L’impianto elettrico di cantiere Genova, 8 marzo 2018 L’impianto elettrico di cantiere Ing. Alessandro Gallo Dirigente Ingegnere – S.C. PSAL
PREMESSA Questa presentazione ha lo scopo di fornire indicazioni operative generali per valutare la sicurezza degli impianti elettrici a servizio dei cantieri edili.
ARGOMENTI TRATTATI Normativa e definizioni Tipi di impianto e principali caratteristiche - Criticità applicative e criteri per la vigilanza Casi reali e simulazioni di vigilanza
NORME DI RIFERIMENTO Norma CEI 64-8 Guida CEI 64-17 L’impianto elettrico di cantiere deve essere realizzato a “regola d’arte” nel rispetto delle Norme CEI Norma CEI 64-8 (64-8/704 cantieri di costruzione e demolizione) Guida CEI 64-17 Guida all’esecuzione degli impianti elettrici nei cantieri
NORME DI RIFERIMENTO Tali norme si applicano al solo cantiere e non ai locali di servizio quali: Uffici Spogliatoi Mense Dormitori WC per i quali vige la norma generale 64-8 ovvero altre norme particolari
LEGISLAZIONE NAZIONALE Legge 186/68 «Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici» art.1: tutti i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere realizzati e costruiti a regola d’arte (anche l’art.81 c.1 DLgs 81/08) art.2: i materiali, le apparecchiature, i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici realizzati secondo le norme CEI si considerano costruiti a regola d’arte
LEGISLAZIONE NAZIONALE DM 37/08 «…riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici» Art. 3. Imprese abilitate Le imprese, iscritte nel registro delle imprese di cui al D.P.R. 7 dicembre 1995, n. 581 e successive modificazioni, di seguito registro delle imprese, o nell'Albo provinciale delle imprese artigiane di cui alla legge 8 agosto 1985, n. 443, di seguito albo delle imprese artigiane, sono abilitate all'esercizio delle attività di cui all'articolo 1, se l'imprenditore individuale o il legale rappresentante ovvero il responsabile tecnico da essi preposto con atto formale, è in possesso dei requisiti professionali di cui all'articolo 4. art.10, c.2: Sono esclusi dagli obblighi della redazione del progetto e dall’attestazione di collaudo le installazioni per apparecchi per usi domestici e la fornitura provvisoria di energia elettrica per gli impianti di cantiere e similari, fermo restando l’obbligo del rilascio della dichiarazione di conformità
LEGISLAZIONE NAZIONALE DPR 462/01 «Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi » art.1, c.1: il presente regolamento disciplina i procedimenti relativi alle installazioni ed ai dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, agli impianti elettrici di messa a terra e agli impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione collocati nei luoghi di lavoro Art.2, c.1: la messa in esercizio degli impianti elettrici di messa a terra e dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche non può essere effettuata prima della verifica eseguita dall'installatore che rilascia la dichiarazione di conformità ai sensi della normativa vigente. La dichiarazione di conformità equivale a tutti gli effetti ad omologazione dell'impianto. Art.2, c.2: entro trenta giorni dalla messa in esercizio dell'impianto, il datore di lavoro invia la dichiarazione di conformità all'INAIL ed all'ASL o all'ARPA territorialmente competenti Vedi anche l’art. 86 del DLgs 81/08
LEGISLAZIONE NAZIONALE DLgs 81/08 e s.m.i. «Testo unico sulla sicurezza e salute sul lavoro» Art.80, c.1: Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati dai tutti i rischi di natura elettrica connessi all’impiego dei materiali, delle apparecchiature e degli impianti elettrici messi a loro disposizione ed, in particolare, da quelli derivanti da: a) contatti elettrici diretti; b) contatti elettrici indiretti; c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi elettrici e radiazioni; d) innesco di esplosioni; e) fulminazione diretta ed indiretta; f) sovratensioni; g) altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili.
LEGISLAZIONE NAZIONALE DLgs 81/08 e s.m.i. «Testo unico sulla sicurezza e salute sul lavoro» Art.80, c.2: a tale fine il datore di lavoro esegue una valutazione dei rischi di cui al precedente comma 1, tenendo inconsiderazione: a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro, ivi comprese eventuali interferenze; b) i rischi presenti nell’ambiente di lavoro; c) tutte le condizioni di esercizio prevedibili.
