SIGNIFICATI ANTROPOLOGICI DELL’INSEGNARE E DELL’APPRENDERE

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SIGNIFICATI ANTROPOLOGICI DELL’INSEGNARE E DELL’APPRENDERE nanni.unisal.it

Gli aspetti antropologici dell’apprendere e dell’insegnare Primo percorso Gli aspetti antropologici dell’apprendere e dell’insegnare nei CONCETTI DI BASE

cambiamento di una certa stabilità 1. APPRENDIMENTO cambiamento di una certa stabilità della personalità [conoscenze, atteggiamenti, comportamenti] non dovuto alla maturazione o alla crescita fisica, ma piuttosto all’interazione con l’ambiente (naturale, umano, simbolico) per via di interiorizzazione della cultura e di rielaborazione/ricostruzione conscia e inconscia dei vissuti e dell’esperienza.

S. Tommaso d’Aquino afferma che: 2. INSEGNAMENTO S. Tommaso d’Aquino afferma che: «Il maestro non causa il lume intellettuale del discepolo, né direttamente le specie intelligibili, ma con il suo insegnamento stimola il discepolo perché, applicando la capacità del proprio intelletto, formi i concetti dei quali, [il maestro] dal di fuori, offre i segni» (Tommaso d’Aquino, Summa,I, q. 117, art. 1, ad tertium)

3. ISTRUZIONE. Dal lat. instruere, «preparare, costruire, insegnare», derivato da struere, «collocare a strati, connettere». Attività di promuovere e sollecitare, attraverso l’organizzazione di opportuni percorsi formativi, non solo l’acquisizione di conoscenze e di abilità in senso generico, ma soprattutto nel favorire una loro organizzazione interna coerente e permanente. Socialmente essa è opera dell’apposito sotto-sistema sociale finalizzato 1) alla trasmissione e/o all’elaborazione culturale, 2) alla formazione tecnica e professionale, 3) l’educazione alla convivenza e alla partecipazione sociale e 4) ultimamente alla formazione strutturata della personalità individuale e comunitaria.

(Rousseau, Emilio,I,Principi fondamentali). “Tutto quello che non abbiamo quando nasciamo e di cui abbiamo bisogno quando siamo adulti, ci è dato dall’educazione. Questa educazione ci viene dalla natura o dagli uomini o dalle cose”. (Rousseau, Emilio,I,Principi fondamentali). Essere in sviluppo, Essere in relazione Essere con carenze e capacità native di adattamento, di trasformazione - «lavoro», di acquisizione e produzione di cultura (capacità simbolico- linguistiche (concetti, pensieri, parole, immagini)….espressive comunicative) Capacità radicale di spiritualità, apertura alla trascendenza (nei suoi vari aspetti e livelli) – ameno 6!: autotrascendenza (me e io), trascendenza spirituale (intuzione, estetica, coscienza morale, mistica) trascendenza sociale, trascendenza culturale, trascendenza valoriale, trascendenza religiosa  il trascendente (sacrum, teribilis, fascinosum) In luce una serie di aspetti antropologici, rispetto alle cose e agli altri esseri viventi,

Secondo percorso nella relazione educativa …Gli aspetti antropologici dell’apprendere e dell’insegnare nella relazione educativa

Dalla DIDATTICA del Manuale, dal MAGISTRO-CENTRISMO, dal PEDO-CENTRISMO J. Dewey: la rivoluzione copernicana in educazione Il bambino = sole attorno a cui ruotano gli educatori (insegnanti, genitori, società educante) in cui però Attività dell’educatore contrapposta Attività dell’educando Etero-educazione contr…  Autoeducazione Oggi si passaalla : RELAZIONE EDUCATIVA => crescita insieme, nella differenza (di cultura, ruoli, compiti, funzioni), ma anche nella comune qualità e dignità umana (da promuovere, consolidare => ed. permanente

La dinamica apprenditiva-istruttiva della Relazione educativa Orizzonte di senso ● Educando/i Educatore/i Comunità educativa

1. In una RETE DELLE RELAZIONI  CONTESTO - a livello personale *intra-personale ( la sinfonia dei “molti sé”), *inter-personale, inter-generazionale, a livello *istituzionale ( sistema integrato di relazioni sociali = Costituzione del proprio paese e inter-nazionali,.. - a livello culturale ( inter-cultura), - a livello socio-politico economia/politica “globalizzata”: locale, nazionale, internazionale, mondiale glocale - a livello di sviluppo = inter-dipendenza, solidarietà- uno “sviluppo sostenibile” da/per tutti e ciascuno - a livello cosmico  con la natura, - a livello tecnologico  con il virtuale (cfr. comunicazione sociale), a livello di umanità storica, passata, presente, futura NB. Realtà sistemica …. Fatto e impegno etico

