Mendel, il padre della genetica

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Transcript della presentazione:

Mendel, il padre della genetica Gregor Mendel (1822-1894), monaco e naturalista, condusse esperimenti di genetica in un orto del monastero di Brno, nell’odierna Repubblica Ceca. 1

La genetica dell’Ottocento Gli studi sull’ereditarietà del periodo avevano portato alla teoria della mescolanza, basata su due principi: i due genitori danno un uguale contributo alle caratteristiche della prole; nella prole i fattori ereditari si mescolano. Grazie a numerosi esperimenti, Mendel confermò il primo presupposto e smentì il secondo. 2

Mendel utilizzò piante di pisello odoroso (Pisum sativum). I metodi di Mendel Mendel utilizzò piante di pisello odoroso (Pisum sativum). La sua ricerca si basava su: il controllo dell’impollinazione; la scelta dei caratteri; la scelta della generazione parentale; l’approccio matematico. 3

Mendel programmò i suoi esperimenti con cura minuziosa Mendel scelse di lavorare con piante di pisello per varie ragioni: sono di facile coltivazione; si riproducono velocemente; generano molti figli; presentano diverse varietà con caratteri facilmente distinguibili; è possibile lasciarle riprodurre attraverso l’autoimpollinazione, oppure eseguire l’impollinazione incrociata.

Mendel programmò i suoi esperimenti con cura minuziosa Per i suoi esperimenti, Mendel scelse delle linee pure di piante di pisello, ossia delle varietà che per autofecondazione producevano sempre figli simili alle piante genitrici In questo modo, il tratto prescelto rimaneva costante per molte generazioni

La prima legge di Mendel: la dominanza /1 Gli individui ibridi della prima generazione filiale (F1) manifestano solo uno dei tratti presenti nella generazione parentale (P) 6

La prima legge di Mendel: la dominanza /2 Se incrociamo due linee pure, il tratto che compare in F1 è il tratto dominante, mentre il tratto recessivo non appare nella prima generazione filiale. 7

La seconda legge di Mendel: la segregazione /1 Quando un individuo produce gameti, le due copie di un gene (gli alleli) si separano, e ciascun gamete riceve solo una copia. 8

La seconda legge di Mendel: la segregazione /2 Nella seconda generazione filiale (F2), ottenuta per autoimpollinazione di F1, si manifestano sia il tratto dominante sia quello recessivo in rapporto 3:1. 9

La meiosi spiega la segregazione Gli elementi unitari dell’ereditarietà oggi sono chiamati geni e le diverse forme di uno stesso gene sono gli alleli. 10

Gli alleli possono essere uguali o diversi Un individuo si dice omozigote per un gene se ha due alleli uguali. Se invece i due alleli presenti sono diversi l’individuo è eterozigote per quel gene. 11

Differenze tra genotipo e fenotipo L’insieme degli alleli che determinano un certo carattere è definito genotipo (per esempio, ll). La caratteristica fisica che essi determinano viene detta fenotipo (per esempio, seme rugoso). 12

Il quadrato di Punnett /1 È un modo per prevedere le combinazioni alleliche risultanti da un incrocio. Se su un lato si riportano i gameti femminili (aploidi) e sull’altro quelli maschili (aploidi), all’interno si otterranno tutti i possibili genotipi (diploidi). 13

Il quadrato di Punnett /2 14

  R r RR Rr rr

La terza legge di Mendel: l’assortimento indipendente Durante la formazione dei gameti, geni diversi si distribuiscono l’uno indipendentemente dall’altro. 16 16 16

l’assortimento indipendente La meiosi spiega l’assortimento indipendente Gli alleli di geni diversi segregano in modo indipendente gli uni dagli altri durante la metafase I della meiosi. 17

Interazioni fra alleli Esistono diversi alleli perché i geni sono soggetti a mutazioni. L’allele selvatico (wild-type) è quello presente nella maggior parte degli individui. 18

La poliallelia Molti geni presentano più di due alleli; questa condizione prende il nome di poliallelia.

La dominanza incompleta Gli eterozigoti mostrano un fenotipo intermedio a quello dei genitori. I geni coinvolti presentano alleli che non sono né dominanti né recessivi. 20

I geni interagiscono tra loro Alcuni caratteri sono determinati da più geni (caratteri poligenetici). Nell’epistasi un gene influenza l’espressione di un altro gene (per esempio, nei Labrador il gene E/e determina l’espressione del gene B/b). un Labrador con alleli B ed E è nero; un Labrador con alleli ee è biondo, indipendentemente dagli alleli Bb; un Labrador con alleli bb ed E è marrone. 21

Alleli soppressori e vigore degli ibridi Allele soppressore: cancella l’espressione di un allele mutante e comporta l’espressione del fenotipo selvatico. Vigore degli ibridi: indica la dominanza o la sovradominanza degli alleli in un organismo frutto di un incrocio tra linee pure; spiega i vantaggi qualitativi di una progenie ibrida.

Caratteri semplici e complessi Caratteri semplici: determinano differenze fenotipiche di tipo qualitativo (per esempio, i semi a buccia liscia o rugosa negli esperimenti di Mendel). Caratteri complessi: determinano differenze quantitative e dipendono dall’interazione fra geni e ambiente (per esempio, l’altezza nelle persone). 23

I caratteri poligenici A determinare un carattere sono tre situazioni estreme: la trasmissione monogenetica; l’eredità poligenica; fattori ambientali. Si definisce carattere non mendeliano o multifattoriale un carattere che dipende da due o più loci, con contributo variabile di fattori ambientali.

17/08/12 27/11/11 Eredità poligenica Alcuni caratteri, come la statura, sono il risultato di effetti combinati di molti geni, in questo caso si ha una variazione continua nei fenotipi. 25 25 25

I geni sullo stesso cromosoma sono associati Alcuni alleli non seguono un assortimento indipendente poiché i geni sono associati sullo stesso cromosoma. Gruppo di associazione: l’intera serie di loci di un dato cromosoma.

La ricombinazione genica Durante la meiosi i geni collocati in loci differenti di uno stesso cromosoma si ricombinano per crossing-over. 27