“…COLTIVA E CUSTODISCI…”
All’interno del percorso proposto con la mostra, le immagini sono state selezionate con l’intento di definire tre tracce di riflessione.
IL LAVORO SOSTEGNO E PERNO DELLA VITA DELLA FAMIGLIA
DALLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA “L’apporto che la famiglia può offrire alla realtà del lavoro è prezioso..si esprime sia in termini economici che mediante le grandi risorse di solidarietà che la famiglia possiede..è un contributo che si realizza con l’educazione al senso del lavoro…”
Nella famiglia non ci si limita a ‘insegnare un mestiere’
E’ anche luogo in cui si educa alla partecipazione ed alla condivisione, alla responsabilità ed al servizio
Il lavoro non è solo occupazione, non dobbiamo sminuire il valore (anche economico!) di tutto quello che si fa nella casa e nella famiglia
NEL LAVORO SI MANIFESTANO E CONCRETIZZANO LA CREATIVITÀ E L’INTELLIGENZA DEGLI UOMINI
DALLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA “Il lavoro varia nelle sue modalità con il mutare delle condizioni tecniche, culturali, sociali e politiche […] Se l’attività lavorativa e le stesse tecniche utilizzate diventano più importanti dell’uomo stesso…da alleate, si trasformano in nemiche della sua DIGNITÀ”
Quanta creatività occorre per pensare nuove modalità e nuovi strumenti
…ed a volte anche per continuare ad usare quelli di sempre…
ATTRAVERSO IL LAVORO È POSSIBILE L’INCONTRO
DALLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA “Il lavoro umano possiede anche un’intrinseca dimensione sociale. Il lavoro di un uomo, infatti, si intreccia naturalmente con quello di altri uomini”
“Oggi più che mai lavorare è un lavorare ‘con’ ed un lavorare ‘per’ gli altri …
…allora può diventare anche una scuola di accoglienza e di tolleranza
Al di là di questi spunti molto generali, che abbiamo comunque cercato di legare ad una riflessione sul vivere da cristiani, crediamo che ci siano tante altre tracce percorribili, e che cercarle insieme, ragionando su un tema così concreto e condiviso, possa essere una buona occasione per camminare come comunità cristiana anche su tematiche come queste
Possiamo proporre alcune riflessioni, che offriamo come provocazione per una ricerca ed una discussione:
“…COLTIVA E CUSTODISCI…” (Genesi 2,15) Il lavoro è il modo attraverso cui ciascuno di noi, e tutti insieme, siamo chiamati da Dio a dare il nostro contributo alla Storia. Abbiamo la consapevolezza di questa vocazione?
Anche la dimensione del lavoro corre il grosso pericolo di rimanere schiacciata dentro quella SCHIZOFRENIA di vita che trita tutto, che non lascia spazio a nessun DISCERNIMENTO
Abbiamo sempre lo sguardo rivolto ad un "dopo" che deve venire (quando i figli son grandi, le ferie, la pensione, ...) ma… intanto?!? Come viviamo il lavoro? E’ un dovere da subire con la speranza che finisca il prima possibile o può dire altro nella/della nostra vita?
Nel lavoro facciamo esperienza di attesa, di pazienza, perchè la nostra è spesso solo una "parte"...
il non vedere un risultato complessivo finale può darci una sensazione di marginalità
C'è la tentazione di vedere un'utilità sociale solo nei "lavori di cura" (insegnante, infermiere, medico,...professioni dove si ha a che fare con le persone)...
e i lavori di tipo amministrativo, “sulle carte”… non valgono nulla?!?
il lavoro come luogo di accoglienza del diverso: siamo disponibili il lavoro come luogo di accoglienza del diverso: siamo disponibili? O cerchiamo di evitare il coinvolgimento?
Il lavoro come luogo di scelte non sempre facili e indolori
Come teniamo insieme nella nostra vita la nostra dimensione di lavoratori con quella di aver fatto una scelta cristiana?
“…COLTIVA E CUSTODISCI…”