Caratteristiche generali del Medioevo letterario

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
LA LETTERATURA FRANCESE DELLE ORIGINI
Advertisements

Introduzione filologia: edizione di testi
L’età cortese XI-XIII secolo (dal 1000 al 1200).
ALUNNI : ATA DANIELE KARIM LAGO LEANDRO PETRERI DANILO PITIGOI ALESSIA MARIA TIVGA RAZVAN VERDELOCCO ANDREA.
Umanesimo e rinascimento Un quadro generale
Percorso di scrittura creativa per bambini
BIBBIA: PAROLA DI DIO - INDICE
Licenze Creative Commons
Fedro e il genere della favola
linguistico-artistico-espressiva
Letteratura Spagnola I
Narratologia: storia e discorso
DIRITTO INTERNAZIONALE PUBBLICO
CHIAVI DI LETTURA ESSENZIALI
Il dialetto siciliano S. Caramagno S. Caramagno S. Caramagno
Stato, Nazione, Popolo, Popolazione
La bibbia.
Comunicazione Teatrale
Introduzione alle letterature comparate
La rinascita delle città
La Gerusalemme liberata
Omero tra mito e realtà.
Dal sito malpighi.altervista.org/mferroni/
Laboratorio di produzione editoriale
GRAZIA DELEDDA.
Racconti di AVVENTURA Incontro con il genere.
La conquista musulmana da parte degli Omayyadi di
Laboratorio di produzione editoriale
Introduzione agli studi culturali
Modello “Movimenti artistici”
Corso di Geostoria Classe: I Classico Prof.ssa Valentina Guida.
CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA
La lettera.
Parola di Vita Aprile 2013.
Norme giuridiche ed ordinamento giuridico
IL TESTO ESPOSITIVO - INFORMATIVO
Elementi di critica storica
LA BIBBIA.
L’età cortese XI-XIII secolo.
Il Rinascimento.
Le forme della letteratura nell’età cortese
a cura della Prof.ssa Maria Isaura Piredda
LETTERATURA IN VOLGARE DEL 1200 IN ITALIA
LA SOCIOLOGIA DELL’AMBIENTE
DIDATTICA INCLUSIVA E ALUNNI MIGRANTI: BUONE PRASSI PER DIVENTARE VISIBILI IN CLASSE A cura di: Dott.ssa Lisa Mattioli Dott.ssa Giulia Zoboli.
MEDIOEVO: PASSAGGIO DAL LATINO AL VOLGARE
Istituto Comprensivo Statale di Motta S.Giovanni (RC)
L’Italia dai Comuni agli Stati regionali
La cultura cortese Valori e tematiche.
LA BIBBIA.
STORIA E STORIOGRAFIA La storia della storiografia come antidoto alla semplificazione del discorso storico.
ANALISI DEL TESTO POETICO Come si fa?
© Pearson Italia spa 1 Il Rinascimento. © Pearson Italia spa Il Rinascimento 2 Dal Medioevo al Rinascimento la vita ha pieno valore in se stessa la cultura.
I GENERI DELLA LETTERATURA EUROPEA
La Bibbia.
La nascita delle lingue Romanze o neolatine
I PROMESSI SPOSI Di ALESSANDRO MANZONI.
CARATTERISTICHE EUROPEE E ITALIANE
rinascimento italiano
- Cuaderna vía (quartina monorima)
Scuola dei traduttori di Toledo
GIACOMO LEOPARDI DONIN ENRICO LOVATO DENNIS RIZZO DAVIDE
XI-XIII secolo corti della Provenza e della Francia meridionale
Parola di Vita Aprile 2013.
STORIA E STORIOGRAFIA La storia della storiografia come antidoto alla semplificazione del discorso storico.
Dalle prove INVALSI alla didattica
Recensioni e tecniche retoriche:
Elementi di critica storica
LA BIBBIA.
Istituto di Istruzione Superiore “Giotto Ulivi” Borgo San Lorenzo (FI)
Transcript della presentazione:

Caratteristiche generali del Medioevo letterario   Vi sono vari modi di affrontare lo studio dei fenomeni letterari: 1) Quello che privilegia l’analisi dei singoli testi che sono stati trasmessi. Un’opera letteraria costituisce un’unità relativamente identificabile, risultato di un’organizzazione unica e irripetibile. 2) Il punto di vista che aspira a riunire un gruppo organico fra serie di opere che possono considerarsi in qualche modo simili, all’interno di uno spazio temporale limitato (ad esempio i “libros de ejemplos” del secolo XV). 3) Il punto di vista che stabilisce concetti ampi, che riunisce generi e autori all’interno di insiemi specifici secondo coordinate temporali, culturali, estetiche o di qualsiasi altro tipo che risultino compatibili con l’opera letteraria. Così succede con i concetti estesi di “epica medievale”, “poesia clericale”, “umanesimo medievale”, ecc.

