IL POSTIMPRESSIONISMO
IL POSTIMPRESSIONISMO PAUL GAUGUIN (1848-1903) Paul Gauguin si allontana definitivamente dall’Impressionismo e dai modelli artistici tradizionali. È un artista che viaggia molto: lascia la Francia per la Bretagna e infine si reca a Tahiti, alla ricerca del primitivo, del puro, del non contaminato. Ricerca la purezza e la semplicità anche nell’arte medievale, nelle sculture primitive e nelle stampe giapponesi. PAUL GAUGIN video su Gauguin
IL POSTIMPRESSIONISMO I suoi colori sono “simbolici”: non servono a rappresentare la realtà, ma ciò che il pittore sente. Usa sempre colori molto accesi e non naturali, creando superfici piatte e bidimensionali, senza fare uso di ombre e di chiaroscuro. PAUL GAUGIN
IL POSTIMPRESSIONISMO IL CRISTO GIALLO Per Paul Gauguin il Cristo giallo, rappresenta una delle opere più importanti di tutta la sua carriera pittorica; nel 1886, aveva visitato Pont-Aven, e successivamente, fece innumerevoli viaggi in questa località, rimanendoci, addirittura, per vari mesi. Durante uno dei suoi ultimi ritorni a Pont-Aven, nacque l’idea (e così, anche la realizzazione) del Cristo giallo Gauguin. La scena del celebre quadro, è ambientata in campagna, con al centro Cristo crocifisso; ai piedi della croce si trovano tre donne, vestite con tradizionali abiti bretoni, dipinte mentre sono in preghiera. Spostando lo sguardo alle spalle dei protagonisti si possono scorgere innumerevoli alberi, un piccolo fiume e tre piccole case sul lato destro della scena. PAUL GAUGIN
IL POSTIMPRESSIONISMO Gauguin, per la realizzazione di quest’opera, trae liberamente ispirazione dalle antiche opere medievali aventi per soggetto la Crocifissione, apportando, però, qualche modifica: al posto di Cristo, si trova un semplice Crocifisso, ed inoltre, sostituisce la Vergine, la Maddalena ed i vari apostoli, con tre semplici contadine. Il significato dell’opera è il seguente: Gauguin vuole inserire nella vita di tutti i giorni il mistero del sacrificio come aspetto sacro fondamentale per la rinascita della vita. L’artista, inoltre, volendo intensificare questo significato utilizza in modo smodato (e volontario), il colore giallo in tutta la composizione: questa tonalità, infatti, rappresenta simbolicamente, l’unione tra il grano e Cristo. PAUL GAUGIN
IL POSTIMPRESSIONISMO L’opera, inoltre, rivela l’influsso dello stile del cloissonisme: questo stile, è riconoscibile dalla grande somiglianza con le grandi vetrate delle cattedrali gotiche; gli elementi fondamentali del quadro di Gauguin, infatti, sono delimitati da grandi linee nere, proprio come accade con le figure delle vetrate. PAUL GAUGIN
IL POSTIMPRESSIONISMO COME!SEI GELOSA? Questo dipinto appartiene alla fase tahitiana di Gauguin. Il pittore, trasferitosi nei mari del Sud, aveva iniziato la produzione di quadri dall’evidente contenuto esotico. Vi compaiono soprattutto donne che vengono ritratte in una nudità molta casta e pura. L’intento è quello di mostrare le isole dell’oceano Pacifico come piccoli angoli di paradiso terrestre dove si vive una armonia molto pacifica tra uomini e natura. Quanto sia reale tale concetto rimane un mistero. Tuttavia, Gauguin proveniva da un mondo, quello occidentale, molto più complesso e pervaso da egoistici interessi economici, sociali e politici. PAUL GAUGIN
IL POSTIMPRESSIONISMO Per lui, con gli occhi dell’occidentale, ritrovarsi in questo mondo significa davvero riscoprire una vita diversa. Una vita più semplice e pura, fatta di cose genuine, pervase da una spiritualità molto semplice ma molto evidente. In questo quadro sono raffigurate due donne. Una accovacciata, l’altra distesa. Della seconda si intravede solo la testa e la parte superiore del busto. Il soggetto è tratto da un fatto a cui il pittore aveva assistito e che così descrive nel suo libro «Noa Noa»: sulla spiaggia due sorelle che avevano appena fatto il bagno, distese in voluttuosi atteggiamenti casuali, parlano di amori di ieri e di progetti d’amore di domani. Un ricordo le divide: «Come! Sei gelosa?» PAUL GAUGIN