LEGISLAZIONE NAZIONALE DLgs 81/08 e s.m.i. «Testo unico sulla sicurezza e salute sul lavoro» Art.80, c.3: a seguito della valutazione del rischio elettrico il datore di lavoro adotta le misure tecniche ed organizzative necessarie ad eliminare o ridurre al minimo i rischi presenti, ad individuare i dispositivi di protezione collettivi ed individuali necessari alla conduzione in sicurezza del lavoro ed a predisporre le procedure di uso e manutenzione atte a garantire nel tempo la permanenza del livello di sicurezza raggiunto con l’adozione delle misure di cui al comma 1 Art.80, c.3 –bis: il datore di lavoro prende, altresì, le misure necessarie affinché le procedure di uso e manutenzione di cui al comma 3 siano predisposte ed attuate tenendo conto delle disposizioni legislative vigenti, delle indicazioni contenute nei manuali d'uso e manutenzione delle apparecchiature ricadenti nelle direttive specifiche di prodotto e di quelle indicate nelle pertinenti norme tecniche
LEGISLAZIONE NAZIONALE DLgs 81/08 e s.m.i. «Testo unico sulla sicurezza e salute sul lavoro» Art. 86, c.1: ferme restando le disposizioni del DPR 462/01…, il datore di lavoro provvede affinchè gli impianti elettrici e gli impianti di protezione dai fulmini siano periodicamente sottoposti a controllo secondo le indicazioni delle norme di buona tecnica e la normativa vigente per verificarne lo stato di conservazione e di efficienza ai fini della sicurezza. Art.86, c.3: l’esito dei controlli di cui al comma 1 è verbalizzato e tenuto a disposizione dell’autorità di vigilanza Quanto sopra è sanzionato amministrativamente
DEFINIZIONI
Impianto elettrico Tensione nominale Tensione di contatto L’impianto utilizzatore costituito dai circuiti di alimentazione degli apparecchi utilizzatri e delle prese a spina, comprese le relative apparecchiature di manovra, sezionamento e interruzione, protezione, ecc. Tensione nominale Tensione per cui un impianto o una sua parte è progettato Tensione di contatto Tensione che si stabilisce fra parti simultaneamente accessibili in caso di guasto dell’isolamento
Tensione di contatto limite convenzionale Valore massimo della tensione che convenzionalmente si ritiene possa permanere per un tempo indefinito, nelle condizioni ambientali specificate e alla tensione nominale di alimentazione, senza pericolo per le persone (50V in alternata, 120V in continua, tranne che in casi particolari a maggior rischio) Massa Una parte conduttrice facente parte dell’impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori separata dalle parti attive solo con l’isolamento principale, non in tensione in condizioni normali e che può andare in tensione in condizioni di guasto (p.es. carcassa delle apparecchiature o attrezzature)
Massa estranea Parte attiva Contatto diretto Parte metallica non facente parte dell’impianto elettrico (infissi, tubazioni, ecc.), suscettibile di introdurre potenziali pericolosi, che presentano verso terra un valore di resistenza inferiore a 1000Ω. Per ambienti particolari (per esempio i cantieri) il valore limite è pari a 200Ω Parte attiva Conduttore o pare conduttrice in tensione nel servizio ordinario, compreso il conduttore di neutro escluso quello di protezione (giallo-verde) Contatto diretto Contatto delle persone con le parti attive
Isolamento principale Contatto indiretto Contatto delle persone con una massa in tensione per un guasto Isolamento principale Isolamento delle parti attive utilizzato per la protezione base contro i contatti diretti e indiretti
Isolamento supplementare Isolamento indipendente previsto in aggiunta a quello principale per assicurare la protezione contro i contatti elettrici in caso di guasto dell’isolamento principale Doppio isolamento L’insieme tra l’isolamento principale e quello supplementare
Conduttori di protezione Terra Il terreno come conduttore il cui potenziale elettrico in ogni punto è considerato convenzionalmente pari a zero Dispersore Corpo conduttore o gruppo di corpi conduttori in contatto elettrico con il terreno che realizza un collegamento elettrico con la terra Conduttori di protezione Conduttore che collega alcune delle seguenti parti: masse, masse estranee, collettore o nodo principale di terra, dispersore.
Collettore o nodo principale di terra Elemento previsto per il collegamento al dispersore dei conduttori di protezione, inclusi i conduttori equipotenziali e di terra
Conduttore di terra Conduttore di protezione che collega il collettore (o nodo) principale di terra al dispersore, o i dispersori tra loro (generalmente è in corda di rame nudo)
Collegamento equipotenziale Collegamento elettrico che mette diverse masse e/o masse estranee allo stesso potenziale
CARATTERISTICHE GENERALE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI
GLI IMPIANTI ELETTRICI SI CARATTERIZZANO IN BASE A: ALIMENTAZIONE: da rete pubblica a bassa tensione (I categoria) da rete pubblica a media tensione (II categoria) autoproduzione con gruppi elettrogeni SISTEMI DI DISTRIBUZIONE:
SISTEMI DI DISTRIBUZIONE Modi di collegamento a terra del sistema In base al tipo di alimentazione, si ha una diversa tipologia di collegamento a terra che classifica gli impianti in TN, TT e IT TN Sistemi con propria cabina di trasformazione e/o alimentazione TT Sistemi senza propria cabina di trasformazione IT Sistemi con particolari esigenze di continuità di esercizio
SISTEMI DI DISTRIBUZIONE In base al tipo di collegamento (TN, TT e IT), la protezione dai contatti indiretti può essere differente: Nei sistemi TT solo mediante l’interruttore differenziale Nei sistemi TN può essere impiegato solo l’interruttore magnetotermico previa verifica dell’impedenza dell’anello di guasto e il tempo di intervento dell’interruttore stesso. L’utilizzo del differenziale è comunque garanzia di una maggiore sicurezza Infatti, nei due diversi tipi di sistemi, i circuiti di guasto sono diversi
