Soren Kierkegaard, aut aut

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Transcript della presentazione:

Soren Kierkegaard, aut aut Esistere significa "poter scegliere"; anzi, essere possibilità. Ma ciò non costituisce la ricchezza, bensì la miseria dell'uomo. La sua libertà di scelta non rappresenta la sua grandezza, ma il suo permanente dramma. Infatti egli si trova sempre di fronte all'alternativa di una "possibilità che sì" e di una "possibilità che no" senza possedere alcun criterio di scelta. E brancola nel buio, in una posizione instabile, nella permanente indecisione, senza riuscire ad orientare la propria vita, intenzionalmente, in un senso o nell'altro. Soren Kierkegaard, aut aut

Soren Kierkegaard - autore nel 1846 di un manifesto letterario che è stato visto come un parallelo al Manifesto di Marx. - Nacque a Copenhagen nel 1831 e vi morì nel 1855; Era ricco ma diceva di essere infelice. Si dice che dilapidò tutta la sua fortuna nelle cene, ma durante il giorno descriveva lo strazio della malattia mortale, dell’eterna dannazione in cui è condannato a vivere l’uomo. Biograficamente molto contraddittorio per carattere, il nostro autore ha teorizzato nel suo pensiero la contraddizione e l’inquietudine angosciate del vivere, cosa che egli stesso ha poi vissuto fino alla fine dei suoi giorni. Emblematico è a questo proposito il suo fidanzamento con Regina Olsen e il suo rifiuto di sposarla.

Opere principali e tratti del suo pensiero Si formò studiando la filosofia hegeliana, cosa che odiò fino in fondo proprio perché conosciuta fino in fondo. La sua maggiore critica al sistema hegeliano era quella relativa al «sistema chiuso e con scarsa considerazione della problematicità e rilevanza del destino individuale dell’uomo». I suoi libri più noti sono Aut Aut (1843) e il Concetto dell’angoscia (1844), Diario del seduttore, Timore e Tremore. Viene considerato uno dei padri dell’esistenzialismo del ‘900 e lo è nella misura in cui anche nelle sue moltissime pagine trova largo spazio l’apologia del singolo individuo, dell’esistenza, che è al tempo stesso «tema e situazione» del filosofo che deve cercare di «reduplicarla» in una forma e in un contenuto e nella comunicazione che può essere etica e religiosa.

Possibilità e necessità: l’angoscia rivela la libertà metafisica Con K. nasce la contrapposizione senza mediazione della categoria di possibilità a quella tradizionale e hegeliana della necessità. E la possibilità è collegata all’angoscia, stato d’animo non meramente psicologico ma rivelativo della libertà metafisica di scegliere e quindi anche di peccare. Il peccato in Kierkegaard ha un posto centrale e un’accentuazione ossessiva più che tragica, sta ad indicare il carattere religioso-protestantico del suo pensiero; ad esso inoltre si accompagna il senso disperato e disperante della finitezza «malattia mortale». Altre categorie del suo pensiero sono il «rischio» e la «ripresa», l’ironia e la maieutica. Rifiutato l’hegelismo e la filosofia della storia, Kierkegaard delega alla fede religiosa la spiegazione del senso unitario della storia, lontano dal supporre altre vie d’uscita. Cf. Raffaello Franchini, il progresso della filosofia, Ferraro ed.