IL RUOLO E LE FUNZIONI EDUCATIVE CINZIA MION

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Transcript della presentazione:

IL RUOLO E LE FUNZIONI EDUCATIVE CINZIA MION ESSERE GENITORI OGGI IL RUOLO E LE FUNZIONI EDUCATIVE CINZIA MION

LE FAMIGLIE Il primo incontro con la scuola e con gli insegnanti, nonché l’esperienza scolastica dei figli, aiutano i genitori a prendere più chiaramente coscienza della responsabilità educativa che è loro affidata. Essi sono stimolati a partecipare a un dialogo intorno alle finalità della scuola e agli orientamenti educativi , per rendere forti i bambini ed attrezzarli per un futuro che non è facile da prevedere e decifrare.(da”Le indicazioni”)

TEMPO DISTESO Il tempo disteso, nel quale è possibile per il bambino giocare, esplorare, dialogare, osservare, ascoltare, capire, crescere con sicurezza e nella tranquillità sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta e nelle quali si esercita. In questo modo il bambino può scoprire e vivere il proprio tempo esistenziale senza accelerazioni e rallentamenti indotti dagli adulti.(da”Ambiente per l’apprendimento”)

LE DERIVE SOCIALI E COLLETTIVE -indifferenza diffusa (non-curanza) -mancanza di ascolto -mancanza categoria “alterità” -difficoltà a “sentire” empatia -narcisismo dilagante -mancanza di “etica del limite” -apparire al posto di essere -stati di “negazione” -deficit di Etica Pubblica -perdita del legame sociale -vuoto interiore (non si mette in contatto la mente con il cuore) -consumismo e conformismo

DISVALORI / VALORI Deresponsabilizzazione / responsabilità Individualismo / coesione sociale, solidarietà Tornaconto personale / bene comune Indifferenza-non-curanza /cura, empatia Dogmatismo / flessibilità, apertura Pre-giudizio / confronto aperto Apparire / essere

COSA SIGNIFICA EDUCARE? Aiutare il passaggio dal massimo della dipendenza al massimo dell’autonomia. -autonomia personale (lavarsi, vestirsi, alimentarsi, controllare gli sfinteri, ecc) -autonomia fisica (camminare, correre, saltare, ecc) -autonomia affettiva (scambio affettivo alla pari, non ricatti affettivi) -autonomia emotiva (saper esprimere le proprie emozioni) -autonomia cognitiva (pensare con la propria testa)

DIFFICOLTA’ GENITORIALE La prima componente della genitorialità è l’adultità (essere autonomi) La genitorialità consiste nel prendersi “cura” e fare “da guida”. Nella culla oggi viene depositato Narciso (il cucciolo d’oro) e non più Edipo (bambino pulsionale che ha bisogno di regole) Difficoltà ad assumere il “no” e a fare da “guida”

SCUOLA E FAMIGLIA Un tempo la scuola e la famiglia nell’educazione dei bambini mettevano in pratica il medesimo codice etico: Obbedienza (rispetto delle regole) Impegno Fatica Sacrificio (rinuncia). Non sorgevano conflitti per discordanza sui valori educativi

OGGI FAMIGLIE CAMBIATE Il fenomeno della denatalità insieme all’aspetto che la genitorialità ha assunto una dimensione in proporzione molto più affettiva che normativa, con il fenomeno in Italia dell’iperprotezione si cerca di: -far felici i figli -soddisfare tutte le richieste -anticipare i desideri -evitare le frustrazioni -trattenere sul principio del piacere -non coinvolgere nella cura della casa (cameretta, giochi, libri, attività conviviali della famiglia, ecc)

I “NO” CHE AIUTANO A CRESCRE Fase dell’opposizione (verso i 18 mesi) : il bambino non vuol cedere l’onnipotenza che lo contraddistingueva fin dalla nascita e non vuole satellizzarsi, anzi vuole essere lui a manipolare l’adulto. Il genitore , quando decide di dire “no” e non accontentare le pretese del bambino, lo deve fare con una grande solidità e tranquillità, senza paura di entrare in conflitto con il bambino, in modo che lui senta l’autorevolezza e insieme l’amorevolezza (lo fate per il suo bene)

