Istituzioni di Diritto Pubblico per Economia e Finanza

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Transcript della presentazione:

Istituzioni di Diritto Pubblico per Economia e Finanza 2017-2018 Le fonti e l’interpretazione Schede di sintesi (Capitolo V ) Le schede di sintesi non sostituiscono il libro, sono di ausilio allo studio individuale e alle spiegazioni in classe.

Fonti di produzione Fonti sulla produzione Legali Extra ordinem Fonti atto Fonti fatto Fonti di cognizione Con funzione integrativa dell’efficacia Con funzione meramente notiziale Disposizione Norma Ricavare dalle pagg. 29-31 le corrispondenti definizioni

L’interpretazione della legge (1) Art. 12 disp. prel. c.c. comma 1 Nell’interpretare una certa disposizione il giudice deve tener conto del: Significato proprio delle parole Secondo la connessione di esse Tenendo conto dell’intenzione del legislatore (ratio legis) L’interpretazione può essere: Letterale Sistematica Teleologica Storico-Evolutiva Conforme a costituzione Ricavare dalle pagine 32-33 le corrispondenti definizioni

L’interpretazione della legge (2) Art. 12 disp.prel.c.c. secondo comma: “Se la controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe. Se il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali dell’ordinamento giuridico dello Stato.” In caso di lacune (mancanza di una precisa disposizione relativa al caso) si ricorre alla Analogia (che è criterio di ‘autointegrazione’ dell’ordinamento) Analogia legis (ricorso a “disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe”). Analogia iuris (ricorso ai “principi generali dell’ordinamento giuridico dello Stato”) N. B. L’analogia non è mai ammessa in caso di leggi penali e di leggi ‘eccezionali’ o ‘speciali’ (= che fanno eccezione a leggi generali)-

Criteri di risoluzione delle antinomie: a ) gerarchia Se due atti normativi A e B, es. legge e regolamento, legge e Costituzione stanno in un rapporto per cui B deve essere conforme ad A: B è gerarchicamente sotto- ordinato a A se B contrasta con A è viziato e può essere annullato mentre per l’atto superiore vale la regola Lex superior derogat inferiori Come faccio a sapere se tra due atti fonte c’è rapporto di gerarchia? Lo ricavo a) da norme espresse (⌘): Es. art 4 disp. prel.c.c. ‘i regolamenti non possono contenere norme contrarie a disposizioni di legge’ b) dal sistema: Dato che esiste un controllo di costituzionalità delle leggi e degli atti aventi forza di legge, e la costituzione non può essere modificata dalle leggi e dagli atti aventi forza di legge, questi ultimi sono subordinati alla Costituzione (⌘) NB anche la norma espressa esprime un principio di sistema, il principio di legalità.

Esercizio/apprendimento Cercare nella pag. 37 la condizione gerarchica di Regolamento ministeriale Consuetudine E le disposizioni dalle quali la si ricava.

Esercizio/apprendimento Il criterio gerarchico ci permette di distinguere le fonti del diritto in Fonti di rango costituzionale Fonti di rango primario Fonti di rango sub-legislativo e secondario Cercare nella pag. 35-37 quali atti-fonte appartengono all’uno o all’altro livello. L’elenco delle fonti primarie è chiuso. Quello delle fonti secondarie è aperto. Perché ?

Criteri di risoluzione delle antinomie b) competenza Quando due atti fonte hanno ciascuno una sfera di competenza riservata Si dice che sono pari-ordinati tra loro L’atto che eccede dalla propria competenza è invalido (vizio di incompetenza) E può essere annullato o disapplicato. Come faccio a sapere se un atto-fonte ha una sfera riservata? Devo individuare se c’è una disposizione che gliela attribuisce (in genere è una disposizione di fonte superiore, ma non è necessario che sia così). Esempio classico di rapporto di competenza: legge statale/legge regionale. Ma: il criterio di competenza entra in gioco tutte le volte in cui la Costituzione riserva una certa materia a una data fonte. NB quando la Costituzione riserva una data materia a una certa fonte A, ne deriva che la fonte B, se entra in quella materia, è illegittima; ma ne deriva anche che la fonte A è tenuta a regolare la materia ed è viziata se non lo fa.

Esercizio/Apprendimento Le riserve stabilite in Costituzione sono numerose, e di tipo diverso! Di legge Assolute relativa Semplice Rinforzata Di legge costituzionale Di legge parlamentare Di regolamento parlamentare La definizione di ciascuna di essa si ricava dalle pagine 40-43. Tutte le riserve sono espressione del principio di legalità.

