Franco Nassi - Medicina - III Modulo

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Franco Nassi - Medicina - III Modulo Gli Screening Fanno parte della prevenzione secondaria o diagnosi precoce. In inglese to screen = vagliare, separare. Separano la popolazione in due gruppi : quelli che prob.te NON hanno la malattia e quelli che potrebbero averla. N.B. NON fa diagnosi. Franco Nassi - Medicina - III Modulo

I 10 presupposti per l’effettuazione degli screening Deve esistere una evidenza di efficacia, mediante una riduzione della mortalità La patologia oggetto di screening deve essere frequente o comunque socialmente rilevante La popolazione bersaglio deve essere ben definita e circoscritta Deve esistere un invito, possibilmente personalizzato con sollecito ai non responders Il test di screening deve essere accettabile, accurato, innocuo, efficiente e di costo relativamente contenuto Deve esistere una periodicità di richiamo della popolazione ( es. biennale, triennale) Deve esistere un protocollo diagnostico e terapeutico per i positivi Follow up attivo: deve essere cura del Servizio offrire gratuitamente gli approfondimenti di II° livello Devono essere disponibili e sufficienti le risorse per l’effettuazione dello screening Deve esistere un sistema di valutazione di tutti gli aspetti dello screening. Franco Nassi - Medicina - III Modulo

Gli Screening Oncologici Franco Nassi - Medicina - III Modulo

Screening NON oncologici Franco Nassi - Medicina - III Modulo

Franco Nassi - Medicina - III Modulo

Le distorsioni o bias degli screening Lead “time” o anticipazione diagnostica. Il tempo di sopravvivenza, cioè il tempo che intercorre tra la diagnosi e la morte è più lungo negli screening ( in quanto anticipo la diagnosi). Ciò non vuol dire che lo screening sia efficace. Perché uno screening sia efficace deve essere in grado di modificare il naturale decorso della malattia e non soltanto anticiparne la diagnosi e quindi la consapevolezza di malattia “Length bias “. A parità di uno stesso tipo di tumore, alcuni evolvono più velocemente ed altri no. Poiché lo screening è periodico tende a diagnosticare le forme di uno stesso tumore ad evoluzione più lenta e quindi a prognosi più benigna. N.B. solo la riduzione della mortalità specifica per la malattia oggetto di screening può essere un indicatore di efficacia. Franco Nassi - Medicina - III Modulo

Caratteristiche di un test di screening Un test di screening non fa diagnosi ma dà solo un SOSPETTO di malattia che dovrà essere confermato oppure no dal test di secondo livello. Pertanto lo screening divide la popolazione che vi partecipa in 4 categorie: VP= veri positivi ( positivi anche al test di secondo livello; hanno la malattia che cerchiamo) FP= falsi positivi ( negativi al test di secondo livello) FN= falsi negativi ( negativi al test di screening, non hanno effettuato il secondo livello, ma si sono ammalate poco dopo della malattia che cerchiamo) VN= veri negativi ( negativi al test di screening, veramente sani) Franco Nassi - Medicina - III Modulo

Caratteristiche test screening Risultato screening Risultato approfondimenti Caratteristiche test screening + - Risultati follow-up VP FP FN VN Franco Nassi - Medicina - III Modulo

Franco Nassi - Medicina - III Modulo Specificità: è la capacità del test di identificare come negative le persone che sono effettivamente sane Sp = VN / (VN + FP). Tale frazione è espressa in percentuale e deve tendere a 1 ( o a 100), in quanto i FP sono inutilmente sottoposti ad accertamenti e/o terapie invasivi/e Si definisce specificità di un esame diagnostico la capacità di identificare correttamente i soggetti sani, ovvero non affetti dalla malattia o dalla condizione che ci si propone di individuare. Se un test ha un'ottima specificità, allora è basso il rischio di falsi positivi, cioè di soggetti che pur presentando valori anomali non sono affetti dalla patologia che si sta ricercando. ALTA SPECIFICITÀ: alta probabilità che un soggetto sano risulti negativo al test = bassa probabilità che un soggetto sano risulti positivo al test. Franco Nassi - Medicina - III Modulo

Franco Nassi - Medicina - III Modulo Sensibilità: è la capacità del test di identificare come positive le persone realmente malate Se = VP / (VP + FN). Tale frazione è espressa in percentuale e deve tendere a 1 ( o a 100), in quanto i FN non dovrebbero esistere in quanto sono un “fallimento” dello screening Si definisce sensibilità di un esame diagnostico la capacità di identificare correttamente i soggetti ammalati, ovvero affetti dalla malattia o dalla condizione che ci si propone di individuare. Se un test ha un'ottima sensibilità, allora è basso il rischio di falsi negativi, cioè di soggetti che pur presentando valori normali sono comunque affetti dalla patologia o dalla condizione che si sta ricercando. TEST ALTA SENSIBILITÀ: alta probabilità che un soggetto malato risulti positivo al test = bassa probabilità che un soggetto malato risulti negativo al test. Franco Nassi - Medicina - III Modulo

Franco Nassi - Medicina - III Modulo Valore Predittivo Positivo = è la percentuale di malati tra i soggetti classificati come positivi al test. VPP = VP / ( VP + FP). Il VPP dipende dalla Sp, Se e dalla prevalenza della malattia nella popolazione sottoposta a screening. Rappresenta la probabilità che un soggetto ha di essere affetto dalla patologia oggetto di screening, dal momento che ha avuto un risultato “positivo” al test stesso. Franco Nassi - Medicina - III Modulo