LICEO SCIENTIFICO N. COPERNICO Classe 4EL anno scolastico 2017/2018 Antonello da Messina Gruppo di lavoro: Baronti Diletta Jin Diana Lin Giuliana Pontolillo Giada prof. Claudio Puccetti
Antonio di Giovanni de Antonio, meglio conosciuto come Antonello da Messina, è stato un pittore italiano nato a Messina nel 1425-30. Può essere definito uno dei più grandi pittori rinascimentali dell'Italia meridionale e esponente della pittura fiamminga in Italia. La pittura fiamminga è caratterizzata da un forte naturalismo, ma soprattutto dalla cura dei dettagli. Inoltre le opere fiamminghe sono famoso per lo studio sulla luce e gli effetti luministici, quasi illusionistici. Egli si formò nella bottega del Colantonio a Napoli, il quale accoglieva artisti vari, provenienti soprattutto dalle Fiandre. Tra il 1460 e il 1465 si trova a Messina dove la sua arte è influenzata da elementi fiamminghi e provenzali. Successivamente egli intraprende vari viaggi di aggiornamento come si può notare da alcune sue opere. Nel il Salvator Mundi, situato nella National Gallery a Londra, appare la conoscenza di Piero della Francesca per quanto riguarda il senso del volume e la semplificazione delle forme geometriche. Nel 1476 Antonello ritorna a Messina dove vi rimane fino alla sua morte che arriverà anni dopo.
Opera con influenze fiamminghi Miscuglio tra elementi fiamminghi (1465-75,Olio su tavola 38,7x29,8cm; National Gallery, Londra) Opera con influenze fiamminghi Miscuglio tra elementi fiamminghi e italiani Due stesure dell'opera
SALVATOR MUNDI (Antonello da Messina, National Gallery Londra, 1465-75) Il “Salvator Mundi” , o “Cristo Benedicente” è un dipinto olio su tavola databile al 1465-75 ed è conservato nella National Gallery di Londra. Il Cristo è raffigurato oltre un parapetto in legno e su un fondo scuro, tipico dell'arte fiamminga a cui risalgono anche l'uso dei colori ad olio e la luce calda e dorata che va a sottolineare i più piccoli particolari della figura come i peli della barba o i riflessi sui ricci dei capelli. Inoltre il mezzo busto e la fisicità del Cristo riportano al fiammingo. Alla base del collo si può notare come, nella prima stesura, la veste fosse più accollata, così come la mano benedicente era più in alto e parallela al corpo di Gesù. Antonello, quindi, si distacca dal prototipo fiammingo spostando la mano più avanti, quindi accentuando la profondità della figura nello spazio e anche la sua solennità, data dalla visione dal basso come dimostra la mano poggiata sul parapetto. Un altro elemento che evidenzia il distaccamento dalla pittura fiamminga è la piega della veste che rompe la rigidità dell'abito, dettaglio tipicamente italiano che il pittore ha appreso durante i suoi viaggi. L'opera dal 1475 rimane una delle più fedeli rappresentazioni di Cristo, dipinta durante il suo periodo veneziano. Lo sguardo di Gesù è diretto verso l'osservatore. Questo miscuglio di elementi fiamminghi e italiani sarà presente in tutte le opere antonelliane.
Annunciata (1576, Olio su tela 45x34,5cm; Palazzo Abatellis, Palermo) È raffigurato l'attimo in ci l'arcangelo rivela a Maria di essere incinta del Signore
Annunciata L'opera è stata dipinta da Antonello da Messina intorno al 1476 ed è conservata a Palazzo Abatellis, a Palermo. Il manto incornicia il bellissimo ovale della Madonna, colta nell'attimo in cui l'angelo le avrebbe annunciato il lieto evento,ovvero sarebbe diventata madre del Signore. La figura emerge dal buio opaco e nero tagliato da una luce trasversale che cade dall'alto. Davanti a lei, un leggio semplice e fine regge il sacro libro delle Scritture. Sulle pagine del libro sacro si sono fatte innumerevoli interpretazioni; una di queste afferma che le pagine del libro sarebbero sfogliate da una brezza che rappresenta il soffio dello Spirito Santo. Le mani della Vergine esprimono sorpresa, incredulità e pudore. Infatti la mano destra quasi si scarnisce da un onore del genere, la sinistra inconsapevolmente chiude sul petto il manto, quasi indicando l'impossibilità dell'evento per via della sua condizione di vergine. L'opera è universalmente attribuita ad Antonello da Messina, ma si differenzia in maniera evidente nello stile, nella tecnica e nei contenuti. Maria qui non è ancora la “Madonna”, ma semplicemente una donna bellissima e celestiale negli abiti e nell'aspetto. Non c'è nessun segno di divinità: nessuna aureola e niente angeli. Solo una donna che, mentre è intenta a pregare, scopre che lei potrebbe essere un mezzo per un'opera divina.
(1475, Olio su tavola di tiglio 59,7x42,5cm; Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa)
La Crocifissione La Crocifissione è un dipinto olio su tavola di tiglio (59,7×42,5 cm) di Antonello da Messina, datato al 1475 e conservato nel Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa. La croce di Gesù campeggia al centro della composizione, mentre ai lati si trovano i due ladroni crocifissi su rami tortuosi, che gli fanno assumere posizioni contorte che stridono con la silente compostezza del Cristo. In primo piano si trovano i dolenti, Maria e san Giovanni, colti in un momento di preghiera e di composto dolore. Attorno ad essi si trovano numerosi dettagli simbolici, come i teschi, il gufo, le serpi, tutti oscuri presagi di morte. Lo sfondo è composto da un paesaggio con un lago che si perde in lontananza, popolato da numerosi animali e tracce della presenza umana, come le rovine di un edificio antico, un castello, delle mura abbandonate (si tratta di richiami al mondo classico).
Recenti studi su alcuni paesaggi di Antonello (2010) mettono in evidenza che il paesaggio della crocifissione potrebbe essere ispirato dalla reale visione dello stretto di Messina dalle colline della valle del torrente Camaro
(1474, Olio su tavola 46x36,4cm; National Gallery, Londra)
Il tema del dipinto era molto diffuso nel XV secolo Il tema del dipinto era molto diffuso nel XV secolo. Protagonista è San Girolamo, uno dei quattro Padri della Chiesa. Lo studiolo del santo, ricavato all’interno di un vasto ambiente goticheggiante. Sono molti anche gli animali presenti tra qui il pavone che è simbolo della chiesa; Leone che secondo una leggenda diventa fedele al santo. Il pavimento è uno straordinario esempio di virtuosismo prospettico con le sue piastrelle geometriche che suggeriscono la profondità dello spazio.