I tre punti di vista fanno sì che si definisca uno studio scientifico dell’insieme della Letteratura. Si applicheranno dunque un criterio sincronico, che considera l’opera nella sua singolarità e come entità unitaria e originale; e un criterio diacronico che stabilisce gruppi di genere, familiarità e filiazioni fra i testi. Per accostarsi a un’opera letteraria sono necessarie numerose competenze in discipline ausiliarie (ricerca storica, documentazione testuale, linguistica, estetica, poetica, retorica, metrica, ecc.)

L’espressione Medioevo appare nella lingua degli umanisti del secolo XV. I trattati di letteratura non si avvalsero in modo sistematico del termine Medioevo finché il Romanticismo non stabilì negli studi storici una percezione estetica del periodo in questione. I romantici trasformarono il periodo medievale in uno dei temi preferiti per le loro opere e questa creazione fu accompagnata da una esplorazione erudita dello stesso, parallela allo sviluppo della filologia delle lingue moderne.  

Una prima opposizione delimitatoria appare di fronte al latino, la lingua generale della cultura occidentale, che continuava a essere veicolo di vari generi letterari. Esiste un’opposizione fra il latino, lingua artificiale, prodotto della cultura e le lingue romanze moderne. Esiste un’opposizione anche fra il latino come lingua unica e valida nei domini della Cristianità romana e le lingue vernacole moderne, caratterizzate da numerose varianti dialettali ed estese in aree limitate.

Bisogna tener conto che l’espressione letteraria ispanica non è vincolata a un unico veicolo linguistico. Vi sono diverse lingue nella penisola iberica in fase medievale: il galego-portoghese, il leonese, il castigliano, il navarro-aragonese, il catalano e il mozarabe. È importante considerare le differenti modalità di accesso di queste lingue alla letteratura e tentare di considerarle come un insieme.  

La condizione linguistica dell’opera è un fattore fondamentale nella sua considerazione; nello studio della letteratura medievale le difficoltà che implica una ricezione competente e completa dell’opera sono molto maggiori che nel caso della moderna. La questione di un’interpretazione adeguata dell’opera medievale presenta un altro inconveniente: il lettore attuale, quand’anche raggiunga una comprensione linguistica soddisfacente, non sempre è in possesso delle coordinate del pubblico ricettore originale.  

Il testo   Lo studio delle condizioni nelle quali si stabilisce la scrittura dell’opera medievale risulta fondamentale. Scrittura e oralità sono categorie importanti nei generi letterari medievali. Le edizioni dei testi antichi sono operazioni di mediazione fra il testo originale e il lettore moderno. L’editore userà differenti criteri (più o meno conservativi) a seconda del pubblico cui si rivolge.

Il periodo delle origini   È impossibile fissare la nascita di una letteratura romanza così come è impossibile segnalare il limite fra il latino e le lingue romanze. Le prime manifestazioni letterarie in Spagna coincidono con l’espansione del potere politico e militare della Castiglia, fra il 1050 e il 1100. Nel Medioevo i testi scarseggiano e risulta difficile separare il proposito poetico dalle altre finalità che accompagnano l’opera (soprattutto la finalità didattica).

Anonimia e paternità letteraria   Le condizioni dell’opera moderna differiscono dalla medievale, poiché il concetto che oggi domina è quello di paternità. Anonimia e autoría sono concetti che si riferiscono alla coscienza che l’autore e il pubblico possono avere rispetto al processo della creazione e ai suoi effetti nella conservazione dell’opera. La letteratura mediolatina e quella classica, che costituiscono la tradizione colta dell’epoca, favoriscono, generalmente, lo sviluppo della paternità letteraria; la letteratura folclorica e quella che è in relazione con la tradizione vernacola mantengono il criterio dell’anonimia.

Opera orale e opera scritta   I giullari erano gli interpreti di una cultura orale la cui trasmissione è stata fondamentale per la sopravvivenza di numerosi testi letterari. La condizione del giullare come possibile autore o rimaneggiatore è secondaria rispetto a quella primaria di trasmettere oralmente i testi delle opere all’interno della comunità in cui si trova a vivere.