2. Sul FONDAMENTO di una antropologia RELAZIONALE. La relazionalità ontologicamente «originaria», coessenziale, non un puro «accidente» della «sostanza» /soggetto uomo, sia come individuo sia come realtà comunitaria ● l’umano = tra io - altro - storia - trascendenza ●Ciascun partner = soggetto attivo (H. Arendt) ● I partner e la relazione stessa si auto-comprendono come: ► “Da sein” (un essere qui, in situazioni concrete), ► “In der Welt sein” (essere nel mondo), ► e prima di tutto come “Mit-sein” (essere con altri, in una società, in una cultura). (M. Heidegger) ► aperti alla trascendenza ►Ma si fa anche riferimento ad un essere ed operare etico: P. Ricoeur  l’essere con e per gli altri, nella condivisione di impegno partecipato, corresponsabile, solidale, in “istituzioni giuste” Senza di ciò la relazione rischia di apparire una vana prospettiva; e l’impegno per essa una «ingiusta» richiesta e perfino una subdola forma di dominazione

Generazione della persona-figlio (generato/ …e di una idea integrata di GENERAZIONE e INTER-GENERAZIONALITÀ Generazione della persona-figlio (generato/ riconosciuto /adottato…) Generazione della persona citta- dino, lavoratore… =“consegna” della cultura (e della vita) da una generazione una all’altra L’educazione completamento della GENERAZIONE  Relazione genitoriale = scambio fisico e simbolico Relazione sociale/comunitaria = scambio socio-politico-culturale- simbolico

Specificità della relazione educativa asimmetria relativa Aiuto con una intenzionalità umanizzante =teleologica Tonalità affettiva particolare = AMORE EDUCATIVO «Voler bene, volere il bene, volerlo bene, facendolo bene» «non amiamo, se prima non siamo amati» (s. Agostino, discorso 34)

… Gli aspetti antropologici dell’apprendere e dell’insegnare Terzo percorso … Gli aspetti antropologici dell’apprendere e dell’insegnare scolastico

la SCUOLA = non monopolio educativo … La scuola, NON HA IL MONOPOLIO apprendimento, dell'istruzione e della formazione (e tanto meno dell’educazione) Forte incidenza: - delle TRADIZIONI FAMILIARI… nonostante tutto - della “SCUOLA PARALLELA” dei mass-media (televisione) e new-media -“internet” social network - dell’appprendimento da FREQUENTAZIONE SOCIALE (“gruppo dei pari”, movimenti, associazioni, organizzazione del tempo libero, del divertimento e dello sport, ecc.

Tuttavia a scuola,e a scuola soltanto, si può: - stimolare a integrare ed arricchire l’esperienza e la cultura personale, grazie alla cultura scolastica (la “paideia” sociale… indicazioni nazionali, PEI, pof, progetti…); - Incitare a riflettere in maniera sistematica e critica sulla cultura sociale, quella antropologica e quella scientifica, e sui modelli sociali di comportamento; spingere a correlare e confrontare pubblicamente e democraticamente l’esperienza personale con le nuove tendenze della cultura e della vita sociale;

a scuola si può dare a ESPERIENZA e CULTURA: Continuità: memoria, senso del presente, prospettiva di futuro strumenti intellettuali (chiavi interpretative) per saper interagire con gli altri e con il sociale, offrendo e stimolando a trovare “ragioni” di vita (idee, valori, modelli di comportamento)

Come/grazie a che si educa, istruisce, si apprende a scuola? 1) con/grazie all’INSEGNAMENTO (informando, motivando, prospettando) 2)con il buono STILE Relazionale 3) con l’Ambiente, il CLIMA = circolazione di “Buone” Idee, Valori, Modelli interpretativi e di comportamento validi 4) con il FAR FARE PRATICA di apprendimento cooperativo, di comportamenti liberi e responsabile, di organizzazione di iniziative solidali 5) Con LA TESTIMONIANZA di una professionalità competente e eticamente coerente, vitalmente integrata, e di vite giovanili dignitose

una disciplina scolastica (ambito) educa,istruisce, fa apprendere: con i suoi contenuti con il suo tipo di approccio alla realtà che esprime con il tipo di logica che privilegia con i metodi e le tecniche con cui ricerca e accosta il suo «oggetto» con il linguaggio tipico in cui si esprime con le idee-chiave con cui tesse la trama del suo discorso

Gli aspetti antropologici dell’apprendere e dell’insegnare Quarto percorso Gli aspetti antropologici dell’apprendere e dell’insegnare …nell’ IRC

e l’IRC? ►permette il confronto esplicito dell' esperienza umana con la dimensione religiosa della vita, in vista di una piena istruzione e formazione della persona. facendo conoscere i dati storico-positivi delIa Rivelazione cristiana e delle altre religioni [ parte costitutiva del patrimonio culturale, storico ed umano della società e parte integrante della cultura italiana e mondiale]funzione istruttiva ► favorisce e accompagna lo sviluppo intellettuale e di tutti gli altri aspetti della persona, mediante l'approfondimento critico delle questioni di fondo poste dalla religione stessa  funzione di formazione culturale ► permette, infatti, l'acquisizione e l'uso appropriato di strumenti culturali che, portando al massimo sviluppo il processo di simbolizzazione che la scuola stimola e promuove in tutte Ie discipline, consente la comunicazione anche su realtà altrimenti indicibili e in­conoscibili- funzione di acquisizione di competenze specifiche

► approfondendo criticamente Ie implicazioni antropologiche, sociali e valoriali della disciplina, la persona esercita la propria libertà, riflette e si orienta per la scelta di un responsabile progetto di vita ► Irc contribuisce alIa formazione di persone capaci di dialogo e di rispetto delle differenze, di comportamenti di reciproca comprensione, in un contesto di pluralismo culturale e religioso ►II confronto, poi, con la forma storica delIa religione cattolica svolge un ruolo fondamentale e costruttivo per la convivenza civile italiana e europea, in quanto permette di cogliere importanti aspetti dell'identità culturale di appartenenza nazionale e europea e aiuta Ie relazioni e i rapporti tra persone di culture e religioni differenti.

