Distu Università di Viterbo 05 ottobre 2011 Il cambiamento politico in Italia
1948-1992: Il pluralismo polarizzato La democrazia italiana è riuscita a consolidarsi nonostante un deficit di legittimità dovuto alla presenza di partiti “anti-sistema” (PCI e MSI) Il sistema di partito fino al 1992 costituì un caso di “pluralismo polarizzato” (Sartori) affetto da frammentazione (elevato numero di partiti) e polarizzazione (elevata distanza ideologica) Tutti i governi ruotavano attorno alla DC come partito dominante di centro, indispensabile per la formazione di qualsiasi coalizione Ricambio periferico, alternanza di governo limitata ai partners della DC
1948-1992: La partitocrazia Per ancorare alla democrazia una società civile gracile, frammentata e percorsa da acute tensioni ideologiche, i partiti hanno fatto ricorso alla colonizzazione degli apparati pubblici Distribuzione selettiva di risorse pubbliche in cambio di voti (clientelismo) e denaro (corruzione) I partiti accentuavano la frammentazione del sistema amministrativo e la dispersione delle funzioni per moltiplicare le occasioni di scambio politico
1994-2011: Il bipolarismo frammentato Il cambiamento dei sistemi elettorali ha innescato il mutamento delle dinamiche della competizione politica A tutti i livelli di governo sono stati introdotti sistemi elettorali misti ricorrendo a “grandi premi”, che incentivano la formazione di coalizioni pre-elettorali, e “piccole soglie”, che mantengono elevata la frammentazione politica Il sistema di partito opera come un “bipolarismo frammentato”: l’alternanza al governo è totale e frequente, ma le coalizioni di governo sono frammentate, eterogenee, conflittuali
1994-2011: Il bipolarismo frammentato La frammentazione del sistema di partito è stata accentuata dai mutamenti istituzionali dei livelli di governo periferici (decentramento amministrativo, riforma del Titolo V, rinnovamento delle forme di governo con introduzione della demo-elezione dei vertici dell’esecutivo) Deficit di istituzionalizzazione dei nuovi partiti che non controllano il comportamento dei propri rappresentanti nelle istituzioni Assenza di lealtà partitiche, scarsa coesione e coordinamento della classe politica
1994-2011: Un contesto politico in movimento Traiettoria del sistema politico italiano non muove dal collasso del vecchio regime alla definizione di un nuovo assetto stabile Alla crisi del 1992 è seguito un periodo di cambiamento incrementale senza stabilizzazione di un nuovo sistema internamente coerente Si tratta dell’unico caso in prospettiva comparata in cui le riforme amministrative sono state definite in un contesto di regime politico in transizione
Il rafforzamento del Governo Il cambiamento politico ha fatto venir meno la tradizionale “centralità del Parlamento” Prevalenza del Governo nell’esercizio della potestà normativa - decretazione d’urgenza - utilizzo di deleghe legislative - regolamenti e decreti - esplosione della legge finanziaria blindata con la tecnica del maxi-emendamento + fiducia
Transizione e capacità di riforma La prevalenza del Governo nell’esercizio della potestà normativa ha interessato anche la riforma amministrativa Data la frammentazione del sistema politico, la capacità dei veto-players di condizionare la formulazione e, soprattutto, l’implementazione delle riforme è rimasta elevata Caso italiano, nonostante l’affermazione di dinamiche competitive maggioritarie, è ancora affetto da debole capacità complessiva di implementare le riforme L’amministrazione resta terreno di caccia di una classe politica frammentata