SISTEMI DI DISTRIBUZIONE
SISTEMI DI DISTRIBUZIONE
CURVE DI SICUREZZA
CURVE DI SICUREZZA AREA 1: nessuna reazione AREA 2: nessun effetto fisiologicamente pericoloso AREA 3: nessun danno organico, contrazioni muscolari, fibrillazione cardiaca AREA 4: in aggiunta agli effetti di cui al punto 3 si aggiunge arresto cardiaco, arresto respiratorio
STRUTTURA DEGLI IMPIANTI ELETTRICI NEI CANTIERI ALIMENTAZIONE QUADRI ELETTRICI PROTEZIONI PRESE E SPINE AVVOLGICAVO PROLUNGHE ADATTATORI E PRESE MULTIPLE CAVI E LINEE
1) ALIMENTAZIONE L’inizio dell’impianto di cantiere è individuato con il punto di consegna o di fornitura Più precisamente l’origine dell’impianto coincide con i morsetti dell’interruttore limitatore o dell’organo di misura (se la fornitura è realizzata direttamente da ente fornitore). Se invece l’alimentazione è derivata da un impianto esistente, il punto di alimentazione e quindi l’inizio dell’impianto, coincide con i morsetti dell’interruttore immediatamente a monte della linea di cantiere. L’alimentazione può essere: in bassa tensione (220/380V) sistema di I categoria in media tensione (15000V) sistema di II categoria mediante autoproduzione tramite l’utilizzo di gruppi elettrogeni
TIPI DI ALIMENTAZIONI IMPIANTO ELETTRICO CON ALIMENTAZIONE IN BASSA TENSIONE 220/380v
TIPI DI ALIMENTAZIONI IMPIANTO ELETTRICO CON ALIMENTAZIONE IN BASSA TENSIONE 220/380v
TIPI DI ALIMENTAZIONI IMPIANTO ELETTRICO CON ALIMENTAZIONE IN MEDIA TENSIONE 15KV In questi casi nel cantiere è installata una cabina di trasformazione costituita da due moduli: uno di proprietà ENEL (al quale possono accedere solo i tecnici ENEL) e uno di proprietà dell’utente
TIPI DI ALIMENTAZIONI IMPIANTO ELETTRICO CON AUTOPRODUZIONE (GRUPPO ELETTROGENO) IN BASSA TENSIONE 220/380v
TIPI DI ALIMENTAZIONI IMPIANTO ELETTRICO CON AUTOPRODUZIONE (GRUPPO ELETTROGENO) IN BASSA TENSIONE 220/380v IL Gruppo Elettrogeno deve essere generalmente collegato a terra; si può omettere il collegamento quando funzionano in «isola» con un solo utilizzatore collegato. In tal caso la protezione dai contatti indiretti avviene per separazione elettrica, cioè senza realizzare alcun collegamento intenzionale a terra
2) QUADRI DI CANTIERE Le condizioni gravose a cui è sottoposto un impianto elettrico di cantiere (presenza di acqua, polvere, possibili, urti, necessità di frequenti modifiche, ecc.) comportano la necessità di utilizzare componenti con particolari accorgimenti costruttivi. In particolare, per quanto concerne i quadri elettrici, l’art.7 della Guida CEI 64/17 cita: «quando si realizza un impianto elettrico di cantiere, questo va alimentato da un quadro generale di cantiere anche se l‘alimentazione è derivata da un impianto fisso esistente o anche se l’impianto di cantiere è composto da sole parti mobili». I quadri di cantiere sono definiti di tipo ASC (Assiemati di Serie per Cantieri) Riferimento: NORMA CEI EN 60439-4
2) QUADRI DI CANTIERE Ogni quadro di cantiere deve essere provvisto di: dichiarazione di conformità rilasciata dal costruttore del quadro; schema elettrico unifilare; targhetta identificativa indelebile, apposta dal costruttore dispositivi di sezionamento, comando e protezione I quadri devono altresì comprendere i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti e i contatti indiretti e l’interruttore generale deve essere facilmente accessibile, a meno che non sia previsto un dispositivo per il comando di emergenza. Esempio di comando di emergenza. Se presente, il quadro può essere chiuso a chiave, altrimenti l’interruttore generale deve essere accessibile Inoltre, devono possedere un’adeguata protezione contro la penetrazione di corpi solidi, di polveri e contro i liquidi (IP 44 salvo eccezioni) Devono essere possibilmente ubicati in posizioni il più possibile protette, anche da eventuali urti.
2) QUADRI DI CANTIERE
2) QUADRI DI CANTIERE N.B. Se la portella del quadro è aperta, il sezionatore deve essere in posizione 0. Nella posizione 1 il circuito interno risulta alimentato e pertanto la portella deve essere chiusa. Sezionatore
2) QUADRI DI CANTIERE PRINCIPALI VERIFICHE VISIVE Verificare che il quadro non abbia lesioni evidenti (spaccature della carcassa, portelle rotte o non chiudibili) Verificare che le morsettiere siano protette dai contatto diretti Verificare che vi sia il collegamento all’impianto di terra (conduttore gialloverde) I quadri devono essere sempre dotati di idonee protezioni tali da impedire l’accesso diretto alle parti attive Protezione mancante Protezione presente
ALCUNI ESEMPI PRATICI… DA NON SEGUIRE 2) QUADRI DI CANTIERE PRINCIPALI VERIFICHE VISIVE Verificare che siano posizionati correttamente … ALCUNI ESEMPI PRATICI… DA NON SEGUIRE
2) QUADRI DI CANTIERE Il quadro è stato fissato al supporto con filo di ferro da legatura, stesso trattamento ai conduttori che risultano notevolmente danneggiati. Il frontale interno, oltre che essere privo del portello di protezione, è pure privo della placca di copertura, rendendo così accessibili i cavi ed i cablaggi che peraltro, in alcuni casi, risultano eseguiti in modo scorretto
2) QUADRI DI CANTIERE Il quadro è stato semplicemente appoggiato a terra, uno dei portelli di protezione è assente e l’altro (costantemente) aperto, una presa 380 Volt che risultava danneggiata è stata “protetta” con del nylon e mancano le ante anteriori
2) QUADRI DI CANTIERE Altro quadro posizionato in modo scorretto e privo di ogni tipo di protezione da polvere, acqua, urti, ecc..
