale è diversa rispetto ad una presunta normalità, ma perché la persona con un disturbo mentale soffre situazioni di stress, di disabilità, cioè difficoltà di inserimento sociale e di auto-realizzazione o in certi casi rischio di danno fisico e materiale.

Caratteristiche - 1 Ateoretico: ovvero non fa riferimento a nessuna scuola o paradigma, presenta la sintomatologia mentale in una maniera utile ai clinici di qualunque orientamento; Cerca di fornire dati descrittivi, informazioni sul “cosa” e sul “come”, soffermandosi meno sull’aspetto eziopatogenetico del disturbo Non dà informazioni rispetto al tipo di strategia per affrontare i disturbi descritti, ma si rivela uno strumento indispensabile per delineare il trattamento (formulazione caso)

CARATTERISTICHE -2 Il presupposto su cui si basa è che i disturbi psichici si manifestino con un set caratteristico di segni, sintomi e comportamenti, che abbiano un andamento prevedibile e talvolta una familiarità classificare i disturbi del paziente e le sue disfunzioni in base a categorie diagnostiche definite.

APPROCCIO CATEGORIALE I disturbi sono suddivisi sulla base di specifici criteri descrittivi: la diagnosi è determinata dalla presenza di un certo numero di criteri stabilito per ciascun disturbo Gli item non sono in ordine gerarchico, conta la quantità dei criteri, non la qualità perché tutti si equivalgono. per alcuni disturbi si aggiunge la dimensione temporale (esempio la presenza di n. criteri per almeno 6 mesi) Es: disturbo da deficit di attenzione Presenza di 6 o più dei criteri persistiti per almeno 6 mesi

LIMITI DELL’APPROCCIO CATEGORIALE Ogni categoria di disturbo mentale non è un’entità totalmente distinta con confini assoluti, netti che la separano dagli altri disturbi o dalla normalità; Gli individui che presentano una stessa diagnosi possono essere molto diversi tra loro a seconda dei criteri soddisfatti

Verso un approccio dimensionale I disturbi vengono descritti su un continuum che non ha confini netti normalità patologia

USO DEL GIUDIZIO CLINICO E’ importante che il DSM sia utilizzato da esperti e non applicato meccanicamente Es: l’esperto sulla base della raccolta delle informazioni ottenute tramite assessment e colloquio può ritenere presente una certa diagnosi per un soggetto anche se non sono soddisfatti completamente i criteri per la diagnosi, a condizione che i sintomi presentati siano persistenti e gravi.

ATTENZIONE ANCHE ALLA CORNICE CULTURALE Nella valutazione clinica di una persona proveniente da un’altra cultura è importante conoscere e/o raccogliere informazioni sulla cornice culturale di riferimento al fine di non diagnosticare erroneamente come patologia quelle normali variazioni di comportamento, convinzioni o esperienze peculiari della cultura dello specifico individuo Es: udire o vedere un congiunto morto dopo il lutto Nelle appendici il DSM fornisce alcune indicazioni di questo tipo

DSM VS ICD Si rifà a una tradizione psichiatrica statunitense; Maggiore rigidità nella descrizione di un disturbo; Meno soggettività nella diagnosi; Più utilizzato nella pratica clinica. Radici nella tradizione psichiatrica europea; Maggiormente flessibile rispetto alla valutazione delle malattie; Ampio margine di soggettività della diagnosi; Più utilizzato nell’ambito statistico e di ricerca

PUNTI DI CONTATTO DSM E ICD I Codici e i termini forniti dal DSM sono compatibili con quelli dell’ICD

Organizzazione del DSM V - 1 Disturbi del neurosviluppo Disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici Disturbi bipolari e disturbi correlati Disturbi depressivi Disturbi d’ansia Disturbo ossessivo compulsivo e disturbi correlati Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti Disturbi dissociativi Disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione Disturbi dell’evacuazione

Organizzazione del DSM V- 2 Disturbi del sonno-veglia Disfunzioni sessuali Disforia di genere Disturbi del comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta Disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction Disturbi neurocognitivi Disturbi di personalità Disturbi parafilici Altri disturbi mentali Disturbi del movimento indotti da farmaci e altre reazioni avverse ai farmaci Altre condizioni che possono essere oggetto di attenz. clinica

Tipi di informazioni per ogni disturbo 1)Caratteristiche diagnostiche: i criteri per la diagnosi (anche con esempi in alcuni casi); 2)Sottotipi e/o specificazioni; 3)Procedure di registrazione: indicazioni per riportare il nome del disturbo e connessione codici ICD-10; 4)Manifestazione e disturbi associati; 5)Caratteristiche collegate a cultura, genere e età; 6)Prevalenza: in un dato genere o in un determinato momento della vita 7)Decorso: info su durata e possibile evoluzione disturbo; 8)Familiarità: dati su possibilità di ereditarietà del disturbo; 9)Diagnosi differenziale: come differenziare il disturbo da altri simili.

DISTURBI DEL NEUROSVILUPPO -1 Esordio nel periodo dello sviluppo; Causano una compromissione significativa del funzionamento personale, sociale, scolastico e/o lavorativo; Possono comprendere sintomi di eccesso o deficit o ritardi ne raggiungimento di tappe dello sviluppo attese.

DISTURBI DEL NEUROSVILUPPO - 2 Disabilità intellettiva o dist. dello sviluppo intellettivo Disturbi della comunicazione Disturbi dello spettro dell’autismo Disturbo da deficit di attenzione e/o iperattività Disturbo specifico dell’apprendimento Disturbi del movimento Altri disturbi del neurosviluppo

Disturbi del neurosviluppo - 3 Per ognuno di essi: -quadro clinico -età tipica di esordio -livello di gravità -associato a una condizione medica/genetica o aun fattore ambientale

DISTURBO DA COMPORT. DIROMPENTE, DEL CONTROLLO DEGLI IMPULSI E DELLA CONDOTTA Disturbo oppositivo/provocatorio Disturbo esplosivo intermittente Disturbo della condotta Piromania Cleptomania Non altrimenti specificato

DISTURBI NEUROLOGICI Sindrome di Rett