LO STATO
LO STATO ENTE CHE ESERCITA UN POTERE SUPERIORE (SOVRANITA’) SU UN DETERMINATO POPOLO E SU UN DETERMINATO TERRITORIO.
ELEMENTI COSTITUTIVI DELLO STATO: POPOLO TERRITORIO SOVRANITA’
Lo Stato, dunque, è un modo di stare insieme. Chi sta insieme? Un popolo. Dove sta insieme? In uno spazio delimitato, cioè in un territorio. Come sta insieme? Politicamente, nel senso di vita collettiva organizzata in comune (il termine "politica” deriva dal greco antico “polis” e indica il complesso delle attività che si riferiscono alla vita pubblica in una determinata collettività). La sovranità è il potere superiore esercitato dallo Stato sul popolo e sul territorio. Possiamo allora affermare che lo Stato è: un popolo che abita un territorio organizzato politicamente, cioè capace di produrre decisioni che vincolano tutti i cittadini (per esempio, le leggi).
IL POPOLO E LA CITTADINANZA IL POPOLO E’ L’INSIEME DEI CITTADINI. I CITTADINI SONO COLORO CHE HANNO LA CITTADINANZA. CITTADINANZA: INSIEME DI DIRITTI E DI DOVERI RICONOSCIUTI AI CITTADINI.
Il cittadino è legato allo Stato da un rapporto di cittadinanza. L'elemento essenziale di qualsiasi organizzazione politica è il popolo. I singoli individui che compongono il popolo sono chiamati cittadini. Il cittadino è colui che appartiene a una collettività statale e ha un ruolo di soggetto attivo nella vita dello Stato stesso (esercita il diritto di voto; può accedere alle cariche pubbliche; paga i tributi ecc.). Il cittadino è legato allo Stato da un rapporto di cittadinanza. La cittadinanza è uno status risultante dai diritti e dai doveri del singolo cittadino nei confronti dello Stato. Il rapporto di cittadinanza è un legame particolare, valido per tutti i cittadini e da cui gli stranieri e gli apolidi sono esclusi.
l concetti di "nazionalità" e "nazione" comprendono tutti coloro che si riconoscono in una storia, una lingua e una cultura comune. NAZIONE = insieme di persone accomunate dalla stessa nazionalità, quindi con le stesse tradizioni, cultura, lingua, religione ecc. La Svizzera o gli Stati Uniti possono essere definiti come Stati plurinazionali. L'Italia è uno Stato nazionale. Tuttavia, anche al suo interno esistono piccole comunità di diversa nazionalità, come quella francese (in Valle d'Aosta), quella tedesca (nella provincia di Bolzano) e quella slava (in Friuli).
COME SI PUO’ ACQUISTARE LA CITTADINANZA (IN GENERALE): IUS SANGUINIS (DIRITTO DI SANGUE) : sono cittadini i figli di cittadini; IUS SOLI (DIRITTO DI SUOLO): sono cittadini coloro che nascono sul territorio dello Stato indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori; coloro che vi risiedono per un certo periodo di tempo.
COME SI ACQUISTA LA CITTADINANZA ITALIANA: PER NASCITA PER MATRIMONIO PER ADOZIONE PER NATURALIZZAZIONE
Acquisto della cittadinanza italiana L'ordinamento giuridico italiano s'ispira principalmente allo ius sanguinis (acquisto della cittadinanza per nascita). La cittadinanza italiana spetta inoltre: su richiesta dell'interessato, al coniuge straniero di un cittadino italiano, quando risieda da almeno sei mesi in Italia, oppure dopo tre anni di matrimonio (acquisto della cittadinanza per matrimonio); ai minori stranieri adottati da cittadini italiani (acquisto della cittadinanza per adozione); per naturalizzazione, a coloro che risiedono da dieci anni in Italia, a condizione che non abbiano precedenti penali e dispongano di adeguate risorse economiche (in alcuni casi, la naturalizzazione può avvenire prima dei dieci anni) (acquisto della cittadinanza per naturalizzazione).
CITTADINI, STRANIERI E APOLIDI CITTADINI = COLORO CHE HANNO LA CITTADINANZA DELLO STATO. STRANIERI = COLORO CHE HANNO LA CITTADINANZA DI UN ALTRO STATO. SI DISTINGUONO GLI STRANIERI COMUNITARI E GLI STRANIERI EXTRACOMUNITARI. Lo straniero comunitario è colui che ha la cittadinanza di uno Stato membro dell’Unione europea. Lo straniero extracomunitario è colui che ha la cittadinanza di uno Stato che non è membro dell’UE. APOLIDI = COLORO CHE SONO PRIVI DI CITTADINANZA.
