Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro)

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Transcript della presentazione:

Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro) ESPRESSIONISMO/3 Die Brücke (Il Ponte) Ernst Ludwig Kirchner Emil Nolde Max Pechstein Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro) Vasilij Kandinskij Paul Klee Franz Marc prof. Claudio Puccetti

L‘ESPRESSIONISMO IN GERMANIA: Die Brücke Die Brücke ("Il Ponte") è stato un gruppo di artisti dell'avanguardia tedesca formatosi a Dresda il 7 giugno 1905, fu l'origine di un più vasto e localmente diversificato movimento denominato Espressionismo tedesco caratterizzato, a differenza delle analoghe proposizioni francesi, da atteggiamenti di decisa opposizione politica e sociale. I massimi esponenti del movimento sono: kirchner, Heckel, Nolde, Schmidt- Rottluff, Muller. Esprime tensione e sofferenza della condizione umana attraverso atmosfere cupe e fredde, contenuti drammatici, colori violenti e acidi, figure spigolose, contorni marcati e taglienti, denuncia contro una società borghese profondamente disprezzata. Ernst Ludwig Kirchner, Manifesto per una mostra del Gruppo artistico (Kunst-Gruppe) Brücke, 1910

Ernst Ludwig Kirchner Aschaffenburg (Germania)1880- Davos (Svizzera)1938 Pittore, scultore e incisore tedesco dei primi del ‘900, si distingue tra gli espressionisti per la plastica essenzialità delle sue immagini con le quali rappresenta la tragedia della solitudine umana entro il drammatico dinamismo del mondo contemporaneo. La sua pittura deforma la realtà per renderla più simile a ciò che l’anima avverte. Si interessa alle stampe giapponesi e all’arte primitiva ed è colpito dall’immediatezza espressiva e dall’uso simbolico e psicologico dei colori di Gauguin e di Van Gogh. Nel 1905 è uno dei fautori del gruppo Die Brücke. Inizialmente ha uno stile simile a quello dei Fauves ma dal 1912 diventa sempre più drammatico: deformazioni violente e ritmi convulsi con ampie stesure di colori vigorosi che assumono valore autonomo. I temi cambiano e si concentra su scene urbane la cui frenetica vitalità lo porta ad interessarsi all’aspetto psicologico e sessuale ma soprattutto a polemizzare sulla società del suo tempo (falsa e ipocrita). Nel 1915 partecipa per un breve periodo alla prima guerra mondiale, ritornando con un forte esaurimento nervoso che lo porterà alla depressione e poi al suicidio. Nel 1937 (dopo la presa del potere dei nazisti) centinaia delle sue opere vengono sequestrate e bruciate perchè considerate "arte degenerata".

Ernst Ludwig Kirchner Marcella, 1909-10, Oil on canvas, 76x 60 Moderna Museet, Stockholm Una ragazza posa nuda con le mani incrociate (ricorda la protagonista di ‘Pubertà’ di Munch), nello studio dell'artista. Ha uno sguardo reso adulto dal trucco e dalle profonde occhiaie verdi, ma il fiocco bianco tra i capelli fa pensare all’innocenza di una ragazzina. E’ nuda davanti al mondo nella sua fragilità, triste rassegnata e smarrita nella sua solitudine, forse per quello che la vita le riserva: anche se non è una prostituta lo diventerà. Attraverso colori innaturali acidi e stridenti, Kirchner vuole mostrare l'ambiguità di fondo, gettando uno sguardo indagatore nell’universo femminile (il suo soggetto preferito) e indagandone la polarità e l’Eros che muove il mondo. È bidimensionale, piatta, senza effetti chiaroscurali e senza prospettiva. È completamente superata la bellezza ideale: il volto viene deformato sinteticamente in funzione della rabbia dell’artista, con grande impatto comunicativo.

Ernst Ludwig Kirchner, Cinque donne per la strada, 1913 Ernst Ludwig Kirchner, Cinque donne per la strada, 1913. Olio su tela, 120,5×91 cm. Colonia, Wallraf-Richartz Museum In questo quadro è evidente il ricorso al primitivismo formale e cromatico: i volti si ispirano alle maschere africane ma sono cadaverici. I corpi sono spigolosi e taglienti quasi incisi nel legno, non ispirano calore umano ma solo freddezza. Se siano signore borghesi o prostitute, non è ben chiaro ma poco importa. La realtà non è quella che appare, perché è mascherata da convenzioni e ipocrisie: la verità è dietro le apparenze, e non può essere vista se non con una conoscenza più profonda dell’animo umano. Kirchner raffigura dinamicamente la scena, quasi a sottolineare il ritmo frenetico della città che rappresenta il progresso disumano e alienante che crea angoscia, solitudine, sofferenza nell'uomo moderno. Nel dipinto si ritrovano tutti gli elementi stilistici dell’espressionismo tedesco: la semplificazione delle forme, l’uso espressivo del colore, le atmosfere cupe e fredde, la denuncia contro una società borghese non amata né stimata, ma soprattutto la volontaria rinuncia alla bellezza come valore tranquillante e consolatorio dell’arte.