In particolare ► a partire dal confronto interculturale e interreligioso, l'alunno si interroga sulla propria identità e sugli orizzonti di senso verso cui può aprirsi, affrontando anche Ie essenziali domande religiose e misurandosi con i codici simbolici con cui esse hanno trovato e trovano espressione. ► In tale contesto si collocano gli strumenti per cogliere, interpretare e gustare Ie espressioni culturali e artistiche offerte dalle diverse tradizioni religiose ► In tal senso l'Irc - al di là di una sua collocazione più propria nell'area umanistico-etica e linguistico-artistico-espressiva - si offre anche come preziosa opportunità per l'elaborazione di attività interdisciplinari,

Attenzioni pedagogiche per l’attuazione Riferimento ai comuni e differenti vissuti (difficoltà e momenti critici delle diverse età e differenti storie di vita: degli alunni, dei docenti e della comunità scolastica e sociale) L’attenzione ai nessi, alle trasversalità: dalla disciplina, ai saperi, al sapere, alla cultura, alla sapienza della mente e del cuore, alla saggezza della vita, ai buoni comportamenti e alle buone pratiche Processualità, continuità, gradualità e significatività dell’apprendere Strategia, tattica e tatto educativo e approcci diversificati (narrazione, immagini,informazioni internet, video,discussioni, ricostruzioni, mappe concettuali…) -> “collabor.”->colleghi, genitori…  Il privilegiamento dei metodi attivi, cooperativi, laboratoriali

Appendice

… come Gesù maestro 1) si fa prossimo 2) accoglie personalmente 3) dialoga (“cosa leggi?”) 4) comprende, non condanna anche se non giustifica 5) stimola la “libertà”personale verso il di più, secondo i “talenti” di ognuno e le esigenze del “Regno” (la vocazione-missione):“non peccare più”, “fa questo e vivrai”, “vendi tutto… “vieni e seguimi”…”lascia le reti …ti farò pescatore di uomini”. 6) Testimonia, “beneficando”, il Vangelo dell’amore di Dio per il mondo…rischiando!!! 7) «…per loro santifico me stesso» … come Gesù maestro 27 27

L’amore non si ferma mai. “Se io insegnassi con la cultura dei migliori insegnanti, ma non avessi l’amore, io non sarei che un oratore intelligente o una persona spiritosa e simpatica. Se conoscessi tutte le tecniche e avessi provato tutti i metodi migliori o se avessi una formazione che mi permettesse di sentirmi competente, ma non avessi compreso ciò che i miei allievi provano e come essi pensano, ciò non basterebbe per essere insegnante. E se io passassi molte ore a prepararmi per non essere né teso né nervoso, ma non provassi ad amare e a comprendere i problemi personali dei miei studenti, ciò non basterebbe ancora per essere un buon insegnante. Un insegnante è pieno di amore, di pazienza di bontà. Non fa mistero che altri si confidano a lui. Non spettegola. Non si lascia facilmente scoraggiare. Non si comporta in maniera sconveniente. Per i suoi allievi è un esempio vivente di buona condotta e ne fa volentieri riferimento. L’amore non si ferma mai. I programmi saranno sorpassati. I metodi passeranno di moda. Le tecniche verranno abbandonate. Il nostro sapere è limitato e noi non ne possiamo trasmettere che un piccola parte ai nostri allievi. Ma se abbiamo l’amore, allora i nostri sforzi avranno una forza creatrice e la nostra influenza resterà radicata per sempre nella vita dei nostri allievi. Ora, rimangono le tecniche, i metodi e l’amore. Ma la più importante delle tre è l’amore” (parafrasi di un anonimo insegnante di 1 Cor.13, 1-8;13) I nostri maestri ci hanno insegnato non ad apprendere sempre e non arrivare mai alla conoscenza della verità, ma ci hanno insegnato a vivere (san Bernardo di Clairvaux )

...nello Spirito "Senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l'autorità un potere, la missione una propaganda, il culto un arcaismo, e l'agire cristiano una morale da schiavi. Ma nello Spirito Santo il cosmo si solleva e geme nelle doglie del Regno, il Cristo risorto si fa presente, il vangelo è potenza di vita, la Chiesa realizza la comunione trinitaria, l'autorità si trasforma in servizio, la missione è pentecoste, la liturgia è memoriale e anticipazione, l'agire umano viene deificato".   (Ignazio IV Hazim, patriarca della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia)