pedana stabilometrica; terapia fisica della vertigine posizionale

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Transcript della presentazione:

pedana stabilometrica; terapia fisica della vertigine posizionale Unità Operativa di Otorinolaringoiatria Ospedale di Saronno Direttore: Dott. F. Grazioli F. Grazioli - P. Donofrio pedana stabilometrica; terapia fisica della vertigine posizionale (la nostra esperienza) La stabilometria statica fornisce un valido supporto ed una analisi approfondita dei fenomeni posturali che fino a qualche anno fa venivano rilevati solo visivamente. Sono quindi di indubbia utilità nello studio dei disturbi dell’equilibrio e offrono un aiuto rilevante nel monitorrare i proceesi di compenso vestibolare soprattutto dove si inseriscono protocolli di riabilitazione vestibolare. 1

La Stabilometria statica ha lo scopo di valutare dal punto di vista quantitativo le oscillazioni posturali ed il loro controllo in un soggetto immobile in stazione eretta.

Per eseguire questa valutazione si utilizza una piattaforma di forza fissa che misura le tre componenti della reazione vincolare al terreno ed i movimenti rispetto ai tre assi per un soggetto che si trovi fermo in stazione eretta sopra di essa. Affinchè questi dati stabilometrici siano confrontabili con quelli dello stesso soggetto nel tempo e con quello di altri soggetti, è necessario disporre di un sistema stabilometrico standardizzato sia per ciò che riguarda le caratteristiche dell’ambiente in esame (importanti sono le influenze dei fattori uditivi e visivi), sia per la posizione fatta assumere al paziente rispetto ai sensori della piattaforma. Sono inoltre particolarmente importanti le caratteristiche dell’ambiente in cui si esegue l’esame: tipo di illuminazione, base di appoggio (più o meno larga).

L’esame viene eseguito prima ad occhi aperti poi ad occhi chiusi, il paziente dovrà rimanere in silenzio per circa 1 minuto (se l’esame è campionato a 5hz) 30 secondi (se invece è campionato a 10hz).

Esiste una batteria di test sensibilizzati che permettono di valutare separatamente i diversi input: Test ad occhi aperti Test ad occhi chiusi con svincolo Test a testa retroflessa

I principali parametri presi in considerazione dall’esame stabilometrico sono: X medio, ovvero il punto medio delle oscillazioni sul piano laterale Y medio, ovvero il punto medio delle oscillazioni sul piano sagittale Superficie(S), misurata calcolando l’area dell’ellisse entro la quale si trova il 90% dei punti registrati durante la prova Lunghezza(L), corrispondente all’intero percorso del centro di gravità Velocità media degli spostamenti Lunghezza funzione della superficie(LFS) ovvero la correlazione fra queste due grandezze Lo spettro di frequenza (FFT) delle oscillazioni ottenuto con l’analisi matematica attraverso la trasformata rapida di Fourier Indice di Romberg (IR), ovvero il rapporto fra i valori misurati ad occhi chiusi ed i valori misurati ad occhi aperti. Intercorrelazione, ovvero il rapporto tra le oscillazioni antero-posteriore e latero-laterale.

Questi parametri vengono rappresentanti graficamente attraverso: -stabilogramma, ossia lo spostamento del centro di gravità in funzione del tempo, separando la componente X (oscillazioni sul piano laterale) dalla componente Y (oscillazioni sul piano sagittale) -statokinesigramma, ovvero l’area entro la quale si muove, relativamente agli assi X e Y, la proiezione a terra del centro di gravità.

La stabilometria statica fornisce un valido supporto ed un’analisi approfondita dei fenomeni posturali che fino a qualche anno fa venivano rilevati solo visivamente. Sono quindi di indubbia utilità nello studio dei disturbi dell’equilibrio e offrono un aiuto rilevante nel monitorare i processi di compenso vestibolare soprattutto dove si inseriscono protocolli di riabilitazione vestibolare.

posizione coatta di Vannucchi Dal punto di vista terapeutico la vertigine parossistica posizionale benigna (VPPB) trae vantaggio dalle tecniche riabilitative «liberatorie» differenziate a seconda del canale semicircolare coinvolto. Le tecniche più validate nella VPPB da cupolo-canalolitiasi del CSP sono: - Manovra di Semont - Manovra di Epley Le tecniche più validate nella VPPB da cupolo-canalolitiasi del CSL sono: Manovra a barbecue posizione coatta di Vannucchi La vertigine posizionale periferica benigna (VPPB) è una sindrome vertiginosa periferica caratterizzata da brevi e parossistiche transitorie crisi di vertigine oggettive recidivanti scatenate da particolari movimenti del capo. Segno della VPPB è un tipico ny parossistico posizionale presente nella fase attiva. Dal punto divista terapeutico la VPPB trae vantaggio dalle tecniche riabilitative «liberatorie» differenziate a seconda del canale semicircolare coinvolto. Le tecniche più validate sono nella VPPB da canalolitiasi del CSP sono: Manovra di Semont Manovra di Epeley

riabilitazione VPPB del canale semicircolare posteriore manovra di Semont

riabilitazione VPPB del canale semicircolare posteriore manovra di Epley

riabilitazione VPPB del canale semicircolare posteriore manovra di Epley VS manovra di Semont Pur essendo entrambe le manovre considerate molto efficaci, l’American Academy of Neurology e la American Academy of Otolaryngology in una revisione hanno concluso che la Epley è efficace e sicura mentre la Semont è probabilmente efficace e quindi scarsamente raccomandabile.

riabilitazione VPPB del canale semicircolare posteriore tecnica di Brandt Daroff è una tecnica di habituation

CSL patologico >>> sinistro riabilitazione VPPB del canale semicircolare laterale manovra a barbecue CSL patologico >>> sinistro

riabilitazione VPPB del canale semicircolare laterale manovra a barbecue CSL patologico >>> sinistro

canale patologico in alto per 12 h riabilitazione VPPB del canale semicircolare laterale posizione coatta di Vannucchi CSL patologico >>> sinistro canale patologico in alto per 12 h

TURBA POSTURALE CONSEGUENTE A MANOVRA LIBERATORIA a volte, dopo le manovre liberatorie, il paziente avverte instabilità posturale (dizziness) spontanea o legata al movimento anche nel decubito supino. Si ritiene che l’instabilità sia causata: da un’efficacia parziale della manovra con conseguente permanenza di parte degli otoliti nel canale semicircolare interessato oppure dalla sofferenza della macula dell’utricolo per stress ossidativo oppure da incapacità dell’endolinfa di “ripulire” il canale semicircolare legata a motivi locali: impossibilità a disciogliere gli otoliti con formazione dell’ammasso critico. E’ infatti noto che l’aumento della concentrazione di calcio riduce la capacità litica dell’endolinfa.

GRAZIE