IL POSTIMPRESSIONISMO Come spesso capita nei dipinti di Gauguin, il titolo dell’opera viene scritto sulla tela, in questo caso in basso a sinistra. È scritto in tahitiano e il suo esotico suono serve a dare più suggestione al quadro. Ed è proprio la scritta che non è solo un titolo, ma è anche una frase realmente pronunciata dalle due donne, a dare il contenuto più specifico al quadro. Se non fosse per questa frase riportata sul quadro il contenuto del quadro potrebbe essere scambiato per una pura sinfonia decorativa. Del resto, l’aspetto muto e silenzioso delle donne e la loro posa estremamente plastica e affascinante potevano essere scambiati per una ricerca solo sulla bellezza formale dei loro corpi. PAUL GAUGIN
IL POSTIMPRESSIONISMO Invece Gauguin vuole cogliere un diverso significato: la complicità tutta femminile nel dialogare del più profondo arcano della vita: l’amore E c’è in questo quadro una tale carica di intensa primitività che sembra riportare il momento del dialogo ad una ritualità senza tempo. L’eterno ritorno dei sentimenti e dell’amore e il continuo interrogarsi sul loro significato. Il quadro, come la precedente produzione di Gauguin, è tutta giocata sulla risoluzione bidimensionale dell’immagine. Nella sua pittura il problema della rappresentazione tridimensionale è del tutto assente. PAUL GAUGIN
IL POSTIMPRESSIONISMO Egli accosta forme, senza preoccuparsi della loro plausibile collocazione in uno spazio virtuale che vada oltre il piano della rappresentazione. Ciò è ancora più evidente in questo quadro dove la donna distesa, e arditamente vista in uno scorcio dalla testa in giù, scompare completamente nella metà inferiore. Le due donne formano quasi un corpo solo, divise solo dalla diversa tonalità dei loro corpi. Sono distese su una spiaggia di sabbia rosa che nella parte sinistra perde qualsiasi apparenza orizzontale per divenire un piano indefinito. Nella parte superiore, colori vari vengono stesi in campiture piane senza alcuna preoccupazione naturalistica o mimetica. PAUL GAUGIN
IL POSTIMPRESSIONISMO Servono solo a rendere più evidente la bidimensionalità dell’immagine e, nel contempo, ad accentuarne il carattere decorativo. Gauguin era molto affezionato a questo quadro, tanto che in una lettera ad un amico scriveva: «Ho fatto ultimamente un nudo a memoria, due donne sulla spiaggia, credo che sia anche la mia cosa migliore fino ad oggi». Il dipinto fu in seguito acquistato dal collezionista russo Sukin e come tutto il resto della sua collezione fu nazionalizzato dallo stato sovietico subito dopo la rivoluzione d’ottobre. Oggi il quadro è esposto nel museo Puskin di Mosca. PAUL GAUGIN
IL POSTIMPRESSIONISMO Da dove veniamo? Che siamo? Dove andiamo? La grande tela, realizzata da Gauguin negli ultimi anni della sua attività, costituisce quasi un testamento spirituale della sua arte. La sua pittura, pur di grande qualità decorativa, non si limita all’apparenza delle cose, ma cerca di scavare nel profondo, soprattutto della dimensione umana, per cercare il confronto (le risposte sarebbe un po’ troppo) con i grandi interrogativi esistenziali citati dal titolo. La tela si presenta a sviluppo orizzontale con un percorso di lettura che va destra a sinistra. Lungo questa direzione, Gauguin dispone una serie di figure che ripropongono in sostanza le "Allegorie delle età della vita". Dal neonato nell’angolo a destra si giunge alla donna scura a sinistra passando attraverso le varie stagioni della vita. PAUL GAUGIN