2) QUADRI DI CANTIERE Quadro all’apparenza idoneo, ma ubicato in posizione scorretta. È stato infatti posizionato nell’area di rotazione delle zavorre della gru (non confinata e pertanto accessibile). Pensiamo a rischi per gli operatori ogni qualvolta devono collegare o scollegare un cavo
3) PROTEZIONI In un impianto elettrico le principali protezioni sono rappresentate da Interruttori magnetotermici Proteggono l’impianto da sovracorrenti (per sovraccarico o cortocircuito) Nel caso l’impianto fosse di tipo TN potrebbe proteggere anche da contatti indiretti (solo se opportunamente coordinato – vedi slide precedenti) Interruttori differenziali Proteggono le persone dai guasti indiretti. Non possono essere utilizzati per proteggere le linee da sovraccarichi o cortocircuiti Interruttori magnetotermici-differenziali Proteggono sia l’impianto da sovracorrenti (per sovraccarico o cortocircuito), sia le persone da contatti indiretti
ESEMPIO DI INTERRUTTORE MAGNETOTERMICO DIFFERENZIALE Sigla interruttore Marca interruttore Corrente differenziale Tasto di prova differenziale Corrente nominale (portata) Modulo magnetotermico Modulo differenziale Valore di corrente di corto circuito
L’INTERRUTTORE DIFFERENZIALE PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO In presenza di una dispersione a terra, i1 risulterebbe diversa da i2 con il conseguente intervento dell’interruttore
4) PRESE E SPINE Le prese a spina utilizzate nei cantieri debbono essere in grado di resistere alle condizioni di impiego in cui si possono trovare. Nelle comuni condizioni: IP44 sia con spina inserita che disinserita In casi più gravosi (presenza di acqua e polvere): IP66 Le prese a spina devono: essere protette da interruttore differenziale con Idn < 30 mA (caso più frequente) oppure Essere alimentate da sistema SELV oppure Utilizzare la separazione elettrica Esempio di presa mobile Esempi di spina mobile
4) PRESE E SPINE PRINCIPALI VERIFICHE VISIVE Verificare che le prese e le spine non abbiano lesioni evidenti (spaccature, mancanza dei coperchi) Verificare che non vi siano riparazioni con nastro adesivo Verificare che non vengano utilizzate prese «multiple» Pressacavo
4) PRESE E SPINE ALTRI ESEMPI PRATICI… DA NON SEGUIRE In mancanza di spine elettriche sono stati collegati singoli conduttori direttamente nelle prese
4) PRESE E SPINE ALTRI ESEMPI PRATICI… DA NON SEGUIRE
5) AVVOLGICAVO Gli avvolgicavo devono essere di tipo industriale e conformi alle norma CEI EN 61316. Devono avere almeno le seguenti caratteristiche: Incorporare un protettore termico o di corrente che protegga il cavo Il cavo deve essere di tipo H07RN-F con sezione minima di 2,5mm2 per avvolgicavo da 16A, 6mm2 per avvolgicavo da 32A e 16 mm2 per avvolgicavo da 63A Avvolgicavo 380 V Avvolgicavo 220 V
5) AVVOLGICAVO PRINCIPALI VERIFICHE VISIVE Verificare che l’avvolgicavo non abbia lesioni evidenti (spaccature, mancanza dei coperchi) Verificare che non vi siano riparazioni con nastro adesivo
6) PROLUNGHE Monofase (BLU) Trifase (ROSSO) Le prolunghe devono essere equipaggiate con prese a spina di tipo industriale con grado di protezione analogo a quello delle prese e spine (vedi punto precedente). Devono avere almeno le seguenti caratteristiche: Il cavo deve essere di tipo H07RN-F o equivalente con sezione minima di 2,5mm2 per prolunghe con prese da 16A, 6mm2 per prese da 32A e 16 mm2 per prese da 63A Monofase (BLU) Trifase (ROSSO)
6) PROLUNGHE PRINCIPALI VERIFICHE VISIVE Verificare che le prolunghe non abbiano lesioni evidenti (tagli e/o abrasioni anche solo della guaina esterna) Verificare che non vi siano riparazioni con nastro adesivo Verificare sommariamente che le lunghezze rispettino la tabella seguente: Lunghezze del cavo degli avvolgicavo e delle prolunghe consigliate CAVO SEZIONE (mm2) CORRENTE NOMINALE (A) LUNGHEZZA (m) monofase 1,5 10 20 2,5 16 30 trifase 50 6 32 60
6) PROLUNGHE ALTRO ASPETTO IMPORTANTE: LA POSA La modalità di posa deve essere tale da non costituire intralcio od ostacolo alla libera circolazione delle persone e/o mezzi e deve in ogni caso garantire il cavo relativamente a problemi di usura o danneggiamento
6) PROLUNGHE In questa fotografia, oltre al problema di intralcio e usura, vi è anche il pericolo aggiuntivo di ambienti con presenza di acqua…