Verso-prosa   Nelle lingue moderne, il primo indizio che presenta la scrittura di indole letteraria è il verso, base della metrica. Dal latino versus (solco, fila, linea della scrittura che arriva al margine del foglio), l’etimo ebbe due derivazioni, una popolare e una colta: viesso e verso. Sono importanti la lunghezza, gli accenti delle parole e le rime, che segnalano la fine del verso. Le prime manifestazioni del verso in ambito ispanico si organizzano nella lirica popolare e nei cantares de gesta. Le letteratura clericale approfondisce l’uso del verso e coltiva un ideale di perfezione poetica, la lirica cortese recupera i moduli della poesia provenzale e li fissa in un ricco repertorio di versi, strofe e generi.

Quando questa organizzazione del verso si è fissata in modo irreversibile entra in gioco la disposizione della prosa. L’apparizione della prosa è posteriore a quella del verso e procede con più lentezza. L’etimo prorsus (che va avanti in linea retta) è aggettivo applicato a oratio, quindi discorso retto, continuo. La prosa rappresentò lo strumento più adeguato per contenuti di ordine didattico. Lo sviluppo progressivo dell’uso della prosa ebbe differenti punti di partenza: il trattamento letterario del racconto folclorico, la versione in prosa delle opere che nella lingua di origine erano scritte in versi (prosificazioni), l’uso dell’oratoria religiosa per la redazione di trattati destinati alla lettura.

Musica-recitazione-lettura   I testi lirici furono accompagnati dalla musica sin dalla loro genesi. Ma i testi non perdettero il loro carattere di comunicazione linguistica e spesso vennero trascritti indipendemente dalle melodie. Se la canzone lirica poteva offrire una gran varietà di melodie, il cantar de gesta presentava un carattere monotono, del tipo delle recitazioni salmodiate delle cerimonie liturgiche. Il Romancero di inserisce in questo filone di letteratura accompagnata dal canto e abbraccia temi epici, romanzeschi e lirici. Ma tutti questi generi a fruizione orale hanno allo stesso tempo una circolazione scritta e sono pervenuti proprio grazie a questo importante fattore. Nel Medioevo è molto importante il momento della lettura a voce alta, lettura pubblica. La nozione di lettura mentale o a bassa voce è esclusiva di piccolissimi circoli intellettuali ed è più propriamente una conquista moderna. Ecco perché tutti i generi medievali sono fortemente basati sulla condizione auditiva e sviluppano tutti gli artifici atti a facilitare le fruizione e l’assimilazione del testo (percezione orale del testo).

Tradizione, imitazione, originalità   La letteratura clericale vernacola realizza così una funzione fondamentale e fa sì che le opere in lingua volgare si diffondano fra il pubblico e che si costituisca la coscienza che la nuova lingua poteva accogliere nella sua letteratura generi fino ad allora frequentati solo in latino.

Popolo, Chiesa, Università, Corte   Propagazione popolare dell’opera letteraria attraverso la via folclorica. La letteratura si mostra accessibile all’assimilazione dell’opera popolare e anche alla folklorizzazione dell’opera letteraria, come successe nel Romancero. Il popolo rappresenta, nell’accezione medievale, la totalità della popolazione (Cfr. Alfonso X, Partidas). Non esistettero modalità letterarie situate radicalmente in una sola direzione colta o popolare.

La Chiesa rappresentò un fattore propizio nello sviluppo letterario della lingua vernacola. La diffusione dei sermoni come mezzi di addottrinamento veicolava lo sviluppo della lingua letteraria e di tutti quegli artifici retorici che caratterizzavano il discorso letterario.   I centri di formazione come Scuole e Università furono il veicolo di trasmissione soprattutto della letteratura classica. Quasi mai si studiavano direttamente ma attraverso centoni e collezioni di massime, antologie nelle quali gli antichi e i medievali si mescolavano sotto il segno comune del proposito educativo. L’attività traduttoria, molto vasta, fu sempre soggetta ad adattamento e manipolazione e il processo più frequente era quello della parafrasi amplificatoria ed esegetica.

La corte è un altro mezzo di irradiazione letteraria. Si tratta di un’entità di tipo civile e non religioso e ha come capo il re quando è reale o un signore quando è nobile. La corte di Alfonso X fu la più attiva e brillante dal punto di vista culturale. Dalle corti nascono i generi della poesia lirica, il romanzo sentimentale e il romanzo cavalleresco. La congiunzione di armi e lettere si profila come uno schema di perfezione umana.

