Scienza Politica a.a Marco Di Giulio

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Transcript della presentazione:

Scienza Politica a.a. 2015-2016 Marco Di Giulio Istituzioni. Regimi politici. Democrazia

A che punto siamo e dove stiamo andando Potere Istituzioni Regimi Democratici Non democratici Forme di governo Sistemi elettorali Attori Processi

Sommario Dallo Stato al concetto di «Sistema Politico» Regimi politici Democrazia Le democrazie contemporanee Lo studio Lijphart Conclusioni e dibattito contemporaneo

«Il Sistema Politico» David Easton (1917-2014) Per studiare la politica in maniera scientifica occorre distaccarsi dal formalismo giuridico Lo Stato è un concetto difficilmente traducibile empiricamente… …meglio quello di «sistema politico» Tre componenti del sistema politico Le autorità  Chi detiene il potere La Comunità politica  La base umana e territoriale Il Regime politico  Le regole e le istituzioni attraverso cui le autorità e la comunità politica entrano in relazione

Tipi di Regime: I Classici Il pensiero politico classico e moderno (da Platone a Hobbes) ha concepito tre tipi di regime Monarchia  Governo di uno Oligarchia  Governo di pochi Democrazia  Governo di molti/del popolo In generale la democrazia non ha goduto di «buona fama», associata alle passioni più basse (come l’invidia). La civiltà romana ha sposato l’idea del «Governo Misto» La civiltà medievale propendeva per la monarchia, ma vox populi, vox dei. Illuminismo torna ad apprezzare la democrazia, ma (con alcune eccezioni) si tratta di un’idea moderna, lontana dall’idea classica di governo del popolo  (Cfr. Lezione precedente §Nazione)

I Regimi nel dibattito contemporaneo Democratici Non-democratici Autoritari Totalitari

Democrazia: tema centrale della Scienza Politica Ruolo degli USA del sistema internazionale Riflessione sulle cause del Fascismo e del Nazismo I lavori di Almond and Powell «Comparative Political Systems» 1956 Costante monitoraggio sulle condizioni Istituzionali e Culturali delle democrazie europee Importanza dei valori!

La democrazia contemporanea Democrazia e «popolo», oltre l’etimologia La democrazia come «governo del popolo» non è mai esistita. …però continuiamo a usare questo termine Democrazia rappresentativa ≠ Democrazia degli antichi (diretta) Dimensioni territoriali degli stati Democrazia di massa ≠ Monarchie costituzionali del ‘800 e primo ‘900 (regimi elitari, suffragio ristretto)

Democrazia: verso una definizione (I) “Many forms of Government have been tried, and will be tried in this world of sin and woe. No one pretends that democracy is perfect or all-wise. Indeed it has been said that democracy is the worst form of Government except for all those other forms that have been tried from time to time” (W. Churchill, House of the Commons, 11 November 1947)

Democrazia: Verso una definizione (II) I classici del pensiero politico si sono chiesti «Chi deve governare»? Ribaltare il problema: «How can we so organize political institutions that bad or incompetent rulers can be prevented from doing too much damage? » (K. Popper, Open Society Vol. 1, 121) La democrazia è l’unico assetto istituzionale che permette di cambiare governo senza spargimento di sangue. «Under such a system … parties are from time to time forced to learn from their mistakes » (K. Popper, All Life Is Problem Solving)

Definizioni minime di Democrazia (I) «Il metodo democratico è lo strumento istituzionale per giungere a decisioni politiche, in base al quale singoli individui ottengono il potere di decidere attraverso una competizione che ha per oggetto il voto popolare» (J. Schumpeter 1954) «Un sistema etico-politico nel quale l’influenza della maggioranza [i cittadini, Ndr] è affidata a minoranze concorrenti che l’assicurano attraverso il meccanismo elettorale» (G. Sartori 1969)