IL POSTIMPRESSIONISMO La donna al centro, che quasi divide il quadro in due, simboleggia il momento della vita in cui si raccolgono i frutti, ovvia allegoria del momento della procreazione. La vecchia in fondo a sinistra, già presente in altre composizione di Gauguin, nella sua posizione fetale con le mani accanto al volto, in realtà non simboleggia solo la vecchiaia ma soprattutto la paura della morte. Ma straordinaria in questo quadro è soprattutto l’ambientazione. Il percorso della vita si svolge in un giardino che sa proprio di Eden. Come dire che, secondo Gauguin, in fondo la vita e la realtà non sono poi male, se non fosse per l’angoscia di non sapere con certezza a cosa serve tutto ciò. Con questo quadro il senso di inquietudine e di instabilità, tipico dell’artista e uomo Gauguin, ci appare alla fine come un percorso senza fine, perché volto a traguardi che non sono di questo mondo. E così il suo fuggire dall’Occidente verso i paradisi dei mari del Sud, in fondo, altro non è che la metafora, non figurata ma reale, della ricerca perenne ma inesauribile dell’approdo ultimo della nostra serenità. PAUL GAUGIN
POSTIMPRESSIONISMO VINCENT VAN GOGH VINCENT VAN GOGH (1853-1890) Van Gogh è il pittore che inaugura un capitolo nuovo dell’arte europea, negli anni in cui l’Impressionismo va declinando. Autodidatta come Gauguin (che egli frequentò ad Arles dal 1888), non ignora l’arte contemporanea, ma elabora una tecnica propria, capace di dare forma alle sue immagini interiori: come Gauguin, trasfigura la realtà in relazione al proprio “io” interiore. VINCENT VAN GOGH video su Van Gogh
IL POSTIMPRESSIONISMO Trasforma quindi gli elementi della realtà in “simboli” che rispecchiano i suoi stati d’ani- mo e nei quali proietta se stesso e le proprie sofferenze. NOTTE STELLATA IL POSTIMPRESSIONISMO VINCENT VAN GOGH video su notte stellata video Starry night di Don Mclean
IL POSTIMPRESSIONISMO CAMPO DI GRANO CON VOLO DI CORVI VINCENT VAN GOGH video su Campo di grano con volo di corvi
IL POSTIMPRESSIONISMO LA CAMERA Perché è così importante questo lavoro per Van Gogh? Vincent aveva appena abbandonato la caotica Parigi per trasferirsi nella piccola Arles. Arrivato in paese, il pittore affittò una stanza in una casa gialla (anche questa fu protagonista di un altro suo quadro), e condivise l’appartamento con un altro pittore: Paul Gauguin. La convivenza non fu semplice: Vincent aveva un carattere molto particolare e Gauguin era molto deciso. I due, in un primo momento si tollerarono, anzi, finirono per influenzarsi reciprocamente in ambito artistico, ma il 23 dicembre 1888 i due litigarono, e Van Gogh, scosso dall’accesa discussione, prese un rasoio e si tagliò l’orecchio sinistro. VINCENT VAN GOGH Con questo disperato gesto istintivo, la breve esperienza di convivenza tra i due artisti si concluse.
IL POSTIMPRESSIONISMO Van Gogh descrive quest’opera in due lettere, indirizzate al fratello Theo e a Gaugin. E’ la sua camera da letto nella casa che prese in affitto ad Arles. Una finestra illumina l’ambiente semplice, con pareti lilla e il pavimento di un rosso consumato dal tempo. L’arredo è composto dal letto, due sedie e un tavolino. Uno specchio è appeso sulla parete e un asciugamano penzola da un chiodo. Dietro la testiera del letto c’è un basso appendiabiti sul quale sono appese delle giacche. Alle pareti ci sono i suoi dipinti, tra i quali si distingue uno dei celebri suoi autoritratti. LA CAMERA VINCENT VAN GOGH
IL POSTIMPRESSIONISMO Le pennellate sono evidenti. I colori sono carichi e puri. Usa le tre coppie di colori complementari: rosso e verde, giallo e viola, blu e arancio, a cui aggiunge il bianco e il nero per equilibrare gli accostamenti. La costruzione prospettica dello spazio è corretta, ma si crea ugualmente una sensazione di vertigine:le linee del pavimento e del letto, che appare troppo grande rispetto al resto della composizione, sembrano correre all’indietro. Van Gogh scrive che raffigurando la stanza, in ordine, intendeva esprimere la sensazione di “perfetto riposo”. VINCENT VAN GOGH
IL POSTIMPRESSIONISMO Van Gogh considerò questo uno dei suoi quadri più riusciti tanto da dipingerne altre due versioni, una per il fratello Theo e una per la madre e la sorella. VINCENT VAN GOGH https://www.focus.it/cultura/arte/vincent-van-gogh-curiosita-a-125-anni-dalla-sua-morte