“Chiunque sa cosa sia un’emozione …

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Transcript della presentazione:

“Chiunque sa cosa sia un’emozione … finché non gli si chiede di definirla …”

DEFINIZIONE Un tempo paragonata al concetto di sensazione, l’emozione è attualmente considerata un processo di reazione dell’organismo ad eventi significativi Sono processi più che stati Si sviluppano nel tempo (minuti, ore) Hanno valenza positiva vs. negativa (tono edonico) Variano in intensità (attivazione), durata Sono soggette a regolazione in qualunque fase e in qualunque loro componente Si formano e si esprimono all’interno di un contesto sociale e culturale Sono soggette a variabilità intra- e inter-individuale

Le “emozioni” NON SONO i “sentimenti” “…feelings is a different matter. Feelings are the mental representation of the physiological changes that characterize emotions. Unlike emotions, which are scientifically public, feelings are indeed private…” Feelings are mental experiences of body states, which arise as the brain interprets emotions, themselves physical states arising from the body’s responses to external stimuli. (The order of such events is: I am threatened, experience fear, and feel horror.) Damasio, Nature 2001

TEORIE DELLE EMOZIONI

TEORIE PERIFERICA (1 di 3) William James nel 1884 pubblicò un lavoro dal titolo What is an emotion? Da allora presero avvio lavori il cui obiettivo era determinare il legame tra stimolo emotigeno e sentimento/emozione James definisce l’emozione in termini di sentire (to feel) i cambiamenti neurovegetativi a livello viscerale Secondo questa teoria, l’emozione coincide con l’esperienza della modificazione somatica: quando lo stimolo viene percepito si ha una modificazione fisiologica, che viene a sua volta percepita come emozione. Stimolo Emozione ?

TEORIE PERIFERICA (2 di 3) non scappiamo perché abbiamo paura … … ma abbiamo paura perché scappiamo

TEORIE PERIFERICA (2 di 3) Reazioni viscerali e neurovegentative del nostro organismo Stimoli ambientali di tipo emotivo Le emozioni non scappiamo perché abbiamo paura … … ma abbiamo paura perché scappiamo

FEEDBACK FACCIALE (1 di 2) Un’evidenza empirica a sostegno della teoria periferica è l’ipotesi del feedback facciale secondo la quale le espressioni facciali forniscono informazioni propriocettive, motorie e cutanee o vascolari che influenzano il processo emotivo.

FEEDBACK FACCIALE (1 di 2) L’ipotesi del feedback facciale è stata verificata empiricamente da due paradigmi sperimentali diversi: Nel paradigma dell’esagerazione-inibizione si riscontrò che i soggetti percepivano meno il dolore degli shock elettrici quando cercavano di inibire le loro reazioni facciali rispetto a quando cercavano di esagerarle. Il paradigma dell’induzione muscolare sostiene invece che, se in un contesto non emozionale si assume attraverso istruzioni comportamentali un’espressione facciale, questa produce modificazioni fisiologiche e attiva il pattern emozionale.

TEORIA VASCOLARE AFFERENZA EMOTIVA Zajonc (1994) ha mostrato che è possibile influenzare gli stati emotivi modificando i valori termici dell’ipotalamo attraverso l’azione dei muscoli facciali e della respirazione nasale. Infatti, il ritmo e la modalità della respirazione raffreddano la regione talamica, mantenendo gli stati emotivi positivi legati alla sensazione di benessere Conferma indiretta delle pratiche di yoga, meditazione trascendentale e training autogeno.

ERRORE DI CARTESIO Damasio interpreta la teoria di James come il superamento del cosiddetto “errore di Cartesio” Concezione unitaria dell’organismo secondo cui occorre prevedere la “mentalizzazione del corpo” e la “somatizzazione della mente” Emozioni = convergenza sinergica tra mente e corpo, poiché sono processi mentali (processi valutativi della situazione) ma hanno come teatro il corpo (modificazioni somatiche concorrenti)

TEORIA CENTRALE (1 di 2) Secondo Cannon (1929) l’emozione non coincide con la sensazione somatica I centri di attivazione, controllo e regolazione dell’emozione non si trovano in sedi periferiche come sostenuto da James, bensì nella regione talamica La percezione di uno stimolo sollecita il talamo, che invia impulsi: al sistema nervoso simpatico producendo la reazione fisiologica e alla corteccia cerebrale generando la percezione dell’emozione.

