Museo Gemmellaro Monte Pellegrino è formato da rocce calcaree antichissime, risalenti al Mesozoico, ricche di testimonianze fossili che hanno permesso.

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Transcript della presentazione:

Museo Gemmellaro Monte Pellegrino è formato da rocce calcaree antichissime, risalenti al Mesozoico, ricche di testimonianze fossili che hanno permesso agli studiosi universitari di ricostruire gli antichi ambienti di vita e i climi del passato.

I fossili rinvenuti testimoniano e datano il passaggio del monte dall’ambiente acquatico a quello terrestre.

Museo Gemmellaro Il museo Gemmellaro che raccoglie alcuni di questi fossili, è situato all’interno del dipartimento di Geologia sito a Palermo, in Corso Tukory 131. G. G. Gemmellaro

Museo Gemmellaro La fauna dei depositi continentali presenta caratteri endemici tali da renderla esclusiva e non correlabile con altre note nel bacino del Mediterraneo. Breccia fossilifera L’associazione fa collocare la fauna nel Pleistocene inferiore: la provenienza della fauna è tutt’ora incerta, dal momento che sono presenti insieme il Pellegrinia panormensis di provenienza africana, e l’Apodemus maximus che fa supporre una provenienza dal continente europeo, mentre la porzione occidentale della Sicilia di allora era un arcipelago, e Monte Pellegrino un isolotto.

Fauna preistorica Mustelercta arzilla Pellegrinia Panormensis Due le vetrine del museo Gemmellaro sono dedicate alle specie terrestri rivenute a Monte Pellegrino: Mustelercta arzilla Pellegrinia Panormensis Hypolagus Apodemus maximus Tartaruga terrestre Asoriculus Burgioi

Mustelercta arzilla Uno dei pochi mustelidi presenti nelle faune pleistoceniche siciliane. Il mustelide di Monte Pellegrino è stato rinvenuto solo nel deposito della vetta. Si tratta di un animale delle dimensioni di una grossa martora, la specie abitante del monte Pellegrino presentava una diversa formula dentaria rispetto ad altri esemplari rinvenuti a Cinisi e a Siracusa.

Pellegrinia Panormensis Questa specie è certamente la più diffusa fra la fauna di Monte Pellegrino, visti gli abbondanti reperti scoperti, tanto da indurre gli studiosi a chiamarla “Fauna a pellegrinia”. Fra i roditori è da attribuire, forse, alla famiglia dei ctenodattili, mammiferi delle dimensioni di un ratto che attualmente vivono nel Nord Africa. La specie rinvenuta a Monte Pellegrino rappresenta l’unica testimonianza a livello europeo.

Hypolagus E’ un leporide di cui si sa molto poco per insufficienza di reperti. Attualmente sono allo studio numerose mandibole dalla dentatura completa tra cui spicca un cranio, che, al momento sembra essere unico come genere Hypogalus.

Apodemus maximus La specie Apodemus Maximus è stata istituita dallo studioso Thaler nel 1972. Questa specie, di origine europea, non è penetrata in Africa prima del pleistocene superiore e lì è rappresentata dall’Apodemus Sylvaticus di piccole dimensioni al contrario del “Maximus” di grossa taglia, rinvenuto a Monte Pellegrino.

Tartaruga terrestre

Asoriculus Burgioi Gli insettivori, seppur simili ai roditori, se ne differenziano per alimentazione ed etologia. Per le loro dimensioni è raro trovare fossili di insettivori. In Sicilia ne esiste una sola specie la Crocidura esuae, un vero e proprio insetto gigante. Il genere trovato a Monte Pellegrino è l’Asoriculus Burgioi presente sia in Europa che in Nord Africa, nel periodo che va dal Miocene al Pleistocene.

Molluschi mesozoici di Monte Pellegrino, studiati nella seconda metà dell’800 da G. G. Gemmellaro.