BISOGNI E CAPRICCI IMPARARE A DISTINGUERE I BISOGNI DAI CAPRICCI

L’UTILITA’ DEI LIMITI Sentirsi al sicuro (un bambino che tiranneggia l’adulto, cioè si sente più potente di lui, come potrà sentirsi al sicuro, ossia protetto?) -crescere “forti”,cioè in grado di sopportare le frustrazioni e di sviluppare gli strumenti per far fronte alle difficoltà e pescare all’interno delle proprie risorse interne. -crescere “resilienti”

LA RESILIENZA La resilienza è la capacità di una persona o di un gruppo di svilupparsi positivamente, di continuare a progettare il proprio futuro. Di continuare a crescere a dispetto di - frustrazioni, - di avvenimenti destabilizzanti, - di condizioni di vita difficili, - di traumi anche severi.

IL RIFIUTO DEI LIMITI Eccessi di collera (restare calmi, non lasciarsi sopraffare dall’ira dei bambini, se il bambino è piccolo, contenerlo tra le braccia finchè l’ondata è passata). -far fronte alla crisi e alle critiche dei bambini senza sentirsi “mostri” -il bambino deve fare esperienza che la collera si può controllare ed esprimere (questo tuo comportamento mi fa arrabbiare) e non agire (sbattere porte , urlare, rompere oggetti)

LIMITI QUOTIDIANI -la separazione; -il sonno; -il cibo; -l’attesa;

IL COMPORTAMENTO DISTRUTTIVO In qualsiasi circostanza è importante che un bambino impari a non fare del male agli altri e, se lo fa, a riparare il danno fatto. Se gli viene permesso di comportarsi in modo distruttivo, il bambino alla fine è spaventato, sia per quello che ha fatto sia per quello che voi potreste fare a lui. Quando un bambino viene travolto da un impeto d’ira sente di non riuscire a controllarsi. Bloccarlo con fermezza viene interpretato come un segnale che ci si preoccupa per lui.

IL POSTO ALL’INTERNO DELLA FAMIGLIA E DEL GRUPPO A SCUOLA Lo scopo di ogni bambino è quello di trovare una collocazione nel gruppo, di farsi accettare. Il posto quando nasce un fratellino. Anche un bambino con un comportamento deviante crede che le sue azioni possano guadagnargli riconoscimento.

ATTACCAMENTO E SEPARAZIONE La qualità delle cure materne e la dinamica armonica dell’attaccamento e separazione realizzeranno nel bambino la cosiddetta “Base sicura” Se le cure materne sono discontinue potrà presentarsi un Attaccamento ansioso-ambivalente. Ad un atteggiamento freddo della madre può apparire un Attaccamento evitante.

EDUCARE ALLA SEPARAZIONE Separazione madre-bambino Separazione famiglia-scuola Separazione famiglia d’origine-famiglia propria

RELAZIONE MADRE –BAMBINO TOTALIZZANTE Le madri italiane investono troppo nella relazione con i figli maschi che spesso è una relazione simbiotica/totalizzante. “ma non è escluso che il ruolo sempre più forte della madre in famiglia e il cosiddetto dissolvimento della presenza paterna contribuiscano a creare squilibri devastanti… Padri che si sentono coetanei dei figli…” (Remo Bodei)

EVAPORAZIONE DEL PADRE Il principio di autorità è stato messo in crisi sia a livello politico che a livello sociale e familiare. Difficoltà a sostituire l’autorità con l’autorevolezza che non viene assegnata ma conquistata. Medesima difficoltà del padre reale che deve imparare a coniugare cura e guida e ad assumere il no in educazione, nonché segnare la distanza tra madre e figlio.

RUOLO DEL PADRE Rappresenta l’autorità, la legge. Aiuta il figlio a separarsi dalla madre Regola la distanza tra loro Sollecita e incoraggia l’autonomia e l’indipendenza Promuove il processo di identificazione sessuale del figlio Stimola il pensiero autonomo, la capacità critica, la curiosità e l’esplorazione.

