BRUCELLOSI
EPIDEMIOLOGIA La brucellosi è una zoonosi causata da batteri appartenenti al genere Brucella. È presente in tutto il mondo, ma particolarmente nei Paesi del Mediterraneo, in India, nei Paesi mediorientali, nell’Asia centrale e in America Latina.
La brucellosi colpisce diversi tipi di animali, fra cui mucche, pecore, capre, cervi, maiali cani. I responsabili delle infezioni sono sei specie di batteri gram negativi appartenenti al genere Brucella: B. melitensis, B. aboutus, B.suis, B. canis, B. ovis, B. neotomae. I primi quattro sono in grado di contagiare anche l’uomo.
La malattia rappresenta un importante problema di sanità pubblica per le infezioni umane ed è causa di gravi danni economici, particolarmente nelle aree agricolo- pastorali per le infezioni negli animali da allevamento.
Gli uomini possono contrarre la malattia entrando in contatto con animali o prodotti di origine animale contaminati. Sono tre le vie da cui passa l’infezione: attraverso cibi o bevande contaminati, per inalazione, oppure tramite piccole ferite sulla pelle. La prima è la via più comune, infatti il batterio della brucellosi è presente anche nel latte degli animali contagiati, e se questo non viene pastorizzato l’infezione passa agli esseri umani.
La gravità della malattia dipende dalle condizioni immunitarie e nutrizionali del paziente, dalla carica infettante e dalla via di acquisizione dell'infezione: per esempio i farmaci antiacidi riducono l'acidità gastrica e facilitano il passaggio delle brucelle attraverso il sistema digerente. Ovini, caprini, bovini e suini eliminano le brucelle con il latte, le urine, le feci e le secrezioni vaginali. Spesso le infezioni provocano l'aborto dell'animale. Il microrganismo penetra nell'ospite attraverso soluzioni di continuo della cute, oppure tramite la congiuntiva, i polmoni o il tratto gastrointestinale. Una volta penetrati, i microrganismi vengono fagocitati dai polimorfonucleati e dai macrofagi che, però, non sono in grado di distruggerli completamente
PATOGENESI Sono patogeni intracellulari obbligati: sono in grado di sopravvivere all'interno delle cellule fagocitiche dell'ospite,con il circolo sanguigno raggiungono i linfonodi e, da lì, si disseminano a tutti gli organi del sistema monocito-macrofagico:linfonodi, midollo osseo, al fegato e alla milza. L'eliminazione dell'infezione dipende dall'attivazione dei macrofagi con lo sviluppo di una reazione immunitaria cellulo-mediata di tipo Th-1.
Dopo la lisi dei polimorfonucleati le brucelle sono fagocitate dai macrofagi tissutali e dalle cellule del sistema reticoloendoteliale dove possono rimanere per mesi. Tipica è la formazione di granulomi e l'azione patogena sembra riferibile all'endotossina batterica e alla produzione di citochine da parte dell'ospite.
SINTOMI I segni e i sintomi della malattia sono poco specifici: febbre, sudorazione, malessere, anoressia, cefalea, artro-mialgie. La malattia si manifesta improvvisamente dopo 2-4 settimane dall'infezione. La febbre è il segno principale della malattia: all'inizio è irregolare, remittente o intermittente (con sbalzi giornalieri, fino a 38-39 °C), e dopo qualche tempo, nei casi non trattati, diventa tipicamente "ondulante", salendo e scendendo durante la settimana.
Un altro segno specifico della malattia, ma poco affidabile per la diagnosi, è la tipica sudorazione, con odore di paglia bagnata o di stalla e una sensazione di cattivo sapore in bocca. Il malessere del paziente è spesso sproporzionatamente maggiore dei segni clinici obiettivi. A volte si possono avere modeste linfo- adenomegalie, epatomegalia e splenomegalia.
DIAGNOSI La diagnosi di certezza ottiene con l'isolamento delle brucelle dall'emocoltura, dalla coltura di midollo osseo o di altri tessuti. L'isolamento in coltura del batterio non riesce sempre (tra il 15% e il 90% dei casi, a seconda delle tecniche). Il personale di laboratorio è a rischio di infezione nel maneggiare campioni infetti e devono essere osservate le giuste precauzioni.
In assenza di conferma batteriologica, è possibile una diagnosi presuntiva dimostrando la presenza significativa o la risalita dei titoli anticorpali nel siero del paziente. La metodica tradizionalmente in uso era la sierodiagnosi di Wright, che è poco sensibile. I test immunoenzimatici (EIA) disponibili possono spesso dare falsi positivi e devono essere confermati da altri esami sierologici più affidabili. Oggi sono disponibili test di microagglutinazione per la ricerca degli anticorpi (Ab) totali agglutinanti (BMAT). Il BMAT si basa sulla modifica del tradizionale "standard tube agglutination test" (SAT): il test specifico per Brucella si basa sull'agglutinazione diretta di antigeni batterici da parte di anticorpi specifici presenti nel siero del paziente. Il test determina la presenza di IgM, IgG, e IgA. Le IgM prevalgono nelle forme acute di brucellosi e nelle settimane successive diminuiscono di concentrazione; nelle recidive si ha un aumento delle IgG e IgA, e non delle IgM.
Il test di immunocattura-agglutinazione degli anticorpi incompleti (non agglutinanti) anti-Brucella (BrucellaCapt) è utile nei casi più insidiosi di forme "croniche" e per il monitoraggio della risposta alla terapia . La malattia non trattata ha un andamento solitamente benigno. La terapia antimicrobica accorcia la durata della malattia, allevia i sintomi e riduce l'incidenza delle forme complicate e delle ricadute.
La brucellosi è una malattia sistemica e può interessare qualunque organo e tessuto. Quando il coinvolgimento di un organo prevale sugli altri si parla di malattia focale. Dopo adeguata terapia possono aversi ricadute cliniche, che di solito si verificano 3-6 mesi dopo la sospensione del trattamento. Le forme che si cronicizzano sono mantenute dalla persistenza di focolai di infezione in linfonodi, nel midollo osseo, nella milza o nel fegato.
COMPLICANZE Apparato gastro-enterico: linfoadeniti mesenteriche, ileiti e coliti acute, con infiammazione delle placche di Peyer. Apparato epato-biliare: formazione di granulomi simil- sarcoidosi, epatite, ascessi epatici cronici che, per la cura, spesso richiedono l'intervento chirurgico, raramente pancreatiti e colecistiti acute. Apparato osteo-articolare: sacro-ileiti, spondilodisciti Sistema nervoso: meningiti, encefaliti, mieliti, ascessi cerebrali. Cuore: endocarditi talora fatali Polmoniti,ascessi polmonari
Glomerulonefriti, pielonefriti,ascessi renali Dermatiti Uveiti Alterazioni ematologiche : anemia, leucopenia,trombocitemia; nel 75% dei casi di brucellosi si trovano lesioni granulomatose nel midollo osseo.
TERAPIA La terapia antibiotica per questa infezione consiste nella associazione di doxiciclina e rifampicina; questi farmaci vengono assunti per un periodo di 6 settimane per evitare ricadute. Nei casi più gravi è necessario anche il ricovero ospedaliero. Esiste comunque il rischio di mortalità, anche se basso, inferiore al 2%.
PROFILASSI La prevenzione dell'infezione umana dipende dal controllo e dall'eliminazione dell'infezione animale, che si attua principalmente con piani di macellazione degli animali infetti.