E’ chiaro che questa tutela e questa garanzia valgono per tutti, GLI STRANIERI Secondo l'art. 10 c. 2 Cost. “la condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali”. Inoltre, all'art. 2, la Costituzione tutela la persona umana e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo. E’ chiaro che questa tutela e questa garanzia valgono per tutti, cittadini e stranieri.
Stranieri comunitari e stranieri extracomunitari In relazione ai diritti di circolazione e soggiorno nel territorio italiano, la legge impone agli stranieri particolari condizioni e limitazioni. Gli stranieri comunitari, per il principio del libero soggiorno e della libera circolazione all'interno degli Stati membri dell’UE, godono degli stessi diritti dei cittadini italiani. Gli stranieri extracomunitari, invece, per poter entrare nel nostro Paese, devono munirsi di un visto di ingresso (per motivi di turismo, studio, lavoro) e se intendono fermarsi stabilmente in Italia devono ottenere il permesso di soggiorno. Infine, lo straniero che abbia regolarmente soggiornato in Italia per almeno sei anni può ottenere la carta di soggiorno. Con questo documento egli potrà svolgere qualunque attività e accedere a tutti i servizi.
IL TERRITORIO = spazio su cui lo Stato esercita la sovranità. ELEMENTI DEL TERRITORIO: TERRAFERMA o SUPERFICIE TERRESTRE ACQUE TERRITORIALI SPAZIO AEREO SOTTOSUOLO NAVI E AEREI EXTRATERRITORIALITA’’ SEDI DIPLOMATICHE
La terraferma o superficie terrestre è la porzione di terra emersa, delimitata dai confini, su cui lo Stato esercita la sovranità.
Le acque territoriali sono costituite dalla fascia di mare adiacente alla costa. Di solito si applica la regola delle 12 miglia marine (22 km). Oltre le acque territoriali vi sono le acque internazionali. Lo spazio aereo è lo spazio sopra la terraferma e il mare territoriale, fino al limite dell’atmosfera. I satelliti possono passare liberamente sopra gli Stati, in quanto sono oltre l’atmosfera.
Il sottosuolo è lo spazio al di sotto della terraferma e del mare territoriale. La sovranità sul sottosuolo permette ai singoli Stati di godere delle risorse presenti in esso (giacimenti minerari e petroliferi, reperti archeologici ecc.). La sovranità si estende fino alla profondità massima raggiungibile dalla tecnologia.
Le navi e gli aerei militari, dovunque essi siano, sono territorio dello Stato. Per le navi e gli aerei civili, bisogna distinguere: nel momento in cui una nave civile entra nel mare territoriale di un altro Stato (o un aereo civile nello spazio aereo), diventa competente lo Stato estero, che è autorizzato ad intervenire.
EXTRATERRITORIALITA’ DELLE SEDI DIPLOMATICHE ALLE SEDI DIPLOMATICHE (AMBASCIATE, CONSOLATI) E’ RICONOSCIUTA L’IMMUNITA’ DALLA SOVRANITA’ DELLO STATO OSPITANTE.
L’ORGANIZZAZIONE POLITICA E LA SOVRANITA’ Perché ci sia, lo Stato, occorre che il popolo situato su un territorio sia organizzato politicamente, che esista cioè un 'autorità riconosciuta, la quale possa adottare leggi, giudicare chi le viola, amministrare le risorse comuni. SOVRANITA’: potere superiore esercitato dallo Stato su un determinato popolo e un determinato territorio.
"Sovrano" è colui il quale non riconosce altro potere sopra di sé "Sovrano" è colui il quale non riconosce altro potere sopra di sé. Lo Stato sovrano è, dunque, la massima autorità, che non ha di fronte a sé nessuno che gli si possa opporre. La sovranità è esercitata dagli organi dello Stato, che variano a seconda della forma di Stato e della forma di governo. La sovranità dello Stato si distingue in sovranità interna ed esterna. La sovranità interna consiste nella supremazia dello Stato rispetto a tutti i soggetti che operano al suo interno. Solo lo Stato può approvare le norme giuridiche e imporre, se occorre anche con la forza, l'osservanza della legge. La sovranità esterna riguarda l'indipendenza dello Stato nei confronti degli altri Stati.
LO STATO HA IL MONOPOLIO DELLA FORZA. LA SOVRANITA’ CONSISTE NEL POTERE DI STABILIRE E DI FAR APPLICARE LE NORME GIURIDICHE. LO STATO HA IL MONOPOLIO DELLA FORZA. LA SOVRANITA’ SI ESERCITA NON SOLO VERSO L'INTERNO, MA ANCHE VERSO L'ESTERNO: LO STATO È INDIPENDENTE DAGLI ALTRI STATI.