Ernst Ludwig Kirchner, Marcella, 1910, (Berlin, Brücke Museum). Ernst Ludwig Kirchner, Due donne per strada, 1914. Olio su tela, 120,5×91 cm. Düsseldorf, Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen Kirchner, Franzi in una sedia intagliata, 1908-1909

Emil Nolde Nolde (Germania)1867- Seebüll (Germania)1956 Uno dei maggiori esponenti dell'espressionismo tedesco, fece parte del gruppo Die Brücke. L'ispirazione delle sue opere è di carattere visionario, e talora grottesco, attinta ai grandi avvenimenti religiosi o a un repertorio mitologico scaturito dalla sua stessa immaginazione. Eseguì anche paesaggi e marine, investiti da un allucinante potere di trasfigurazione, messo in opera dal colore disteso in grandi superfici. La semplificazione della forma e la violenza del colore dominano le grandi composizioni religiose mentre nelle nature morte compaiono maschere esotiche, statuette primitive, segni di un'inquietudine che cerca un aggancio culturale al di fuori del retaggio formale europeo. Di estremo interesse è la sua opera grafica (incisioni, litografie e disegni), che, per l'incisiva essenzialità del segno e la ricca varietà dei toni, contribuì a tracciare e ad arricchire la linea evolutiva dell'artista.

Emil Nolde L’Ultima Cena, 1909, Olio su tela, 86x107 Statens Museum for Kunst, Copenhagen Emil Nolde Crocifissione 1912 olio su tela, 220x193 Nolde-Stiftung Seebull

Emil Nolde Natura morta con maschera III 1911 olio su tela, 74x78 Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City (Missouri) Emil Nolde, Gli orafi, 1919. Olio su compensato, 69×51 Cleveland, Museum of Art

Emil Nolde, Papaveri e iris Giardino fiorito ad Alsen, 1915. Berlino, Staatliche Museen Papaveri e iris, ca 1930. Acquerello su carta Lipsia, Museum der bildenden Künste

Max Pechstein Zwickau 1881 / Berlino 1955 E’ stato uno tra i maggiori esponenti del gruppo espressionista Die Brücke : si interessò particolarmente all'arte di V. van Gogh e alle opere di E. Munch. Nel 1907 fu in Italia, ove rimase colpito soprattutto dalla pittura di Giotto e dall'arte etrusca. Fu in contatto con i Fauves e conobbe la scultura nera, che ebbe una profonda influenza sulla sua pittura. Nel 1910 a Berlino fu tra i fondatori della Nuova Secessione. Eletto nel 1923 membro dell'Accademia di belle arti di Berlino, nel 1933 ne veniva radiato e la sua arte considerata "degenerata". Dopo il 1945 fino alla sua morte insegnò alla Scuola superiore di belle arti di Berlino. dipinse di preferenza temi esotici, paesaggi, nudi e nature morte, che trattò con acre violenza coloristica.

Max Pechstein, La maglia giallo-nera, 1909 Ragazza seduta, 1910. Berlino, Staatliche Museen

Max Pechstein, Mattino presto, 1911

Max Pechstein, Natura morta, 1913 La barca dei pescatori, 1913

Max Pechstein, Alaggio della barca, 1925

L‘ESPRESSIONISMO IN GERMANIA: Der Blaue Reiter Der Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro) fu un gruppo di artisti formatosi a Monaco di Baviera nel 1911 e attivo fino al 1914 ovvero fino allo scoppio della prima guerra mondiale che ne causò la dispersione. Il gruppo non ebbe un vero e proprio manifesto, ma pubblicava un bollettino che portava lo stesso nome del gruppo e che si caratterizzò sin dall'inizio in senso cosmopolita e interdisciplinare. L'attivismo di Kandinskij e del suo gruppo lungi dal caratterizzarsi in senso politico (come era accaduto a Die Brücke) si avvicinava piuttosto all'atteggiamento dei Fauves francesi, per un fondamentale senso lirico e gioioso della vita. I massimi esponenti del movimento sono: kandinskij, Marc, Macke, Jawlensky, klee. Ha un orientamento spiritualistico e una pittura non figurativa (espressionismo astratto) che nasce esclusivamente dagli impulsi interiori del soggetto. nega all'arte ogni fondamento naturalistico e prospetta la vittoria dell'irrazionalismo orientale sul razionalismo occidentale.