TEORIA CENTRALE (2 di 2) I segnali nervosi provenienti dalla regione talamica sarebbero, infatti, in grado di: provocare l’attivazione delle risposte espressivo-motorie e del sistema viscerale dare luogo all’esperienza soggettiva dell’emozione attraverso le connessioni con la corteccia cerebrale e l’informazione inviata ad essa emozione Ipotalamo Risposta fisica TALAMO Stimolo emotivo Corteccia cerebrale

TEORIE DEI PROGRAMMI AFFETTIVI Attorno agli anni Sessanta, Tomkins riprese il pensiero di Darwin e propose la concezione psicoevoluzionistica delle emozioni, secondo cui le emozioni sono strettamente associate alla realizzazione di scopi universali, connessi con la sopravvivenza della specie e dell’individuo Ogni emozione è regolata da uno specifico programma affettivo nervoso Ekman e Izard, hanno dato particolare sviluppo a questa prospettiva teorica tesi innatista dell’espressione facciale delle emozioni ipotesi delle emozioni primarie (= gioia, collera, paura, disgusto, tristezza, sorpresa, disprezzo); le altre emozioni sono considerate miste o secondarie o complesse (miscela di diverse emozioni primarie discrete – “teoria tavolozza”)

TEORIE DELL’APPRAISAL (1 di 5) L’elaborazione cognitiva è il principale aspetto costitutivo dell’esperienza emozionale per cui le emozioni dipendono dal modo con cui gli individui valutano e interpretano gli stimoli del loro ambiente fisico e sociale. Da tale concezione prendono avvio le cosiddette teorie dell’appraisal che si sono affermate in Psicologia negli anni ’80. Laddove le precedenti teorie si sono soffermate sulla componente fisiologica delle emozioni, le teorie dell’appraisal si interessano della componente valutativa dell’emozione.

TEORIE DELL’APPRAISAL (2 di 5) Per la psicologia ingenua le emozioni “capitano” nella vita delle persone e non si può scegliere o decidere quale emozione provare o quando. Le teorie dell’appraisal hanno invece mostrato come i processi cognitivi e i processi emotivi siano strettamente interconnessi tra loro. L’elaborazione cognitiva è alla base della esperienza emotiva stessa del soggetto, per cui le emozioni sono la conseguenza di un’attività di conoscenza e di valutazione della situazione in riferimento alle sue implicazioni per il benessere dell’individuo e per il soddisfacimento dei suoi scopi, desideri e aspettative.

TEORIE DELL’APPRAISAL (3 di 5) Il significato situazionale = spiegare le diverse emozioni e la loro intensità e la dimensione soggettiva dell’esperienza emotiva. Le emozioni sorgono in risposta alla struttura di significato di una situazione; di conseguenza, due individui possono provare emozioni diverse a fronte del medesimo stimolo

TEORIE DELL’APPRAISAL (4 di 5) Le teorie dell’appraisal sostengono la prospettiva dimensionale: Emozioni = mediatori complessi fra il mondo interno e quello esterno e variano secondo dimensioni continue: valenza edonica, novità degli eventi elicitanti livello di attivazione grado di controllo compatibilità con le norme sociali di riferimento Individuano una serie di dimensioni sottese alle diverse emozioni, poiché ognuna di esse è spiegata da un differente sistema di criteri di valutazione.

TEORIE DELL’APPRAISAL (5 di 5) In questa prospettiva Lazarus ha proposto il concetto di tema relazionale centrale: ogni emozione è attivata da una determinata relazione e da uno specifico incontro fra l’individuo e l’ambiente. Ogni emozione è collegata con una circostanza attivante (antecedente emotigeno) Occorre distinguere due tipi di valutazione: valutazione primaria (esplora il grado di pertinenza e di importanza dell’individuo per il suo benessere: pertinenza motivazionale) valutazione secondaria (esamina le diverse modalità con cui l’individuo può far fronte alla situazione (coping) e gestire l’emozione (congruenza motivazionale) Emozioni →valore di adattamento attivo dell’individuo all’ambiente