7) ADATTATORI E PRESE MULTIPLE Per le attività di breve durata, di finitura o per piccoli cantieri di ristrutturazione, è frequente l’impiego di attrezzature portatili equipaggiate con spine di tipo domestico o similare. È ammesso l’uso di prese per uso domestico o similare a condizioni che siano potette per installazione contro gli urti, la penetrazione dei liquidi e dei solidi È ammesso per uso temporaneo l’impiego di adattatori (parte spina industriale e parte presa di tipo domestico o similare) Esempi di adattatori e prese multiple
7) ADATTATORI E PRESE MULTIPLE PRINCIPALI VERIFICHE VISIVE Verificare che gli adattatori o le prese multiple non abbiano lesioni evidenti (rotture) Verificare che non vi siano riparazioni con nastro adesivo
8) CAVI La scelta di un cavo per impianto elettrico si basa sui seguenti elementi: tipologia di alimentazione calcolo degli assorbimenti delle utenze asservite calcolo delle cadute di tensione tipologia di posa N.B. non si richiede di verificare i calcoli di dimensionamento di un impianto, ma di poter individuare, mediante un controllo visivo, eventuali anomalie o errori grossolani
8) CAVI PRINCIPALI CONTROLLI VISIVI Modalità di posa e relative protezioni meccaniche (vedi slide precedenti) Presenza protezioni elettriche Tipologia di materiale utilizzato
8) CAVI Senza entrare nei tecnicismi progettuali o delle norme, le prime valutazioni inerenti i cavi elettrici sono le seguenti: 1) I cavi elettrici devono essere adeguatamente protetti meccanicamente contro gli schiacciamenti e le trazioni La corretta posa del cavo è fondamentale per evitarne il danneggiamento Osservare in particolare i cavi con posa aerea: devono essere supportati da idonee «selle» tali da impedire brusche curvature o lesioni. Sono da evitare situazioni tipiche di cavi legati ad alberi con filo di ferro o trattenuti su spezzoni di tavola Supporto realizzato non «a regola d’arte»
8) CAVI 2) I cavi elettrici devono essere opportunamente protetti elettricamente: devono essere presenti gli interruttori di protezione N.B. anche il tratto di cavo tra il punto di fornitura (contatore ENEL) e quadri elettrico principale deve essere protetto se supera i 3m Se questa linea elettrica supera i 3 metri di lunghezza deve essere protetta da idonea protezione Linee elettriche a servizio del cantiere (devono essere tutte protette da idonea protezione) Quadro principale ASC Contatore ENEL
8) CAVI 3) I cavi elettrici devono essere opportunamente scelti in funzione dell’ambiente in cui verranno posati. N.B. il PVC, per temperature inferiori ai 5°C si danneggia (indurisce e si screpola); pertanto, nei cantieri dove la temperatura può raggiungere tali temperature, vanno evitati cavi isolati e rivestiti in PVC (esempio di sigla: N1V-K). In tali situazioni i cavi tipicamente adottati conformemente alle norme possono essere: Cavi isolati in gomma e guaina in PVC: FG7 OR o, meglio ancora, Cavi con guaina e isolante in gomma: H07RN-F
9) APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE Definizioni dalla Guida CEI 64-17: Impianti fissi di illuminazione: Devono avere caratteristiche di un normale impianto elettrico di cantiere, possibilmente IP44, con corpi illuminanti che non diano intralcio e possibilmente protetti contro gli urti Apparecchi di illuminazione trasportabili In generale sono i proiettori dotati di lampade alogene, installati su appositi sostegni. Questi apparecchi di illuminazione funzionano quindi in posizione fissa e debbono essere trasportati solo dopo aver disattivato l'alimentazione. Essendo comunque a portata di mano durante il loro funzionamento, le lampade debbono essere protette da schermi adeguati, inoltre causa delle lavorazioni in corso, essi possono risultare esposti a spruzzi, per cui si consiglia un grado di protezione minimo IP44. È inoltre consigliato che siano utilizzati apparecchi di illuminazione con isolamento di classe seconda, i cavi di alimentazione (essendo l'attrezzo mobile) devono essere adatti alla posa mobile, quindi di tipo H07RN-F o equivalenti.
Esempi di lampade trasportabili
9) APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE Definizioni dalla Guida CEI 64-17: Apparecchi di illuminazione portatili Gli apparecchi di illuminazione portatili devono essere conformi alla Norma CEI EN 60598-2-8, ed avere almeno le seguenti caratteristiche: - impugnatura in materiale isolante; - parti in tensione o che possono entrare in tensione completamente protette; - protezione meccanica della lampada. Si consiglia un grado di protezione minimo IP44 (anche verso la lampada). Gli apparecchi di illuminazione portatili se utilizzati in luoghi conduttori ristretti debbono essere alimentate con circuiti a bassissima tensione di sicurezza SELV.