LA NASCITA DELLO STATO MODERNO
La crisi del sistema feudale e la riorganizzazione politica dell'Europa Tra il XIV e il XVI secolo, si svilupparono gli Stati moderni, indipendenti gli uni dagli altri, ciascuno dei quali governato da un sovrano o re che non doveva più rendere conto né all'imperatore né al papa. Si costituì un nuovo ordine internazionale, in cui gli Stati si riconobbero reciprocamente sovrani e "uguali". A partire dai secoli XV-XVI si formarono alcune grandi monarchie nazionali (come quella inglese, spagnola e francese), che assunsero i caratteri dello Stato moderno. Vediamo quali sono questi caratteri.
Il Governo e il Parlamento Il Governo e il Parlamento. Il sovrano non poteva seguire personalmente tutti gli affari del regno. Perciò si avvalse di collaboratori, detti ministri o cancellieri: questa è l'origine del Governo. Parallelamente, i sovrani furono affiancati da assemblee, che rappresentavano le diverse parti del regno (la nobiltà, le città, le corporazioni delle arti e dei mestieri). Il re sottoponeva a queste assemblee (Parlamenti) le questioni più importanti, per ottenere consiglio o consenso. Da queste assemblee derivano i Parlamenti moderni, eletti dai cittadini. L'amministrazione pubblica. Al disbrigo delle innumerevoli pratiche e alla decisione di liti tra i sudditi non potevano provvedere personalmente il re e i suoi collaboratori. Si crearono allora reti sempre più estese di uffici, sparsi per tutto il regno, con il compito di riscuotere le imposte, provvedere all’ordine pubblico, realizzare le opere pubbliche, e per amministrare la giustizia. E’ questa l'origine dell'amministrazione pubblica. Da ciò derivò quell'apparato che noi denominiamo burocrazia, cioè l'insieme di persone stipendiale dallo Stato per svolgere le sue funzioni.
La nascita della legislazione La nascita della legislazione. Alle numerose persone che operavano per il re nella sua amministrazione erano necessarie istruzioni, regole di buon governo, da applicare uniformemente in tutto il regno. In mancanza, sarebbe stata l'anarchia. Così si sviluppò la legislazione. Il re, in questa importantissima funzione, era assistito dai Parlamenti e, nel corso del tempo, questi assunsero progressivamente il ruolo predominante. Divennero gli organi legislativi che noi conosciamo.
Dalle monarchie assolute allo Stato di diritto Il consolidamento dello Stato moderno fu in buona parte opera delle monarchie assolute. Il re si identificava con lo Stato. "Lo Stato sono io" era il motto di Luigi XIV, re di Francia. Di fronte al re, i singoli non si ponevano ancora come cittadini, cioè come soggetti attivi e dotati di diritti, ma soltanto come sudditi, cioè come soggetti passivi, obbedienti al sovrano. Gli Stati moderni, all'inizio, erano tutti monarchici. Alla morte del re, la successione spettava al primogenito della casata reale. La monarchia durò per lo più incontrastata fino alla fine del XVIII secolo, quando cominciò a cedere il passo alle repubbliche, negli Stati Uniti prima (1778) e in Francia subito dopo. Nel 1789 scoppiò la Rivoluzione francese, un fatto storico d'importanza decisiva per tutta l'Europa. l sudditi si ribellarono al potere del re e si trasformarono in cittadini.
Il primo atto della Rivoluzione francese fu la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. La Dichiarazione proclamò l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, abolì tutti i privilegi, stabilì un elenco di diritti inalienabili (libertà personale, libertà di pensiero e di religione, diritto di proprietà ecc.) e proclamò che il principio che Governo deve basarsi sulla volontà popolare Il potere assoluto che era stato del re fu sostituito dal potere assoluto del Parlamento, cioè dell'Assemblea eletta dai cittadini. Il Parlamento si esprime con le leggi. Così, ebbe termine l'Antico Regime, il periodo delle monarchie assolute, e iniziò un’epoca nuova.
Lo Stato di diritto è il risultato di tre elementi: La Rivoluzione francese iniziò la costruzione in Europa dello "Stato di diritto«. Questa formula indica che il potere dello Stato incontra i limiti stabiliti dalla legge, per impedire gli arbitrii e garantire i diritti e la tranquillità dei cittadini. Lo Stato di diritto è il risultato di tre elementi: la garanzia dei diritti, il rispetto della legge la separazione dei poteri.