LE LEGGI DELLE EMOZIONI (Frijda, 2007) Legge del significato situazionale (≠ emozioni ≠ significati) Legge dell’interesse (significatività personale) Legge della realtà manifesta (eventi reali) Legge del cambiamento (inaspettatezza e discontinuità) Legge dell’assuefazione (abitudine) Legge dell’asimmetria edonica (assuefazione alla piacevolezza) Legge della precedenza del controllo (si impongono) Legge della vicinanza (le cose che ti riguardano nell’immediato) Legge dell’attenzione alle conseguenze Legge del carico minimo e del guadagno massimo

INSORGENZA DELLE EMOZIONI Emozioni come adattamento all’ambiente Sopravvivenza della specie Conseguenza di attivazione di precisi programmi nervosi Programmi fissi innati e automatici che causano insorgenza rapida Emozioni come interruzione e priorità Allarme mentale!! Interruzione dell’esperienza Segnale di allerta

INSORGENZA DELLE EMOZIONI Emozioni come predisposizione all’azione Arnold «tendenza sentita di muoversi verso qualcosa di buono e allontanarsi da qualcosa di dannoso» Frijda «Action readiness» – eccitarsi, muoversi contro, sottomettersi, etc… Emozioni come legami interpersonali Avviare, mantenere, modificare, rafforzare o interrompere relazioni Collaborazione Competizione Separazione Attaccamento Partecipazione Isolamento Umiliazione, Esaltazione, Orgoglio, Istigazione, Seduzione etc…

SISTEMA DI VALUTAZIONE DEGLI STIMOLI ATTIVANTI Scherer ha elaborato un modello che prevede una sequenza lineare progressiva di controlli di valutazione dello stimolo in cinque livelli: novità (valutazione della discrepanza dello stimolo rispetto alle attese) piacevolezza/spiacevolezza (valutazione della qualità edonica dello stimolo) pertinenza dello stimolo per i bisogni e gli scopi dell’organismo (valutazione della coerenza dello stimolo per il soddisfacimento dei propri scopi) capacità di far fronte (coping) allo stimolo (valutazione delle capacità di controllo nei confronti dello stimolo e delle proprie reazioni; esistono diversi tipi di coping: primario o secondario, attivo o passivo, intrapsichico) compatibilità con le norme sociali e con l’immagine di sé (valutazione dell’emozione in relazione agli standard culturali e all’immagine di sé; categoria delle emozioni autoconsapevoli)

MANIFESTAZIONE DELLE EMOZIONI L’esperienza emotiva è costituita non solo da aspetti di valutazione della situazione e della comparsa di modificazioni corporee, ma anche da manifestazioni all’esterno attraverso specifiche espressioni facciali, vocali, posturali e motorie

ESPRESSIONI FACCIALI (1 di 4) IPOTESI DELL’UNIVERSALITA’ Tale ipotesi riprende la tesi di Darwin secondo cui esiste una connessione intrinseca tra emozioni ed espressioni facciali sulla base dell’evoluzione filogenetica della specie umana Resoconti inglesi in 46 Paesi: Emozioni di base Espressioni facciali e riconoscimento universali Stessi eventi attivanti Altre ricerche dopo un secolo in comunità non alfabetizzate Espressioni facciali delle emozioni di base sono Gestalt unitarie chiuse, universalmente condivise, fisse, di natura discreta e controllate da distinti programmi neuro motori innati → prospettiva emotiva delle espressioni facciali

ESPRESSIONI FACCIALI (2 di 4) TEORIA NEURO CULTURALE DI EKMAN Ekman ipotizzò la presenza di un «programma» neuromuscolare specifico per ogni emozione discreta che conduce alla medesima espressione facciale in tutti gli esseri umani, indipendentemente dal loro genere, dalla loro cultura di appartenenza e dal grado di istruzione (invariabilità e universalità delle espressioni facciali delle emozioni) Tuttavia, i processi cognitivi di valutazione possono intervenire per modificare l’espressione naturale spontanea attraverso regole di esibizione (display rules): Genuinità, Accentuazione, Attenuazione, Soppressione, Camuffamento, Simulazione

ESPRESSIONI FACCIALI (3 di 4) PROPSETTIVA CONTESTUALISTA Critiche alla teoria universalistica Russell e Fernàndez-Dols (1997) → ruolo della situazione Sembra esistere un legame universale tra le emozioni e le loro espressioni facciali, ma esso lascia spazio a rilevanti variazioni culturali