Esempio di lampade portatile
9) APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE ESEMPI PRATICI… DA NON SEGUIRE Foto 01 – 02 - 03: lampade in cattivo stato di manutenzione con i conduttori non correttamente connessi al corpo lampada e/o con schermo di protezione rotto o non installate su appositi sostegni
9) APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE ESEMPI PRATICI… DA NON SEGUIRE
9) APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE ESEMPI PRATICI… DA NON SEGUIRE
9) APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE ESEMPI PRATICI… DA NON SEGUIRE conduttori non collegati a regola d’arte; inoltre le lampade risultano «fissate» tramite i conduttori stessi e non con sostegni autonomi
9) APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE ESEMPI PRATICI… DA NON SEGUIRE Apparecchio non fissato e appoggiato sul tessuto non tessuto: considerate le elevate temperature che le lampade alogene raggiungono è presente un possibile rischio incendio
10) IMPIANTO DI MESSA A TERRA Seguono alcune fotografie esemplificative di come non deve essere realizzato l’impianto di terra con particolare riferimento alle relative connessioni… CON MORSETTO
10) IMPIANTO DI MESSA A TERRA Seguono alcune fotografie esemplificative di come non deve essere realizzato l’impianto di terra e le relative connessioni RAME INTRECCIATO
10) IMPIANTO DI MESSA A TERRA Seguono alcune fotografie esemplificative di come non deve essere realizzato l’impianto di terra e le relative connessioni CON NASTRO
10) IMPIANTO DI MESSA A TERRA Seguono alcune fotografie esemplificative di come non deve essere realizzato l’impianto di terra e le relative connessioni CON NASTRO 2
11) IMPIANTO DI PROTEZIONI DAI FULMINI
11) IMPIANTO DI PROTEZIONI DAI FULMINI La necessità di proteggere le strutture contro i fulmini deve essere determinata tramite una corretta valutazione del rischio. Tale valutazione deve tener conto di diversi aspetti tra cui: 1) la resistività superficiale del terreno che se al di sopra di 5 kΩm non obbliga ad alcun collegamento a terra. Un piano di appoggio con uno spessore di asfalto di 5 cm, o ricoperto da uno strato di ghiaia dello spessore di 15 cm, o ancora un terreno roccioso (ad es. basalto o porfido) potrebbe essere in queste condizioni; 2) la frequenza di fulminazione diretta della struttura il cui valore dipende dalla ubicazione (struttura isolata, situata vicino a altre strutture più alte o più basse), dalla geometria della struttura e dal numero di fulmini all’anno per Kilometro quadrato (Genova da 2,5 a 4); 3) la probabilità di danno ad esseri viventi per tensioni di contatto che sia assume pari a 1 (valore elevato) nel caso in cui la struttura metallica non è isolata come nel caso di ponteggi, gru, etc.; 4) la perdita media annua relativa per tensioni di contatto e di passo per le persone ubicate all’esterno della struttura il cui valore è riportato dalla norma
11) IMPIANTO DI PROTEZIONI DAI FULMINI
11) IMPIANTO DI PROTEZIONI DAI FULMINI
11) IMPIANTO DI PROTEZIONI DAI FULMINI
11) IMPIANTO DI PROTEZIONI DAI FULMINI Alcuni accorgimenti di carattere generale e indicativo in caso di presenza di impianto di protezione: I ponteggi metallici e le strutture metalliche di armatura devono essere collegate a terra almeno ogni 25 metri di sviluppo lineare, con un minimo di 2 punti dispersori; Le gru devono essere collegate a terra su almeno 4 punti dispersori; Gli impianti di betonaggio devono essere collegati a terra su almeno 2 punti dispersori; Le baracche metalliche devono essere collegate a terra su almeno 2 punti dispersori; I depositi di materiale facilmente infiammabile od esplodente devono essere collegati a terra su almeno 4 punti dispersori e, ove del caso, essere provvisti di impianto di captazione; L'impianto di messa a terra per la protezione contro le scariche atmosferiche deve essere interconnesso con l'impianto per i collegamenti elettrici a terra e venire quindi a costituire un unico impianto di dispersione; La sezione minima dei conduttori di terra non deve essere inferiore a 35 mmq.
ESEMPI E QUESITI PRATICI LUOGHI CONDUTTORI RISTRETTI CIRCUITI SELV LAVORI ELETTRICI E NON ELETTRICI DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ IMPIANTO DI MESSA A TERRA - verifiche PONTEGGI: COLLEGARLI A TERRA OPPURE NO? NOVITA’ NORMATIVE
LUOGHI CONDUTTORI RISTRETTI DEFINIZIONE Si intendono quei luoghi limitati essenzialmente da superfici metalliche o comunque conduttrici nei quali è probabile che una persona possa venire in contatto cin tali superfici attraverso ampia parte del suo corpo ed è limitata la possibilità di interrompere tale contatto; ad esempio: piccole cisterne metalliche interno di tubazioni metalliche cunicoli umidi scavi ristretti tralicci È inteso luogo conduttore ristretto anche quel luogo ampio, ma in cui l’operatore è a stretto contatto su buona parte del corpo con superfici conduttrici, per esempio per lavori con cinture di sicurezza su strutture metalliche