La garanzia dei diritti La garanzia dei diritti. Il primo elemento è la garanzia dei diritti dei cittadini di fronte allo Stato. Il rispetto della legge. Il secondo elemento è il rispetto della legge da parte di tutti i pubblici poteri. Poiché deve essere uguale per tutti, il suo rispetto comporta l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. La legge è dunque una garanzia contro l'arbitrio di alcuni a danno di altri. Per questo, deve essere espressione del Parlamento che rappresenta tutti i cittadini. La separazione dei poteri. Il terzo elemento dello Stato di diritto è la separazione dei poteri, teorizzata dal filosofo e giurista francese Montesquieu. I poteri dello Stato sono il legislativo, che spetta al Parlamento; l'esecutivo, che spetta al Governo, e il giudiziario, che spetta alla Magistratura. La separazione dei poteri, all'interno dello Stato, consente a un organo di controllare l'altro, secondo un sistema di pesi e contrappesi.
IL PRINCIPIO DELLA SEPARAZIONE DEI POTERI DI MONTESQUIEU I TRE POTERI DELLO STATO DEVONO ESSERE ESERCITATI DA ORGANI SEPARATI E AUTONOMI POTERE LEGISLATIVO PARLAMENTO POTERE ESECUTIVO GOVERNO POTERE GIURISDIZIONALE MAGISTRATURA
Gli sviluppi dello Stato di diritto Il principio di legalità. Lo Stato di diritto si è realizzato nel corso dell'Ottocento per opera dei movimenti liberali. Grazie alle lotte della borghesia illuminata, si affermò un modello di Stato in cui fu escluso l'arbitrio del governo e in cui si impose il principio di legalità. La supremazia della legge o "principio di legalità" significa che nessun atto da parte degli organi pubblici è ammesso se non è previsto dalla legge e se non rientra nei limiti che la legge stessa stabilisce. Le leggi erano approvate dai Parlamenti, i cui membri appartenevano per lo più alla borghesia e alla nobiltà: all'inizio, infatti, potevano votare solo i cittadini che avessero un certo reddito e sapessero leggere e scrivere. La legge, nell'Ottocento, era dunque espressione non dell'intera popolazione, ma di una parte ristretta di essa. Col tempo, anche il diritto di voto fu esteso a tutti i cittadini, e il Parlamento divenne rappresentativo dell’intero popolo.
La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato. Il principio di costituzionalità. Nel Novecento divenne necessario sottoporre a limiti anche la legge. Il principio di legalità fu perciò integrato con il principio di costituzionalità. Il principio di costituzionalità significa che anche il legislatore è vincolato al rispetto del diritto, in particolare al rispetto delle norme che proteggono i diritti fondamentali dei cittadini, contenute nelle Costituzioni. La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato.
Lo Stato costituzionale Lo Stato costituzionale è quello in cui la legge non è più l'atto onnipotente, come era stata nello Stato di diritto. Essa è sottoposta a una legge più alta, la Costituzione. Pertanto, se essa è in contrasto con la Costituzione, deve essere eliminata a opera di un organo speciale che si chiama Corte costituzionale.
FORME DI STATO E FORME DI GOVERNO
Relazione tra governanti e governati. FORMA DI STATO ORGANIZZAZIONE DELLO STATO IN BASE AL RAPPORTO TRA GLI ELEMENTI FONDAMENTALI, POPOLO, TERRITORIO E SOVRANITA’. Relazione tra governanti e governati.
Non tutti gli Stati si ispirano al medesimo modello Non tutti gli Stati si ispirano al medesimo modello. Abbiamo quindi diverse forme di Stato. Mentre nell'Ottocento abbiamo visto nascere la Stato di diritto, nel Novecento le forme di Stato prevalenti sono state due: lo Stato democratico e lo Stato autoritario.
Lo Stato democratico. Nello stato democratico la sovranità appartiene al popolo, cioè ai cittadini, a cui spetta il diritto di votare liberamente per scegliere i propri rappresentanti (democrazia rappresentativa) o per deliberare attraverso il referendum (democrazia diretta) . Condizioni della democrazia sono: il suffragio universale, cioè il diritto di voto a tutti i cittadini e le cittadine maggiorenni; la libertà di manifestare le proprie opinioni; la libertà di associarsi in partiti politici.