Condizioni necessarie (e sufficienti) della Democrazia Suffragio universale maschile e femminile Elezioni Libere  I cittadini non sono mobilitati dall’altro, voto segreto… Competitive  Il risultato elettorale deve essere incerto Ricorrenti  Le scadenze sono fissate dalla legge Corrette  sistema di controlli diffusi (nei seggi) e istituzionalizzati (Parlamento, TAR) Più di un partito Diverse e alternative fonti di informazione

Le Democrazie Contemporanee Arendt Lijphart  politologo olandese Democracy in plural societies (1977), Patterns of Democracy (1984) Contrasta l’idea che i regimi politici democratici siano esclusivamente incentrati sulla competizione. Molte democrazie funzionano in maniera differente da quella Britannica o da quella Americana… eppure sono democrazie! Applicare definizioni e modelli di democrazia basati su esperienze che non rappresentano l’universo dei fenomeni rischia di Produrre una conoscenza distorta Approccio normativo

Due modelli di Democrazia Democrazie Maggioritarie Principio maggioritario: «The winner takes it all» il gruppo sociale più consistente prevale (non è detto sia la maggioranza assoluta!) Chi perde può accettare la sconfitta perché ha buone probabilità di vincere al prossimo turno! Democrazie Consensuali Principio consensuale: le elites e le istituzioni sono orientate a ricercare il consenso del maggior numero possibile di gruppi sociali Non creare permanent losers, minoranze senza possibilità di accesso al potere.

Costruzione dei due modelli Concentrazione/dispersione del potere: Due dimensioni Fra attori diversi dentro alle istituzioni di governo Fra istituzioni dello Stato Dieci variabili, suddivise in due dimensioni, descrivono due modelli ideal-tipici di democrazia: maggioritaria e consensuale

La dimensione esecutivo-partiti

La dimensione federale-unitaria

Costruzione e primi risultati (descrittivi) Perché due dimensioni? Le variabili sono relativamente omogenee all’interno di ciascuna dimensione (correlate fra loro); ma le due dimensioni sono “autonome” una dall’altra I tipi “puri”: governo controllato da pochi attori e istituzioni accentrate (UK); governo condiviso fra molti attori e istituzioni decentrate (Svizzera) Ma esistono anche tipi “misti”: Paesi Commonwealth vs. Nord Europa USA e CANADA: «maggioritari» rispetto alla prima dimensione, «consensuali» nella seconda Norvegia, Svezia: «consensuali» prima dimensione, «maggioritari» rispetto alla seconda

La mappa concettuale delle democrazie Maggioritari puri Consensuali puri

Maggioritarie vs. Consensuali. Che differenza fa? Oltre a descrivere gli assetti istituzionali e politici delle democrazie esistenti, Lijphart è interessato a capire se questi producono effetti diversi Prende le mosse dall’ipotesi che le Democrazie maggioritarie (anglosassoni) siano migliori Maggiore accountability  relazione diretta elettore-eletto (sanzione elettorale) Maggiore responsiveness  potere concentrato=efficacia, capacità di risolvere problemi collettivi

L’analisi Analisi di tipo quantitativo statistico Relazione fra tipo di democrazia e due set di variabili di output (risultati) Variabili macro-economiche Crescita del PIL Capacità di gestire il debito pubblico Contenimento delle diseguaglianze economiche (Gini Index) Variabili sociali Parità fra generi % spesa pubblica per politiche sociali Affollamento delle carceri Diffusione della violenza

The winner is… Le democrazie consensuali sono risultate moderatamente migliori per quanto attiene a molti indicatori di performance economica e decisamente migliori per quanto attiene alle politiche sociali ed al controllo della violenza I risultati sono attendibili? Quanto del «successo/insuccesso» è attribuibile alle istituzioni politiche? A prescindere da questo, l’analisi di Lijphart ha Messo in evidenza come esistano più tipi di democrazia aperto al dibattito contemporaneo sulla qualità della democrazia