Vasilij Kandinskij Mosca 1866 / Neuilly-sur-Seine 1944 All’età di 30 anni, si trasferisce a Monaco e dal 1901 al 1904 fa parte del gruppo artistico "Phalanx". Nel 1909 partecipa alla fondazione della La Neue Künstlervereinigung München (NKVM). Nel 1912 abbandona l'associazione artistica e aderisce all’ Espressionismo; incontra Franz Marc, August Macke e Paul Klee e con loro dà vita al gruppo "Der Blaue Reiter" curando la pubblicazione dell'Almanacco. In esso si afferma una nuova concezione dell’arte come linguaggio universale, nel quale l’uomo dà forma alla sua percezione del mistero, del cosmo e della vita: un’arte nuova che non vuole significare e rappresentare nulla, ma che, come la musica, voglia solo far vibrare le corde dell’anima. Sempre nel 1912, pubblica “Lo spirituale nell'arte” dove espone le sue teorie artistiche. Nello stesso periodo per l'artista comincia l'evoluzione verso l'astrattismo, che culmina con la realizzazione del primo acquerello astratto (1910-1913). Negli anni 1911-14 realizza molte delle prime Composizioni e Improvvisazioni; queste opere mostrano un impianto sempre più geometrico e meno espressionista. Nel 1921 fa ritorno in Germania, chiamato da Gropius, entra al Bauhaus dove trascorre ininterrottamente il periodo dal 1922 al 1933, seguendo l'istituzione nei suoi vari spostamenti, da Weimar a Dessau, e da Dessau a Berlino, insieme all’amico Paul Klee. Parallelamente all'insegnamento, la sua pittura assume un'impronta nettamente geometrizzante, dominata dallo sfruttamento delle proprietà dinamiche della linea, del punto, delle superfici e dei diversi colori. Le sue ricerche trovano una loro teorizzazione nel saggio “Punto, linea e superficie” del 1926. All'avvento del nazismo il Bauhaus viene chiuso. Le opere di Kandinsky vengono sequestrate e alcune figurano esposte, nel 1937, alla mostra “Arte degenerata”. Abbandonata la Germania nel 1933 si trasferisce a Neuilly-sur-Seine, vicino a Parigi, dove muore nel 1944. Kandinsky pensava che dipingere era un'arte molto simile alla musica: capace di trasmettere emozioni senza rappresentare la realta`. Come i musicisti possono comporre la musica, gli artisti possono comporre colori e forme per dare all'oservatore un effetto simile a quello che da' la musica. Kandinsky credeva che le forme fossero un modo di esprimere la tranquillita` interna, egli vuole osservare oggetti per apprendere il loro significato interno. La bellezza dell'oggetto disegnato dovrebbe essere solo un modo di attrarre l'attenzione dell'osservatore al fine di comunicare direttamente con l'anima. Quando Kandinsky dipinge quadri astratti la prima ispirazione, di base viene dalla natura ma poi gradualmente minimizza le forme naturali in figure essenziali fino ad arrivare ad un dinamico insieme di macchie colorate. Kandinsky divide le fasi verso l'astrattismo in tre parti: "Impressioni" (percezione sensoriale) la prima impressione che ha della natura all'aperto. "Improvvisazioni" (emozioni a primo istinto) sono espressioni improvvise di emozioni e sentimenti. "Composizioni" (sintesi di emozioni e sensazioni): espressioni che vengono lentamente dall'interno e emozioni esteriori che vengono elaborate da Kandinsky. Kandinsky come crea un metodo per insegnare l'astrattismo. Cerca di identificare le "figure di base"della realta` (triangolo, quadrato, cerchio) che sono le espressioni della "potenza, peso e movimento" e la loro relazione sul quadro, con linee, macchie e colori "puri". Kandinsky credeva che combinazioni tipo un triangolo giallo, o un quadrato rosso, o un cerchio blu sono modi migliori di communicare. Kandinsky insegna il suo piu` alto astrattismo attraverso il colore. Gradualmente si allontana dagli elementi materialistici (fuori dalla realta`) e oggetti che vengono dissolti in una semplificazione di macchie colorate da cui Kandinsky puo' creare combinazioni armoniche. Il colore da' al dipinto forti e profonde emozioni rivelando un mondo interiore, per questo la scelta del colore non puo' essere casuale come non lo puo' essere la scelta della figura. Tutte e due sono espressioni di un "bisogno interno" e allora, facendo la giusta combinazione, si riesce davvero a communicare con l'anima umana. Come se, volendo trasmettere all'osservatore emozioni profonde, basti disegnare un cerchio azzurro.