Lo Stato autoritario. In alcuni Stati, una forza politica o l’esercito, sotto la guida di un capo carismatico (dittatore, duce o ecc.), si è impadronito dello Stato, usandone i poteri per schiacciare i propri oppositori. Lo Stato autoritario coincide con una dittatura e i poteri dello Stato sono controllati da un’unica forza politica. Lo Stato che cade in mano a una parte politica, la quale se ne serve per imporre alle altre parti, con qualunque mezzo, anche violento, la propria volontà. Le dittature di destra si sono sviluppate tra le due guerre mondiali con lo scopo di arrestare i processi di democratizzazione. Il fascismo (in Italia) e il nazismo (in Germania) furono regimi repressivi e totalitari. Le dittature di sinistra sono state rappresentate dagli Stati socialisti, che si sono affermati a partire dalla Rivoluzione sovietica del 1917 e sono venuti meno, in Europa, con la caduta del muro di Berlino nel 1989. Con la caduta delle dittature di destra e di sinistra, lo Stato democratico si è diffuso nella generalità degli Stati europei.
Altre forme di Stato - Stato laico e Stato teocratico Nello Stato laico, le autorità politiche dipendono dal consenso dei cittadini. L'autorità religiosa è separata dall'autorità politica. Dove, invece, la religione domina la politica, dove cioè i governanti sono sacerdoti o loro rappresentanti, si parla di teocrazia. Nello Stato teocratico l’autorità religiosa coincide con l’autorità politica. Nei regimi teocratici, la condizione di cittadino coincide con quella di credente. In tali sistemi, esiste la religione di Stato, non è riconosciuta la libertà religiosa.
CLASSIFICAZIONE DELLE FORME DI STATO IN BASE ALL’ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE STATO UNITARIO STATO REGIONALE STATO FEDERALE
STATO UNITARIO Il potere statale compete a organi centrali, che hanno sede nella capitale ed esercitano le funzioni pubbliche per l’intero territorio nazionale.
STATO FEDERALE Insieme di Stati federati con ampia autonomia sottoposti all’autorità di un Governo comune, che si trova nella capitale. l poteri centrali riguardano solo la politica estera, la politica economica e la sicurezza nazionale. Tutto il resto rimane nella competenza degli Stati federati.
Le Regioni partecipano alle funzioni statali. STATO REGIONALE La Costituzione prevede che il territorio dello Stato sia diviso in enti territoriali autonomi (Regioni). Alle Regioni sono riconosciute competenze legislative e amministrative proprie. Le Regioni partecipano alle funzioni statali.
LA FORMA DI GOVERNO La forma di governo indica il diverso modo con cui lo Stato esercita i suoi tre poteri. La forma di governo è l'organizzazione di cui si serve lo Stato per esercitare la propria sovranità e riguarda i rapporti che intercorrono tra gli organi dello Stato.
LE FORME DI GOVERNO MONARCHIA Il capo dello Stato è il re. La carica si trasmette per via ereditaria (successione dinastica). La carica è vitalizia. REPUBBLICA Il capo dello Stato è il Presidente della Repubblica. Il Presidente viene eletto o dai cittadini o dal Parlamento. La carica è temporanea.
COSTITUZIONALE PARLAMENTARE LE FORME DI GOVERNO TIPI DI MONARCHIA ASSOLUTA COSTITUZIONALE PURA COSTITUZIONALE PARLAMENTARE TIPI DI REPUBBLICA PARLAMENTARE PRESIDENZIALE
MONARCHIA COSTITUZIONALE MONARCHIA ASSOLUTA Non si applica il principio della separazione dei poteri. I tre poteri sono concentrati nella mani del re. La sovranità è esercitata dal sovrano. Il re esercita in modo “assoluto”, cioè senza limiti, tutti i poteri dello Stato, senza avere al fianco nessun altro organo costituzionale: il Re è legislatore, amministratore e giudice. MONARCHIA COSTITUZIONALE Si inizia ad affermare il principio della separazione dei poteri : la sovranità è ripartita fra diversi organi costituzionali. Il monarca non è più sovrano assoluto. Il Parlamento esercita insieme al re la funzione legislativa.
MONARCHIA COSTITUZIONALE PARLAMENTARE Il principio della separazione dei poteri si realizza pienamente. Il re esercita solo funzioni di rappresentanza e non partecipa al Governo, a cui spetta la funzione esecutiva.
REPUBBLICA PRESIDENZIALE Il Presidente viene eletto direttamente dal popolo. Il Presidente è anche capo del Governo, Presidente e Parlamento sono organi nettamente separati. Un esempio è rappresentato dagli Stati Uniti.
REPUBBLICA PARLAMENTARE L'unico organo eletto dal popolo è il Parlamento. Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento. Il Presidente non partecipa alla funzione esecutiva, che spetta al Governo. Il Presidente rappresenta l’unità nazionale e svolge importanti funzioni di equilibrio tra gli organi costituzionali. Un esempio di repubblica parlamentare è rappresentato dall’Italia.