LUOGHI CONDUTTORI RISTRETTI All’interno dei luoghi conduttori ristretti gli utensili portatili e gli apparecchi di misura trasportabili o mobili devono essere alimentati a bassissima tensione di sicurezza SELV (minore di 50V) o devono essere protetti con separazione elettrica a condizione che venga collegato un solo utilizzatore ad ogni avvolgimento secondario del trasformatore di isolamento Per le lampade portatili è ammesso solo l’alimentazione SELV I trasformatori di isolamento devono essere mantenuti al di fuori dal luogo conduttore ristretto
CIRCUITI SELV V˂ 50V in c.a. V˂120V in c.c. Sono i circuiti a bassissima tensione di sicurezza: V˂ 50V in c.a. V˂120V in c.c. Aventi le seguenti caratteristiche: Alimentazione proveniente da trasformatore di isolamento (CEI 96-7) o batteria o gruppo elettrogeno Circuiti separati da quelli non SELV (con isolamento principale più guaina isolante) Prese e spine non intercambiabili con quelle dei circuiti non SELV Prese e spine senza contatto per collegamento a terra Le parti attive non devono essere collegate a terra Le masse non devono essere collegate: a terra a conduttori di protezione o a masse di altri circuiti a masse estranee Se V˃25V devono essere presenti barriere o involucri aventi IP XXB, ovvero non devono far passare un dito
LAVORI ELETTRICI E NON ELETTRICI Articolo 82 DLgs 81/08 - Lavori sotto tensione 1. E’ vietato eseguire lavori sotto tensione. Tali lavori sono tuttavia consentiti nei casi in cui le tensioni su cui si opera sono di sicurezza, secondo quanto previsto dallo stato della tecnica o quando i lavori sono eseguiti nel rispetto delle seguenti condizioni: le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri definiti nelle norme tecniche (per esempio NORMA CEI 11-27 relativa ai lavori elettrici). per sistemi di categoria 0 e I purché l'esecuzione di lavori su parti in tensione sia affidata a lavoratori riconosciuti dal datore di lavoro come idonei per tale attività secondo le indicazioni della pertinente normativa tecnica; per sistemi di II e III categoria purchè: i lavori su parti in tensione siano effettuati da aziende autorizzate, con specifico provvedimento del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, ad operare sotto tensione; l'esecuzione di lavori su parti in tensione sia affidata a lavoratori abilitati dal datore di lavoro ai sensi della pertinente normativa tecnica riconosciuti idonei per tale attività. Sistema di categoria 0 con U ≤ 50 V in C.a. e 120V in C.c. Sistemi di categoria I con U >50V ≤1000 in C.a. e >75V ≤1550V in C.c. Sistemi di categoria II con U>1000V ≤30000V in C.a. e >1500V ≤30000V in C.c. Sistemi di categoria III con U > 30000 V sia in C.a. che in C.c.
LAVORI ELETTRICI E NON ELETTRICI Articolo 83 - Lavori in prossimità di parti attive 1. Non possono essere eseguiti lavori non elettrici in vicinanza di linee elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette, o che per circostanze particolari si debbano ritenere non sufficientemente protette, e comunque a distanze inferiori ai limiti di cui alla tabella 1 dell’ALLEGATO IX, salvo che vengano adottate disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi. 2. Si considerano idonee ai fini di cui al comma 1 le disposizioni contenute nelle pertinenti norme tecniche. Lavoro non elettrico Lavoro elettrico TAB 1 (DA9)
LAVORI ELETTRICI E NON ELETTRICI Quelle indicate in tabella 1 sono distanze di sicurezza da parti attive di linee elettriche e di impianti elettrici non protette o non sufficientemente protette da osservarsi, nell’esecuzione di lavori non elettrici, al netto degli ingombri derivanti dal tipo di lavoro, delle attrezzature utilizzate e dei materiali movimentati, nonché degli sbandamenti laterali dei conduttori dovuti all’azione del vento e degli abbassamenti di quota dovuti alle condizioni termiche
LAVORI ELETTRICI E NON ELETTRICI SOGGETTI E RESPONSABILITA’ NEI LAVORI ELETTRICI
LAVORI ELETTRICI E NON ELETTRICI SOGGETTI E RESPONSABILITA’ NEI LAVORI ELETTRICI I. Definizione: Unità (o Persona) responsabile di un impianto elettrico (URI) (si veda EN 50110-1) La URI è il proprietario dell’impianto elettrico, ad esempio: • di un privato, • di un Datore di lavoro di un’azienda, • di Società strutturate e/o di grandi dimensioni (staff tecnico). Ad essi fanno capo le responsabilità complessive dell’impianto elettrico durante l’esercizio normale dello stesso (in assenza di lavori di qualunque natura). Sono inoltre i soggetti che sono portatori delle necessità di manutenzione o, più in generale, di effettuazione di lavori sull’impianto elettrico.
LAVORI ELETTRICI E NON ELETTRICI SOGGETTI E RESPONSABILITA’ NEI LAVORI ELETTRICI II. Definizione: Persona designata alla conduzione dell’impianto elettrico (Responsabile Impianto, RI) (EN 50110-1) Il RI è la persona responsabile della sicurezza dell’impianto elettrico durante un’attività lavorativa; viene designata dalla URI in occasione di un lavoro sull’impianto stesso (manutenzione compresa). Secondo la Norma CEI 11-27, IV edizione, il RI ha tutti i compiti necessari allo svolgimento in sicurezza del lavoro. Tra i compiti più significativi del RI, ne cito solo due: redige il piano di lavoro; provvede per evitare richiusure intempestive, provvede all’apposizione di eventuali terre nei punti di sezionamento e di cartelli monitori. .