Il criterio gerarchico e quello di competenza sono due modi di risolvere le antinomie normative che presuppongono, in uno degli atti considerati, un VIZIO. Precisamente, un VIZIO DI LEGITTIMITA’ (contrasto con la disposizione che stabilisce la loro subordinazione gerarchica o che istituisce un certo rapporto di competenza). Essi determinano l’INVALIDITA’ di uno dei due atti Un atto invalido viene ANNULLATO (o, in alcuni casi, DISAPPLICATO). Es.: la legge che contrasta con la Costituzione è VIZIATA e viene ANNULLATA. Un terzo criterio di risoluzione delle antinomie invece non presuppone un vizio in alcuno degli atti considerati. Questo terzo criterio è l’abrogazione.

Criteri di risoluzione delle antinomie C) L’abrogazione Lex posterior derogat priori Se tra due fonti non esiste rapporto di gerarchia, né di competenza, la più recente nel tempo prevale sulla più antica, in caso di contrasto. Una legge che contrasta con la Costituzione è invalida e può essere annullata; Una legge che contrasta con una legge previgente non è invalida ma la si considera abrogata. TRA ABROGAZIONE E ANNULLAMENTO ESISTONO IMPORTANTI DIFFERENZE QUANTO AI LORO EFFETTI NEL TEMPO (CIOE’ AI LORO EFFETTI SULLA CAPACITA’ DELLA DISPOSIZONE ABROGATA/ANNULLATA DI CONTINUARE A ESSERE APPLICATA)

L’ABROGAZIONE NON PRESUPPONE UN VIZIO NELL’ATTO ABROGATO, E’ LA SEMPLICE CONSEGUENZA DELLA SUCCESSIONE DEL DIRITTO NEL TEMPO. DI QUI L’MPORTANTE DIFFERENZA TRA ABROGAZIONE E ANNULLAMENTO, QUANTO AI LORO EFFETTI NEL TEMPO. Una fonte ABROGATA non produce più effetti, cioè non può più essere applicata a fatti sorti dopo il momento dell’abrogazione (che è quello dell’entrata in vigore della fonte abrogante), ma continua ad essere applicata a tutti i fatti che si siano verificati in precedenza (principio tempus regit actus). INVECE una fonte invalida che viene annullata NON PUO’ PIU’ ESSERE APPLICATA NEMMENO CON RIFERIMENTO AL PASSATO. NEL CASO DELLA LEGGE QUESTO EFFETTO RETROATTIVO E’ PARZIALE E SI RIFERISCE SOLO AI CASI CHE, AL MOMENTO DELL’ANNULLAMENTO, SIANO ANCORA ‘APERTI’, vale a dire se oggetto di un processo non ancora deciso con sentenza passata in giudicato o di rapporti giuridici per i quali non è decorsa prescrizione o decadenza (che sono i modi di estinzione dei rapporti giuridici). L’ANNULLAMENTO - CONSEGUENZA DI UN VIZIO - E’ SEMPRE (ALMENO PARZIALMENTE) RETROATTIVO, L’ABROGAZIONE OPERA DI NORMA SOLO PER IL FUTURO.

Esercizio/apprendimento L’ABROGAZIONE PUO’ ESSERE ESPRESSA TACITA IMPLICITA O PER NUOVA DISCIPLINA DELL’INTERA MATERIA. Individuare nella pagina 39: La disposizione dalla quale queste definizioni si traggono Il significato di ciascuna di esse. Distinguere poi la nozione di ABROGAZIONE INNOMINATA

Criteri di risoluzione delle antinomie D) Il criterio di specialità LEX SPECIALIS DEROGAT GENERALIS Una legge che deroga a una generale, sottraendo ad essa una parte di disciplina Per sottoporla a una diversa regolamentazione prevale su quella generale, anche se successiva. Il criterio di specialità è una deroga al criterio cronologico (ovvero all’ abrogazione)

Criteri di risoluzione delle antinomie CRITERIO GERARCHICO CRITERIO DI COMPETENZA CRITERIO CRONOLOGICO CRITERIO DI SPECIALITA’ Quale di essi presuppone un vizio e ha per conseguenza l’annullamento? Come si definisce ciascuno di essi? Dove sono disciplinati?