Sguardi sulla storia. volume 1 Luciano Marisaldi Sguardi sulla storia. volume 1
Sparta e Atene Volume 1, capitolo 5
Sparta e il Peloponneso Sparta acquisì il predominio sul Peloponneso fra l’VIII e il VII secolo a.C. con l’egemonia sulla Laconia e poi con due lunghe guerre per la conquista della Messenia, i cui abitanti furono ridotti alla condizione di servi della gleba. Nel VI secolo a.C. fu istituita la cosiddetta Lega peloponnesiaca, con la quale le poleis accettavano la supremazia spartana. Coppa laconica con guerrieri. Nei tempi più antichi Sparta era sede di una raffinata cultura aristocratica. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016
Licurgo e Sparta Con la costituzione che viene attribuita al leggendario legislatore Licurgo (che sarebbe vissuto fra il IX e l’VIII secolo a.C.), la polis si trasformò in uno stato totalitario e militarizzato. La costituzione era a regime verso il 600 a.C. e rimase stabile nel tempo. Lo stato spartano è stato paragonato a una grande caserma. Il sistema educativo mirava a fare degli Spartani una comunità guerriera controllata dallo stato. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016
Istituzioni spartane Due re ereditari Apella 5 efori controllano l’operato dei re presiedono l’assemblea Gherusia Consiglio degli Anziani (28 membri + i 2 re) Apella Assemblea popolare dei cittadini con pieni diritti Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016
Società spartana Spartiati, gli “Uguali”. Cittadini con pieni diritti. Numero ridotto di guerrieri, discendenti dei Dori. Perieci, abitanti dei villaggi della Laconia, artigiani e contadini. Senza diritti politici. Iloti, popolazione della Messenia asservita, servi della gleba di proprietà dello stato. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016
Istituzioni arcaiche di Atene Ad Atene la monarchia fu molto presto sostituita da un regime aristocratico, che esprimeva un collegio di nove arconti (poi dieci), eletti dall’Ecclesia, l’assemblea generale inizialmente ristretta ai nobili. Il tribunale dell’Areopago controllava l’operato degli arconti. La polis fu afflitta a lungo da conflitti sociali dovuti alla concentrazione delle terre nelle mani di pochi e al problema dei debitori insolventi. Le prime leggi scritte, di Dracone, durissime, costituirono un passo verso una nuova costituzione, che fu imposta da Solone nel 594-593 a.C. Costruzione delle mura dell’acropoli sotto la guida della dea Atena. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016
Solone arconte ad Atene, 594-593 a.C. Cancellazione debiti Abolizione schiavitù per debiti Costituzione timocratica (quattro classi di censo in base a rendita agraria) Eliéa, tribunale popolare Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016
Solone parla delle sue riforme “Al popolo ho dato tanta dignità quanta è bastante, senza togliergli o regalargli diritti; quelli che avevano potenza … anche per questi mi adoperai perché non subissero alcun torto. … Non ho permesso né agli uni né agli altri di avere un ingiusto predominio” Solone Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016
Criteri della costituzione di Clistene Spezzare il dominio dei nobili: ripartizione dell’Attica in dieci tribù. Rappresentare gli interessi di tutte le categorie di cittadini: ogni tribù è costituita da tre nuclei territoriali (trittie) fra loro separati (città, regione costiera, interno) Neutralizzare il potere politico dei clan familiari: le 140 circoscrizioni di villaggio, i demi, fanno capo alle trittie. Le tribù eleggono gli arconti e gli strateghi. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016
Istituzioni della democrazia ateniese Areopago Arconti (9+1) eletti annualmente Strateghi (10), comandanti militari Eliea, tribunale popolare Bulé Consiglio, organo di controllo, 500 membri Ecclesia Cittadini dell’Attica divisi nelle 10 tribù Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016
Democrazia L’ideale su cui si fonda la democrazia ateniese veniva espresso in origine con altre parole: isonomia, cioè uguaglianza di fronte alla legge, e isegoria, cioè uguale possibilità di parlare all’assemblea. Fondamento della democrazia era dunque l’uguaglianza dei diritti e la supremazia della legge (nomos) adottata per scelta comune. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016
I tribunali La giustizia era amministrata dai cittadini attraverso le giurie popolari, di varia entità, da 200 a 1000 membri. Ogni anno 6000 cittadini erano sorteggiati, in rappresentanza delle tribù, per far parte delle giurie. La partecipazione alle giurie popolari permetteva ai cittadini di conoscere le leggi della città. I tribunali erano anche un’importante manifestazione della vita politica. Le deliberazioni dell’Assemblea potevano essere impugnate davanti a un tribunale, la cui decisione era inappellabile. Votazione nel tribunale popolare, da un vaso attico del V secolo a.C. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016
La partecipazione politica I diritti politici sono riservati ai cittadini maschi adulti della polis ateniese Sono escluse le donne, così come gli stranieri residenti (meteci) e gli schiavi Con le riforme democratiche l’ideale del cittadino ateniese diviene la partecipazione diretta alla vita politica e alle decisioni dello stato. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016
Democrazia antica e moderna L’idea moderna di democrazia è molto diversa da quella dell’antica Grecia. Sul piano della partecipazione ai diritti politici, ad Atene ampie fasce erano escluse (donne, stranieri, per non dire degli schiavi). L’acquisizione piena di questi diritti è un fenomeno piuttosto recente, nelle democrazie moderne. Sul piano dei meccanismi in cui si esprime la rappresentanza, la democrazia ateniese era diretta, mentre le democrazie moderne sono rappresentative. Oggi la sovranità popolare si esprime in primo luogo con la scelta dei rappresentanti del popolo nelle assemblee parlamentari. Altra caratteristica fondamentale delle democrazie moderne è la separazione dei poteri. Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016
Democrazia oggi I cittadini di uno stato democratico Votano a suffragio universale Possono scegliere tra vari partiti Eleggono i propri rappresentanti politici che fanno le leggi e le fanno applicare Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016
Luciano Marisaldi, Sguardi sulla storia 1 © Zanichelli editore 2016