TEORIA DEL SEGNALE Bisogno di affiliazione(figura materna) Fase=dipendenza, seduzione Bisogno di potere (figura paterna) Fase=controdipendenza (opposizione) Bisogno di successo (pari) Fase = indipendenza, autonomia LA POTENZA E IL POTERE (non ho bisogno di primeggiare perché avverto la mia potenza, la mia “capacitazione”)

BAMBINI E BAMBINE OGGI in famiglia Superstimolati cognitivamente Nativi digitali Campioncini Iperprotetti Tiranni Fragili emotivamente

BAMBINI E BAMBINE OGGI a scuola Poco autonomi Diversi Informati ma in difficoltà ad organizzare le conoscenze Con difficoltà attentive e di concentrazione Iconici Senza regole Non sopportano frustrazioni, impegno e fatica. Non tollerano di sbagliare

BISOGNI DEI BAMBINI ACCETTAZIONE = INCONDIZIONATA RICONOSCIMENTO =IDENTITA’, anche di GENERE CONTENIMENTO = LIMITI E REGOLE COMUNICAZIONE =linguaggio del corpo e linguaggio verbale =ASCOLTO RELAZIONE =AFFETTIVA E NORMATIVA EVOLUZIONE = AUTONOMIA E COMPETENZE

CAPACITA’ DI ASCOLTO Capacità di ascolto di indici verbali e non verbali (differenza tra udire ed ascoltare) -non giudicare -resistere alle distrazioni -interrompere le attività -non pensare alle risposte da dare -mettersi all’altezza del bambino -posare le mani sulle spalle con contatto tònico rilassato

AIUTARE BAMBINI E BAMBINE A CRESCERE Saper riconoscere: Paura di essere esclusi Paura di misurarsi (confrontarsi sulle competenze) Paura di investire (affettivamente) Sindrome del “bambino trasparente” Desiderio di far fuori gli altri Terrore della propria distruttività Forze oscure che bloccano (timidezza) Difficoltà ad allacciare legami duraturi Insicurezza(difficoltà ad esporsi) Vergogna

ALLENAMENTO EMOTIVO PERR I GENITORI (DA John Gottman) 1) essere consapevoli delle EMOZIONI del bambino/a 2) riconoscere nell’emozione una opportunità di intimità e di insegnamento 3) ascoltare con EMPATIA e convalidare i sentimenti del bambino/a (capisco…, anch’io alla tua età, ora,…) 4) aiutare il bambino/a a trovare le parole giuste che rispecchiano le EMOZIONI che sta provando (possiamo parlare di….) 5) porre dei LIMITI, mentre aiuta il bambino/a ad esplorare le strategie per risolvere il problema (ecco hai ragione, proprio questo potresti fare, ma non questo, …e poi fare la richiesta adeguata all’altro…)

RICHIESTE SOCIALI ADEGUATE Rispetto alla paura, al posto di fuggire : chiedere aiuto, chiedere rassicurazione, ecc.. Rispetto alla rabbia, invece di lottare e aggredire, fare all’altro una richiesta di cambiamento (quello che stai facendo mi danneggia, mi fa star male, mi fa arrabbiare, non comportanti più così;smettila con questi atteggiamenti, ecc) Rispetto alla tristezza al posto di provare da soli a rielaborare il lutto chiedere conforto e amore. Rispetto alla gioia se si vuole mantenere la situazione chiedere agli altri la condivisione.

ESPRIMERE NON “AGIRE” Esprimere le emozioni non significa solo “trovare le parole per dirlo” ma anche fare la richiesta sociale adeguata. Questo processo significa tenere a bada l’impulso individuale di “agire” per attivare il pensiero e trovare la domanda adatta. Per ogni emozione ci sono richieste diverse da fare perché l’espressione delle emozioni ci aiuta a salvare la relazione interpersonale.

GRAZIE DELL’ATTENZIONE Cinzia Mion GRAZIE DELL’ATTENZIONE