Vasilij Kandinskij, Il cavaliere azzurro, 1903 Vasilij Kandinskij, Il cavaliere azzurro, 1903. Olio su tela, 52×54,5 cm. Zurigo, Collezione privata

Vasilij Kandinskij, Coppia a cavallo, 1906-1907 Vasilij Kandinskij, Coppia a cavallo, 1906-1907. Olio su tela, 55×50,5 cm. Monaco, Städtische Galerie im Lenbachhaus Quadro realizzato da Kandinskij nei primi anni della sua attività. I temi e le atmosfere che ricerca sono quelli delle fiabe russe, e riesce ad ottenere un’immagine la cui capacità di suggestione è notevole. Il fascino del quadro è da ricercarsi ovviamente nella grande sensibilità coloristica, e nell’effetto straordinario di accendere punti di colore chiaro su contorni più saturi.

Vasilij Kandinskij, Copertina di «Der Blaue Reiter», R Vasilij Kandinskij, Copertina di «Der Blaue Reiter», R. Piper Verlag, Monaco 1912 Vasilij Kandinskij, Copertina di «Der Blaue Reiter», R. Piper Verlag, Monaco 1912 Il nome, Der Blaue Reiter, ebbe origine dalla passione di Kandinskij per il colore blu e dall'amore di Marc per i cavalli. Per Kandinskij, il blu è il colore della spiritualità, più è scuro e più risveglia l'umano desiderio per l'eterno. Kandinskij aveva inoltre creato un'opera d'arte con lo stesso nome (Der Blaue Reiter) nel 1903.

Vasilij Kandinskij, Murnau. Cortile del castello, 1908 Vasilij Kandinskij, Murnau. Cortile del castello, 1908. Olio su cartone, 33×44,3 cm. Mosca, Galleria Tret’jakov

Vassily Kandinsky, 1908, Murnau, Dorfstrasse

Vassilij Kandinskij, Improvisation III, 1909 - Centre Pompidou

Vassily Kandinsky Montagna  1909 Monaco di Baviera Städtische Galerie Vassily Kandinsky Composizione n.4 1911

Vassily Kandinsky Piccoli piaceri 1913 Vassily Kandinsky Paesaggio con pioggia 1913

Wassily Kandisnky, Composizione VII 1913 I quadri ai quali Kandinskij riserva maggiore attenzione sono quelli che titola «Composizione». In tutto egli realizza dieci «composizioni» anche se le prime sette vengono realizzate in un breve arco di tempo (circa tre anni dal 1910 al 1913) mentre le ultime le realizza a distanza di decenni. In questa una quantità enorme di segni-colore creano una molteplicità di situazioni osservabili, anche se si fa fatica a cogliere un motivo unitario.

Vasilij Kandinskij, Primo acquerello astratto, 1910, olio su tela, Centro Pompidou, Parigi Questo acquerello è la prima opera totalmente astratta di Kandinskij. Al quadro manca una qualsiasi spazialità. Si compone unicamente di macchie di colore e segni neri che non compongono delle forme precise e riconoscibili. Lo si può guardare partendo da un qualsiasi punto e percorrerlo secondo percorsi a piacere ma non può essere guardato con un solo sguardo. Sarebbe come ascoltare un concerto eseguito in un solo istante: tutte le note si sovrapporrebbero senza creare alcuna melodia. Si tratta di un approccio all’opera d’arte assolutamente nuovo ed originale che sconvolge i normali parametri di lettura di un quadro l’arte non rappresenta il visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è.

Wassilj Kandinskij, Composition VIII, 1923 A distanza di 10 anni l’astrattismo di Kandinskij ha perso ogni componente espressionistica per ricercare forme più rarefatte e regolari. Forse non è stato ininfluente il contatto con le avanguardie russe, quali il Suprematismo e il Costruttivismo. Di certo la sua pittura sembra ora rivolgersi, meno alle situazioni psichiche interiori, ma più alla costruzione di una nuova realtà esteriore. Una realtà in cui le macchine, le industrie, i nuovi materiali richiedono anche una nuova estetica tutta ancora da definire.