Rabbia: Espressioni facciali Abbassamento delle sopracciglia (sia parte laterale che interna) Corrugamento nella parte compresa tra le due sopracciglia che tendono ad avvicinarsi l’una all’altra Apertura lampeggiante degli occhi Stringimento della parte centrale rossa delle labbra

Rabbia: Espressioni comportamentali e corporee Postura aperta Testa curvata indietro Petto in posizione diritta e non curvata Braccia sollevate in avanti o in alto Sguardo in avanti e tendenza a “muoversi contro …”

Tristezza: Espressioni facciali Innalzamento della porzione interna e abbassamento della porzione laterale delle due sopracciglia Corrugamento della fronte e della parte compresa tra le due sopracciglia che tendono ad avvicinarsi l’una all’altra Abbassamento degli angoli laterali delle labbra

Tristezza: Espressioni comportamentali e corporee Postura chiusa Testa curvata in avanti Petto curvato in avanti Braccia abbassate in posizione parallela al tronco Sguardo verso il basso, tendenza a “ muoversi via da ….” o “piangere”

Paura: Espressioni Facciali Innalzamento delle sopracciglia (sia parte laterale che interna) Corrugamento nella parte compresa tra le due sopracciglia che tendono ad avvicinarsi l’una all’altra Apertura lampeggiante degli occhi Stiramento delle labbra lateralmente

Paura: Espressioni comportamentali e corporee Postura chiusa Testa curvata indietro Nessuna particolare posizione del petto e delle braccia Avambracci sollevati Sguardo verso il basso, tendenza a “ muoversi via da…

Felicità Espressioni Facciali Innalzamento delle guance Stringimento e stiramento delle palpebre Stiramento delle labbra lateralmente e innalzamento degli angoli laterali

Felicità: Espressioni comportamentali e corporee Postura aperta Testa curvata indietro Petto in posizione diritta e non curvata Braccia alzate al di sopra del livello delle spalle e strette ai gomiti Sguardo in avanti, tendenza a “muoversi verso …” o “ridere”

Sorpresa: Espressioni Facciali Innalzamento delle sopracciglia Apertura lampeggiante degli occhi fino a rendere visibile la sclera Corrugamento della fronte Apertura rilassata della bocca

Sorpresa: Espressioni comportamentali e corporee Postura aperta Testa curvata indietro Petto curvato indietro Innalzamento delle braccia con gli avambracci tesi Sguardo in avanti La sorpresa risulta da una interruzione di un’azione che provoca uno stato temporaneo di immobilità e perciò è piuttosto associata alla non azione

Disgusto: Espressioni Facciali Stringimento del naso Innalzamento del labbro superiore Innalzamento del mento

Disgusto: Espressioni comportamentali e corporee Postura chiusa, tendenza a guardare verso il basso, e “rigetto di ….”

REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI (1 di 7) È un processo fondamentale per il benessere globale (fisico e psichico) dell'individuo, poiché esprime la sua capacità di sapersi adattare in modo attivo e flessibile agli standard e alle norme della società di appartenenza, nonché di sintonizzare le proprie aspettative e azioni con quelle degli altri. In generale, consiste nel dare forma alla condotta emotiva a fronte di un evento emotigeno, in modo da orientarne lla sua esperienza e manifestazione nel senso più consono ed efficace con la situazione

REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI (4 di 7) Sia iper che ipo regolazione delle emozioni sono forme di disregolazione (forme fallimentari di regolazione) e conducono a numerose forme di disturbi psicologici La ricerca in merito alla disregolazione emozionale distingue: disturbi da ridotto controllo inibitorio disturbi da eccessivo controllo inibitorio (Grossi e Trojano, 2009)

REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI (5 di 7) strategie adattive: includono il monitoraggio, la valutazione e la modificazione, ovvero la riduzione dell’impatto emotivo generato dall’evento. strategie non adattive: contraddistinte dalla inabilità a gestire, regolare ed attenuare emozioni fortemente negative.

REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI (5 di 6) La regolazione delle emozioni come processo Diverse fasi di elaborazione e di svolgimento nella regolazione delle emozioni. Distinzione fra antecedenti emotivi e risposta emmotiva (Gross e Thompson 2007). 4 modalità di intervento sugli antecedenti emotivi: Selezione della situazione Modificazione della situazione Dislocazione dell'attenzione Rivalutazione della situazione