LAVORI ELETTRICI E NON ELETTRICI SOGGETTI E RESPONSABILITA’ NEI LAVORI ELETTRICI III. Definizione: Unità responsabile del lavoro (URL) Per le Società strutturate o di grandi dimensioni, questa Unità (staff tecnico) ha il mandato di progettare ed eseguire un lavoro. Nelle imprese con minore struttura o dimensione (detta Unità può essere ricondotta anche a una singola persona: il Preposto ai Lavori (PL)). Tra le responsabilità si citano: verifica preliminare e condivisione con il RI della scelta metodologica e organizzativa del lavoro attraverso un eventuale sopralluogo; predisposizione dell’eventuale Piano di intervento; verifica della disponibilità di procedure, attrezzature, dispositivi di protezione, mezzi di supporto relativi alla corretta realizzazione del lavoro; verifica della formazione ed dell’eventuale idoneità degli operatori addetti al lavoro. .
LAVORI ELETTRICI E NON ELETTRICI La definizione di “Lavoro elettrico” è la seguente: Lavoro svolto a distanza minore o uguale a DV da parti attive accessibili di linee e di impianti elettrici o lavori fuori tensione sugli stessi. La novità consiste nell’assunto che all’interno della zona prossima, tutti i lavori che si eseguono, qualunque sia la loro natura, sono assoggettati ai medesimi rischi elettrici. Ciò significa che, se non si è Persone esperte (PES) o avvertite (PAV) in ambito elettrico, si deve lavorare sotto la supervisione di una PES (sezionamenti e messa in sicurezza, oppure installazione di barriere o protettori isolanti), oppure sotto sorveglianza da parte di PES o PAV che applica la procedura del lavoro in prossimità (distanza di sicurezza). .
DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ Come deve essere redatta? Quale è il modulo corretto? Cosa deve esserci scritto? .
IMPIANTO DI MESSA A TERRA Come già accennato l’impianto di messa a terra rappresenta una protezione dai contatti indiretti Ai sensi dell’art. 2 del DPR 462/01, la dichiarazione di conformità rappresenta l’omologazione dell’impianto Nei luoghi di lavoro, ai sensi dell’art.4 Del DPR 462/01, l’impianto di messa a terra deve essere verificato ogni 5 anni, ovvero, per ambienti particolari (cantieri, locali medici, luoghi a maggior rischio in caso di incendio, ecc.) ogni 2 anni. Gli impianti di messa a terra devono sempre essere «denunciati» all’INAIL e all’ARPAL competente per territorio. Per dimostrare l’avvenuta denuncia il Datore di Lavoro deve presentare copia della lettera di trasmissione all’INAIL della dichiarazione di conformità completa di modulo di denuncia e ricevuta di pagamento bollettino postale. Quanto sopra vale anche per gli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche
COLLEGAMENTO A TERRA DEI PONTEGGI Il collegamento a terra di un ponteggio metallico può essere necessario per tre motivi: Il ponteggio è una struttura metallica di notevoli dimensioni situata all’aperto e deve essere protetta contro i fulmini, ai sensi del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro DLgs 81/08, art. 84 e All. IV, art. 1.1.8 (ex DPR 547/55, art. 39). Il ponteggio è una massa e deve essere protetta contro i contatti indiretti. Il ponteggio è una massa estranea e deve essere collegata allo stesso impianto di terra delle masse
COLLEGAMENTO A TERRA DEI PONTEGGI Il ponteggio è una struttura metallica di notevoli dimensioni In tal caso si dovrà seguire quanto già indicato nelle precedenti slide in termini di protezione contro le scariche atmosferiche ovvero dovrà essere protetto contro i fulmini, ai sensi dell’art. 84 e All. IV, punto 1.1.8 del DLgs 81/08.
COLLEGAMENTO A TERRA DEI PONTEGGI Il ponteggio è una massa e deve essere protetta contro i contatti indiretti? a) il cavo N07V-K (cordina) non è di classe II. Questo tipo di posa non è ammesso. b) Il cavo HO7RN-F è di classe II. Non occorre La messa a terra del ponteggio. c) L’apparecchio di illuminazione è di classe Il. Non occorre La messa a terra del ponteggio. d) Il montacarichi è messo a terra, ad esempio tramite il PE del cavo di alimentazione. Non occorre la messa a terra del ponteggio
COLLEGAMENTO A TERRA DEI PONTEGGI a) Un apparecchio isolante, ma non di classe II, è montato sul ponteggio. Il ponteggio è una massa. La parte del ponteggio che sorregge l’apparecchio di illuminazione va collegata a terra. b) Un apparecchio alimentato SELV (apparecchio di classe III) è montato sul ponteggio. Il ponteggio non va collegato a terra.
COLLEGAMENTO A TERRA DEI PONTEGGI Il ponteggio è una massa estranea e deve essere collegata allo stesso impianto di terra delle masse Il ponteggio appoggia su terreno tramite i ”piedini” (piastre) e costituisce quindi un dispersore naturale di fatto. Quando la resistenza verso terra de ponteggio è inferiore a 200 ohm il ponteggio costituisce una massa estranea che deve essere collegata ai fini dell’equipotenzialità stesso impianto di terra esistente, al quale sono collegate le masse. Se il terreno è asfaltato, o ricoperto di ghiaia, oppure è lastricato o costituito di roccia, marmo o similari, sicuramente il ponteggio non è una massa estranea, perché la sua resistenza verso terra supera senz’altro 200 ohm. Se il ponteggio è una massa estranea deve essere collegato, in uno o due punti alla base de ponteggio, all’impianto di terra del cantiere. Il conduttore equipotenziale deve avere una sezione di almeno 6 mm2 (CEI 64-8, V2).
Grazie per l’attenzione