Corso di Economia del Lavoro

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Transcript della presentazione:

Corso di Economia del Lavoro 2017-18 Docente: Prof.ssa Laura Chies PROGRAMMA DEL CORSO (Vedi nella cartella di moodle2)

Che cos’è il lavoro e che cos’è l’Economia del Lavoro? “Labour is, of course, a very special case, and there are many ways in which it should not be treated just like any other commodity – for the very simple reason that the whole purpose of the economy is to promote the welfare of men and women and not that of bricks and mortar” (Meade 1975, p. 43).

Lavoro ed economia Quindi il lavoro è un «bene» particolare, che non può essere trattato come altri beni economici, infatti non può essere separato dal suo proprietario Il suo valore viene misurato dal salario, Il lavoro è allo stesso tempo una misura della disutilità (derivante dallo sforzo di lavorare) e del benessere che ricavo dal consumo, possibile grazie al lavoro La scelta di lavorare o meno è condizionata dai limiti posti a qualsiasi bene (scarsità): disponibilità limitata, prezzi relativi e scelte alternative… Le scelte di lavoro e non lavoro sono operate all’interno di un mercato particolare: il Mercato del Lavoro

Numero di addetti per impresa Mercato del lavoro Mercato del lavoro regionale o locale Mercato del lavoro nazionale Numero di addetti per impresa

I dati e l’offerta di lavoro Per definire il nostro mercato abbiamo quindi bisogno anche di dati che descrivono : l’offerta di lavoro ( derivante dalle decisioni di consumo) La domanda di lavoro (derivante dalle decisioni di produzione) I meccanismi di incontro domanda-offerta (le regole) Le informazioni rilevanti per circoscrivere il mio mercato del lavoro….

I dati derivanti dalle indagini Istat e dalle relative stime Per la stima dell’offerta di lavoro (non è un dato certo, ma stimato) mi avvalgo dell’indagine mensile sulle forze di lavoro che restituisce molte informazioni sui lavoratori e la famiglia relativa, sull’impresa e sul lavoro (vedi questionario) Per il dato aggregato si utilizzano anche le stime di contabilità nazionale per lavoratori dipendenti e indipendenti: Monte ore (necessarie per la produzione del PIL) Posizioni lavorative (da Inps) Occupazione (Istat) Unità di lavoro (stima rispetto al monte ore per occupazione a tempo pieno)

Il mercato del lavoro: L’offerta Quindi non tutti lavorano (possono essere in attesa o uscire=inattivi/disoccupati) Oppure sono all’ingresso del mercato O sono occupati

L’offerta di lavoro: quale quota? 60.795.612 L’offerta di lavoro: quale quota? 60 665 551 39.480=65,1% 36,6% 22.469 3.039 42% Istat (2015), L’Italia in Cifre INATTIVI: 13.973 + Valori 2015 25.507

La densità abitativa non induce necessariamente densità lavorativa

La concentrazione della popolazione non determina la concentrazione relativa dell’occupazione

La struttura della popolazione Popolazione residente NON FORZE DI LAVORO Nativi Popolazione in età lavorativa (15 e +) FORZE DI LAVORO OCCUPATI ATIPICI DISOCCUPATI Stranieri

Occorre considerare la domanda di lavoro

Domanda di Lavoro: tasso di variazione 2015=100,5

Tasso di posti vacanti 105mila=0,6% QUANTI POSTI di LAVORO IN PIÙ SONO DISPONIBILI IN UN ANNO? 105mila=0,6% 17,473 Mil

Il costo del lavoro non è solo salario

Il costo del lavoro è troppo elevato in Italia Il costo del lavoro è troppo elevato in Italia? La quota dei salari sul Prodotto interno lordo Quota aggiustata dei salari sul PIL al costo dei fattori per l'intera economia 1960-2014 Italia Area Euro Germania Fonte: Nostre elaborazioni su dati Ameco (previsioni per 2013 e 2014)

Dall’industria ai servizi: le radici della mancata crescita T. Piketty (2014), Rapporto ricchezza/reddito 1870-2010 in Europa, p.25

Perché questo accumulo di ricchezza? Un esempio da Oltreoceano T. Piketty (2014), p.23: L’aumento della disuguaglianza negli Stati Uniti

Perché l’occupazione non aumenta più? Il cambiamento di tecnologia ha fatto aumentare la necessità di avere tassi di scolarizzazione più elevati con conseguente riduzione dell’occupazione….ma anche Le preferenze dei lavoratori sono cambiate Molte imprese sono sparite e quelle che nascono hanno una dimensione ridotta La crisi economica ha cambiato la struttura sociale ed economica La competitività internazionale è aumentata: l’Italia non è stata capace di cogliere in tempo il cambiamento Il lavoro retribuito ha visto diminuire il suo valore e come conseguenza la capacità di acquisto e la domanda interna è diminuita La ricchezza si è via via concentrata e il benessere si è polarizzato https://www.istat.it/it/files/2017/09/Mercato-del-lavoro-II-trim-2017.pdf?title=Il+mercato+del+lavoro+-+12%2Fset%2F2017+-+Testo+integrale+e+nota+metodologica.pdf

Una misura intensiva del lavoro: le ore di lavoro Fonte: I.Istat, Ore lavorate - Imprese con almeno 10 dipendenti

Approfondimento L’offerta di lavoro

Popolazione e offerta di lavoro Un possibile punto di partenza per l’analisi dell’offerta di lavoro è dato dai numeri: quanti sono gli occupati, i disoccupati ecc. La popolazione in età da lavoro è suddivisa in Attiva (o forze di lavoro) pari a circa 25 milioni di individui Non attiva (o non forze di lavoro) pari a 14 milioni circa Qual è l’età di lavoro? Solitamente 15 ed oltre, poiché il limite dei 64 anni è stato superato dalle riforme più recenti Altri valori di riferimento: 20-64 o 55-64 per i tassi di occupazione per utilizzarli nei confronti con gli altri paesi dell’UE

Le statistiche dell’Istat La pagina Lavoro: http://www.istat.it/it/lavoro Ed in particolare: Comunicati trimestrali sul lavoro: http://www.istat.it/it/archivio/203419 Occupati e disoccupati mensili: http://www.istat.it/it/archivio/203230 Indicatori territoriali per le politiche di sviluppo: http://www.istat.it/it/archivio/16777 Sistemi Locali del Lavoro (SLL): http://www.istat.it/it/archivio/sistemi+locali+del+lavoro L’Italia in cifre … Rapporto annuale, Annuario statistico…

Oltre ai dati avremo bisogno di modelli «matematici» Nell’analisi del mercato del lavoro, l’economista si serve di rappresentazioni semplificate della realtà per cogliere le relazioni fondamentali La teoria dell’offerta di lavoro viene quindi rappresentata da modelli analitici e grafici I modelli mettono in luce le relazioni fondamentali (richiesti agli studenti di Economia) I grafici rendono conto visivamente del risultato di tali relazioni (richiesti agli studenti di Scienze del Governo e dell’Amministrazione)