Paul Klee Münchenbuchsee 1879 / Muralto 1940 Intorno ai trent’anni (1911) conosce gli artisti che hanno dato vita al Cavaliere Azzurro (Macke, Kandinskij e Marc) ed espone sue opere alla mostra del 1912. Nello stesso anno conosce a Parigi Robert Delaunay, pittore cubista, le sui ricerche sul colore e la luce lo influenzeranno in maniera determinante. Nel 1914 va a Tunisi e richiamato alle armi partecipa al primo conflitto mondiale. Nel 1920 viene chiamato da Gropius ad insegnare nella Bauhaus. Nel 1930 conclude la sua attività di insegnante alla Bauhaus, prima che questa scuola tre anni dopo venga definitivamente chiusa dai nazisti. Dopo un breve periodo trascorso in Germania si trasferisce definitivamente in Svizzera dove muore nel 1940. La sua personalità è ricca e multiforme; nella sua ricerca appare sempre costante il problema di capire cosa è la creatività. Egli infatti ritiene che l’arte si avvicini alla natura non perché la imiti, ma perché riesce a riprodurne le intime leggi della creazione. Così piega e modella i suoi segni espressivi con grande padronanza, riuscendo con semplicità a passare dal figurativo all’astratto senza mai far perdere alle sue immagini una grande carica di espressività. Molto affascinato dal mondo figurativo dell’infanzia, egli conserva sempre nella sua opera una levità e leggerezza che danno alle sue immagini semplicità ed eleganza. Rappresenta, insieme a Kandinskij il pittore che ha dato il maggior contributo ad una nuova pittura fondata su caratteri astratti. Egli però non ha mai praticato l’astrattismo come unica forma espressiva, ma l’ha inserita in un più ampio bagaglio formale e visivo dove i segni e i colori hanno una maggiore libertà di evocazione e rappresentazione. Mentre per Kandinskij l’astrattismo rappresenta una meta, per Klee è un punto di partenza per rifondare una pittura che rappresenti liberamente il mondo delle forme e delle idee.

Paul Klee Cupole rosse e bianche 1914 Acquarello Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, Dusseldorf Paul Klee Senecio, 1922

Paul Klee Palloncino rosso (1922), Solomon R. Guggenheim Museum New York

Paul Klee, Eros, 1923 Paul Klee - Suono antico - 1925 –Kunstsammlung, Basilea

Paul Klee Pesce magico (1925)

Paul Klee, Strada principale e strade secondarie, 1929 L’approdo ad una pittura astratta, in Klee, ha esiti molto diversi da quelli di Kandinskij. Mentre il pittore russo pratica un’astrazione totale e rigorosa, Klee sembra divertirsi a depurare le immagini fino a giungere a delle rappresentazioni che sono più ideografiche che astratte. In questo caso realizza un quadro a linee incrociate che simulano la planimetria di una città, da qui il titolo «Strade principali e secondarie». L’effetto è decisamente decorativo, ma non esclude una riflessione sulle nuove realtà metropolitane, che, già negli anni Trenta, diventano paesaggio artificiale totale, escludendo dal proprio interno qualsiasi altra varietà morfologica.

Franz Marc Monaco di Baviera 1880 / Verdun 1916 Nel 1911 entra a far parte del "Der Blaue Reiter" ed espone le sue opere alla prima mostra del gruppo a Monaco. Nel 1912 viene invitato a far parte del comitato organizzativo del "Soderbund" a Colonia dove incontra  Robert Delaunay del quale apprezza, in modo particolare, l'uso del colore e la tecnica futurista. Affascinato da questo movimento sperimenta nuove tecniche realizzando dipinti che raffigurano animali, visti come una metafora di purezza e innocenza, in brillanti colori primari avvicinandosi al cubismo nella semplicità delle forme. Come tutti gli espressionisti dà grande importanza al significato del colore: il blu come la mascolinità e la spiritualità, il giallo come la gioia femminile (gentilezza, allegria e sensualità) e il rosso, brutale e pesante, come il fragore della violenza.

Franz Marc, I cavalli azzurri, 1911. Olio su tela, 103×171 cm Franz Marc, I cavalli azzurri, 1911. Olio su tela, 103×171 cm. Minneapolis, Walker Art Center

Franz Marc Il destino degli animali 1913 Kunstmuseum di Basilea