ORIGINI DELLA LIRICA ISPANICA   1948. Il semitista Samuel Stern scopre le jarchas mozarabi, primo insieme di testi lirici in lingua romanza che possa essere datato con sicurezza prima dell’opera dei più antichi trovatori provenzali. Questa scoperta scatenò un ampio dibattito sulle origini della lirica trobadorica e dunque sulla possibile esistenza di una lirica romanza pretrovatoresca. Teoria delle origini popolari contrapposta a quella mediolatina.

20 “canzoni di donna” scoperte da Stern 20 “canzoni di donna” scoperte da Stern. Datate fra XI e XII secolo, queste strofette, scritte in caratteri ebraici, erano citate alla fine di muwassahah (moaxajas) scritte in ebraico. Le moaxajas erano formate generalmente da 5 strofe suddivise in bayt (mudanza) e qufl/simt (vuelta). Ogni sequenza di strofe era generalmente preceduta da un preludio (matla) che coincide in numero di rime e di versi con il qufl. L’ultimo qufl della moaxaja si chiama jarcha (o markaz) e aveva la peculiarità di non essere scritta né in arabo né in ebreo ma in un dialetto romanzo denominato mozarabe.

La jarcha figurava come citazione o come canzone posta in bocca a un personaggio femminile e introdotto dai versi precedenti. Dopo Stern, anche Emilio García Gómez individuò 24 jarchas romanze e poi Stern ne aggiunse altre 11. Finora sono state pubblicate 61 jarchas, ma alcune di esse sono scritte in arabo volgare. Problema della decifrazione. Traslitterazione non sempre sicura e contaminazione o corruzione da parte dei copisti che ce le hanno trasmesse.

Il mondo poetico delle jarchas 1) Amore angoscioso, amore gioioso. 2) Scarsezza di riferimenti naturali, di allusioni a un contesto concreto. Prevale l’espressione del sentimento e del mondo interiore. 3) Repertorio circoscritto, da scuola poetica. Prevale l’apostrofe diretta, l’interiezione, la domanda, tono enfatico. 4) Grande varietà metrica. Prevalgono le quartine ma sono frequenti anche i distici monorimi.  

Genesi delle jarchIas Questione molto dibattuta della preesistenza o meno delle jarchas rispetto alle moaxajas. Testimonianza di un teorico arabo, Ibn Bassam (XII secolo) il quale sostiene che l’inventore della moaxaja prendeva un testo in lingua volgare o romanza, che chiamava marqaz e su di esso costruiva la moaxaja. D’altra parte, un poeta egiziano, Ibn Sana’ al-Mulk (1155-1211), autore del trattato sulla moaxaja intitolato Dar al-tiraz, sosteneva che l’autore di moaxajas doveva essere anche il creatore della jarcha. Tuttavia, la sua testimonianza non è molto attendibile perché, non vivendo in Spagna, non conosceva bene quella realtà. La jarcha è una citazione e pertanto il suo statuto dovrebbe essere quello di testo allotrio rispetto alla moaxaja.

Infine, bisogna considerare la circostanza delle jarchas ripetute in moaxajas differenti. Presentandosi in testi di autori diversi, non possono dunque essere prodotto dello stesso autore che scrive la moaxaja. Con frequenza la moaxaja introduce il testo della jarcha attribuendolo esplicitamente a una fanciulla innamorata La canzone di donna, inoltre, non era un tema propriamente arabo. La compattezza del corpus dal punto di vista retorico e stilistico è il maggiore indizio che ci troviamo di fronte a una scuola poetica di registro folklorico. È importante anche la concidenza con altre tradizioni romanze che hanno conosciuto la canzone di donna (chansons de femme, chansons de toile francesi, cantigas de amigo galego-portoghesi, lirica popolare italiana). Dámaso Alonso parla di “primavera temprana de la lírica española” a proposito della jarcha, della cantiga d’amigo e del villancico.

Jarchas 14. ¿Qué faré, mamma? Meu al-habib est’ ad yana. ¿Qué haré, madre? Mi amigo está a la puerta.   17. Al sabah bono, garme d’on venis. Ya l[o] sé qu’otri amas, a mibi non queris. Aurora buena, dime de dónde vienes ya lo sé que a otras amas, a mí no me quieres.

4. Garid vos, ¡ay yermaniellas!, ¿cóm’contener a meu male? Sin al-habib non vivreyu: ¿ad ob l’irey demandare? Decid vosotras, ¡ay hermanitas! ¿Cómo contener mi mal? Sin el amigo no viviré: ¿adónde iré a buscarlo?   31. Si queris como bon a mib béyame ida l-nazma duk, boquella de habb al-muluk. Si me quieres como hombre de bien bésame entonces la sarta de perlas boquita de cereza.